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Autore: _Eleuthera_    06/09/2007    7 recensioni
Torniamo indietro negli anni, quando Murtagh era alla corte di Galbatorix.
Incontriamo Leda, che potrebbe essere diversa da ciò che sembra.
Guerra, tradimenti e, sì, anche amore, forse.
Le cose non sono mai come sembrano.
Genere: Avventura, Fantasy, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Galbatorix, Murtagh, Nuovo Personaggio
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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12. Addio! Il cielo solo sa quando ci rivedremo. Sento nelle vede un leggero freddo brivido di paura, che quasi gela il calore della vita… (William Shakespeare – Romeo e Giulietta)



Sul dorso del drago scarlatto, Murtagh si tolse l’elmo perché l’aria potesse sferzargli il volto.

Era quasi arrivato a palazzo, eppure il suono della battaglia non lo aveva ancora abbandonato. Sentiva ancora l’impressione del metallo che gli sfiorava la pelle, e una sensazione bruciante in tutto il corpo.
Non era dovuta alle ferite.

Era colpa di Eragon, sempre di Eragon, come al solito.

Eragon che non aveva saputo trovare le parole per consolarlo di quello che gli era accaduto.

No, Eragon che aveva detto solo: “Lascia che ti uccida.” Eragon che lo aveva accolto come il fratello che era. Fortunato e privilegiato, lontano dalla realtà per anni, distante. Superiore. Così gli altri lo avrebbero considerato.

Mio fratello. Il mio stesso sangue.
Lui lo chiamano eroe… me, traditore…


Murtagh chiuse gli occhi cercando di godersi almeno quel momento di falsa libertà prima dell’arrivo a palazzo.



Leda spiò l’arrivo di Murtagh da lontano, da una finestra della sua stanza. Dopo lo scontro con suo padre, il re aveva dato disposizione perché la figlia rimanesse nella sua stanza per la maggior parte della giornata.

Leda non desiderava altro che la libertà, la libertà di poter scegliere, la libertà di andarsene, la libertà… cos’era la libertà? Probabilmente non sarebbe uscita dalla sua stanza neppure se ne avesse avuto il permesso.

Cavalcare sul pianoro, guardare il cielo ormai avevano perso il loro sapore di libertà… la libertà, per lei, sarebbe stata essere lontano da lì, il più possibile lontano…

…e dire a Murtagh che non era vero, che erano delle bugie, ed essere creduta…

…e ritrovare chi si è veramente, ed essere sé stessi, e non dover fingere. Per lei, la libertà non esisteva.



Murtagh si stese sul letto ancora ricolmo di gelida rabbia. Le ferite gli erano state bendate e sul volto non aveva più sangue, solo graffi a ricordargli la violenza della battaglia. La stanchezza non era dovuta alla lotta, era qualcosa di più, una stanchezza dentro. Un dolore senza scampo.

Mi ha chiesto di lasciarmi uccidere…

La rabbia cieca, il furore nero gli travolgevano la coscienza. Un velo di torpore lo avvolse, e ingoiò le lacrime imponendosi di non piangere. Un assassino non piange.

Io sono un assassino.


Si odiava.

Non c’è più niente in cui credere… Devo stare da questa parte, perché è l’unica dove poter stare. Sono molto più potente di mio padre, forse anche più di Galbatorix stesso…

Ancora quel desiderio di potere che da qualche tempo lo teneva in vita. Potere e vendetta.

Una volta neppure ci pensavo… che cosa sono diventato…
Sono un assassino.




Era ormai notte fonda quando Murtagh sentì un rumore nel corridoio. Più che un rumore, era una percezione. Scattò in piedi, legò Zar’roc alla cintura e uscì.

Tutto questo in qualche secondo, ma non abbastanza velocemente per riuscire a vedere la figura che sparì dietro l’angolo con un fruscio impercettibile.

Murtagh la inseguì, cauto nel buio, ricordandosi di una notte di chissà quanti mesi prima in cui aveva camminato all’ombra di quelli stessi muri, diretto alla libertà che lo avrebbe portato ad essere l’assassino che era…

La figura si muoveva veloce, sembrava non essersi accorta di lui. Murtagh attese un suo attimo di esitazione per afferrarla saldamente per le spalle.

