Eccomi, sono tornata! Vi chiedo DAVVERO scusa per essere sparita per tutto questo tempo! =( Please, forgive me!!!
Sono finalmente riuscita a mandare avanti questa storia, che tra impegni vari e la mia testa che ormai era andata a farsi un giro al Polo Nord, era rimasta ferma con le quattro frecce da veramente troppo tempo! Spero che vi piaccia, e intanto vi anticipo che ci sarà una scena in cui la musica avrà una parte di rilievo, la cui canzone protagonista è proprio questa qua: Secret Garden - "Heartstrings". Capirete il senso di quel che intendo (se c'è xD) quando arriverete alla scena in questione xD
Ora vi lascio alla storia, tanto ritorno a commentare a fine capitolo xD A dopo!!!
Alyssa si era svegliata da ormai un'oretta. Damon le aveva portato il
brunch a letto, come sua abitudine; gli piaceva decisamente viziarla.
Si era anche offerto di lavare i piatti e fare il bucato, ma Alyssa
gliel'aveva impedito: apprezzava davvero la volontà di Damon nel
volerla aiutare in tutte le faccende domestiche, ma solo nel caso lei
non riuscisse a portarle a termine tutte. E quel giorno non era il
caso: non essere andata a lezione le aveva lasciato parecchio tempo
libero. Così mentre lei faceva la casalinga lui s'intromise
furtivamente nella sua camera lasciandoci una sorpresa, per poi
accomodarsi sul divano e attendere che lei lo raggiungesse: non vedeva
l'ora di fargliela scoprire!
«Fatto! Posso farcela anche da sola, visto?!»
annunciò Alyssa a Damon, mentre si sedeva accanto a lui sul
divano mezz'ora dopo.
«Lo so che puoi fare tutto, Aly, ma…diciamo che mi piace
aiutarti. Giusto perché così puoi dedicare più
tempo ad altro…» la stuzzicò Damon, sfiorandole il
viso col suo mentre la guardava pieno di desiderio.
«Quindi lo fai per te stesso, eh? Bravo! E io che pensavo lo
facessi per me!» scherzò Alyssa, spingendolo giocosamente
dall'altro lato del divano.
«Assolutamente no, tesoro, lo faccio proprio per te! Voglio dire,
se fossi una donna vorrei passare più tempo possibile con un
figo come me!» le rispose divertito Damon, mentre si pavoneggiava
spudoratamente, poi iniziò ad avvicinarsi ad Alyssa,
sovrastandola e facendola sdraiare, sussurrandole con un tono
più serio: «Anche se non è solo l'aspetto che mi
rende così attraente…tu lo sai bene, ormai…e spero
che presto scoprirai molto di più…su di me.»
Il viso di Damon era ad un soffio da quello di Alyssa, e il suo corpo
serrava protettivamente quello di lei. Damon fece scorrere lentamente
le dita sui fianchi dell'umana, seguendo con lo sguardo il percorso
della sua mano sul meraviglioso corpo della ragazza. Intrufolò
poi le dita sotto la maglietta, spostando lo sguardo sugli occhi di
Alyssa, che lo guardava con un'espressione colma di passione ma con un
pizzico di timore. Lei infatti adorava le attenzioni di Damon, adorava
quando la toccava o la baciava, ma non voleva lasciarsi andare troppo
presto, e con un uomo del genere per Alyssa era davvero difficile
trattenersi. Avrebbe voluto diventare sua ogni volta che lui la
sfiorava, ma c'era qualcosa che inspiegabilmente frenava i suoi istinti.
Ma Damon la baciò, mentre continuava a sfiorarle il ventre al di
sotto della maglietta, ed Alyssa lo strinse a sé, intrufolando
anche lei una mano sotto la camicia di lui. Damon per tutta risposta si
staccò da lei e si tolse la camicia super-velocemente, e la
buttò dietro di sé, per poi rituffarsi sulle morbide
labbra di Alyssa.
«Mi fai impazzire» sussurrò la ragazza con un misto
di passione e dolcezza nella voce, e a Damon sfuggì una risatina
sarcastica. Lui stava facendo impazzire lei? Forse Alyssa si sottovaluta così tanto che non comprende che è lei a fare impazzire me!,
pensò Damon. Le mani della ragazza si persero sulla possente
schiena del vampiro, mentre qualcosa nella sua mente le ricordava di
tenere a freno la passione. Damon indirizzò le sue mani verso la
schiena di Alyssa, e pian piano andò sempre più su, fino
a raggiungere il gancetto del reggiseno. Ma quando provò a
sganciarlo, Alyssa si bloccò e con delicatezza lo
allontanò.
«Scusami.» gli disse nel più completo imbarazzo.
«No, scusami tu. Mi sono lasciato prendere.» si giustificò Damon, desolato.
«Anche io. Non che mi sia dispiaciuto, niente affatto,
però credo che dovremmo andarci piano.» gli disse
dolcemente Alyssa, accucciandosi sul suo petto nudo.
