Anime & Manga > Host club
Segui la storia  |       
Autore: Lena Mason    24/02/2013    4 recensioni
“Era una fredda giornata di fine Ottobre, all’incirca verso mezzogiorno, quando una ragazza varcò le soglie dell’aeroporto di Narita, Tokyo, Giappone.”
L’arrivo di questa nuova ragazza all’accademia Ouran porterà parecchio scompiglio. Nuove amicizie, nuovi interessi e nuovi problemi colpiranno l’amato Host Club.
Riusciranno a salvarsi anche questa volta?
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Haruhi Fujioka, Kyoya Ohtori, Nuovo personaggio, Tamaki Suoh, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

Capitolo II


Dopo cena gli adulti si riunirono nel grande ufficio del padre di Rossana al secondo piano, mentre gli adolescenti si accomodarono in salotto con una tazza di caffè.

Tamaki come al solito era incuriosito da tutto ciò che lo circondava, in particolare dalle foto poste su uno dei mobili: la maggior parte erano di Rossana durante concerti o video musicali.


«Ma Rossana-chan come mai hai gli occhi di colore diverso nelle foto?».

 

«Lenti a contatto verdi. Il mio manager dice che con i capelli rossi stanno meglio che i miei castani» disse, alzando gli occhi al cielo per la stupidità del suo manager.

 

«È una cosa..» disse Hikaru.

 

«…Stupida» concluse Kaoru.

 

«Lo so, ma devo seguire quello che decide il mio manager…la maggior parte delle volte…» rispose la ragazza, prendendo un sorso di caffè.

 

«Ho sentito che terrai un concerto qui a Tokyo» esordì Kyoya, sistemandosi gli occhiali sul naso.

 

« Sì, tra due settimane, in uno dei grandi Hotel in centro. Non sarà il mio solito concerto pieno di fan, quindi sarà meno faticoso prepararlo, fortunatamente» spiegò la ragazza «in qualunque caso, penso che mio padre inviterà le vostre famiglie e voi di conseguenza».

 

Intanto nell’ufficio di Thomas Crowe si parlava di affari: prima tra tutti c’era la questione della stilista. La madre dei due gemelli sapeva che ingaggiare Rossana e far si che lei indossasse le sue creazioni sarebbe stata una grossa spinta per i suoi già proliferanti affari.

La ragazza era famosa e anche molto carina: aveva un fisico europeo, diverso da quello delle ragazze giapponesi e uno stile particolare.

Aveva studiato i suoi precedenti lavori, dai concerti ai video, e sapeva esattamente cosa creare per lei: sarebbe stata divina nelle sue creazioni.

Il preside dell’Ouran, invece, spingeva per la borsa di studio che la famiglia Crowe voleva offrire all’accademia: l’unico che sembrava un pesce fuor d’acqua era Yoshio Ootori.

Essendo la sua famiglia nel campo della medicina non sembrava avere niente in comune con la famiglia Crowe, ma sia lui che Thomas sapevano perché si trovavano lì.

Gli ospiti si ritirarono nelle loro case verso le undici di sera e appena furono usciti, Rossana si tolse le scarpe e mentre saliva in camera anche il vestito fu sfilato: era abituata a vestiti molto più comodi ed era anche quello il motivo per cui non avrebbe indossato quell’oscena divisa dell’accademia; non solo la faceva sembrare un’idiota bambola di porcellana, ma il colore faceva violentemente a pugni con i suoi capelli. Avrebbe indossato una divisa alternativa, composta da una camicia bianca con un foulard usato a mo’ di cravatta e gonna nera. Sarebbe stata fin troppo visibile in mezzo la folla, ma meglio che sembrare una sorta di semaforo a metà.

Mancavano due giorni a lunedì ed iniziava a sentire la tensione: sapeva che la sua presenza all’Ouran avrebbe portato scompiglio, almeno nei primi giorni.

 

*


Il lunedì tanto temuto da Rossana arrivò fin troppo in fretta: si ritrovò davanti ai cancelli dall’Accademia Ouran, pronta ad iniziare una nuova carriera scolastica che, lo sapeva, si sarebbe rivelata fin troppo dura.

Non conosceva nulla di Giapponese ed il preside le aveva affiancato un tutor del suo stesso anno, ma non ne conosceva ancora il nome.

