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Autore: Nerea_V    23/02/2013    7 recensioni
"Era ormai due giorni che gli stavo dietro, ma di lui nessuna traccia. Aveva lasciato una scia di persone scomparse e di cadaveri da un mese ormai e c’era di sicuro qualcosa sotto. [...]"
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bobby, Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione
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Arrivata al pronto soccorso mi misero un quantità industriale di punti, bendarono le ferite più gravi e infine, nonostante le mie più accese proteste, mi stesero su un lettino per farmi riprendere. Avevo perso molto sangue, ma per fortuna nulla di più.
Dean nel frattempo non si era mai allontanato da me, tranne che per andare incontro a Sam e Bobby quando erano arrivati anche loro. – La stavano per sedare come si fa con gli animali, tanto si agitava.- Aveva detto loro Dean ridendo e io di rimando gli avevo tirato un cuscino in pieno viso.
Mentre aspettavamo che il dottore mi venisse a dimettere chiacchierammo e ridemmo del più e del meno, come se non fosse successo niente. Ogni volta che ridevo o mi muovevo non riuscivo a trattenere dei gemiti per il dolore delle ferite e Dean scattava sempre verso di me per chiedermi come stavo. Cosa alquanto snervante dato che accadeva spesso. Non mi staccava mai gli occhi di dosso.
- La vuoi smettere. Sto bene! Mi servirà solo un po’ di tempo perché il dolore passi.- Sbottai non potendone più di tutte quelle attenzioni.
Lui si scusò e cercò di non guardarmi più, ma vedevo che ogni tanto mi lanciava delle occhiate di sfuggita e in quelle occasioni incrociavo il suo sguardo, troppo poco tempo perché potessi leggere quello che stava pensando.
- Bene io e Sam andiamo a prenderci un caffè, andiamo Sam.- Disse a un certo punto Bobby tirando una gomitata a Sam.
- Oh certo! Non mi reggo in piedi, ho proprio bisogno di un caffè.- Disse quest’ultimo fingendo uno sbadiglio.
Mentre se ne andavano trattenni a stento una risata. – Che c’è?- Mi chiese Dean.
- Non hai capito che se e sono andati per lasciarci soli?- Gli chiesi continuando a ridacchiare nervosa.
Lui rimase in silenzio guardandosi le mani con aria seria. Non era un buon segno. Quando alzò lo sguardo io lo distolsi, avevo paura di vedere quel che voleva dirmi. Lui però mi prese per il mento e mi voltò per fissarmi negli occhi. I suoi erano limpidi e sereni come non li avevo mai visti. Mi prese una mano tra le sue e se la portò alla bocca dandole un piccolo bacio. – Scusami.- Sussurrò. Lo guardai senza ben capire dove volesse andare a parare, nonostante il mio cuore avesse iniziato a galoppare. – Mi dispiace per quello che ho detto. - Continuò lui. – Avevo paura ad ammettere quello che provavo, non avrei dovuto lasciarti in quel modo. - Quelle parole mi stupirono. – Non volevo che venissi con me perché mi spaventava quanto in fondo ci capissimo noi due e quanto bene ci conoscevamo nonostante ci fossimo incontrati solo il giorno prima.-
Presi un lungo respiro. Tutto potevo aspettarmi fuorché quelle parole. – Che cosa vuoi dire?- Chiesi. Volevo che fosse più chiaro.
- Non sono bravo con le parole. – Disse. Poi mi si avvicinò alzandosi dalla sedia su cui era seduto. Si chinò e mi baciò dolcemente sulle labbra.
- Questo sembra un ‘mi dispiace’, ma credo tu l’abbia già detto. Non mi stai dicendo nulla di nuovo.- Scherzai. Si abbassò di nuovo e mi baciò più a lungo e deciso, in quel bacio riuscii a sentire la paura che aveva provato poche ore prima. – Questo è più difficile da tradurre.- Dissi a pochi millimetri dalle sue labbra. 
- Resta con me. - Sussurrò senza allontanarsi. – Vieni con me. -
Sorrisi, finalmente me lo aveva detto. – Non lo so, ci devo pensare.- Dissi facendo la finta pensierosa. Lui si tirò su guardandomi e facendo l’offeso. Lo tirai per la maglietta verso di me e prima di baciarlo dissi. – Sì, certo che vengo con te. - Poi le nostre labbra si unirono di nuovo. Il bacio si fece sempre più appassionato, gli misi le mani tra i capelli e lui sotto la nuca per avvicinarmi sempre di più alle sue labbra.
- Questo penso di sapere cosa significa.- Disse lui ridendo.
Io risi a mia volta. – Sì, ma sarà meglio aspettare di essere lontani da occhi indiscreti, prima di continuare il discorso.-
Poi si chinò a baciarmi un’ultima volta mentre il dottore si avvicinava.
 
