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Autore: Yuki Kiryukan    16/02/2013    8 recensioni
Seconda serie di Awakening.
Rebecca e Zach sono stati separati per due lunghi mesi. Ognuno preso ad affrontare i problemi della propria realtà.
Ma Rebecca è ottimista, poiché è viva nel suo cuore, la promessa di Zach, sul suo ritorno, di cui lei non ha mai dubiato.
Ma quando arriverà il momento di rincontrarsi, Rebecca, non ha idea quante cose siano cambiate, e si ritroverà ad affrontare da sola, i suoi incubi peggiori.
Dal capitolo 6:
"Non ci pensai nemmeno un secondo in più, che gli buttai le braccia al collo. Gli circondai le spalle, stringendolo forte contro il mio petto.
Inspirai a fondo il suo profumo virile che mi era tanto mancato. Mi venne da piangere quando sentii il suo corpo aderire perfettamente al mio. Come se fossimo stati creati appositamente per incastrarci.
Zach aveva mantenuto la sua promessa, ed era tornato da me. Io l’avevo aspettato, e adesso, non vi era cosa più giusta di me tra le sue braccia.
L’unica cosa che stonava, o meglio, che mancava, era il fatto che non fossi...ricambiata.
Quando finalmente, sentii le sue mani poggiarsi sulle mie spalle, non mi sarei mai aspettata...un rifiuto".
Genere: Mistero, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yuri
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cursed Blood - Sangue Maledetto'
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Toc Toc.
Yuki entra in scena vergognandosi a morte.
Prima di tutto due parole: sono sinceramente mortificata per il ritardo nel postare questo capitolo. Non so se sono credibile, ma non potete nemmeno immaginare quando sia stato difficile scriverlo. 
Ogni giorno mi ci mettevo d'impegno, ma il massimo che riuscivo a fare era scrivere qualche riga, e ci è  voluto davvero molto per far uscire qualcosa di anche lontanamente presentabile a voi, per questo ho tardato così tanto nell'aggiornare. Ogni  volta scrivevo e cancellavo, è stato terribile. Poche volte mi sono sentita così.
Ho avuto un blocco dell'immaginazione mai avvertito prima.
Forse, a complicare ancor di più le cose c'è stato il fatto che la mia professoressa di italiano mi abbia detto testuali parole:  << Tu  non sai scrivere >> .... sarà una cosa stupida e immatura, ma per una persona come me, che ci mette il cuore in quello che scrive, sentirsi dire così è davvero umiliante.
Poi mi sono detta che non dovevo lasciarmi influenzare da quello che diceva lei. Se a voi lettori piace quello che scrivo, io continuerò a farlo per voi, e per ripagarvi di tutto il vostro sostegno. 
Mi scuso davvero, davvero molto per questo ritardo! Spero possiate scusarmi! Sappiate però che ho sempre in testa tutti i personaggi di Rebirth, penso sempre alla storia e alle loro peripezie.
Ho già in mente il seguito e tutto quello che dovrà accadere, quindi non preoccupatevi. Terminerò sicuramente questa saga.
Sarò ripetitiva, ma questo capitolo non mi soddisfa, forse perché l'ho scritto non stando al massimo dell'umore. Vi prego, anche se resterete delusi perché vi aspettavate di più, di avere pazienza, perché ho intenzione di postare capitoli sempre migliori. 
Spero comunque che apprezziate. Voi siete gentilissimi ad incoraggiarmi sempre e ad apprezzare tutto quello che scrivo. Quindi, la motivazione per cui mi impegno nella scrittura, come ho detto, siete anche  e sopratutto voi! Grazie davvero!
Vi lascio alla tanta attesa e meritata lettura.

Un ringraziamento grande il mondo va alla mia editor FABIOLA, che mi ha fatto tornare la voglia di scrivere e di cimentarmi di nuovo nel mondo di Rebirth a testa alta!
Senza di lei, non sarei qui a postare!

