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Autore: Blacky46    18/02/2013    1 recensioni
UN gruppo di ragazzi delle scuole superiori cerca di scappare dai non morti che ormai hanno completamente invaso la città....e non solo
Genere: Horror, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Cosa cerchiamo di preciso?”
“Altri sopravvissuti, però, se trovate cibo o altre cose utili raccoglietele. Dato che la chiesa è abbastanza grande, alcuni di noi entrano dentro, altri controllano il piano superiore e i restanti vanno a controllare le stanze dei preti.”
Ci separammo proprio davanti alla porta dalla quale eravamo entrati. Andai assieme ad Alessio e ad altri tre ragazzi a controllare l’interno effettivo della chiesa.
“Senti, pensi che troveremo qualcosa?” mi chiese Alessio
“Dubito, ma con tutta la strada che abbiamo fatto, conviene sperarci almeno.”
Proprio mentre stavamo per aprire la porta, sentimmo uno strano rumore provenire dall’interno, successivamente un tonfo.
Io e Alessio ci guardammo, dopo di che, facendo molta attenzione aprimmo la porta che dava sul lato destro della navata principale. La chiesa di San Bortolo era infatti una della più vecchie chiese di Rovigo; con grandi colonne di marmo ed delle decorazioni lungo tutte le pareti. Pensare che proprio lì, neanche una settimana prima si erano riunite centinai di persone per celebrare la messa, era quasi ironico vista la situazione in cui ci trovavamo. Probabilmente, proprio coloro che pregavano i morti erano stati letteralmente mangiati dai loro cari defunti, e probabilmente, proprio in punto di morte li avevano maledetti, prima di trasformarsi a loro volta in zombie.
“Hei, vedi nulla?” chiesi ad Alessio
“…. Qui sembra tutto tranquillo…. Stiamo all’erta, il rumore proveniva sicuramente da qui.”
Pian piano, costeggiando la parete, iniziammo ad avvicinarci all’altare. L’intera stanza era fredda ghiacciata, si sentiva l’aria fredda entrarti nelle ossa , in più, a causa del tempo nuvoloso, la luce he veniva riflessa dal rosone centrale illuminava quasi solo l’altare, rendendo il resto della stanza buia e tetra.
“Non mi piace affatto questo posto, potrebbe benissimo essere la tana di un boss finale se ci trovassimo in un gioco horror”
“Paragone alquanto azzeccato direi…forza cerchiamo se c’è qualcosa, prima ce ne andiamo meglio è”
Mentre camminavamo lungo la parete, ad un certo punto, Alessio calpestò qualcosa, si trattava di un cadavere.
“Anche qui…”
Fortunatamente, sembrava essere già morto, proseguendo, ne trovammo molti altri, fino a giungere ad un ammasso di corpi, tutti accatastati uno sopra l’altro al di là di una barriera fatta di fretta.
Sentimmo improvvisamente un altro rumore, questa volta, senza alcun dubbio, proveniva da dietro l’altare.
“Svelti, andiamo a controllare” bisbigliò Alessio.
Lentamente avanzammo verso l’altare. Rimanemmo di stucco quando, una volta aggirato, ci trovammo puntati contro una pistola.
“Ma voi siete….cough-cough”
Steso a terra c’erano un soldato ed una ragazza, la ragazza aveva all’incirca la nostra età, mentre il soldato era poco più vecchio di noi, entrambi erano armati, però il sodato era ferito.
Immediatamente ci avvicinammo all’uomo per provare ad aiutarlo.
“Ragazzi, voi, chi siete, da dove venite?”
“Eravamo gli studenti del Liceo Scientifico, ora ci siamo rifugiati in uno stabile vicino all’Aliper, abbastanza lontano dal centro.” Disse Alessio mentre gli porgeva una bottiglietta d’acqua.
“Grazie” “Senti come hai detto che ti chiami?” chiese il soldato
“Alessio, e questi dietro di me sono Pierlorenzo, Massimo, Luca e Nicola.”
“Hai detto che vi siete rifugiati vicino all’Aliper, quindi ci sono altri superstiti oltre a voi?”
“Si, certamente, siamo in circa una quarantina di ragazzi. Alcuni si trovano qui con noi, ma sono andati a vedere altre zone della chiesa; gli altri invece sono andati a cercare i loro genitori.”
“Cough-cough credo che sarà una ricerca vana “ rispose a fatica il soldato
“Perché?”
“Fino a ieri, tutti i sopravvissuti della città erano radunati qui, avevamo creato questo accampamento provvisorio per raggruppare tutti i superstiti, ma sfortunatamente non eravamo riusciti a radunare più di un centinaio di persone.”
“Però c’è la possibilità che ci siano altri come noi in giro per la città…e poi che fine hanno fatto tutti?”
