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Autore: _Pan_    04/09/2007    4 recensioni
Questa fanfiction sta diventando la villa del Papa, nel senso che non so davvero quando finirà perchè all'inizio erano nove capitoli, ora sono quattordici. Comunque, Silvia verrà a conoscenza di qualcosa di strano e interessante, una profezia. Cosa succederà?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Apollo, Silvia de Alisia
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Non picchiatemi se la fine non è una delle migliori e secondo le aspettative. No.. ragazzi.. posate quelle mazze chiodate.. magari ci ripensate dopo che avete letto. Inutile, non sono brava a descrivere le battaglie, ma d'altra parte mi servivano, se volevo finire la storia.

14 – Per vendetta

“Non ti preoccupare” disse lei, cercando di calmarlo “Ho la pellaccia dura io!” “Spero tanto che tu abbia ragione” le disse, come meglio poteva, essendo paralizzato, tuttavia era riuscito ad attutire la caduta, per entrambi.
“Spero che vi stiate scambiando le ultime dichiarazioni, perchè credo proprio che sarà l'ultima volta che vi vedrete in questo mondo, nell'altro.. chissà..” li interruppe Ravhen “Solo.. fate in fretta.. non ho molto tempo da perdere!”
“Lo odio” disse Celiane a bassa voce, in modo che solo Apollonius la sentisse. Se lui avesse potuto avrebbe sorriso.
“Beh.. preparati” le consigliò Apollonius “Non potrò aiutarti!”
“Ho esperienza alle spalle, al contrario di quanto tu pensi! Sono una guerriera, cresciuta in una famiglia di guerrieri che ha combattuto per tutta la vita. Credo di potermela cavare!”
“Non prenderla così alla leggera.”
“Non la prendo affatto alla leggera! Ho la mia lancia, quindi, ho tutto quello che mi serve, mamma!”
“Si, come quella volta in cui mi hai detto che potevi farcela da sola contro Toma, io te l'avevo sconsigliato ma mi sono girato e non ti ho trovata, se non arrivavo io non ti saresti salvata, e non chiamarmi mamma!”
“Dettagli, e ora sta' zitto, lo vedi che non ce la fai a parlare? Lascia fare a me!” e si allontanò da lui.
“Molto bene” disse Ravhen “Vedo che avete fatto relativamente in fretta!”
“Sta' zitto e combatti, dannato pennuto!” disse Celiane, brandendo la sua lancia.
“Spero vivamente che tu non pensi di battermi con quella ferraglia!”
“Te la faccio vedere io questa ferraglia!” disse lei, dirigendosi con la punta della lancia rivolta verso di lui.
“So volare, stupida umana!” disse sollevandosi di qualche centimetro e volando all'indietro per schivare la lancia. “Dovresti apprendere una tecnica d'attacco più efficace”
“Sei bravo a parole” rispose lei, continuando a cercare di affondare la lama nel corpo del suo avversario “Ma mettici i fatti”
Apollonius stava cominciando a sudare, Celiane non sapeva cosa stava dicendo, Ravhen si stava solo divertendo, se avesse voluto l'avrebbe uccisa in pochissimo tempo.
“Come vuoi” disse lui. “Esaudirò la tua richiesta.”
E con una nuova sfera colpì Celiane, stavolta non c'era nessuno che potesse salvarla volando e così la sfera d'energia la colpì in pieno. Tuttavia, lei rimase illesa.
“Cosa diavolo..” si chiese Ravhen.
“Forte” fu il commento di Celiane, che si guardava “Devo ringraziare quella tizia quando la rivedo!”
“Come hai fatto, umana?”
“Beh.. è una storia lunga..”
“Parla!” disse, infuriato.
“Il medaglione che mio fratello regalò alla famiglia a cui affidò la Profezia, carino!”