«Certo, non ti preoccupare piccola. Prenditi tutto il tempo che
vuoi.» le sussurrò teneramente Damon, anche se leggermente
deluso, mentre le accarezzava i capelli.
Quando riprese fiato e vide che anche il respiro di Alyssa era tornato
regolare, decise che era arrivato il momento di rivelarle che aveva una
sorpresa per lei.
«C'è qualcosa che ti aspetta in camera tua. Credo che ti piacerà.» le disse dolcemente.
Alyssa era talmente sorpresa da non riuscire ad aprir bocca.
«Dai, va' a prenderla. Ti aspetto qui.» la incoraggiò.
Alyssa si alzò, e appena raggiunse il primo gradino della
scalinata, sentì una melodia provenire dal pianoforte. Damon con
la sua velocità vampiresca si era già accomodato sul
seggiolino e le sue mani si muovevano delicatamente sulla tastiera.
Quando Alyssa entrò in camera, ebbe una delle più belle
sorprese della sua vita: un meraviglioso violino era adagiato sul suo
letto; affianco vi erano la custodia e l'archetto, e un piccolo
bigliettino con un fiocchetto lilla sopra. Gli occhi le si fecero
lucidi, e dentro di lei sentiva una grande gioia riempirle il cuore.
Era curiosa di leggere il bigliettino, ma il richiamo della melodia che
stava suonando Damon era troppo forte, così prese subito il
violino e l'archetto e tornò indietro da lui. Dall'alto della
scalinata poteva ammirarlo in tutto il suo splendore, concentrato sulla
dolce musica che stava suonando. Senza esitare, seguendo la melodia,
fece scorrere l'archetto sulle corde, e iniziò a suonare insieme
a lui.
Il vampiro alzò subito lo sguardo verso di lei, e un sorriso
tenero comparve sul suo volto, ricambiato dalla ragazza. Pian piano lei
lo raggiunse, mentre entrambi continuavano il loro duetto e si
lanciavano occhiate di intesa, poi continuò a suonare accanto al
pianoforte finché terminarono la canzone.
Alyssa abbracciò subito Damon, ringraziandolo ripetutamente, con lacrime di gioia che le riempivano gli occhi.
«Anche se non è quello che avevi in Italia, al quale son
sicuro che sei affezionata, questo può essere una soluzione
temporanea per non sentirne la mancanza. Che ne dici?» le chiese
il vampiro.
«Dico che sei unico. Grazie, davvero. Non hai idea di cosa
significhi per me! Un violino, che già di per sé vale
tantissimo per me, ma questo è uno dei migliori poi! Sei pazzo,
chissà quanto l'avrai pagato! Ma sai qual'è la cosa
davvero più importante per me? È che me lo hai regalato
tu.» gli rispose entusiasta.
«Figurati piccola, non ho fatto niente di che. Posso fare anche
di meglio!» le disse dolcemente lui, con il suo solito pizzico
d'ironia, mentre le accarezzava il viso. Era davvero felice nel vederla
talmente entusiasta per quello che lui riteneva fosse solo un piccolo
gesto.
«Niente di che?! Tu ogni giorno mi rendi sempre più
felice, te ne rendi conto? Un giorno mi farai esplodere il cuore dalla
gioia, ne sono certa!» gli disse l'umana, scoccandogli poi un
appassionato bacio a stampo.
Lui stava giusto per cingerla con le braccia, quando il cellulare gli squillò. Era Klaus.
Maledizione, ma gli altri guastafeste hanno fatto un corso di tempismo perfetto anche a lui?!
«Spero sia qualcosa d'importante, Klaus!» disse irritato
Damon all'ibrido all'altro capo del telefono, mentre Alyssa tornava in
camera sua suonando ancora un po' prima di posare il suo violino e
tornare dal vampiro.
«Oh, purtroppo per tutti noi lo è, caro Salvatore.» disse cupo Klaus.
«Bonnie?! Allora???» chiese quasi in preda al panico Caroline.
La strega fece un sospiro profondo, poi iniziò a spiegare:
«Gli elfi possono disporre della natura come desiderano, in base
alle loro potenzialità. In parte è una cosa che riusciamo
a fare anche noi streghe, tu Caroline ricordi che quando mia madre
è stata trasformata in vampiro ti ho fatto vedere il contatto
con la natura che lei aveva perso, giusto?» la vampira
annuì «Ecco, la differenza è che gli elfi non si
limitano a far germogliare e fiorire le piante. Loro possono utilizzare
i ramoscelli di qualsiasi pianta come se fossero dei loro tentacoli.
Oppure possono creare gabbie facendo intrecciare in un attimo i rami di
un solo albero; creare profonde voragini nel terreno e ricoprirle in
pochi secondi, senza muovere un dito; far crescere un immenso albero
nel giro di qualche secondo. Sono capaci di utilizzare tutti gli
elementi della natura a loro piacimento, per cui possono appiccare un
incendio in Antartide così come scatenare una pioggia
torrenziale nel Sahara. E se possono fare tutto ciò, non credo
che uno scontro con dei vampiri li spaventerebbe. Sono in netto
vantaggio: potrebbero uccidervi semplicemente utilizzando il ramo di un
albero».
