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Autore: Athanate    07/09/2007    2 recensioni
L'ennesimo incarico. Che a Cody piacesse o meno. Ma si rivelerà essere solo quello?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cody Meyers
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Quella sera presi un appunto mentale: comprare una serie di amuleti anti-sfiga. Non che ci credessi veramente, ma dal mio arrivo alla Cascadia, anzi, da quando “accettai” l’incarico, non me ne era andata una per il verso giusto.
Nella divisione delle camere capitai proprio con Adena e Tanis, che, a quanto ero riuscita a sentire qua e là, aveva un bel temperamento.
Fantastico. Se non mi avessero uccisa nel sonno mi sarei sentita una sopravvissuta.
Non so perché, ma avevo pensato che me ne sarei stata tranquilla in una stanza singola. In fondo pensavo che il mio capo avesse un minimo di buon senso, come diavolo poteva pensare che il mio lavoro sarebbe potuto passare inosservato se fossi dovuta stare a contatto con loro per tutto il giorno?
Posai il borsone sul letto. Quello che era rimasto libero visto che le altre avevano già preso posto. Ecco, ci mancava solo il nastro per terra per delimitare il loro territorio.
Mi guardai in giro per vedere dove potevo riporre i miei vestiti.
Vidi una cassettiera e mi avvicinai per svuotare il mio bagaglio.
- quella è mia. -
Una voce alle spalle mi colse all’improvviso. Era Tanis, non l’avevo sentita entrare.
La scrutai.
- e io dove dovrei mettere le mie cose? Se non erro l’armadio è di Adena. -
- sì. E la cassettiera è mia. -
Ora basta. Erano due giorni che mi mettevano i piedi in testa senza che riuscissi a reagire.
- Tanis, vero? Bene, non ho intenzione di continuare ancora a lungo questa conversazione ok? Sono stanca, sono irritata e di conseguenza molto nervosa. Quindi dacci un taglio e dimmi dove posso mettere le mie cose. -
- sei appena arrivata e già avanzi delle pretese? -
- non mi sembra di avanzare queste grandi pretese, ma se vuoi metterla così fai un po’ come vuoi. -
La situazione si stava scaldando. Se Tanis aveva la tendenza a perdere le staffe molto velocemente, io avevo la tendenza a far irritare le persone ancora più velocemente.
Adena entrò nella stanza e si accorse subito della tensione tra noi due.
- ragazze non mi sembra il caso di litigare. Che succede? -
- la nuova arrivata pretende di scegliere dove poter mettere le sue cose. -
Adena la guardò incredula.
- Tanis mi sembra ovvio. – poi la guardò per un attimo e fece un gesto rassegnato – puoi mettere qua le tue cose, dividerò con te l’armadio. -
Oh qualcuno con un minimo di buon senso. Odiavo le dispute territoriali. Mi facevano sentire un animale.
Svuotai velocemente il borsone cercando di utilizzare il minor spazio possibile, mi ci mancava di dover litigare anche per quello.
Una volta finita quella serie di operazioni andai a sedermi sul letto. Presi a massaggiarmi le tempie.
Tanis mi passò davanti così vicina che se non mi fossi spostata probabilmente mi sarebbe venuta addosso.
Resistetti all’impulso di inveirle contro. Non era il caso, la situazione era già abbastanza incasinata di suo.
Un caffè. Avevo decisamente bisogno di un caffè.
Mi alzai ed andai velocemente verso la porta. Nessuno si prese il disturbo di chiedermi dove stessi andando.
Scesi velocemente le scale ed andai sicura verso la zona giorno. Se non altro con il mio lavoro avevo sviluppato una notevole memoria fotografica, così non avevo problemi a trovare la strada giusta.
Mentre passeggiavo sentii squillare il cellulare.
Numero privato. Poteva essere una sola persona.
- mi chiedo come tu abbia potuto mandarmi qua, non hai la minima idea di quello che ho già dovuto sopportare dopo nemmeno mezz’ora dal mio arrivo! -
- vedo che ti piace il tuo nuovo incarico Myers. -
- no Raymond, non mi piace. – Pronunciai “Raymond” con un tono estremamente acido. Sapevo che il capo detestava essere chiamato con il suo nome per intero. Ed io volevo proprio farlo incazzare.
Come previsto il suo tono si fece più duro.
- Myers non dimenticare perché sei lì. -
- ah certo e come potrei. Dovrò solo svolgere una missione in incognito avendo appiccicate 24 ore su 24 una collerica ed una folle giocatrice. Certo, sarà semplicissimo! -
Sentii una risata provenire dall’altra parte del telefono.
- che hai da ridere? -
- la grande Cody Myers messa in ginocchio da due, come le avevi chiamate? Ah sì, marmocchie! – continuò a ridacchiare.
