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Autore: Athanate    10/09/2007    2 recensioni
L'ennesimo incarico. Che a Cody piacesse o meno. Ma si rivelerà essere solo quello?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cody Meyers
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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La mattina seguente mi svegliai per prima. Non che fossi mai stata una tipa mattiniera, ma con il coprifuoco a quell’ora dormire di più sarebbe stato impossibile.
Infatti non capivo come le altre due potessero stare ancora inchiodate al letto.
Mi alzai il più silenziosamente possibile, ci mancava solo che le svegliassi.
A questo punto, visto che ero lì tanto valeva fare come aveva detto il capo e cioè ambientarsi. Presi la mia macchina fotografica ed uscii per andare a godermi un po’ di pace mattutina. Erano rare le volte che mi alzavo di buon’ora. È anche vero, però, che più o meno a quell’ora avevo rimesso piede in casa da poco a causa del lavoro quindi ero totalmente giustificata.
Mi aggirai un po’ per i vari campi fino a quando non vidi un cancello un po’ malandato. Si sa, la curiosità è donna. Non potei fare a meno di avvicinarmici. Spinsi lentamente il cancello che cedette sotto alla mia pressione.
Al di là vi era un campetto abbandonato. Ne rimasi affascinata.
Scattai alcune foto al rottame del bus che era stato abbandonato lì.
Va bene, la mia debolezza è la passione per le foto. Adoro scattarle. Mi piace la magia che sono in grado di trasmettere.
- sei una fotografa? -
Mi girai di scatto colta alla sprovvista. Era Adena.
Rimasi alquanto perplessa dalla sua apparizione.
- no, non lo sono, però mi piace ogni tanto scattare qualcosa. -
Non potevo certo dirle che scattare foto mi serviva principalmente per avere prove contro le persone su cui stavo indagando. Sarebbe stato alquanto fuori luogo.
- capisco. -
Passeggiò un po’ per il campo. C’era un silenzio imbarazzato. Non capivo perché era lì, e non capivo che cosa voleva da me.
- ti ho seguita. -
- cosa? – Non potevo crederci. Lei mi aveva seguita.
- in realtà ti ho vista dalla finestra della stanza e volevo sapere che cosa venivi a fare al vecchio campetto. -
- non sapevo nemmeno che ci fosse. Mi stavo solo guardando in giro… -
- sì, ma ero curiosa lo stesso. -
Fece finta di mettere il broncio. Allora capii che era arrivata fino a lì per ristabilire un rapporto tra noi.
- bè, ieri non sei stata così scarsa nella prova. -
La guardai di sottecchi.
- oh no certo, sono stata anche peggio invece. -
- ma no, non così tanto… -
- perché, qualcuno è riuscito a fare un risultato più disastroso del mio? -
Rimase in silenzio per un attimo fino a quando, soffocando una risata, rispose che no, nessuno era mai riuscito a combinare una così impressionante sequenza di disastri.-
- oh, fantastico. -
- dai Cody non te la prendere! -
Si avvicinò a me e mi allungò la mano.
- ricominciamo da capo? -
La guardai negli occhi. Non vi vedevo doppi fini. Le strinsi la mano.
- da capo. -
Senza nemmeno accorgermene ero riuscita a risolvere uno dei miei problemi. Anzi no, non l’avevo risolto io. Con un gesto che forse io non sarei mai riuscita a compiere così facilmente Adena mi aveva spiazzata.
Forse partivo con troppi pregiudizi nei confronti di questi ragazzi.
- non so te, ma io ho una certa fame. Che ne dici di andare in mensa? -
Io non sono mai stata molto mattiniera, quindi per me la colazione coincideva in realtà con il pranzo, ma, vista la giornata che mi si prospettava davanti, convenni che era meglio fare una buona colazione.
Ci avviammo verso la mensa facendo i primi approcci.
Mi costò molto doverle mentire sulla mia vita, ma non potevo rischiare di far saltare la copertura. In fondo non potevo ancora essere sicura di potermi fidare al 100%.
Una volta entrata in mensa i miei occhi si illuminarono.
Venni colta da una gioia improvvisa. Il mio viso doveva aver iniziato a brillare perché anche Adena se ne accorse.
- Cody, tutto ok? -
Mi voltai verso di lei con un sorriso a 32 denti.
- sì Adena, non ti preoccupare va tutto bene -
Davanti a me c’era una caraffa di caffè. Non quello delle infide macchinette. Caffè vero. Almeno, l’aspetto lo faceva apparire tale.
Mi fiondai verso la prima caraffa con una tazza in mano.