«Io non posso essere ucciso da un qualsiasi paletto, ramo o
checchessia. E lo sai bene anche tu, strega.» rispose sicuro di
sé Klaus.
«Oh, certo, tu no. Ma Caroline e le persone a cui tiene di
più sì, invece.» precisò Bonnie, spostando
lo sguardo da lui a Caroline, facendo crescere l'angoscia dell'ibrido.
«Non hanno nessun punto debole questi elfi? Non c'è
scritto nulla su quel Grimorio su cosa potremmo fare per
sconfiggerli?» chiese quasi in preda al panico Caroline.
«Beh, qui dice che l'unico modo per sconfiggerli è un
incantesimo, che sarebbe scritto nella pagina seguente…se solo
ci fosse.» rispose impotente la strega all'amica.
La vampira rimase attonita, mentre l'ibrido chiedeva alla strega come fosse possibile che proprio quella pagina fosse sparita.
«Credo di sapere a chi posso chiedere spiegazioni. Questo
Grimorio era conservato nello studio di mia nonna, al Whitmore College;
sono sicura che la sua assistente ne saprà qualcosa.»
rispose la strega all'ibrido, cercando di rassicurare anche Caroline.
«Bene, allora domani ci andiamo io e te.» disse secca la vampira.
«Non se ne parla nemmeno, tesoro. A Mystic Falls ci sono
già stati degli attacchi, quindi tu resti qui con gli altri. Ci
andrò io con Bonnie, dato che io non rischio nulla.» la
contraddisse Klaus.
«Tu non rischi nulla?! L'unica cosa che non possono fare è
ucciderti, ma potrebbero comunque torturarti! E per me non c'è
differenza tra le due cose. Non andare, ti prego.» lo
implorò la vampira.
«Tesoro mio, Bonnie è a rischio, quindi se non ci vado io
dovrà andarci comunque qualcun altro. La differenza è che
gli altri potrebbero non tornare mai indietro. Ora, dimmi, quale ti
sembra l'ipotesi peggiore: rischiare che mi feriscano o perdere uno dei
tuoi amici per sempre?» le rispose duramente lui, cercando di
farla ragionare.
Caroline si mise le mani nei capelli e iniziò ad andare avanti e
indietro per la stanza. Non voleva perdere nessuno dei suoi amici, era
ovvio, ma non voleva nemmeno che Klaus venisse ferito o peggio
torturato. L'immagine del corpo dell'ibrido interamente perforato da
rami si fece strada nella sua mente, e al solo pensiero che potesse
davvero trovarsi in quelle condizioni rabbrividì.
«Non lasciarmi.» sussurrò triste a Klaus, con gli occhi lucidi.
Lui la strinse a sé, e le posò un tenero bacio sui
morbidi capelli dorati. «Non lo farei mai. Non permetterei a
nessuno di portarmi via da te, da Rebekah o dai miei fratelli. Siete la
mia famiglia, siete tutto ciò per cui io lotterei.» le
sussurrò, poi le prese il viso tra le mani, e la guardò
dritta negli occhi: «Amore, guardami negli occhi. Ci vedi un
briciolo di menzogna se ti dico che tornerò?» lei scosse
la testa, e l'ibrido continuò a parlarle per calmarla «Te
lo giuro, tornerò, tutto intero, non appena avremo trovato
quell'incantesimo. Così ci sbarazzeremo di quegli elfi, e
torneremo a vivere tranquilli».
«Lo hai giurato: tutto intero. Sano e salvo.» disse lei
stringendo le mani dell'ibrido, che ancora le stavano accarezzando il
viso.
«Tranquilla, non mi succederà nulla.» la
rassicurò Klaus. «Strega, preparati, si parte
subito.» disse poi l'ibrido rivolgendosi a Bonnie, che
annuì e corse a prendere una piccola valigia giusto per metterci
il Grimorio con la pagina mancante e qualche cambio d'abito.
Appena la strega uscì dalla stanza, Caroline gettò
letteralmente le sue labbra su quelle dell'ibrido, e lo baciò
con tutta la passione e l'amore che aveva in corpo. Lui la strinse a
sé ricambiando il bacio con altrettanta passione, ma quando
sentì le lacrime scorrere sul viso della vampira,
allontanò il viso dal suo per poterla guardare negli occhi.
Così le sussurrò dolcemente: «Non piangere, tesoro.
Starò bene. L'ho giurato. Sono un uomo di parola».
«Ti ascolto.» disse Damon, diventato subito serio.
«Abbiamo
scoperto qualcosa in più sugli elfi. Riassunto in poche parole:
faresti meglio a starci miglia lontane perché non avresti
scampo. Però, abbiamo anche una notizia positiva: c'è un
incantesimo che può sconfiggerli.» rispose Klaus dall'altro capo del telefono.
«Quindi tornerete qui così la streghetta farà il
suo abracadabra e li farà fuori tutti?» chiese dubbioso il
vampiro.
«No, niente affatto. Io e Bonnie stiamo andando a Mystic Falls, alla ricerca di questo incantesimo che manca nel Grimorio.» spiegò l'ibrido.
