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Autore: Sylvia Ruth    23/02/2013    1 recensioni
Il cuore di Dave Gahan si è fermato per tre minuti... Questa è cronaca...
Ma se non fosse tutto qui?
Se la sua morte fosse stato solo un nuovo inizio?
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
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"No..." Come può opporsi se gli basta il contatto della sua mano per perdere la poca lucidità che gli resta?
"Preferisci casa tua?"

Martin nega. "E' fredda... e vuota." Vuoto come lui. "Va bene, andiamo da te." Lo segue, come un cane fedele va dietro al padrone. Dave continua a tenerlo per mano e ne avverte il tremito leggero. Cerca di leggere il suo stato d'animo, ma gli occhi di Dave non guardano mai verso i suoi.

"Simon... Il salottino azzurro ha il caminetto acceso?" Chiede appena mette piede in casa.
"Naturalmente, come sempre in questa stagione."
"Le dispiacerebbe prepararci del the e, dopo, portarci due Cognac? Quello speciale?" Apre una porta. "Entra e scaldati. Sei intirizzito. Nessuno si azzarderà a disturbarci. E' zona off limit per gli altri."

Martin si guarda attorno, meravigliato. Il poco della casa che ha potuto ammirare porta un'impronta tipicamente maschile, mentre qui... Una vera bomboniera. Un vasetto di fiori freschi sotto un ritratto di una giovane donna con un neonato in braccio attira la sua attenzione.
"Chi sono?"
"La moglie e il figlio di Kit. Era la sua stanza preferita." Dave guarda quel volto dolce chino sul bimbo.
"E'... sposato?"
"Lo era. Ha perso entrambi... anni fa..." Si porta un dito alle labbra. "Grazie Simon... Non vorremmo essere disturbati. E' importante..." L'uomo china la testa e si ritira, senza aggiungere altro.

"David..."
"Mart...." Dicono insieme. Dave finalmente sorride e Martin lo imita. "Da quando ti sei accorto di cosa provavi... Che mi amavi?"
"Non sei... Non sei?"

"Sono sorpreso, ma non pensare nemmeno per un istante che ti disprezzi e che ti possa odiare." Rimane in silenzio alcuni minuti a testa bassa. "Come potrei? Mi sento... Mi sento..." Solleva il viso e Martin si sente di colpo leggero. "... felice. Sono... felice!"Esclama. "E... orgoglioso..."

"Orgoglioso?" Ripete lui.

"Non capisci?" Dave prende a gesticolare. "Mi sento... Come sul palco... Mi sento al massimo. Maledizione a me! Come posso farti capire? Euforico, appagato... Nella mia porca vita ho... ispirato qualcosa di bello... Qualcosa che resterà... Le tue canzoni. Canzoni d'amore... PER ME??" Gli chiede incredulo, passandosi una mano nei capelli.

"Una buona parte."
"Oh, santo cielo!" Piroetta su se stesso."Mi hai tolto un macigno dal petto... Un peso enorme dalla coscienza."

Martin prova lo stesso e ride. "Sono sollevato pure io... Andrew aveva paura che..."
Dave ridiventa serio. "E' stato un bene aver aspettato."

"Bene?" E' stufo di essere l'eco che ripete, ma non può evitarlo.
"Ricordi come eravamo immaturi quando ci siamo incontrati?"
"Avevamo diciassette anni..."

"Stupidi bambocci pieni di stupidi sogni. Volevamo divertirci, diventare famosi e guadagnare un sacco di quattrini..."
"Lo abbiamo creduto possibile e guarda come ci siamo ridotti."

I loro occhi si puntano su uno specchio rotondo appeso ad una parete.
"Dove sono finiti i nostri sogni?" Chiede Dave al suo riflesso.

Martin gli appoggia una mano sul cuore e prende la sua per portarla sul proprio. "Sono ancora qui. Li senti?"
Dave gli copre la mano con l'altra. **Devo dirglielo.**

**Non farlo.** Quello di Kit è un ordine.
**Pensaci bene.** L'implora Maggie.

"Cosa c'è? Ti senti a disagio ad avermi vicino?" Domanda Martin accigliandosi.
"No... Sono confuso." Risponde con espressione tormentata. "Ignorare i tuoi sentimenti rendeva tutto più facile. Mi sto interrogando sui miei."
"Oh!"

"Quella notte, sei scappato subito dopo la mia richiesta, giusto? Non hai..."
"Non ho avuto la forza di di restare." Dentro di sè gli resta una minima speranza.

"Kit mi ha portato qui." Si osserva attorno, gli occhi pieni di lacrime. "E' Simon a tenerla in ordine, a mettere i fiori sotto il loro ritratto. Mi ha narrato della sua famiglia, di quando ha incontrato sua moglie, delle sue speranze... Non... Non abbiamo fatto altro."

"Ma tra di voi..."
"Sì,Martin, sono andato a letto con Kit." Ammette pacato Dave. "Non rimpiango NIENTE di quello che è successo. Io volevo lui e... " Smette di torturarlo. "Si trattava solo di desiderio. No. E' sbagliato sminuire i fatti. Era un modo per sentirlo vicino, uniti da... Ancora più vicini e uniti di quanto siamo adesso. Sono e resterò legato a Kit. Per più di un motivo. Quella sera abbiamo iniziato a chiarire..."
"La vostra relazione..."

"La situazione che ci unirà ancora per molto tempo. Mi ha forzato a fare un serio ed approfondito esame. Cosa mi lega a Jennifer? Cosa provo in realtà per lei?"
Martin si siede, privo di forza. "L'ami?" Chiede con un filo di voce.