Nei prossimi capitoli si descriveranno con maggior precisione le battaglie di ognuno, e presto tornerà Jean!! L'arrivare a scoprire la verità su sua figlia si fa sempre più vicina! 
Un bacione a tutti!
Yuki.
 
                                                         



                                                                                                     *******************************
 

                                    Dedico questo capitolo a tutti i lettori che mi hanno pazientemente aspettata, continuando ad incoraggiarmi.
                                                                                                                             Grazie!
 
 
                                                                                                     *********************************
 
 
             




                   

                                                   La Mina della Ribalta 

 
 
 
 
 
  << Tu hai seri problemi! >> sbottò Garreb quando Misa inciampò per la terza volta consecutiva sui suoi stessi piedi. 

  << Non è colpa mia! >> si difese la Chimero con tono lamentoso,  gonfiando le guance e lanciandogli un'occhiataccia  << E' che qui sotto non si vede un accidente! >>

Il sotterraneo poteva essere in tutto e per tutto paragonato ad un grande parcheggio. L'illuminazione era scarsa e c'era odore di chiuso. Uno spesso strato di polvere si era attaccato ai loro indumenti. 

Doveva essere stato utilizzato come magazzino, al tempo in cui l'industria farmaceutica era ancora attiva.

  << Tsk. E allora perché io non sono un impedito come te? >> la stuzzicò il torturatore con una smorfia di fastidio 

  << Se ti do tanto fastidio, avresti dovuto sceglierti un'altro accompagnatore! >> lo canzonò Misa, armata di un coraggio che non credeva di possedere.

L'espressione di Garreb di indurì:  << Il mio primo errore >> 

La Chimero di portò la braccia al petto, indispettita. Essere sola insieme al torturatore le procurava sensazioni contrastanti.

Da una parte c'era il timore. La paura verso l'atteggiamento ostile e violento che avrebbe potuto assumere nei suoi confronti, e che più di una volta aveva manifestato. 

Dall'altra, c'era invece al curiosità. Quell' l'irrefrenabile desiderio di conoscerlo, di interloquire con lui, di scavare affondo nella corazza che si era costruito. 

Due emozioni così contrastanti tra loro, da scombussolarle l'animo.

<< Comunque, qui sotto non c'è nulla di rilevante >> continuò il ragazzo, facendola tornare alla realtà.

<< "Io seguo l'istinto"... >>  l'imitò Misa, facendo il vocione, senza perdere l'occasione di rispondergli a tono << Andiamo bene... >>

  << Non istigarmi >> la minacciò lui, irritato, mentre si picchiettava sul palmo della mano la canna del mitra  << Ti ricordo che adesso siamo soli e se voglio ficcarti una pallottola in testa nessuno potrebbe impedirmelo >>

Lei lo guardò male, quasi offesa, e disse:  << Non puoi farlo >>

  << Mi stai sfidando, per caso? >>

  << Kim ti staccherebbe la testa >> gli ricordò con un sorrisetto di sfida. 

Lui sogghignò sadico  << Tsk. Posso fronteggiarla benissimo, quella Rossa >> disse con aria sicura, ma la Chimero si rese conto del suo bluff. Il pomo d'Adamo del ragazzo fece su e giù quando deglutì al solo pensiero. 

Sorrise. Quella Rossa era una vera forza della natura, tanto da farsi temere persino dall'imperturbabile Garreb Hidd.

  << C'è un ascensore >> disse tutt'un tratto lui, distogliendola dai pensieri. 

Misa alzò la testa e guardò nella direzione in cui indicava il ragazzo, scorgendo l'oggetto del discorso  << Ma funzionerà ancora? >> chiese diffidente, mente Garreb premeva pulsanti a caso nel pannello di comando.

  << Provare per credere >> le rispose con noncuranza, mentre il macchinario produceva un ronzio poco rassicurante.

Cigolando, le porte scorrevoli si aprirono con qualche intoppo, rivelando una cabina di piccola capienza. Il torturatore vi entrò senza indugio, al contrario della Chimero, che rimase ferma, con i piedi attaccati a terra.

