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Autore: _Pan_    11/09/2007    3 recensioni
Questa fanfiction sta diventando la villa del Papa, nel senso che non so davvero quando finirà perchè all'inizio erano nove capitoli, ora sono quattordici. Comunque, Silvia verrà a conoscenza di qualcosa di strano e interessante, una profezia. Cosa succederà?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Apollo, Silvia de Alisia
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ecco il penultimo capitolo :) Non so perché ma questi ultimi mi sono venuti più lunghi degli altri... questo insieme al prossimo è il più lungo di tutta la storia :P

15 – Una proposta interessante

Apollonius non si diede nemmeno il tempo di pensare che, in un certo senso, aveva vinto, che corse subito da Celiane. L'Angelo non emanava più la luce della Pietra, e le sue energie si stavano rapidamente esaurendo.
Sollevò la ragazza per le spalle e l'avvicinò a sè. Stava per cedere il posto alla sua reincarnazione, lo sentiva, ma non voleva andarsene prima di sapere che lei stava bene.
“Celiane..” la chiamò, col fiatone. “Svegliati”
La pietra si era ricomposta e la teneva nella mano sinistra, perchè con l'altra stava tenendo Celiane. I frammenti del suo spirito che erano nel medaglione tornarono al loro posto e Celiane si svegliò.
“Che mal di testa, miseriaccia..” disse, sollevandosi un po' e massaggiandosi la testa. “Quel tizio non sa come si trattano le ragazze!”
Apollonius sorrise. Pensò che non era cambiata affatto, come se tutto quel tempo non fosse mai passato, era sempre stato così dopo le battaglie.
“Ehi.. mio salvatore” disse lei, di nuovo. “Sempre pensoso? Se sei vivo l'altro e morto e se l'altro è morto noi abbiamo vinto e se noi abbiamo vinto..”
“Ti prego” le disse, mettendole un dito sulle labbra. “Almeno quando sei stanca, non parlare. Abbiamo un'ultima cosa da fare prima di lasciare il posto alle nostre reincarnazioni.”
“Ma che diamine blateri?” chiese lei, sconcertata “Sono così stanca che non riuscirei a sollevare nemmeno un capello e tu mi chiedi di fare qualcos'altro? Che ci pensino le nostre reincarnazioni, che diaminaccio!”
“Celi'” disse lui. “Lo sai, la Profezia parla chiaro.”
“Beh, uomo.. anzi.. Angelo delle Tenebre forzuto, aiutami ad alzarmi e forse combineremo qualcosa!”
“Ai suoi ordini, Milady!” disse lui, porgendole la mano.
“Si..” disse lei, scettica “E secondo te ho la forza di fare tutta questa fatica? Ti sei bevuto il cervello, caro?”
“Tu sei una persona... impossibile” disse, prendendola in braccio. “Sei comoda?”
“Sto perfettamente, possiamo andare.”
Dal portale per la dimensione di Ravhen, che era rimasto aperto anche dopo la sua morte, uscì il corpo di un bambino, senza vita, dopodichè il portale si richiuse, senza possibilità di aprirlo nuovamente.
“Questo bambino..” disse Celiane “La mia reincarnazione è molto affezionata a lui.”
“Questa è la reincarnazione di mio fratello. Quello che è morto a causa della guerra contro gli angeli della razza di Ravhen, è stato la prima vittima di quel bastardo.” le spiegò Apollonius
“Sembra che sia il suo destino.”
Apollonius sorrise mesto, ricordando la sua infanzia, ma poi si voltò verso Celiane e, prendendole la mano la condusse vicino al corpo di quello che abbiamo capito essere Rudy.
“Ti ho detto che abbiamo un lavoro da fare no?”
“Che intendi?” chiese lei.
“Le nostre reincarnazioni sono andate da quella di mia madre, in questo tempo porta il nome di Eve, non molto diverso, effettivamente dal suo di tempo fa. Comunque, la Profezia diceva che dopo che Sole e Luna sconfiggevano il nemico dovevano ridare la vita al bambino sacrificato, ovviamente loro non lo sapevano perchè quel pezzo era rovinato. Comunque sia, noi dobbiamo salvare la vita di questo bambino, Celi'”
“È chiaro.” disse Celiane, sorridendogli.
“Bene” disse lui. “Dammi anche l'altra mano.”
Lei fece come gli diceva e si misero ai lati del corpo di Rudy e la pietra gliela misero tra le mani, che prima erano lungo i fianchi, si concentrarono su di lui e la pietra cominciò a brillare.
“Funziona?” chiese Celiane.
“Concentrati” disse Apollonius. “Ne parliamo dopo”
Dopo pochi minuti la Pietra smise di brillare e sia Apollonius che Celiane sentirono le forze abbandonarli. E Apollonius non potè mantenere l'impegno preso poco prima con Celiane perchè svennero entrambi.