Ravhen si diede mentalmente dello stupido, non aveva minimamente calcolato il medaglione. “Non importa” disse, più che altro a sé stesso. “Rimedierò.” Con un incantesimo evocò anche lui una lancia. “Adesso siamo ad armi pari!”
“Tu hai sempre le piume!” disse lei, ironica.
Lui la ignorò. “Combatti!” e ingaggiarono un duello. Però Ravhen non mirava propriamente a Celiane in sè.
“Fregata!” disse solamente, e puntò la lancia sul medaglione, la barriera fece resistenza, ma prendeva energie dalla povera Celiane, che non ne aveva in quantità esagerata. La barriera si ruppe e il medaglione andò in frantumi. Apollonius aveva ancora la Pietra di Ebe tra le mani e i frammenti del medaglione andarono ad unirsi sulla sua superficie, mentre l'onda d'urto spinse Celiane molto lontana da Ravhen, impedendogli di trafiggerla, ma facendola svenire. Apollonius urlò il nome della compagna:
“CELIANE!” e si accorse di potersi muovere, furono movimenti meccanici: allungò le braccia davanti a sé e la luce che uscì dalla Pietra fu talmente forte che diede noia anche a lui.
Ravhen si nascose dietro la sua lancia che rispediva indietro i fasci di luce, che andavano a ricongiungersi con la Pietra e, attraverso di lei, entravano in Apollonius insieme a dei frammenti di spirito di Celiane, rimasti incastonati nei frammenti del medaglione.
“Dannazione” disse Ravhen, la luce lo disturbava più di quanto potesse pensare. “Con tutta questa luce non riuscirò ad attaccarlo.”
Il soldato Kerubin fu polverizzato, nonostante Ravhen non lo avesse usato dopo il risveglio di Apollonius e Celiane, il Vector Mars si riparò e, dopo, la luce si dissolse.
“Finalmente” disse Ravhen, più sollevato “Pensavo che non la finissi più”
“Fossi in te” disse Apollonius, circondato da un alone di luce. “Starei zitto!”
“Credi di farmi paura?” chiese, con un tono di voce tranquillo, tuttavia lui non lo era affatto. Il fatto che avesse assorbito i poteri della Pietra di Ebe poteva significare complicazioni per lui.
“Direi di si, vecchio amico mio” rispose Apollonius, scandendo bene l'ultima parte della frase.
“Non te la sarai presa per l'umana, vero?” chiese, cercando di usare un tono ironico, ma che infastidì solamente il suo interlocutore.
“Spero tanto per te che tu non l'abbia uccisa” disse, guardandolo male. “Perchè altrimenti, non ti ucciderò molto velocemente come mi ero ripromesso”
“Non capisco perchè a mio fratello piacevi tanto..” disse Ravhen, disgustato. “E tu l'hai anche tradito. L'avevo messo in guardia da te.. ma non ha mai voluto ascoltarmi, solamente perchè eravamo fratellastri e perchè ero diverso da lui.”
“Toma era un idiota!”
“E per questo mi ha fatto bandire, lui non mi temeva, anche perchè comunicavo con lui dalla dimensione in cui tua madre mi ha rinchiuso. Temeva mio padre. La nostra famiglia era la prima ad aver sperimentato le unioni tra angeli differenti. Sono sempre stato scansato, prima di essere rinchiuso. Dagli angeli dalle ali nere e da voi altri. Non ero riconosciuto in nessun gruppo. Ma poi tutti gli altri sono stati banditi!”
“E per questo ce l'hai con me?” chiese Apollonius, inarcando un sopracciglio.