  << Muoviti >> la incitò lui.

  << Emh... Non potremmo prendere le scale? >>

Quello alzò un sopracciglio  << E rischiare di farci scoprire più di così? Dai, entra e non farmi perdere tempo >>

Notando che la ragazza non accennava a muoversi, sbuffando, le si avvicinò afferrandole il braccio e trascinandola dentro.  Si stupì di quanto fosse leggera e, per qualche momento, la sua presa restò salda sul corpo rigido di lei. 

La Chimero dal canto suo, spiazzata dal gesto irruento del torturatore era rimasta zitta ed immobile. Non sapeva come avrebbe dovuto comportarsi quindi, per evitare di scatenare di nuovo la sua ira, non accennava alcun movimento. 

  << Cos'è, soffri di claustrofobia? >> la stuzzicò lui, dopo un estenuante silenzio, per spezzare l'atmosfera tesa. 

Misa sbuffò  << Ti diverte? >>

  << Un po' >> ammise, mentre pigiava altri pulsanti interni.

L'icona del quinto piano si illuminò, le porte scorrevoli si chiusero con un cigolio e la cabina tremò leggermente, mentre saliva.

La Chimero trattenne il respiro, e pregò perché non rimanessero entrambi bloccati lì dentro.  Sarebbe stato troppo imbarazzante e non credeva di poter reggere quell'atmosfera ancora per molto.

Buttò fuori l'aria solo quando le porte dell'ascensore si aprirono di nuovo, e poté uscirne indenne. 

Si accorse solo in quel momento che la mano di Garreb era ancora ben stretta al suo braccio. Alzò il volto verso quello di lui, che la ricambiò alzando un sopracciglio  << Che c'è? >> chiese, scocciato.

  << Puoi... puoi anche lasciarmi, adesso... >> mugolò con imbarazzo. 

Il torturatore non capì, così lei gli indicò con gli occhi la stretta della sua mano  << Mi fai... un po' male... >> ammise. 

Quando se ne rese conto, Garreb interruppe immediatamente quel contatto, col viso arrossato.   << E' colpa tua che non decidevi a muoverti! >> di difese, senza guardarla in faccia. 

Misa sospirò e si guardò intorno.  << Questo posto... >>

Era una grande stanza ma le luci erano spente e non si vedeva nulla. Tastando il muro alla cieca, Garreb premette l'interruttore della luce e ciò che si presentò ai loro occhi era una vastissima collezione d'armi.

Ce n'erano di tutti i tipi: mitra , pistole, spade e katane appese ai muri, archi, balestre, persino mine e bazuka.

Il tutto ordinato con una precisione da poter definire maniacale. 

Un grande mobile centrale, simile ad una scrivania, dalla schermata di vetro, custodiva al suo interno ogni tipo di mina esistente, a esplosione, a frammentazione, salanti  e a rilascio di pressione. 

  << Un'artiglieria... >> disse Garreb, osservando il tutto con un'espressione basita. 

Misa fece qualche passo avanti  << Non credevo che il padre possedesse una collezione simile... >>

Più andava avanti, più la Chimero acquistava la consapevolezza di aver capito poco e niente del padre a cui aveva giurato fedeltà tempo prima.

Ma d'altronde, cos'aveva veramente capito fino a quel momento? L'autentico significato della vita, del dolore, dell'amicizia e della fedeltà lo stava scoprendo solo in quel momento.

Grazie a Rebecca.

Il torturatore si avvicinò alla scrivania e ne studiò l'interno. Emise un fischio e disse:  << Fenomenale >>

  << Spaventoso >> lo corresse lei. 

Improvvisamente il terreno sotto di loro cominciò a tremare e un grande boato li colse di sorpresa.

Misa cadde a terra, sbattendo il sedere, mentre Garreb si resse per un pelo al mobile   << Che cazzo è?! >> sbraitò.

  << Un'esplosione! >> rispose lei con le mani sopra la testa. 

  << A questo ci ero arrivato! >> le urlò.