 
 
5 anni dopo…
- El!- Gridò Dean dal piano terra della casa di Bobby. – Piccola noi stiamo per andare.- Continuò lui.
Finii di legarmi i capelli e scesi di corsa, andando a sbattergli contro, visto che mi aspettava in fondo alle scale. – Ehi piano per le scale.- Disse accarezzandomi la pancia. – Qui c’è qualcuno che potrebbe protestare.-
Gli misi le braccia al collo, mentre lui continuava a tenerla sulla mia pancia leggermente più grossa del dovuto. – Questa volta non vengo solo perché non riesco a staccarmi dalla tazza del cesso per praticamente tutto il giorno.- Dissi guardandolo negli occhi. – Ma alla prossima voglio esserci.-
Quei cinque anni insieme ci avevano cambiati. Sapere che lui andava a caccia senza di me, mi faceva stare in ansia per tutto il tempo in cui stava via. Avevamo imparato a guardarci le spalle a vicenda, io, lui e Sam, e non sapermi lì mi straziava. Se non ero con loro durante la caccia e non vedevo con i miei occhi che tutto andava bene e che non si facevano sfuggire nulla, non riuscivo a stare calma. Se in più si aggiungevano anche le dosi di ormoni aggiuntive, mi si poteva definire una bomba ad orologeria.
Lui mi baciò dolcemente e mi sorrise. – Aspetta e spera allora. Perché qui siamo in due contro uno e ti legheremo se questo significa tenere al sicuro te e il piccolo Dean.- Disse lui.
- Non sai ancora se sarà un maschietto.- Dissi sorridendo.
- No, ma so che deve stare al sicuro e questo significa che tu rimarrai qui.-
Cercai di protestare, non capiva che quando era fuori casa ero in pensiero per lui ogni secondo che passava. Mi zittì con un altro bacio ancora prima che iniziassi a parlare. – Non ricominciare, ti prego.- Disse.
Sospirai. Lui raccolse la borsa dai piedi delle scale e si diresse verso Sam che aspettava sulla porta. – Ci vediamo tra qualche giorno.- Mi fece l’occhiolino e chiuse la porta dietro di se.
- Stai attento.- Sussurrai mentre usciva.
Era stata davvero dura in quegli anni, se solo pensavo a come c’eravamo conosciuti mi veniva da ridere. Ci erano cascati addosso tanti di quei casini in cui non avrei mai immaginato di trovarmi in mezzo. Lucifero, l’apocalisse, i leviatani… Ma soprattutto la morte di Rufus e Bobby. Non si può dire che tutto si fosse sistemato, i problemi esistevano e continuavano ad arrivare. Con molta fatica, però, ce l’avevamo fatta e avevamo provato a tirare avanti. Avevamo ricostruito la sudicia casa a cui eravamo tanto legati e ci risiedevamo stabilmente tra una caccia e l’altra. Ovviamente sapevo che i nostri problemi non sarebbero finiti lì. I mostri continuavano a esistere e anche se era bello sognare, un bambino non avrebbe mai cambiato quello che eravamo. Saremmo stati sempre cacciatori e non avremmo potuto ignorare la gente che moriva quando noi potevamo salvarla.


**______Angolo dell'autrice______**

Allora, siamo arrivati alla fine.
Vi saluto e vi ringrazio tanto per aver seguito la mia storia :)
Un ringraziamento a mijagi89 e stefy77 per aver rispettivamente aggiunto la storia tra le preferite e le seguite.
Un grossissimo abbraccio e ringraziamento a Lavandarose e Concy_93_ per averla aggiunta alle seguite e per i commenti che mi avete lasciato, non sapete quanto mi abbiano fatto piacere :)    (mi mancheranno le vostre recensioni).
Probabilmente ci sarà un seguito, ma per il momento non so ancora quando lo pubblicherò, tra studio e tutto il resto non trovo il tempo di scriverlo decentemente. 
Comunque spero a presto! 
E grazie ancora.
  
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