“Niente affatto.” rispose l'altro, sorridendo maligno. “Voglio solamente sterminare tutti gli angeli delle Tenebre. Per questo ho messo fuori combattimento Toma al primo attacco, sapevo che sarebbe salito sull'Aquarion. Ho usato un Kerubin speciale, rinforzato con un materiale che gli Angeli delle Tenebre non possono toccare, per questo è svenuto. Mi sono appropriato del suo spirito ed è per questo che non si risveglia. Non voglio vederlo morire, non velocemente, se l'avessi affrontato mi sarei fatto prendere la mano e l'avrei ucciso subito, senza torturarlo, mentre, avendo il suo spirito, nonostante il suo corpo sia nutrito e idratato dalla Daeva, senza spirito non può sopravvivere troppo a lungo. Ecco la morte che volevo per lui, lenta e dolorosa. Così ho scelto anche per te. Ferire le persone che ti stanno più a cuore, quella donna per prima. Voglio vedervi morire, soffrendo per atroci dolori, come sono morti quelli come me.”
Apollonius stette a sentire, ma non con molta attenzione, essendo preoccupato per Celiane. Non capiva il senso di vendetta verso di lui. Non era stato lui a bandire la sua gente, lui aveva tradito prima gli Angeli delle Tenebre e li aveva combattuti. Probabilmente lui avrebbe fatto lo stesso, ma per adesso sperava solo che Celiane stesse bene.
“Adesso basta” disse Apollonius, con voce ferma. “Dodicimila anni fa, la tua stirpe è stata bandita, perchè sei venuto a cercare vendetta solo ora?” cercò di avvicinarsi
“Non avvicinarti!” gli disse Ravhen, allontanandosi. “Perchè solo ora ho trovato un portale per questo mondo dalla dimensione in cui tua madre mi ha rinchiuso, perchè sono diventato più forte. So bene che tu non c'entri con lo sterminio della mia famiglia, ma tua madre, fu lei a rinchiudermi nella mia prigione dove sono rimasto per più di dodicimila anni!”
Apollonius si era stufato della conversazione. Non aveva tempo da perdere. Sentiva che lo spirito di Apollo si stava risvegliando e non avrebbe avuto speranza di battere Ravhen.
“Con la vendetta” disse “Non si ottiene mai molto”
“Credo che rivedrai la tua versione, quando ti batterò e ti rinchiuderò in una di quelle dimensioni dove sono stato io.”
“Prima ci dovrai riuscire!”
Ravhen raccolse la sua ascia e si gettò all'attacco contro Apollonius, che si scostava, e gli bastava toccarlo per bruciarlo. Perciò Ravhen dovette allontanarsi.
“Lo vedi?” gli disse Apollonius. “Forse sarai tu che dovrai rivedere la tua versione!”
E la spada che usava quando era in vita comparve tra le sue mani; quando la toccò, anch'essa assorbì il potere della Pietra di Ebe e ora poteva avvertire che Celiane era viva perchè sentiva il suo spirito dentro di sè.
Ripresero a combattere, stavolta fu Apollonius a prendere l'iniziativa. Ravhen rispondeva bene ai colpi, non era un avversario da sottovalutare, ma avere dalla sua parte il potere della Pietra di Ebe per Apollonius era un aiuto considerevole. Infatti, in un momento di distrazione dell'avversario, Apollonius riuscì a colpirlo al braccio.
“Non hai ancora vinto” disse Ravhen, come se non sentisse il dolore, tanta era la rabbia che covava dentro. “Riuscirò nel mio intento.”
Ma dopo un combattimento così lungo e una ferita cadrebbe chiunque, e quando se ne accorse, Ravhen si allontanò da Apollonius.
“Ci rivedremo” disse e il portale per la sua dimensione cominciò ad aprirsi, tuttavia non abbastanza da permettergli di passare, le sue energie non bastavano per allargarlo ancora. “Dannazione.” e cadde a terra, la ferita bruciava anche la pelle intorno. “Mi spiace, ma non ti darò la soddisfazione di uccidermi”
“Beh.. non puoi scappare!”
Ravhen ispirò profondamente. “No, hai ragione, non posso. I miei simili sono stati sterminati dagli Angeli delle Tenebre, io non voglio essere l'ultimo.” detto questo si trafisse con la sua lancia. Così moriva Ravhen, ultimo Angelo dalle ali nere.

  
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