Le luci si spensero, e tutto tornò avvolto nell'oscurità. Un suono stridulo e metallico come quello di una sirena si espanse nell'aria.  Quando il pavimento sotto di loro riprese stabilità, Garreb si guardò intorno furibondo. Corse verso l'ascensore dal quale erano arrivati ma per quanto provasse, il pannello di controllo era fuori uso.  << Merda! >> imprecò  << Siamo chiusi qui! >>

  << E' il sistema di sicurezza >> disse Misa, mettendosi in piedi  << Qualcosa è esploso e l'ha fatto attivare* >>

Garreb strinse la mascella. Oltre all'ascensore, la sola uscita disponibile era una porta blindata, ovviamente chiusa. 

  << Ehi, tu >> la chiamò  << Abbatti quella cazzo di porta con la tua super forza >>

Lei lo guardò storto  << Ma fra tutte le armi che ci sono qui dentro, proprio io mi devo rompere le braccia? >>

  << Tzè! Se non ti rendi utile che ti sei aggregata a fare?! >>

  << Non è certo per essere il tuo piede di porco che sono venuta >> ribadii Misa  << Sono qui per salvare Rebecca! >>

  << E cosa credi che stiamo facendo, noi qui?! >> sbottò il torturatore, a corto di pazienza.

La Chimero fece per ribattere, ma degli inaspettati rumori la distrassero. Voltò la testa verso la seconda uscita, imitata da Garreb e rimase in ascolto. 

Nessuno dei due poteva confondere quei rumori. 

Armi che stridevano.

Era il suono di una battaglia. C'era un combattimento la fuori. 

E poi, delle voci.  Voci che si mischiavano le une alle altre in un intreccio confuso. 

Misa si avvicinò alla porta blindata e vi appoggiò l'orecchio. Il suo udito sopraffino le permise di riconoscere con facilità a chi appartenessero.

Alcune erano quelle dei suoi compagni, o meglio ex compagni. Poi, udì quella di Kim, Eleanor, persino quelle inaspettate di Zach e Ryan. 

Poi, più flebile delle altre, percepì quella di Rebecca, e il  suo cuore cominciò a battere forte. 

Finalmente! Era Rebecca! Rebecca!

  << Sono qui fuori! >> esclamò, voltandosi verso Garreb che fino a quel momento l'aveva guardata stranito, poiché le sue orecchie non potevano percepire quello che invece aveva raggiunto l'udito della Chimero. 

  << Chi? >> fece come un ebete.

  << Come "chi"?! >> sbottò quella, spazientita  << Tutti gli altri! Stanno combattendo qui fuori e Rebecca è con loro! >>

Il volto del moro tradì che era scioccato  << Come?! >> si avvicinò anche lui al portone e restò in ascolto  << Non sento quasi nulla... come fai ad esserne sicura? >>

  << Io li sento >> ribadì Misa  << Per favore, fidati di me! Ti dico che sono qui fuori! Hanno bisogno di noi! >>

Garreb la guardò, studiando i suoi occhi verdi che in quel buio poteva solo scorgere. 

Ma ugualmente, brillavano di sincerità a determinazione.

Così, alla fine si arrese e disse:  << Ok. Muoviamoci ad uscire di qui >> 

Lei gli sorrise, grata, e con le labbra gli mimò un "grazie" che lui credette di aver solo immaginato. 

Poi, si adoperò a prendere tutte le armi che poteva. Garreb la guardò senza capire  << Che stai facendo? >>

  << Sei un po' rincoglionito, oggi? >> gli fece Misa, in "modalità Eleanor"  << Gli altri sono disarmati >> gli ricordò  << E saranno sicuramente in svantaggio >>

Prese spade a doppia mano, katane e mitra, finché le sua esili braccia furono così piene che rischiava di far cadere tutto da un momento all'altro. 