«Leda!»

Incontrare gli occhi nuvolosi di Leda dopo tanto tempo fu peggio di una pugnalata. Distolsero lo sguardo tutti e due non appena riuscirono a spezzare l’alchimia che per un attimo si era creata.

«Dove stai andando?»

«Lasciami!»

«No! Leda, dimmi che cosa stai facendo!»

«Non se ne parla!»

«Dimmelo!»

Leda si divincolò, ma Murtagh la teneva stretta, cercando di rimanere impassibile davanti a quella furia, mentre dentro di lui si agitavano troppi sentimenti dimenticati.
Affetto. Amore. Poteva ancora provare amore?

«Vado via, vado dai Varden, vado a combattere questa guerra...»

Le parole di Leda lo colpirono con la stessa violenza di un fendente.

«Cosa?!?»

«Vado via! Non starò bene finché non sarò lontana da qui! Non combatterò la vostra battaglia, Murtagh, io non sto dalla vostra parte, io sono contro questo Impero!»

«I Varden non ti tratteranno meglio di quanto non hanno trattato me…»

«Occupo una posizione troppo importante perché mi facciano qualcosa…»

«Non puoi farlo!» disse Murtagh senza ragionare.

«Sono stanca di gente che mi dice cosa non posso fare! Lo farò, invece, me ne andrò da qui! Lasciami andare, Murtagh! Se mai nella tua vita hai tenuto a me, lasciami andare!»

«Non posso» disse ancora Murtagh d’istinto. Non posso… perché non posso?

«Te lo ha ordinato Galbatorix?» chiese Leda con un tremito.

Murtagh scosse la testa. Ma non posso…

«E allora lasciami andare!»

«Leda, ti ho già detto che se un giorno regnerai su questo Impero, sarai la nostra unica speranza…»

«La nostra?»

Murtagh rimase attonito. Sì, la nostra. La mia. «Non posso lasciarti andare.»

«Non aspetterò che avvengano altre stragi prima che inizi a regnare.»

«Leda, non posso…» o non voglio?

Leda abbassò gli occhi.

«Fammi andare via.»

L’istante sembrò interminabile, poi Murtagh allentò la sua stretta. Leda non scappò subito, rimase per qualche momento a indugiare in quella specie di abbraccio rubato. Alzò gli occhi, li riabbassò subito e Murtagh scostò le braccia, sciogliendo la stretta.

L’istante in cui Leda si dileguò nel buio valeva molto più delle parole.

Addio… un’altra volta.
Ma forse ho finalmente fatto la cosa giusta.

Murtagh non era per niente convinto, ma si dileguò nel buio anche lui. Distrutto dal rimorso si lasciò ricadere sul letto. Si accorse con stupore che potere e vendetta erano quasi un’ombra: c’era solo la tristezza.

E all’altezza del cuore, una pugnalata, un calore disarmante.










.................corner A
Questo capitolo segna la fine della seconda parte della storia, e l'inizio dell'ultima, che occuperà tre capitoli.
Segna anche un cambio di stile: il modo in cui ho scritto gli ultimi tre capitoli è molto diverso da questo, molto più simile a quello che utilizzo normalmente nelle fan fiction. Un po' di flusso di coscienza lì, niente punteggiatura là... chi mi conosce, sa cosa intendo^^

Ho scelto il cambio di stile perché sono Leda e Murtagh a cambiare. Leda fugge, compiendo una scelta estremamente importante; Murtagh resta il traditore dei Varden, il fedele Cavaliere dell'Impero.
Entrambi subiscono dei forti cambiamenti. Non sono più i ragazzi di diciassette anni che si scambiarono un bacio per sbaglio sul pianoro di Uru-baen. Sono la figlia del re e il Cavaliere dei Draghi.

La storia sta per volgere al termine. Spero che finora vi sia piaciuta.

Ringrazio tutti coloro che commentano!! Smakketè! Vi ringrazio enormemente per la vostra pazienza nel leggere e recensire codesta roba! ^^

A chi legge e non commenta: grazie di leggere. Ma potreste commentare, però... ^^°

Sayonara!
Ele.
   
 
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