Camminò lentamente verso l’ingresso, sentendo su di se gli occhi dei presenti: ovviamente sapevano chi era, ma il preside si era raccomandato di lasciarla in pace. Era una star, ma non si trovava in quella scuola per essere aggredita in continuazione dai fan.

I ragazzi la fissavano con insistenza e lei si chiedeva quanti di loro avessero un suo poster attaccato al muro: le venne da sorridere al pensiero, quando qualcuno la affiancò.

Sentì dei profondi sospiri e qualche gridolino eccitato quando Tamaki la salutò con il suo solito modo da provolone, come lo aveva chiamato: era ovvio che il biondo host avesse una stuoia di fan ai suoi piedi e come lui anche i suoi amici.

La accompagnò gentilmente in classe dove il professore la presentò ai suoi compagni, chiedendo loro di non stressarla con domande o assurde richieste: era lì per studiare come loro, dopo tutto.

La fece accomodare nel posto dietro Kyoya Ootori, seduto a destra di Tamaki che si voltò verso di lei, sorridendole a trentadue denti: non poté fare a meno di ricambiare il sorriso del mezzo francese, rendendosi conto che tutti li osservavano.

Una volta che il professore iniziò a spiegare, per fortuna in inglese dato che tutti lo conoscevano molto bene essendo figli di magnati, Rossana sentì il panico prendere il sopravvento: era arrivata ad anno scolastico iniziato da molto tempo, dato che le scuole in Giappone iniziavano ad Aprile e non capiva assolutamente nulla di ciò che il professore di Matematica diceva.

Alla fine della lezione, durante il cambio di aula, Tamaki le si affiancò, vedendo che dopo una sola ora la ragazza era già abbattuta.


«Cosa c’è che non va, Rossana-chan?».

 

« Non ho capito nulla di quello che il professore spiegava… tuo padre mi ha assicurato che mi avrebbe affidato un tutor, ma non ho idea di chi sia…».

 

«Mi pare ovvio che sia io» rispose una voce fredda alle loro spalle, rivelandosi essere quella di Kyoya «dopo tutto sono sempre primo nelle graduatorie del terzo anno».

 

«E anche il primo in fatto di modestia, Kyoya-san» gli rispose Rossana, sorridendogli divertita.

 

«La modestia non è una caratteristica di noi Ootori. Fatti trovare alla fine delle lezioni in biblioteca. Non tardare o me ne andrò» le ordinò, sorpassando i due compagni di classe, mentre Tamaki sospirava.

 

«Sei sia fortunata che sfortunata ad averlo come tutor: è molto intelligente e saprà aiutarti, ma il suo carattere è un po’ particolare» le spiegò Tamaki.

 

«Intendi dire che è uno stronzo frigido?» rispose Rossana fuori dai denti, prima di coprirsi la bocca con la mano.

 

«In termini volgari, direi di sì» le rispose Tamaki, stupito e leggermente arrossito per l’uscita della ragazza: non sapeva perché, ma era certo che Rossana fosse tutt’altro che spaventata dal Lord dell’ombra e non si preoccupava di nasconderlo.

 

Kyoya aspettò l’arrivo della “star” in biblioteca leggendo un libro di medicina: quando la ragazza varcò le soglie della sala, la maggior parte dei presenti iniziò a mormorare, fissandola.

Kyoya decise di capire il perché una ragazza ordinaria potesse attirare così tante attenzioni: le diede una lunga occhiata registrando le differenze che il fisico europeo aveva con quello giapponese.

Aveva i fianchi più abbondanti, così come altre forme del corpo sulle quali preferì non soffermarsi, donde evitare di passare da maniaco: il viso era più affilato di quello a cui era abituato, poiché la maggior parte delle ospiti dell’Host club avevano visi tondi. Gli occhi erano grandi e castani, mentre i capelli, il suo tratto distintivo, erano di un rosso acceso, soprattutto quando il sole proveniente dalle vetrate della biblioteca li colpiva.

Era una ragazza guardabile, per dirla in termini “Tamakeschi” era carina, nulla da dire, ma non aveva nulla di così speciale che spiegasse a Kyoya il perché di tutto quell’interesse nei suoi confronti. Avrebbe indagato sulla sua vita e sulla sua carriera così da scindere ogni dubbio, anche se era certo di una cosa: quella ragazzina era evidentemente sopravvalutata.