Un punto a favore della Cascadia.
Quando mi girai con la mia tazza fumante in mano vidi Adena impalata di fronte a me con un’espressione allibita stampata sulla faccia.
Feci un veloce riassunto mentale per cercare di capire che cosa l’avesse portata a quello stato di trance. Realizzai. Avevo avuto il tipico comportamento di una malata psicopatica.
Non seppi come giustificarmi. Allora sfoderai uno dei miei migliori sorrisi e le chiesi dove potevamo sederci.
Lei si destò e dopo aver velocemente afferrato la sua colazione mi condusse verso un tavolo.
- tu non mangi niente? -
- no, mi basta il caffè per iniziare bene la giornata. -
- ah…capisco. Tanis dovrebbe arrivare tra poco. -
Mi irrigidii.
- non ti preoccupare. Non è come sembra, in realtà con lei si sta molto bene. -
- lo spero… -
Presi a sorseggiare il mio caffè.
Con la coda dell’occhio vidi avvicinarsi una figura famigliare. Focalizzai meglio. Era Squib.
- Ciao Cody! -
- oh ciao Squib, già sveglio? -
Si accigliò. Fantastico. In 3 parole ero già riuscita a combinare un disastro. Cody Myers 0 relazioni sociali 1. - Gunnerson ha detto che sono “fuori forma” e vuole mettermi sotto in questi giorni. –
Evitai di commentare e mi limitai ad annuire per evitare di peggiorare la situazione.
- e tu Cody che cosa fai? Se non giochi allora hai la mattina libera, le lezioni inizieranno solo nel pomeriggio- Non ci avevo mica pensato.
- già hai ragione. Credo che cercherò di informarmi sulle regole qua, sai non vorrei dover combinare disastri in più. -
- ma no, ci penso io ad illustrarti le meraviglie della Cascadia. -
- meraviglie? -
Mi fece l’occhiolino complice, poi mi si avvicinò e mi sussurrò all’orecchio – fidati del vecchio Furlong, non è poi così male la Cascadia, basta saperci vivere. -
Poi si allontanò lasciandomi con la mia tazza a mezz’aria.
- vieni a vedere l’allenamento? Dopo ti farò da guida. -
- certo, nessun problema. -
Mi sorrise contento. Gli sorrisi estasiata.
Quando se ne andò ripresi a bere il mio amato caffè cercando di nascondere il rossore.
Adena ci mise appena 5 secondi per rendere vano il mio tentativo. Mi tirò una gomitata “soft” che bastò a farmi quasi rovesciare addosso il nettare nella tazza. Presi un tovagliolo e mi pulii intorno alla bocca.
- che c’è? – lo chiesi con tono assolutamente innocente.
- come “che c’è”? ma è ovvio, cosa confabulate tu e Squib? -
- come? Ma che ti salta in mente? Non confabuliamo assolutamente niente. -
- oh andiamo ma con chi credi di parlare? Di alla zia Adena che cosa sta succedendo. -
Mi fece gli occhi da cerbiatto. Santo cielo.
- non ho niente da dichiarare. -
Continuò a guardarmi. Poi aggiunse anche un furioso sbattimento di palpebre per rafforzare l’effetto.
- ok va bene, ma smettila prima che ti venga una crisi epilettica. -
Sorrise gioiosa.
- allora vediamo. Ieri sera quando sono venuta qui a prendere un caffè l’ho incontrato e abbiamo scambiato 4 chiacchiere. Fine -
Sembrava delusa. Mica era colpa mia.
- sì ma a te piace non è vero? -
La guardai allibita. Ma era una sensitiva?
- no – il mio tono non convinceva nemmeno me.
- se se come no Cody. -
Stava per aggiungere qualcosa quando qualcuno si sedette al nostro tavolo. Salvata in corner.
Alzai lo sguardo per vedere chi fosse la mia ancora di salvataggio. Tanis. Fantastico.
Cercai però di non essere scorbutica come al solito e le sorrisi cordiale.
- ciao Tanis -
- quello è il mio posto. -
Mi si gelò il sorriso in faccia.
Osservò per un po’ la mia espressione e poi scoppiò a ridere.
- lieta di essere così buffa da rallegrare la tua giornata. – le dissi sarcastica.
Continuò a ridere. Alla fine mi unii anche io alla sua goliardia.
Questa volta misi da parte l’orgoglio e ripetei il gesto che Adena aveva rivolto a me. E fu così che anche con Tanis le cose cominciarono ad andare meglio.
Adena aveva ragione. Ed io avevo giudicato male.
  
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