Sospirando per la sua avventatezza, il ragazzo andò verso di lei e le alleggerì il carico, prendendo le armi da fuoco  << Per una volta, hai avuto un'idea sensata >> la stuzzicò, controllando che le pistole e i mitra fossero carichi  << Peccato che, tranne nel mitra della Rossa, non disponiamo di altri Blood Bullet... ci avrebbero fatto comodo >>

  << Anche la nostra facoltà rigenerativa è accelerata dalla Chimera, benché non sia pari a quella di Rebecca >> disse poi Misa fissando il vuoto  << Con normali proiettili, puoi destabilizzarci al massimo per qualche minuto >> 

Garreb la scrutò a lungo, ma al contrario di quello che si aspettava la Chimero, sul suo volto non si disegnò nessuna espressione di disgusto. Oppure, fu così bravo da non darla a vedere. 

  << Ho capito >> disse alla fine. 

Girò ancora per l'artiglieria e, con una potente gomitata, fracassò il vetro della semi scrivania, cominciando a cacciarne diverse quantità di mine antiuomo. 

Misa trasalì  << E quelle...? >> chiese, temendo l'uso che il torturatore voleva farne. 

Lui le rivolse un sorriso obliquo  << Cos'è, sei tu la rincoglionita adesso? >> le disse, vendicandosi del precedente insulto  << Stai a vedere >>

Detto questo, tolse con un colpo secco la miccia da una mina ad esplosione, e la gettò in direzione della porta blindata. 

Poi, prima che la ragazza avesse il tempo di fare qualsiasi cosa, si gettò su di lei, abbracciandola forte, mentre si riparavano dietro il grande bancone. 

La giovane Chimero venne avvolta dalla robuste braccia del torturatore mentre la stringeva al suo petto, e si sentì le guance andare a fuoco. 

Il suono dei battiti frenetici del suo cuore, che sembrava impazzito, furono così forti da sopraffare persino il boato dell'esplosione. 
 
 



                                   
                                                                                          *******************************************
 
 
 


In un secondo, ero già a terra.

Mi accorsi della caduta solo quando battei violentemente la schiena al pavimento di metallo.  Il dolore mi tolse il respiro, e strinsi gli occhi in una morsa. 

Sapevo già chi mi avesse attaccato.

Percepivo il suo odio.

  << A-Adam... >> biascicai, col suo peso a comprimermi il petto.

Aprii a fatica gli occhi e vidi le sue iridi verdi traboccanti di disprezzo, vicine al mio viso  << Tu, puttana >> m'assalì  << Giuro che ti caverò il cuore dal petto >>

Mi divincolai, e riuscii a sferrargli una ginocchiata allo stomaco che gli fece allentare la morsa su di me.  Con braccia e gambe mi trascinai indietro, ma il Chimero tornò all'attacco prima di quanto mi aspettassi, trafiggendomi la spalla con la sua spada.

Urlai di dolore ricadendo a terra, mentre cercavo di estrarmi l'arma dal corpo. 

Ma, spregevole come mai nessuno avrebbe potuto esserlo, Adam afferrò l'elsa della spada e cominciò a muoverne la lama all'interno della mia ferita.

Il dolore era micidiale. Avvertivo il contatto del metallo contro i miei muscoli, sulla mia pelle, il mio sangue fuoriusciva copioso. 

Perché? Perché dovevo sopportare tutta quella sofferenza?! 

  << Stai avendo quello che meriti >> sentii la sua voce denigrarmi. 

Voltai la testa di lato, in cerca di aiuto, ma in quel casino nessuno sarebbe potuto venire in mio soccorso.

I primi che vidi battersi furono Kim e Dean, i più vicini a me. Il Chimero si avventava sulla rossa come attratto da una potente calamita, il sorriso sadico stampato sul volto. 

La ragazza parava come meglio poteva i colpi della sua spada con la canna del mitra, ma era in netto svantaggio: il Chimero non le dava nemmeno il tempo di premere il grilletto.

Più lontani, vidi Alyssa, Lilith ed Amy. La bionda cercava in ogni modo mi spararle in petto, ma la mia amica riusciva con un'invidiabile agilità a schivare gli attacchi.