«Tu e Bonnie?» chiese incredulo il Salvatore, che poi si
fece una risatina. «Quindi io cosa dovrei fare? E gli altri dove
sono, torneranno qui?» chiese poi.
«Tu
non devi fare proprio nulla. Bonnie mi ha detto che ha fatto un
incantesimo di protezione per il loft e una parte circostante del
giardino. Tu resta in questo spazio protetto e non ci saranno problemi.
E conoscendo te e il tuo ego spropositato, lascia che ti dica che
nemmeno io avrei possibilità di farcela con questi esseri.
L'unica cosa che non mi potrebbe uccidere è che non possiedono
il paletto di quercia bianca, ma ciò non significa che non
potrebbero rendermi inerme. Comunque, gli altri per ora resteranno a
Los Angeles, lì sono al sicuro, come tu sarai al sicuro se
starai in casa.»
gli disse seriamente l'ibrido. Desiderava davvero che nessuno di loro
ci andasse di mezzo, perché ormai erano tutti legati in un modo
o nell'altro. La perdita di uno di loro avrebbe sconvolto tutti, erano
tutti diventati parte di una catena di affetti, per cui se avesse
sofferto uno di loro, chiunque fosse stato affezionato a lui avrebbe
sofferto a sua volta, e così via. E Klaus non voleva vedere la
sua Caroline soffrire per nulla al mondo.
«Quindi mi hai chiamato per dirmi che siamo tutti inutili contro
di loro e che devo starmene chiuso in casa?» disse sarcastico
Damon.
«Esattamente. Devo dire che recepisci bene, Salvatore.» continuò col sarcasmo l'ibrido.
«Grazie, mi hai proprio cambiato la giornata in meglio.» ironizzò il vampiro.
«Di nulla. Ti farò sapere se ci saranno novità.» gli disse Klaus, e terminò la chiamata.
Damon si buttò sul divano sbuffando. Essere costretti a stare in
casa non è una cosa piacevole per nessuno, tanto più per
lui che amava andare in giro, specialmente in piena notte. Si mise a
pensare a tutto ciò che avrebbe potuto fare in casa, solo lui e
Alyssa. Gli vennero in mente molte idee, ma era sicuro che una parte di
esse non sarebbero ancora state condivise dalla ragazza, vista la
reazione che aveva avuto poco prima sul divano!
Saranno dei giorni difficili, caro Damon!
pensò, e cercò di scacciare via dalla sua mente i
pensieri più piccanti. E proprio in quel momento la vide
scendere dalle scale e dirigersi verso di lui: il dolce sorriso le
illuminava il volto, segno che la sorpresa era stata gradita parecchio.
Si sedette affianco a lui sul divano e poi si accoccolò sul suo
petto.
Mooolto difficili, Damon! pensò ancora il vampiro.
«Chi era?» chiese candidamente Alyssa.
«Klaus. Ha detto che ha scoperto altro e che ci tocca stare in
casa finché non trovano un incantesimo, che tra l'altro è
andato disperso chissà dove.» le rispose perplesso Damon.
Avrebbero mai trovato quell'incantesimo? E se così non fosse
stato, sarebbero stati costretti a trascorrere l'eternità chiusi
in quel loft?! Lui non l'avrebbe fatto di sicuro: preferiva il rischio
alla noia.
«Beh, vedila dal lato positivo: abbiamo più tempo per noi.
A me non dispiace più di tanto!» lo rassicurò lei
ridacchiando.
«Credimi, è l'unico motivo che m'impedisce di impazzire al
pensiero di dover stare chiuso in queste quattro mura! Hai fatto bene
ad insistere quando io invece volevo che tu andassi a Los Angeles con
gli altri: sarei già uscito se fossi stato solo, incurante dei
rischi che avrei corso lì fuori.» le confidò il
vampiro.
«Oh, ma con me qui, tu infatti non andrai proprio da nessuna
parte!» gli disse convincente la ragazza, mente si sedeva a
cavalcioni su di lui. Damon rimase sorpreso dall'atteggiamento di
Alyssa, ma si lasciò trasportare. Lei passò delicatamente
le dita sul viso del vampiro, e poi avvicinò il viso al suo.
«Possiamo fare tante cose insieme.» gli disse sensualmente,
poi precisò: «Ma per adesso con tutti i vestiti addosso,
se capisci quel che intendo».
«L'avevo già intuito da prima.» ci scherzò su
il vampiro, poi si fece serio: «Aly, per quanta voglia io possa
avere di far l'amore con te, non ti forzerò mai a fare qualcosa
che non desideri anche tu. Puoi stare tranquilla con me».
«Lo so.» disse dispiaciuta l'umana. «Io non è
che non voglia farlo, ma…è come se ci fosse qualcosa che
mi blocca.» gli confidò poi.
Damon ripensò alla terribile serata in cui l'aveva salvata da
quel lurido bastardo che voleva abusare di lei, e si chiese se non
fosse proprio a causa di quell'episodio che lei si sentiva così.