“Alcune squadre speciali hanno già perlustrato la città, e posso assicurarvi che non ci sono altri superstiti” poi il soldato prese fiato “Ieri, siamo stati attaccati. Una strana creatura verde ci ha assaliti e non abbiamo potuto fare niente. Siamo riusciti a malapena a rallentarla, giusto il tempo necessario a far fuggire buona parte di noi, poi però alcuni veicoli sono andati distrutti dal mostro e con i pochi rimasti ci siamo rinchiusi qui dentro fino a che il mostro non se n’è andato.”
Il soldato prese ancora fiato, questa volta con più fatica.
“Anche quella però è stata una pessima idea, utilizzavamo la chiesa come centro medico di fortuna, quindi qui dentro si trovavano tutti i feriti o gli ammalati. Scappati dal mostro quindi, ce la siamo dovuti vedere contro gli zombie rimasti qui dentro. Ho ucciso  prima l’ultimo, ormai ho finito i colpi e sono anche stato ferito mentre cercavo di proteggere questa ragazza.”
“Se vieni con noi, forse riusciremo a medicarti, qui morirai di sicuro.”
“No, ho visto cosa succede quando si viene morsi, per me è ormai troppo tardi; prendete questa ragazza, almeno lei sono riuscito a proteggerla”
Vista la situazione Alessio non poté far altro che accettare
“Senti un’ultima cosa, cosa sta succedendo qui, lo sai tu?” Chiese un ragazzo.
“Non so molto, mi dispiace, però posso  dirvi questo, il giorno in cui quelle cose arrivarono, arrivò alla nostra caserma un messaggio dal commando centrale che ci avvisava di armarci e stare pronti a qualsiasi cosa succedesse. Ora vorrei che ve ne andaste, sento che le forze mi stanno ormai abbandonando.”
Uscimmo alla porta dalla quale eravamo entrati precedentemente, ancora una volta facendo attenzione ai corpi a terra.
Ad aspettarci c’erano già alcuni ragazzi, venivano dal piano sopra, avevano trovato solo scritte di sangue sui muri, ed una pila di cadaveri, nient’altro. Dopo pochi minuti, anche gli altri ragazzi tornarono, anche loro avevano trovato poco niente, solo un po’ di viveri.
Mentre stavamo uscendo definitivamente dalla chiesa, sentimmo un colpo di pistola provenire dall’interno. I ragazzi che non erano venuti all’interno della chiesa si allarmarono, ma noi riuscimmo ad immaginarci di cosa potesse trattarsi.
“Usciamo presto!” disse Alessio
“Ma..”
“FUORI”
Così uscimmo tutti. Una volta fuori, raccontammo tutto agli altri.
Prima di andare via decisi di prendere un computer portatile, magari saremmo riusciti a trovato qualche informazione utile in rete.
Questa volta, uscire era molto più facile, infatti, bastava seguire le tracce di pneumatici per trovare l’unica uscita sicura. Durante tutto il tragitto Alessio non aprì bocca.
“Senti, come ti chiami?” chiesi alla ragazza che avevamo trovato in chiesa.
“Gaia, e tu sei…mmh?”
“Pierlorenzo, chiamami pure Pier. Senti, non è che sai qualcosa in più di noi su quello che sta succedendo qui, magari hai sentito qualcosa da qualche militare o non so…”
“ Mi spiace, ma io ne so quanto voi, a dire il vero, sono arrivata all’accampamento solo tre giorni fa, prima ero…. Ero con… “
“Scusa, non volevo farti tornare in mente brutti ricordi”
“Tranquillo, ero con “ fece un grosso respiro “i miei genitori e mio fratello, mentre stavamo raggiungendo l’accampamento assieme ad altri sopravvissuti. Siamo stati però troppo lenti e così gli zombie ci hanno raggiunto, gli altri ci hanno abbandonato e così i miei familiari sono morti tutti; se non fosse stato per dei soldati lì vicino sarei morta anche io.”
“….mi dispiace molto. Comunque se dovessi avere problemi in futuro non farti scrupoli a chiedere a me o agli altri, siamo tutti molto uniti, se stiamo assieme ce la faremo.”
“Ti fidi molto degli altri vedo”
Non potei fare a meno di sorriderle e lei in risposta fece lo stesso, anche se in modo un po’ forzato; non potevo certo dirle che in verità non mi fidavo affatto della maggior parte dei ragazzi con cui ero in gruppo.
E così, anche se lentamente, riuscimmo ad arrivare allo stabile prima del tramonto. Prima di entrare mi avvicinai ad Alessio “Tutto bene?” chiesi.
“Si tranquillo, mi chiedevo solo quante volte ancora dovremmo vedere qualcuno morire senza riuscire a fare nulla, è così frustrante.”
“Lo so, ti capisco bene, però orami abbiamo fatto tutta questa strada, non possiamo fermarci, dobbiamo assolutamente riuscire ad entrare all’Aliper il prima possibile.”
  
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