Ian si era buttato contro Ryan, che con mia sorpresa aveva cacciato una spada dalla cintura, e Ray aveva attaccato Zach e Kyle, che si ritrovavano costretti ad unire le forze.

Probabilmente per la prima e ultima volta.

Tutti stavano dando il massimo. Io non potevo essere da meno. 

Tornai a guardare Adam, che adesso mi premeva con crudeltà il ginocchio sullo stomaco, come se volesse perforarmi l'addome. Strinsi i denti, e con tutta la forza che avevo afferrai la lama della spada, tagliandomi il palmo.

  << Non puoi fare niente >> m'alitò lui, intensificando la pressione sul mio ventre.

Mi veniva quasi da rimettere, ma resistetti. 

Non ero debole come tutti credevano. Io ero il capo dello Scudo Rosso. Portavo in me le convinzioni di David.

Non potevo tradire la sua fiducia.

Armata di un nuovo coraggio, afferrai con le mani nude la lama che mi incastrava al suolo. Ignorando il dolore alla spalla, cominciai a spingere verso l'esterno, con la speranza che l'arma abbandonasse il mio corpo alla svelta.

Adam in risposta, incrementò la forza. Sentivo le carni lacerarsi ma strinsi i denti. 

Alla fine, non so come, sentii la lama muoversi nella direzione che volevo, uscendo dal mio corpo.

Mi sembrava impossibile aver acquistato una forza pari a quella di Adam, quello che Zach mi aveva definito il più forte del gruppo.  Vidi la sua espressione furiosa, le vene ingrossate sulle sue tempie e il rossore del suo viso per via dello sforzo. 

Provai un senso di trionfo che mi permise di estrarre completamente l'arma dalle mie carni. 

Poi, furono pochi secondi. Tagliandomi ancor di più i palmi delle mani, roteai la lama e la conficcai a mia volta nella spalla del Chimero. 

Quello urlò e si allontanò immediatamente dal mio corpo, lasciandomi libera.

Non ero mai stata dotata di una forza simile e mi sembrava fin troppo assurdo che fossi riuscita in quell'intento quasi fuori alla mia portata. 

Che, con i suoi innumerevoli esperimenti condotti sul mio corpo, quel pazzo di Stain avesse inconsciamente alterato le mie facoltà?  

Almeno avrei avuto una cosa per cui ringraziarlo.

Sentii la ferita alla spalla rimarginarsi e riacquistai mobilità al braccio, contemporaneamente anche i palmi delle mani tornarono come nuovi. 

I combattimenti di tutti si arrestarono quando Adam cadde a terra ferito. Già mi aspettavo di vederlo piegarsi in due per il dolore, e il braccio viola per la cancrena, ma ciò non accadde. 

Dannazione, perché andava tutto storto?

Molto prima di quanto mi sarei aspettata, il Chimero si rimise in piedi con aria vincente.

Estrasse la spada dalla sua ferita e cominciò a ridere di gusto. A ruota, lo seguirono i suoi compagni. La stridula voce di Alyssa non si limitava a gioire: mi derideva.

Dean si comportava come se gli avessero raccontato la barzelletta più divertente di questo mondo, mentre Ray aveva una risata sadica che faceva rabbrividire. 

L'unica del gruppo a non sghignazzare era Eleanor, che aveva dipinta sul volto un'espressione scandalizzata. 

 << Cosa cazzo avete da ridere?! >> sbottò Ryan.

  << E' che fate pena >> rispose Adam tra una risata e l'altra. I suoi occhi pieni di malvagità si puntarono su di me  << Questa puttanella non ha più nessun potere su di noi. O meglio, per adesso su di me >> 

Inizialmente non capii. Nessuno di noi riuscì a decifrare le sue parole.

Poi, la consapevolezza di quanto aveva detto raggiunse il mio cervello, e fece quasi male. 

Merda... il vaccino...

Adam aveva il vaccino!

  << Non può essere... >> biascicai, portandomi una mano alla bocca.