L'aveva soggiogata per dimenticare, certo, ma le aveva anche detto di
essere più prudente e attenta, e anche questo forse aveva
influito.
«Riesci a spiegarti il perché? Che cos'è quel
qualcosa che ti blocca?» le chiese comprensivo e dolce mentre le
accarezzava il viso.
«Non lo so…è come se avessi paura. Paura di quel
che può succedere dopo, di essere poi…abbandonata.
Ascolta, forse è ora di essere sincera con te, anche sul mio
passato. So che mi hai detto che a volte non è importante, ma io
ne porto ancora le ferite evidentemente, ed immagino che sia proprio
ciò che mi frena.» spiegò la ragazza, poi si prese
un attimo di pausa.
«Con me puoi parlarne, puoi dirmi qualsiasi cosa ti passa per la
testa. Ma ti posso assicurare che io non ti abbandonerei mai e poi mai.
Su questo non ho alcun dubbio.» la rassicurò lui,
stringendola a sé.
Alyssa fece un lungo sospiro, poi iniziò a confidarsi.
«Sono stata con altri ragazzi prima di te, e questo di per
sé non è un problema.» Damon annuì. Certo,
non era contento nell'immaginarsi la sua piccola tra le braccia di un
altro, ma lui era appena entrato nella sua vita e non poteva di certo
cambiare il suo passato o contestarlo. La voce di Alyssa lo distolse
dai suoi pensieri: «Ma il fatto che sia quasi sempre stata
lasciata, lo è. In amore ci ho sempre messo tutta me stessa,
anima e corpo. Ho amato gli altri più di me stessa a volte. Ma
alla fine, rimanevo sempre sola, ferita e vuota. E la cosa più
brutta è che chi mi aveva ferito, era qualcuno che qualche tempo
prima mi aveva detto grandi cose, come che per lui ero tutto, che mi
amava davvero, o che era una storia seria quella che avevamo. Mi sono
sentita ingannata, usata e inutile. E nell'ultimo anno passato, dopo
l'ennesima delusione, non sono più stata capace di amare e di
fidarmi di nuovo. Finché non ho incontrato te. Ora mi sento
più tranquilla, più viva. Ma ancora non riesco a
lasciarmi andare come vorrei. E questo mi fa sentire sbagliata»
finì la ragazza, mentre una lacrima le solcava il viso.
«Ehi, piccola» le sussurrò Damon, asciugandole la
lacrima «Tu non sei affatto sbagliata. Hai solo paura che quei
brutti ricordi diventino momenti che si ripetono sempre nella tua vita,
ed è comprensibile dopo tante delusioni essere così
diffidenti. Cavolo, le persone sanno essere davvero crudeli».
«Tu ne sai qualcosa.» gli sussurrò Alyssa, e Damon
rimase colpito da quelle parole. «So che anche tu ti sei sentito
così, sia con Katherine, sia con Elena. Ma se c'è una
cosa che ti posso assicurare, è che io non sono come loro. Non
sarò mai come loro.».
«Lo so, piccola. Ti ci vuole solo del tempo. Il tempo di poterti
fidare completamente di me. Io ti aspetterò, non sarà un
problema, perché voglio che con me tu sia a tuo agio, voglio che
tu non rinneghi mai i momenti che abbiamo passato insieme, e
soprattutto, voglio che tu sia felice di stare con me, non che invece
te ne penta.» le disse il vampiro, stringendola forte a sé.
Klaus e Bonnie erano finalmente arrivati a Mystic Falls.
«Ti lascio a casa tua o preferisci sistemarti in una delle camere
della mia villa?» chiese educatamente l'ibrido alla strega.
«A dire la verità volevo passare da casa di Elena prima di
tornare a casa mia, se non ti dispiace.» rispose lei.
«Ah, certo, il caro Jeremy eh? Allora ti lascio lì.
L'importante è che domattina alle 9 tu sia già pronta,
andiamo a fare visita al Whitmore. Sai, non voglio perdere tempo
inutilmente.» spiegò l'ibrido.
«E tu dove andrai?» chiese sorpresa la strega.
«A casa mia, ovvio.» rispose tranquillamente lui.
«Ma non è protetta! Siamo partiti insieme per essere
più al sicuro, e ora mi dici che staremo divisi?!
Chiederò a Jeremy se possiamo fermarci da lui, così
farò un incantesimo di protezione alla casa e sarà al
sicuro anche quando ce ne saremo andati.» protestò Bonnie.
«Come desidera lei, madame.» rispose sarcastico Klaus.
Presto arrivarono davanti a casa Gilbert. Jeremy fu felice di rivedere
Bonnie, che subito gli chiese se entrambi si potessero fermare da lui,
vista la situazione. Da quando era tornato Tyler, il piccolo Gilbert
era consapevole di tutto ciò che stava succedendo anche a Mystic
Falls e li fece restare da lui.
Il mattino dopo, Bonnie e Klaus andarono come stabilito al Whitmore
College. Bonnie cercò la donna che faceva da assistente a sua
nonna quando insegnava lì, e le chiese informazioni su tutto il
materiale che la nonna aveva nel suo studio.