Rossana prese posto di fronte a colui che sarebbe stato il suo tutor, sospirando:


«Ma non hanno nulla di meglio da fare che star qui e fissarmi?» chiese retoricamente la ragazza, vedendo che Kyoya ghignava e si sistemava gli occhiali.

 

«Non hai mai pensato di farti stringere gli occhiali almeno la smetti continuare a sistemarli?».

 

«Non siamo qui per parlare dei miei occhiali, ma delle tue evidenti lacune in materie accademiche» le disse freddo e scostante « Dovremo lavorare duramente, a quanto vedo dai tuoi voti».

 

«Sono parecchio impegnata».

 

«Anche io, ma i miei voti sono eccellenti».

 

«Questo perché sei un nerd senza vita sociale».

 

«Faccio parte di un host club, ho una vita sociale».

 

«Chiamala così, se vuoi, ma a me non sembra sia tale. Dopo tutto non credo che tu e il tuo gruppo di maniaci usciate spesso insieme…».

 

«Non ne abbiamo il tempo. Facciamo tutti parte di famiglie facoltose ed oltre alla scuola abbiamo altri compiti a cui adempiere» le rispose Kyoya, iniziando ad irritarsi.

 

La ragazza capì al volo che era meglio non farlo arrabbiare così prese la sua borsa e ne tirò fuori alcuni pezzi di carta.

 

«Sono i biglietti per il concerto di cui vi ho parlato. Uno per ogni membro dell’Host Club, Haruhi-chan inclusa. Spero che troviate il tempo di venire, sarebbe un piacere» gli disse sorridendogli ironica.

Kyoya prese i biglietti dalla mano di Rossana e le sorrise di rimando, in modo tutt’altro che carino.

 

«Dovrei perdermi una serata per venire a vederti cantare e ballare su un palco?».

 

«Ovviamente se preferisci stare a casa e vederti un anime hentai, capirò».

 

«Sei particolarmente fastidiosa».

 

«Mai quanto te, my dear» gli rispose, capendo che tra di loro sarebbe stata guerra aperta.

 

Per due settimane Rossana venne trascinata da Kyoya in una biblioteca poco frequentata dove le insegnava Giapponese, Matematica e qualcosa di informatica.

Quando la ragazza sbagliava aveva preso l’abitudine di colpirla in testa con un foglio di carta piegato più volte: un harisen, insomma.

 

«Piantala di colpirmi con quel coso! Diventerò stupida!».

 

«Non vorrei deluderti, ma lo sei già! Te l’ho ripetuto migliaia di volte che quel suffisso viene usato per gli animali!».

 

«Quindi davvero non posso chiamarti Kyoya-pon? Suona così bene…» rispose la ragazza, divertendosi a farlo arrabbiare.

 

«Prova a chiamarmi in quel modo e troverò il modo per eliminarti e farti sparire senza lasciare traccia» le rispose, guardandola male.

 

«Oh come sei tragico! Tamaki-kun e Honey-senpai sarebbero felici di essere chiamati così».

 

«Questo è vero perché il primo è un idiota, mentre il secondo si sentirebbe più simile al suo Usa-chan se lo chiamassi così».

 

«No, sono semplicemente più simpatici di te».

 

«Non ho mai voluto risultarti simpatico».

 

«Non ne saresti comunque in grado, né con me né con nessun altro sulla faccia della terra».

 

«Le mie clienti all’Host Club la pensano diversamente, mi pare».

 

«Questo perché hai un bel faccino e un bel culo» si lasciò scappare Rossana, troppo presa dal battibecco per accorgersi del suo sproloquiare. Non le piaceva per niente il sorrisetto soddisfatto sulle labbra di Kyoya, né il suo sguardo penetrante.

 

«Ah quindi è questo che in realtà pensi di me?».

 

«No, cioè sì. È appurato che tu non sia brutto e che in alcune parti tu sia ben messo, ma diciamo che ti descriverei più con un frigido bastardo, se mi permetti» gli rispose, senza però far spegnere il sorrisetto sulle labbra dell’Ootori.

 

«Ti do un mese» le disse.

 

«Un mese per cosa, scusa?».

 

«Per innamorarti di me» concluse il discorso Kyoya prima di prendere il suo portatile e uscire, sentendo che la ragazza gli rispondeva male con una frase che suonava tipo: “ Neanche morta, frigido bastardo”.