- Ray dico sul serio è assurdo. Non posso lavorare in queste condizioni, senza contare che del tuo amico non c’è nemmeno l’ombra. -
- ma è ovvio Myers. -
- cosa è ovvio? -
- che lui non sia lì -
Rimasi in silenzio. Mi era per caso sfuggito qualche particolare?
- lui arriverà più avanti. Quella che abbiamo avuto è una soffiata. Tu sei arrivata lì prima per ambientarti e dare meno nell’occhio al suo arrivo. -
Rimasi a riflettere ed in breve realizzai. Lui sapeva benissimo che quel giorno c’era la gara per l’assegnazione delle stanze e mi aveva mandata lì apposta. Per un suo perverso divertimento.
- questa la metterò nel conto Raymond. -
Chiusi la telefonata.
Sì, era decisamente arrivata l’ora di bere un caffè.
Entrai nella zona giorno in cerca di un qualsiasi dispensatore di gioia. Inorridii. C’era solo una di quelle inaffidabili macchinette commerciali che dispensavano brodaglia vagamente aromatizzata al gusto del caffè.
Sarei impazzita molto presto lì dentro.
Resistetti all’impulso di gettarmi a terra strillando e piangendo per quell’ennesimo affronto. Sarebbe stato ben poco dignitoso.
- ehi tu sei quella nuova… -
Individuai il proprietario di quella voce quando si alzò dal divanetto per venirmi incontro. Ci misi un po’ per riconoscerlo. L’ultima volta che l’avevo visto era coperto di fango molto più di me, il che implicava che era totalmente ricoperto, viste le mie poco felici condizioni.
- già. E tu sei…? -
- Squib -
Rimasi a fissarlo. Che razza di nome era?
- in realtà mi chiamo Gary Furlong, Squib è il soprannome -
Certo, era ovvio, perché non ci avevo pensato? Forse perché me ne stavo imbambolata a fissare i suoi magnifici occhi verdi?
Oddio cosa stavo facendo? No Cody, con calma. Niente distrazioni.
Sbiascicai un - ah - e cominciai a dirigermi verso la macchinetta del caffè. Almeno non avendolo davanti avrei potuto evitare di guardarlo in faccia. Ero leggermente imbarazzata.
- mi hanno detto che non giochi a tennis -
- già. Sono qua per uno scambio, ma la mia scuola era normale. Nel senso, non era un’accademia di tennis -
- come mai sei venuta qua allora? -
Stava iniziando a diventare troppo curioso.
- semplice curiosità per poter fare esperienza. -
Non so se fu convinto della risposta, fatto sta che mi rispose sorridendo.
Arrossii.
No non andava affatto bene. Dovevo sviare la conversazione ed andarmene di lì il prima possibile.
- sai se c’è solo questa macchinetta del caffè? -
Mi guardò perplesso. Bè lo capivo. Sembrava una conversazione tra rane. Saltavo di palo in frasca.
- no c’è solo questa. -
- capisco. -
Il mio volto si dipinse a lutto. Potevo sopportare tutto, tutto, ma non l’assenza di caffeina.
- tra poco c’è il coprifuoco. Ti conviene sbrigarti, se Bates ti becca in giro saranno guai. -
Coprifuoco? Rimasi interdetta. Ma dove cavolo ero finita?
- ah, già il coprifuoco…grazie. Allora prendo il caffè e me ne vado. Grazie Squib. -
- di niente! È sempre un piacere aiutare una bella ragazza. -
Sorrise.
Maledetto, doveva farlo apposta, non c’era altra spiegazione.
Avevo i nervi a pezzi.
Comprai una bottiglia d’acqua e ne versai il contenuto nelle piante sperando che non fossero finte, poi spesi probabilmente più di 10 dollari prima che la dannata macchinetta versasse abbastanza caffè da riempirla tutta. Va bene, sembrerà un’esagerazione, ma era stata una lunga giornata e avevo bisogno di caffeina per placare la mia irritazione e riportare in me un minimo di buon senso.
Mi allontanai dalla zona comune sorseggiando la brodaglia.
Dovevo abituarmici.
Tornando verso gli alloggi cercai di rimettere in ordine le idee. Non che fosse cosa semplice. Tanto per cominciare dovevo trovare un modo per andare d’amore e d’accordo con le mie compagne di stanza anche se per guadagnarmi il loro rispetto e la loro fiducia mi sarei dovuta lasciar coinvolgere nella lotta nel fango. Era fondamentale. Poi dovevo procurarmi la planimetria dell’accademia. E magari anche un regolamento per vedere se dovevo tener conto di qualcos’altro oltre al coprifuoco. Dovevo cercare di scoprire quando sarebbe arrivato il tizio. E poi dovevo cercare di avere qualche informazione su Squib. No, aspetta un attimo. Che c’entra Squib adesso. Oh mio Dio, no Cody non puoi prenderti una cotta quando sei in servizio. E poi che ti avrà mai detto di così fulminante?
Maledizione. Ero nei guai.
Va bene, un problema alla volta.
  
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