Lui inclinò la testa di lato, divertito  << Hai capito? Che brava... >> allargò teatralmente le braccia  << Il padre ha voluto premiarmi per la mia lealtà. Sono stato il primo al quale ha donato il suo prezioso vaccino >> le sue labbra furono occupate da un ghigno crudele  << Non puoi più niente contro di me, stronza. Sono diventato il nuovo capo. Quello che ti ucciderà una volta e per sempre >> 

Contro ogni mia previsione, si avventò verso di me, che ormai avevo perso ogni forza di lottare.

Era finita. Ci avrebbero ucciso tutti quanti, dal primo all'ultimo.

Se neppure il mio sangue poteva garantirci una misera possibilità di salvezza... 

Mi ero già preparata a morire, ma proprio in quel momento, un boato micidiale fece tremare il terreno, e la porta blindata dell'artiglieria, che avevamo provato così ostinatamente a raggiungere, saltò in aria, mentre venivamo investiti da una spessa colte di fumo.

Qualcosa colpì violentemente  Adam che cadde all'indietro, e contemporaneamente delle braccia mi strinsero forte. Quando il fumo cominciò a diradarsi, con gli occhi sgranati osservai le due figure che erano intervenute.

La prima che vidi fu quella di Garreb Hidd: in piedi a qualche metro da me, aveva colpito il Chimero con l'elsa di una grande spada a doppia mano.

La persona che invece mi custodiva tra la braccia con dolcezza era niente meno che Misa.

La guardai e temetti un'allucinazione. 

  << M...Misa... >> bisbigliai, ma non sentivo la mia voce.

Lei alzò la testa e mi sorrise  << Finalmente... sono riuscita a trovarti >> disse, e i miei occhi si riempirono di lacrime. 

Non sapevo come avesse fatto ad arrivare in tempo, ne da dove venissero e cosa avesse fatto in quel tempo.

Ero troppo felice di vederla. 

  << Misa! >> urlò Zach imitato da Lilith, Adam e Alyssa. 

  << Hidd! >> esalò invece Kim, senza poter credere ai propri occhi. 

Il torturatore si guardò intorno  << Cazzo, ve la state vedendo proprio brutta >>

Fissò le schiera dei nemici e notai che si irrigidì quando incrociò lo sguardo di Eleanor  << E così sei tornata nel tuo mondo, eh? >> la rimbeccò con voce tesa  << Ma bene, sono contento per te. Hai ottenuto quello che volevi immagino >>

Per quanto ostentasse impassibilità alla cosa, ebbi l'impressione che fosse quasi... deluso.

La bionda abbassò la testa e non rispose. Era meglio che anche lui credesse che era sempre stata dalla parte dei Chimeri.

  << Beh, diamoci una mossa >> continuò quello,  e detto questo, lanciò delle armi ai presenti, alleati ovviamente. 

La spada con la quale aveva colpito Adam la lanciò a Kyle, che la prese al volo. Una pistola di riserva a Kim, poi squadrò i due Chimeri con noi
 << Ma che... dannazione, non capisco più chi sono nemici e alleati >>

  << Loro sono ok >> tagliò corto Kim, tornando a concentrarsi su Dean.

Il moro fece una smorfia e lanciò anche a loro due spade. Poi guardò Amy  << Ma tu... non sei quella che hanno ucciso? >> chiese, senza il minimo tatto.

Lei sbuffò  << State cominciando a diventare ripetitivi. Muoviti e lanciami quelle pistole! >>

Dato che non si muoveva, Kyle spazientito gli tolse le armi di mano e le passò alla mia amica, che al solo tenerle in mano sembrava rinata. 

Misa invece, mi allungò una lunga katana giapponese  << Tieni, la tua arma. E' la migliore di quelle che ho trovato >>

Afferrai l'arma con le mani tremanti. Non ero sicura che sarei uscita a sguainarla.

Mi mancava il coraggio. 