 

*

 

Le due settimane che dividevano Rossana dal suo concerto erano quasi passate: mancavano due giorni e doveva avvisare Kyoya che non avrebbe presenziato alle sue lezioni di recupero.

Decise quindi di andare a pescarlo direttamente all’Host Club, luogo dove si trovava prima di iniziare la continua tortura nei suoi confronti: era innegabile che l’avesse aiutata molto con gli studi e che fosse un ottimo insegnante, ma il suo carattere eclissava tutti gli aspetti positivi che il ragazzo poteva avere. Dal suo aspetto, decisamente piacevole, al suo intelletto.

Quando la ragazza aprì la porta dell’Host Club le sue orecchie furono invase da un chiacchiericcio divertito e dalla voce di Tamaki che parlava di principi e principesse. Guardando all’interno vide tutti i membri dell’Host Club impegnati con un gruppo di studentesse: i gemelli usavano la tattica dell’amore proibito tra fratelli, causando qualche svenimento, Honey-senpai usava la sua innata tenerezza, Mori-senpai il suo “figo” silenzio, Haruhi la sua spontaneità e Tamaki la sua idiozia, ovviamente.

L’unico che se ne stava in silenzio e continuava a scrivere al suo portatile, mentre le ospiti spasimavano per uno sguardo e gridavano eccitate quando il ragazzo alzava gli occhi su di loro, era Kyoya. Quando si accorse che a varcare la soglia era Rossana, si alzò, con il solito ghigno divertito.

 

«Sei per caso venuta a dirmi che ho vinto la scommessa?».

 

«Neanche per sogno. Ti sono venuta ad avvisare: né oggi né domani potrai divertirti a torturarmi, dato che ho un concerto da preparare».

 

«Questa cosa mi disturba, dato che ho tenuto i pomeriggi liberi per farti entrare qualcosa in quella zucca vuota».

 

«Non è un problema mia, frigido-kun» gli rispose, mentre il resto degli astanti rimaneva in silenzio, intenti a guardare i due battibeccare.

 

«Vedrò di trovare il modo di farmi ripagare per l’inutile perdita di tempo che mi hai causato» disse infine l’Ootori, vedendo che Rossana sbuffava spazientita e salutava tutto gli altri con un sorriso.

 

«Sana-chan, sono contento di vederti!» la salutò Honey-senpai «la torta che mi hai portato l’altro giorno in classe era buonissima! Anche Usa-chan l’ha apprezzata! Grazie!».

 

« Non c’è di che Honey-pon» gli rispose la ragazza, prima di venir stritolata da colui che, a tutti gli effetti, era un suo senpai. Mori si limitò a ringraziarla con un cenno della testa e Kyoya, oltremodo divertito, non poté notare che la ragazza diventava inspiegabilmente rossa di fronte al suo compagno di club e si limitava a rispondere al gesto senza commenti acidi.

Anche il resto degli Host la salutarono ringraziandola per i biglietti del concerto ed assicurando la loro presenza all’evento.

 

«L’unico che non verrà è Kyoya-senpai» disse Haruhi, vedendo che il ragazzo si sistemava di nuovo gli occhiali sul naso e ghignava.

 

«Penso di aver cambiato idea. Verrò con voi» disse il Lord dell’ombra venendo assalito da Tamaki oltremodo felice di avere il suo migliore amico con sé.

Rossana salutò tutti e scappò via come un fulmine: Honey-senpai e suo cugino la guardarono sfrecciare verso un’automobile nera.

 

«Sana-chan è kawaii» disse Honey, mentre fiorellini rosa lo circondavano.

 

«Mh» fu l’unica risposta di Mori.

 

 

 

 

 

Nda: Buongiorno e Buona Domenica! Oggi è giorno di votazioni, ma qui nevica e quindi dovrò rimandare a domani e ne ho approfittato per aggiornare. Spero che il capitolo sia di vostro gradimento e vi spinga a recensire. È apprezzato qualsiasi tipo di recensione, purchè sia costruittiva e non distruttiva. Ringrazio chi ha recensito il capitolo precedente e coloro che hanno messo la mia storiella nei preferiti/seguiti.
Grazie infinite.

Elena 
 

   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Host club / Vai alla pagina dell'autore: Lena Mason