«Qui è rimasto poco e niente, Sheila ha portato via tutto
ciò che le interessava quando ha smesso di insegnare. Comunque
seguimi, ti accompagno al suo studio. Credo che il professore che l'ha
sostituita ti potrà aiutare per qualsiasi cosa tu abbia
bisogno.» disse l'assistente, che fece poi strada ai due.
Arrivati allo studio trovarono la porta aperta, e un uomo dai riccioli
corvini stava leggendo attentamente un grosso e vecchio tomo.
«Prego, entrate.» disse senza nemmeno alzare gli occhi dal tomo ai due ospiti, che si guardarono perplessi.
Bonnie avanzò, e l'uomo le rivolse un'occhiata veloce, appena
prima di dire «Oh, tu devi essere la nipote di Sheila! Sapessi
quanto mi ha parlato di te, quando io qui non ero altro che un
tirocinante! Ci assomigli molto, sai?».
Bonnie rimase sorpresa dall'uscita del professore, ma una strana sensazione la portava a fidarsi di quest'uomo.
«Conoscevi mia nonna?» chiese curiosa la strega, mentre
l'assistente chiudeva la porta dietro di loro e si allontanava.
«Molto bene. Diciamo che avendo la stessa visione del mondo
andavamo molto d'accordo. Comunque, lascia che mi presenti, io sono
Atticus Shane. Immagino tu sia venuta qui perché hai bisogno di
qualcosa che riguarda tua nonna, giusto?» chiese il professore.
«Sì, professor Shane. Mia nonna qui teneva questo
Grimorio» disse la ragazza porgendo il libro al professore
«ma avevo bisogno di una pagina che è stata staccata.
Perciò volevo assicurarmi se fosse rimasta qui o meno.»
spiegò Bonnie, facendo poi vedere al professore la parte in cui
mancava la pagina.
«Un incantesimo per sconfiggere gli elfi, eh? Mi spiace non
poterti far riavere quella pagina, ma qui è rimasto solo del
materiale per le lezioni, niente di vera magia, solo teorie. E tu non
te ne faresti nulla.» rispose il professore, lasciando di stucco
Bonnie.
«Lei….pratica?» chiese imbarazzata la strega.
«Sì, e anche se questa pagina mancante non è qui, posso aiutarti.» disse orgoglioso Shane.
«Lei conosce l'incantesimo?» chiese euforica Bonnie, mentre Klaus era sospettoso nei confronti del professore.
«No, ne ho sentito parlare, so di cosa si tratta, ma non conosco
l'incantesimo in sé. Però so che una mia vecchia amica lo
conosce sicuramente. L'unico problema è che abita ad
Atlanta.» spiegò il professore.
«Per noi non c'è nessun problema: siam venuti fin qui da
Los Angeles, andare ad Atlanta sarà una passeggiata.
Andiamo.» ordinò Klaus, ma il professore non fu d'accordo.
«Io non posso muovermi da qua fino al prossimo weekend. Dovrete
aspettare. Nel frattempo, Bonnie, lascia che ti insegni qualcosa in
più sulla magia: se vorrai fare quell'incantesimo ne avrai
davvero bisogno.» sentenziò Shane.
Klaus stava per ribattere, ma Bonnie lo interruppe: «Va benissimo. Dove e quando?» chiese al professore.
«Cominciamo da subito, qua nel mio studio.» rispose lui.
Klaus si sedette controvoglia su una poltroncina poco distante dalla
scrivania del professore, mentre lui iniziava a mostrare degli "stupidi
giochetti", così commentava l'ibrido, a Bonnie.
Damon era in cucina insieme ad Alyssa, che stava pranzando, quando il suo cellulare squillò.
«Oh, il mio caro fratellino forse si è ricordato di
me!» commentò il vampiro guardando il display del
cellulare, suscitando un piccola risata di Alyssa, prima di rispondere
alla chiamata.
«Stefan, hai ancora il mio numero salvato? Strano!» disse sarcasticamente Damon.
«Purtroppo sì, Damon.» rispose sarcasticamente Stefan, poi continuò con tono neutro «Lì va tutto bene?».
«Direi proprio di sì, fratellino! Siamo rinchiusi in casa
e nel caso decidessi di uscire potrei trovarmi di fronte un elfo che mi
farebbe fuori in quattro e quattr'otto, cosa potrei volere di
meglio?» continuò sarcasticamente il maggiore dei
Salvatore.
«Beh, siete tu e Alyssa tutti soli soletti, costretti in casa, e non sei contento? Mi sorprendi!» disse pungente il fratellino.
«Certo che sono contento di stare tutto solo con lei, non
c'è alcun dubbio! Ma sai quanto mi piaccia uscire, no? E poi non
mi piace fare le cose su ordine di qualcun altro. L'unica cosa positiva
è che c'è Alyssa qua con me.» disse sinceramente
stavolta Damon.
«Beh,
allora mi spiace, ma ti devo dare una brutta notizia. Klaus ha chiamato
Caroline poco fa, dicendo che l'incantesimo non l'hanno trovato, ma tra
una decina di giorni andranno ad Atlanta da una strega che lo conosce.