Ma prima che potessi verbalizzare quei pensieri, la Chimero mi aveva tirata su  << Ti proteggerò anche se dovessi morire >> sentenziò, guardando avanti.

  << Non... non dire sciocchezze! >> mi opposi  << Sono io quella che dovrebbe proteggervi tutti! >>

  << Non cambierò idea >> continuò lei, con una fermezza che non le avrei mai attribuito  << Prima di conoscerti, non sapevo nemmeno cosa volesse dire "vivere". Adesso che lo so, mi comporterò di conseguenza >> 

  << E lo fai buttando la tua vita in questo modo?! >> urlai, con le lacrime che debordarono.

  << "Buttare"? >> fece lei, con aria innocente  << Credo che questa sia la cosa più giusta che faccio da anni >> 

Piegai la testa, completamente vinta dal suo coraggio. Io non ero nulla a suo confronto  << Come fai... ad essere così forte? >> chiesi.

  << Proprio tu mi chiedi una cosa simile? >> sorrise, dolce  << Sei stata tu a trasmettermi il coraggio, Rebecca. Devi solo ritrovarlo e usarlo per vincere >>

Se riuscii a trovare la forza per sguainare quella spada fu solo per le sue parole. 

Fui investita da una grinta del tutto nuova. 

Non potevo tirarmi indietro. 

Non se c'erano ancora persone che credevano in me, nonostante tutte le delusioni che avevo collezionato. Anche se il mio sangue non avesse avuto più effetto, avrei trovato un nuovo modo per vincere.

David... stammi vicino. 

   << Avete finito? >> irruppe la voce di Ray, più annoiata che altro  << Siete ridicoli. Se si è deboli, non si può far altro che soccombere >> 

  << Forse hai sottovalutato questi "deboli" >> lo canzonò Zach, puntandogli l'arma alla gola  << Facile atteggiarsi da forti e potenti quando si è in vantaggio, vero? >>

  << Vediamo come ve la cavate ad "armi pari" >> li stuzzicò Ryan, ghignando in modo ancor più sadico di lui. 

Notai che anche Misa aveva una spada in mano, seppur di dimensioni inferiori alla mia. Davanti a lei si contrappose Lilith. Le due si guardarono a lungo, e capii che quella sfida era solo loro. 

Zach e Kyle erano spalla contro spalla, contro Ray. Ryan sembrava non vedere l'ora di affondare la lama nel collo di Ian. 

Amy sprizzava grinta da tutti i pori armata e fissava Alyssa con aria di vittoria. Dietro di lei Eleanor, con l'aria sofferente di chi non sa di quale sia la decisione giusta da prendere.

Dean e Kim facevano scintille. Erano come una bomba pronta ad esplodere. 

Io fissai Adam, che aveva uno sguardo assassino, e affiancai Hidd.

  << Cosa vuoi? >> chiese quello, senza guardarmi.

  << Ho un conto in sospeso con lui >> risposi.

  << Non ho bisogno di te >>

Strinsi le labbra  << Non posso lasciarti combattere da solo contro di lui. Sono il tuo capo. Devo proteggerti >>

Lui fece una smorfia  << Per favore, non dirlo mai più >> 

Non gli badai   << ...E anche se non sono un granché come capo... anzi, non lo sono affatto... io voglio proteggervi tutti >> 

Voltai lo sguardo verso di lui.

Non ti sto certo simpatica... anzi, forse mi odi persino, ma sei venuto lo stesso, Hidd. 

Sei venuto per aiutarmi.

  << Voglio dimostrarti che sono una persona degna di fiducia >> dissi infine, ricordando la discussione che avevamo avuto prima della partenza.

Anche lui ricambiò lo sguardo e i suoi occhi verde prato mi scrutarono. Alla fine, sbuffò e tornando a guardare il Chimero disse:  << Fammi ricredere, allora >>

Alzai la spada e la puntai verso Adam:  << Fatti sotto >>

 
 
 
 
 
 
 
 
* Intendo la distruzione del laboratorio causata da Kim, Kyle e Eleanor
  
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