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Autore: _Eleuthera_    08/09/2007    5 recensioni
Torniamo indietro negli anni, quando Murtagh era alla corte di Galbatorix.
Incontriamo Leda, che potrebbe essere diversa da ciò che sembra.
Guerra, tradimenti e, sì, anche amore, forse.
Le cose non sono mai come sembrano.
Genere: Avventura, Fantasy, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Galbatorix, Murtagh, Nuovo Personaggio
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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13. Odi et amo. Quare id faciam, necesse requiris? Nescio, sed fieri sentio, et excrucior. (Catullo)



Rinchiusa in quella stanza, sarebbe voluta morire.

E poi ricordava ancora troppo bene.

Maledettamente bene, e ogni ricordo la distruggeva un po’ di più, man mano che il tempo passava, e man mano che ricordava.



«Ti ha mandato Galbatorix?»

A Leda gli occhi di Murtagh sembravano ancora più gelidi del solito. Freddi come il ghiaccio.

«Sì».

Leda sospirò. Se lo aspettava, immaginava che prima o poi suo padre avrebbe mandato qualcuno a cercarla per riportarla indietro. Soprattutto dopo essersi accorto che si era portata via con sé l’ultimo uovo, quello che si sarebbe dovuto schiudere per lei.

Leda sorrise, un sorriso bieco, malsano.

«L’uovo si è schiuso, sai? Io non conto più molto. So benissimo che non sono io quella che vuole Galbatorix, vuole l’uovo…»

«Gli ordini sono stati precisi. Devo riportarti indietro, con o senza uovo».

Il cuore di Leda riprese a battere più forte. L’amaro sapore della paura le salì per la gola.

«Provaci», disse a denti stretti. Il fremito di energia che ormai le era familiare la scosse e la pervase fino a farle provare un forte freddo e un calore improvviso nelle vertebre, nello stesso momento.



Il breve periodo passato dai Varden era diventato un ricordo nitido da fare male.

I segreti che aveva scoperto sulla famiglia di Murtagh, su cosa aveva fatto, quello che la gente pensava di lui. Una realtà che in tutta la sua chiarezza le aveva aperto gli occhi più del necessario.
L’aveva resa chiusa, e Leda non sapeva definire quel poco tempo più un sogno o un incubo.



Non c’era nessuno. I Varden non l’avrebbero salvata.
Murtagh, il Murtagh che conosceva, il suo amico, non l’avrebbe salvata.

Il suo potere non era stato sufficiente. Leda cadde a terra con una spalla insanguinata. La vista iniziò a confondersi, e più si ripeteva di non perdere i sensi e più si sentiva sprofondare nell’oscurità.

L’ultima cosa che vide furono quegli occhi ghiacciati che l’avevano distrutta dentro, e quando le tenebre si riaprirono era di nuovo nella sua stanza, prigioniera. E degli occhi gelidi di Murtagh, neanche l’ombra.

Solo il ricordo.



Murtagh avrebbe voluto urlare tanto feroci erano i ricordi che lo assalivano ogni giorno.

Non riconosceva più Leda. Forse per i segni della battaglia che portava sul volto, freddo, o forse per il sorriso cattivo che gli aveva rivolto quando lo aveva rivisto; ma adesso Murtagh aveva un nodo, al centro del petto, quando ci pensava. E una volta arrivò persino a chiedersi se Leda aveva provato quello stesso stravolgimento che provava lui, quando si era unito al re.

«Noi siamo amici, vero?»

«Certo!»

«E lo saremo per sempre, vero?»

«Ma che domande fai? Certo che sì!»

Dopodichè si misero a ridere e tornarono a rincorrersi.

Avevano nove anni entrambi.



Leda sorrise dopo tantissimo tempo nel vedere, dalla finestra, le truppe nemiche schierarsi e i draghi levarsi in volo.

Poi si mise a piangere.

Si odiava, odiava la sua vita, suo padre e Murtagh.

Odio verso di tutto.



Odio verso di tutto.

Colmò Murtagh mentre entrava nella sala del trono.

Odio verso un’altra battaglia che forse quel giorno sarebbe stata la fine per lui.

Odio verso Galbatorix, odio verso Leda, odio verso sé stesso.



Leda sentì la porta aprirsi improvvisamente, liberandola dalla prigionia che l’aveva condannata lì per più di un mese.

Vedere Murtagh sulla soglia fu come una secchiata di acqua gelida sulla testa.

«Andiamo» disse freddo Murtagh, prendendola per un braccio. Leda si divincolò.

«Andiamo dove?» chiese senza avere intenzione di seguirlo. Murtagh si fermò. La fissò negli occhi e Leda chiuse il suo cuore a doppia mandata.

«Via».

«Che risposta è “via”?! Io non vengo da nessuna parte se non mi dici dove accidenti vuoi portarmi! E soprattutto non ho intenzione di farmi trascinare via così da uno che… che…»
A Leda morirono le parole sulle labbra non appena Murtagh cercò di parlare.

«La conversazione è interessante, ma adesso ti conviene seguirmi», disse Murtagh con una nota di sarcasmo.

«Cos’è, un altro ordine di Galbatorix? Immagino che la sua arma preferita debba essere portata in suo soccorso…»

«No.» la voce di Murtagh era strana. Tremava come se qualcosa lo stesse divorando dentro. «Vuole che ti porti via. Vuole che porti in salvo sua figlia. Galbatorix, Leda, sta per morire. Stiamo tutti per morire, se non ti sbrighi a seguirmi.» la fissò.

Ti prego Murtagh ti prego non mi guardare così…

Lo seguì ma scoppiò in lacrime.

È tutta colpa mia.
Questa situazione è colpa mia.
Galbatorix è mio padre.
Come posso lasciarlo morire?











.................corner A
Ladies and gentlemen, the end is coming! Come vedete, Leda è stata riportata da Murtagh a palazzo. Ma l'uovo di drago si è schiuso, presso i Varden, presso un ipotetico cavaliere che noi non conosceremo mai. D'altronde, adesso la storia verterà su Murtagh e Leda. Il loro futuro è a un passo da noi...

Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto^^ Vi ringrazio per i commenti!! E grazie anche a chi legge solamente!

Sayonara! (mi dileguo... la scuola sta per iniziare e io sono una lavativa di prima categoria. Vado a vivere ancora un po' prima dell'inizio delle lezioni -.-)
Ele
   
 
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