Dovrai resistere alla tentazione di uscire almeno per altri dieci
giorni, fratello.» spiegò Stefan, aspettandosi qualsiasi reazione da lui.
«COSA?! Ancora dieci giorni? Ma voi siete impazziti! Al diavolo
tutto, quando mi stufo esco, vada come deve andare! Che poi,
perché diavolo devono aspettare dieci giorni?» il tono di
Damon si era decisamente alzato, facendo preoccupare Alyssa che smise
di mangiare per andargli vicino.
«Il
professore che ha sostituito Sheila non può muoversi dalla
città fino ad allora, e visto che è lui che li deve
accompagnare da una sua vecchia amica, non hanno avuto scelta.» rispose Stefan.
«Uhm…ok.» mormorò Damon, molto più tranquillo ora che Alyssa lo stava abbracciando.
«Ok?» chiese incredulo Stefan «Ti senti bene, Damon?» chiese nuovamente il piccolo Salvatore, che stava iniziando a preoccuparsi.
«Sì, benissimo Stef.» disse con voce insolitamente calma il fratello.
Stefan era decisamente preoccupato ora.
«Tranquillo Stefan, ci penso io a tenere al sicuro il tuo bel
fratellone!» disse Alyssa ad alta voce, verso il cellulare di
Damon.
«Ah, ok, ho capito tutto ora. Beh…allora ti saluto. Chiamami quando vuoi tu, non vorrei disturbare.» disse frettolosamente Stefan, con un pizzico d'imbarazzo nella voce, terminando poi la chiamata.
«L'hai lasciato di stucco eh? Chissà cos'avrà pensato!» disse ridacchiando Damon ad Alyssa.
«Già! Ma non importa, pensi quel che vuole. Fatto sta che
abbiamo altri dieci giorni per goderci tutto il loft solo per noi. A me
sembra fantastico.» rispose dolcemente la ragazza.
«Anche a me. E sai che ti dico? Quando torneranno, ci sconteremo
tutti questi giorni chiusi in casa: ti porterò in giro per una
settimana, magari andremo anche a New York! Dovunque tu vorrai. Ci
stai?» le chiese il vampiro facendole l'occhiolino.
«Eccome se ci sto! Ma sappi che a me basta andare qua vicino, non
pretendo la Grande Mela.» rispose entusiasta l'umana.
«Decideremo sul momento allora. Vieni qua, piccola!» disse
Damon, prendendola in braccio intento a portarla sul divano, ma appena
si rese conto che non aveva finito di pranzare, la rimise giù.
«Scusami piccola, non me n'ero accorto: prima finisci pure di mangiare.» le disse dolcemente il vampiro.
«Sono a posto, non ti preoccupare.» cercò di rassicurarlo l'umana, ma lui era fermo sulla sua idea.
«No no, finisci il pranzo. Lo sai che ci tengo alla tua salute:
due bocconi di carne non potranno di certo bastarti fino a
stasera!» disse protettivo Damon.
«E pensare che io me ne sono andata dai miei per evitare tutto
questo!» ironizzò sbuffando la ragazza, mentre tornava a
sedersi per finire quel che c'era nel piatto.
Erano passati ormai un paio di giorni da quando Stefan aveva chiamato
Damon per dirgli che sarebbe dovuto restare per altri dieci giorni in
casa. E mentre stava in giro per Los Angeles con Elena, Caroline,
Rebekah e Matt a svagarsi finché la zona era tranquilla, suo
fratello Damon se ne stava in casa con Alyssa, che ogni mattina si
metteva avanti con lo studio aiutata da lui, e nel resto del tempo
libero trovavano qualcosa da fare insieme.
Quel giorno stavano suonando: Damon voleva creare una nuova
composizione insieme ad Alyssa, così provavano ripetutamente,
lui col pianoforte e lei col violino, varie melodie ed accordi che
potessero dar vita ad una loro sinfonia.
Mentre provavano per la terza volta un passaggio, il cellulare di
Alyssa squillò, così lei andò in cucina per
rispondere senza che Damon dovesse smettere di suonare.
«Mamma! Ciao, come stai?» disse felice Alyssa al telefono.
«Bene, tesoro, tu? Come va l'università?» la voce della donna palesava il senso di protezione e la dolcezza tipici delle mamme.
«Bene, sto studiando parecchio anche se siamo a casa per il
Ringraziamento. Tra due settimane iniziano gli esami finali e devo
assolutamente andare alla grande!» spiegò un po' tesa ma
entusiasta la ragazza.
«Dipende da te, se studi molto andranno sicuramente bene! Comunque ti ho chiamata adesso per darti una bella notizia! Sei pronta?»
«Mmmh…buona notizia? Sentiamo….» disse
Alyssa, cercando di immaginarsi quale genere di notizia potesse essere
bella per sua madre, ma non le venne in mente nulla.
«Per Natale saremo lì! Non sei contenta?» rivelò entusiasta la donna.
