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Autore: REAwhereverIgo    20/02/2013    3 recensioni
Quando fatti strani cominciano ad accadere ai ragazzi di una scuola superiore, toccherà alla giovane detective Rea infiltrarsi nel liceo e risolvere il caso!
Spero che vi piaccia! :)
Genere: Generale, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fatica

 

Mezz’ora dopo Jason stava litigando con un Bearne piuttosto arrabbiato, Laura era stata spedita con un’ambulanza in ospedale e Rea era dai medici della polizia a farsi fasciare il braccio con Fabio accanto a sé.

Che fatica” si lamentò lei, stringendo un panno sul buco che la pistola le aveva lasciato sulla spalla.

Certo che tu un po’ più di attenzione non potevi farla?

Io non avevo capito che tua sorella era la cattiva, sai?” lo freddò. L’infermiere iniziò a stringerle delle fasciature intorno al braccio, facendola lamentare.

Lo so, stavo solo cercando di smorzare un po’ l’aria. C’è Bearne laggiù che tra poco ammazza tuo padre” le spiegò, indicando i due uomini che si stavano urlando contro. Rea fece spallucce.

Se lo merita” disse. Fabio la guardò male.

Se lui non avesse continuato a cercarti chissà come sarebbe andata a finire

Nel modo migliore possibile! C’era Antonio ad aiutarmi” rispose. Lo sguardo pungente del ragazzo la fece arrossire.

Ok, va bene, ti posso anche dare ragione, ma io sono arrabbiata con lui!” esclamò.

Le fu legato il braccio intorno al collo.

“Tenga ferma la spalla, signorina Simon, per un mese e ogni tre giorni si faccia cambiare la fasciatura” le ordinò il medico. Lei mosse un po’ la spalla poi gli sorrise.

Grazie

Fabio si sedette sul camioncino vicino a lei e le piantò addosso i suoi occhi indagatori, mettendola in soggezione.

Te ne prego, risolvete questa faida. È stato disperato per tutto il tempo in cui non sapeva dov’eri. Io non so che è successo tra di voi, non me ne hai mai voluto parlare e non ti chiederò di dirmelo ora, però fai un passo verso di lui” la implorò. Rea scosse la testa.

Non ancora” rispose.

Il ragazzo sospirò e si appoggiò con la testa alla parete del furgoncino, guardando in alto.

Che è successo in quella casa?” domandò per cambiare discorso. Lei rise amaramente.

Antonio ci ha liberate. Io sono stata tramortita da Samantha a casa tua e mi ha portata qui, prendendo anche il mio computer e non so cos’altro: le prove che avevo all’attivo erano troppe, nonostante pensassi che fosse tutta colpa di Antonio avevo già capito che i ragazzi erano stati drogati. Quando mi sono risvegliata tua sorella mi ha parlato tramite una specie di apertura sulla parete o qualcosa di simile e mi ha raccontato che era stata rapita; io ho ricollegato i tempi a poco dopo la serata con te in discoteca, ti ricordi? Quando è stata rapita Mary e io ho sparato su quella macchina che ha provato a investirmi” raccontò.

Sì, come dimenticare il nostro primo appuntamento romantico” rispose lui sarcastico. Rea rise divertita.

Sono una che lascia il segno, che vuoi farci? Comunque, probabilmente era Samantha a guidare quella macchina e mi ha riconosciuta, per cui con un po’ di trucco e un po’ di tinta per capelli si è finta Laura. Tutto sommato non le deve essere risultato difficile, sono molto simili fisicamente e al giorno d’oggi la paraffina fa miracoli. Alla fine tutto questo era per spiarmi e fare in modo che io non capissi che in realtà il traffico di droga si svolgeva a scuola sotto l’occhio attento del nostro amatissimo preside” spiegò.

Ma perché fare una cosa simile?

Per soldi. L’istituto sta attraversando un periodo piuttosto buio e i fondi mancano: le famiglie preferiscono non investire nella scuola perché la crisi ha colpito un po’ tutti e i soldi vengono messi da parte. Comunque Samantha, venuta a conoscenza di questi problemi, ha proposto al preside di testare sui ragazzi una nuova droga sintetica che risulta introvabile alle normali analisi di routine sui cadaveri e lui, messo alle strette, si è messo in gioco. All’inizio andava tutto bene, anche se la droga diventava quasi subito una dipendenza per gli studenti, e i soldi hanno iniziato ad arrivare, poi ci sono stati i primi cedimenti e i primi morti. Da uno a sedici in poco tempo. Il preside si è fatto prendere dal panico e voleva finirla con lo spaccio ma Samantha ha preferito fare di testa sua e ha rapito i ragazzi che mostravano segni di dipendenza troppo avanzata, quelli che, cioè, dopo poco si sarebbero sentiti male. Diciamo che la situazione è degenerata e che il preside non è riuscito a fermare la donna che ormai si era presa il diritto di usare i ragazzi come più le pareva e Antonio ha scoperto tutto. Quando mi ha rapita, Samantha era sicura di togliersi di torno tutti i suoi problemi ma alla fine le è andata peggio che mai perché noi siamo riusciti a prenderla di sorpresa uscendo dalla cantina. Inoltre, il preside ha deciso di non reagire: non voleva più essere in quelle condizioni, si sentiva in colpa e non voleva più che i ragazzi morissero, quindi Samantha è stata fregata” concluse.