"Poniti la stessa domanda... Cosa provi per Susy?" Replica lui. "Mi ha chiesto se la mia insistenza, il mio incaponirmi non fosse in realtà una reazione davanti all'ennesima sfida che la vita mi metteva davanti... Ero più importante io o lei? Alla fine ho deciso."
"Lei." Ne ha la conferma quando Dave china brevemente la testa.

"Voglio una famiglia VERA... Theresa è stata una passione sconvolgente. Fin troppo travolgente. Jo è stato il tentativo di rendere reali i miei sogni di bambino..." Agita la mano. "Castelli in aria."
"Ed io?"

"Bella domanda. Ho appena ritrovato l'amico... Quando avevo paura che ti fossi trasformato in un... collega. A cui potevo non piacere più. Ora... La tua confessione mi ha... spiazzato. Ti voglio bene, Martin. Come ad Andrew e ad Alan... Concedimi un po' di tempo per... riflettere..."

Martin si arruffa i capelli. Non è la risposta che ha tante volte sognato, me neppure quella che temeva. "David... io... io... Non pretendo niente. Se quella notte fossi sgattaiolato fuori..."

Dave gli posa una mano sulla spalla. "Non si può tornare indietro... Sapessi quante volte me lo ripeto... Non rimangiarti le tue parole... Grazie a loro mi sono sentito felice...Ti chiedo un favore... Rifletti BENE anche tu... Ripensa con calma ai tuoi sentimenti, non solo verso di me... Ne riparleremo in un tempo migliore. Te lo giuro."

Martin si alza rinfrancato. Dave è sincero. Lo capisce dalla sua voce, dai suoi occhi, dal suo viso. "Lo farò. Mi hai concesso una speranza quando pensavo di non averne."
"Mart... Tu hai una speranza, ma io intendo restare con i piedi per terra. Questo ci potrebbe creare un mare di problemi... Te ne rendi conto?"

"Mi sembri Andrew. Per questa notte lasciami sognare." Risponde con un sorriso. "Siamo appena usciti da una voragine. Niente può essere peggio di quello che abbiamo superato."
*Spero che tu abbia ragione.*

Martin si avvia alla porta seguito da Dave. "Dove vai, adesso?" Gli chiede, preoccupato.
"A casa. Questa sera non mi serve aiuto per sognare."

Dave lo agguanta per il gomito. "Mart... Si sogna anche senza aiuti esterni."
"Ma è più facile... e non hai brutte sorprese. Per lo meno non te le ricordi." Obietta lui, scendendo i gradini.
"Niente è facile." Mormora Dave. "Un giorno te ne renderai conto anche tu."

Aspetta il ritorno di Margareth con impazienza. Il bisogno di confidarsi è così impellente che gli chiude la gola e la bocca dello stomaco.
"Perchè mi avete impedito di..."

"Buonasera pure te." Lei resta perfettamente controllata. "Perchè stavi per fare la più grande c... corbelleria del mondo." Dichiara appena restano soli.
"Lui è un amico e mi..." Tenta di protestare, inviperito.

"Ti ama. Ho sentito." Ribatte. "Cacciati in zucca che sei quasi immortale... Hai saputo o credi di aver superato i tuoi problemi... Martin è un mortale ed è nei guai fino agli occhi." Elenca sulle dita. "E' sposato e padre di due figlie ma DICE di amare TE, un uomo. E' un alcolizzato cronico e non ha NESSUNA intenzione di smettere... Anche se questo gli ha procurato delle crisi epilettiche... Ha un anno più di te però è..."

"Immaturo? E' questo che mi vuoi far capire?" La interrompe con furia.

"E' UN IRRESPONSABILE!Lui... Martin è come il Peter Pan di Kit... Un ragazzino che NON VUOLE accettare che il tempo passa. Che NON VUOLE crescere e affrontare le difficoltà. Ha scritto Mettetevi nei miei panni ma LUI è incapace di farlo..." Gli snocciola a pochi centimetri dal suo viso.

"MARTIN NON E' COME LO STAI DESCRIVENDO!!"Urla coprendosi le orecchie.
"Come lo sai? Come puoi crederlo?? Un esempio... UNO SOLO!!... che mi dimostri il contrario..."

"La smettete di urlare? Vorrei dormire." Amadeus è sceso, coperto da un camicione da cui spuntano due gambe pelose.
Maggie gli punta un dito contro. "Martin è il suo ritratto sputato."

"Vorrebbe essere un insulto?" Chiede con un sonoro sbadiglio. "Mi piace il tuo amico Martin. Mi ricorda come ero io, Mozart... La musica veniva prima di tutto... Famiglia, amici, me stesso." Scuote la testa con aria di compatimento. "Stupido, veramente stupido. Dovevo morire per accorgermi di quanto era vuota ed inutile la mia esistenza... Beh, che ho detto?" Esclama, vedendo Dave correre via.

Maggie gli posa un bacio sulla guancia. "Questo perchè?" Si sorprende.
"Senza volere lo hai appena convinto a mantenere il becco chiuso... A serbare il segreto."

"Mmmhh... Di solito ci capita quando incontriamo chi ci fa battere forte il cuore, sentire le farfalle nello stomaco o il cinguettio degli uccellini." Mormora stiracchiandosi. "A me è successo una sola volta e a te?"
"Due... e quando meno me lo aspettavo." Rabbrividisce. "Vieni... Tienimi compagnia. Non voglio svegliarmi in un letto vuoto... Domani mi toccherà dargli la prima lezione."
"Ingrato compito... meglio a te che a me." Le allunga una sculacciata. "Vediamo di rinfrescarci la memoria..."
   
 
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