Ad Alyssa raggelò il sangue. Da quando era arrivata lì
aveva detto qualche bugia alla madre, come ad esempio che viveva in un
piccolo appartamento, da sola, e che ogni tanto lavorava per potersi
togliere qualche sfizio. Non le aveva mai parlato né di Damon,
né degli altri che adesso erano divisi tra Los Angeles e Mystic
Falls, e tantomeno le aveva detto che Damon l'aveva convinta ad andare
a vivere con loro.
«Sì, certo che sono contenta, mamma. Ma siete sicuri che
non è un problema per voi venire qua solo per qualche giorno?
Voglio dire, il viaggio costa, avreste meno ferie per l'estate, e poi
dove andreste a stare? Anche gli alberghi costano…» disse
dubbiosa la ragazza.
«Non
ti preoccupare tesoro, abbiamo già pensato a tutto: staremo
lì per tutte le tre settimane in cui tuo fratello ha le vacanze
natalizie, io e tuo padre abbiamo preso le ferie lo stesso, non fa
niente se poi in estate ci rimarrà solo qualche giorno libero.
Abbiamo trovato un'offerta che comprende sia viaggio che alloggio, e
così ci siamo convinti che era il momento giusto per andare a
trovare la nostra bambina! Sai, anche se non lo danno a vedere, manchi
davvero anche ai due ometti di casa.» disse dolcemente la donna.
Alyssa era rimasta senza parole. Era contenta di rivedere la sua famiglia, ma come avrebbe fatto ora?
«Oh, che fortuna! Ci voleva proprio, è vero mamma. Guarda,
vorrei parlare ancora con te, sul serio, ma devo proprio andare. Ti
chiamo io domenica, come ogni settimana, così parliamo con
calma, ok? Ti voglio bene, mamma.» disse agitata la ragazza.
«Sì, tranquilla, ci sentiamo! Ti voglio bene anch'io, tesoro!» rispose la donna, e Alyssa terminò la chiamata.
Alyssa stava per andare nel panico più totale. Come avrebbe
dovuto comportarsi ora con i suoi: dir loro la verità, o mentire
ancora, dicendo che la sua situazione stava cambiando? E come avrebbe
potuto dire a Damon e ai suoi amici che i suoi sarebbero venuti in
quella città con tutto il caos che c'era per gli elfi? La
ragazza decise che era il momento di farsi una doccia: avrebbe avuto
un'ottima scusa per stare da sola, e in più avrebbe potuto
pensare al da farsi.
Ma appena si girò per uscire dalla cucina, il suo cuore perse un
battito: sapeva che ora tutti i suoi piani sarebbero andati in frantumi.
Damon era davanti a lei, il viso indagatore del vampiro a pochissimi centimetri dal suo.
Rieccomi, come promesso! =)
Allora, avete capito qual'era il punto in cui quella canzone era
protagonista? Scommetto di sì: era proprio quando Alyssa scopre
la sorpresa che le ha fatto Damon, un bellissimo violino, e i due
suonano insieme. La canzone mi è sembrata perfetta per il
momento: è dolce, bella, e il primo minuto è un assolo di
pianoforte, che nella storia coincide con tutto il tempo da quando
Alyssa di alza dal divano a quando poi è in cima alle scale,
pronta ad iniziare a suonare con Damon, e poi continua con un duetto
tra pianoforte e violino, come hanno fatto Damon e Alyssa. Piccola
curiosità: questa è una delle mie scene preferite, che fa
a gara con quella in cui Damon porge la rosa ad Elena nel giardino e
quella in cui Alyssa e Damon sono al Falls Lake.
Ma torniamo al capitolo! L'ho intitolato "Gioie e Dolori" perché
praticamente la maggior parte dei personaggi presenti passa dall'essere
felice/tranquillo/divertito all'essere triste/spaventato/arrabbiato
almeno un paio di volte in questo capitolo. Abbiamo scoperto che questi
elfi sono praticamente invincibili per un vampiro, ma una strega
può imparare un incantesimo per sconfiggerli. Bisogna solo trovarlo! =O
Altri personaggi si spostano (alla gang piace viaggiare direi ;D) e
vanno a finire a Mystic Falls, ma a quanto pare dovranno farsi un
giretto anche ad Atlanta (ho voluto fare un piccolo omaggio alla
città che ospita il set della serie TV, spero faccia piacere
anche a voi fan della serie), mentre Damon ed Alyssa rimangono sempre a
Durham, e dopo essersi confidata, Alyssa riceve anche la chiamata della
madre. Riuscirà a tener testa a tutte le emozioni che ha provato
negli ultimi tempi, o andrà fuori di testa? Vi ci lascio pensare
fino al prossimo capitolo!
Angolo Link:
- Il blog: http://tvdyourlovesavedme.blogspot.it/
- La pagina FB della storia: http://www.facebook.com/your.love.saved.me
- La pagina FB autore: Elèna Dobrev Somerhalder (ElenaDobrevSomerhalder su EFP)
- E se volete aggiungermi su FB questo è il mio profilo: http://www.facebook.com/elenadobrev.somerhalder.9