Fabio trattenne una risata e poi la guardò.

Sei un tipo per niente noioso, sai?” le disse. Rea si stupì.

Oh, beh, se volevi una noiosa bastava che ne scegliessi una a caso in mezzo a tutte quelle oche liceali” ribatté.

Potrei farci un pensierino” la sfidò lui. La ragazza gli sorrise.

Provaci, tesoro” lo invitò.

Lui scosse la testa e la baciò lievemente.

Mi basti tu” le assicurò. Lei si posò con la testa sulla sua spalla.

Meno male, non mi piacciono le liceali, sono tutte frivole e superficiali” confessò sollevata.

Tu no

Non sono una liceale, lo sai. Da domani probabilmente smetterò di venire a scuola, ormai io ho finito” lo informò. Fabio rimase in silenzio, poi si spostò per guardarla.

Non… non vieni più?” le domandò. Rea scosse la testa.

Figurati. Ho fatto il mio percorso da studentessa e adesso basta così. Mi sono divertita, tutto sommato le superiori non sono così male, ma sono felice della mia scelta di studiare a casa, non sarei riuscita a star dietro a ritmi come questi, sono odiosi” rispose.

Ma mi lasci solo?” la accusò il ragazzo. Lei rise.

Ma figurati, fossi scema! Semplicemente ci vediamo fuori dalle mura scolastiche da ora in poi” spiegò.

E con la scuola di polizia?

La ragazza sospirò tristemente.

Sono fuori tempo massimo, devo aspettare un anno prima di poter fare di nuovo la domanda, purtroppo. Questo significa stare di nuovo ferma a non fare niente, il che mi fa venire l’ansia” ammise.

Non prendi più le pillole, vero?

Rea arrossì.

Ogni tanto sì, non posso farne a meno, che ci vuoi fare? Il respiro mi si mozza in gola e penso di morire, senza quelle soffocherei” rispose. Fabio la guardò male.

Smettila, lo sai che quegli attacchi sono solo colpa tua” la sgridò.

Ma…

Senti, ti sei mai chiesta perché tuo padre ti abbia sempre tenuta sotto una bolla di vetro e abbia cercato di non farti entrare in polizia?” le chiese. Lei rimase zitta.

Secondo me l’ha fatto perché sa che tu hai paura. Tu hai sempre paura, tutto sommato: sei una ragazza forte e indipendente, certo, ma al minimo ostacolo un po’ più grande ti tiri indietro e non sai come affrontarlo, così ti vengono gli attacchi d’ansia. In una situazione come quella che Jason ha affrontato, dove sua figlia era stata rapita da dei malviventi, tu probabilmente non avresti saputo cosa fare” le spiegò. Rea storse la bocca.

Qualsiasi cosa sia a farti entrare il panico in corpo, tu evita quelle pillole” le consigliò.

La ragazza annuì.

Va bene, ma smettila con la paternale” accettò. Fabio le baciò la testa e poi la strinse un po’.

Sai che ho capito una cosa stasera?” la informò.

Cosa?” chiese Rea, appoggiandosi al suo petto. Le dava la stessa tranquillità che provava quando era suo padre ad abbracciarla.

Ho capito che ti amo” confessò alla fine.

Nel camioncino scese il silenzio e lui si sentì un perfetto idiota nell’averle detto quelle cose. La ragazza sorrise.

Fabio Daniels, sei un tipo strano” rispose.

Co…?

Queste sono cose da dire con una certa atmosfera, in un posto romantico e lontano dal mondo, dove non esistono preoccupazioni” lo informò. Poi lo guardò felice.

Però anche io ti amo” ammise, baciandolo. Lui sospirò sollevato.

Ti giuro che stavo per rimangiarmelo” le disse. Rea rise.

Perché?

Hai idea di quanto abbia sofferto negli ultimi due minuti?” le chiese.

Ne è valsa la pena?” domandò lei. Il ragazzo sbuffò contrariato.

Direi di sì” rispose.

Allora l’attesa non conta

Rea si stese su di lui, stanca. Era sfinita, aveva faticato più in quei giorni che in vent’anni di vita e voleva dormire un po’.

Prima di chiudere gli occhi vide suo padre che si sedeva da solo su una di quelle sedie portatili e si sentì triste e sola. Le mancava, le mancava in modo terribile e ora quella mancanza pesava.

Ora, abbandonata tra le braccia del ragazzo che amava e che la ricambiava, avrebbe voluto essere con suo padre, lì a vedere il suo sguardo orgoglioso e a sentirsi dire “Brava piccola, sono fiero di te”. E invece no, erano entrambi soli.

Era così sbagliato avercela con lui perché usciva con Emma? Tutto sommato, se si piacevano e volevano stare insieme, erano tutti e due grandi e vaccinati, avevano la capacità di decidere.

Si addormentò con un sospiro e dormì fino al giorno dopo.

 

  
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