Rudy fu il primo a risvegliarsi dei tre, e la prima cosa che vide fu Mary che correva verso di lui. Si alzò a sedere e si guardò intorno cercando di capire dove si trovasse, era confuso.
“Stai bene, tesoro?” chiese Mary, abbracciandolo. “Per fortuna ti hanno salvato!”
“Ehi.. ma.. cos'è successo?”
“Niente di importante” disse Apollo, massaggiandosi la testa.
“Che mal di testa!” esclamò Silvia. “Accidenti..”
“Credo di aver già sentito questa frase..” disse Apollo pensieroso.
“Davvero? Anche a me sembra di averla già detta!” e tutti e due scoppiarono a ridere. “Mio fratello, va portato in infermeria. È svenuto”
“Ho già fatto” la rassicurò Mary, “ho trovato prima lui di voi, sapete quanto ci ho messo?”
“No, mi spiace” disse Apollo, prendendo in braccio Rudy, che barcollava “Eravamo svenuti. Ho una domanda e una fame da lupi”
“Provvediamo alla domanda mentre camminiamo!” propose Mary.
“Siamo d'accordo!” dissero tutti e tre in coro.
“Beh?” chiese Mary ad Apollo. Ma il suo stomaco lo precedette dando segni di lamentela.
“Chi ha vinto?” chiese, grattandosi la testa.
“Immagino che abbiate vinto voi, visto che la terra non è distrutta, e siete tutti vivi. E comunque, abbiamo trovato il cadavere di Ravhen, pare si sia trafitto da solo con la sua lancia.”
“Magari si è pentito” disse Silvia.
“Non lo so” le rispose Apollo, dubbioso “Non so perchè ma non mi sembra plausibile!”
“La verità è che tu pensi sempre male di tutti!”
“Ma non sarà un po' il contrario, principessa fessa?”
“Come mi hai chiamata?”
“Ti ho chiamata per come sei veramente, una fessa!”
“Brutto animale con il cervello di un gorilla!”
“ORA BASTA!” urlò Mary, spazientita. “Scommetto che Apollonius e Celiane non facevano i bambini come voi due! Insomma avete vent'anni! Datevi una regolata!”
Non sapevano bene perchè ma Apollo e Silvia avrebbero avuto da ridire su quell'ultima affermazione.

Arrivarono poco dopo alla reggia. Silvia propose di andare da Eve per darle la bella notizia e per ridarle la sua Pietra ma Apollo aveva già preso la direzione delle cucine.
“Magari dopo” le disse. “E comunque, sono sicuro che sa già che abbiamo vinto, in quanto alla pietra, non essendo più utilizzabile.. credo che possiamo anche aspettare, nessuno verrà a rubarcela!”
“Ma si! Mangiamo!” disse Silvia. E appena arrivarono al tavolo, imbandito apposta per loro, si gettarono sulle pietanze come squali su una vittima ferita.
“Sembra che non mangiate da anni..” notò Mary.
“Sai..” disse Silvia, cercando di ricordare gli avvenimenti. “Ho visto Apollonius, oggi. Mi ha detto che sei stato tu a chiamarlo per venirmi ad aiutare!”
Apollo per poco non si soffocò con la coscia di pollo che stava ingurgitando. “Eh?” le chiese
“Parlo sul serio. Non so come facesse Celiane a sopportarlo, un maleducato da non augurarselo! Io parlavo e lui mi ignorava deliberatamente dicendomi solo che aveva bisogno di Celiane.”
“Magari perchè la situazione era critica e non poteva permettersi di perdere tempo?” chiese Apollo, sempre con la bocca piena.
“SEMPRE RAGIONE DEVI AVERE, EH?”
“Guarda che è solo la risposta più logica. Che gli hai chiesto?”
“Come faceva a sopportarlo Celiane.. e poi gli chiedevo come fare per diventare Celiane”
“E ti aspettavi anche che ti rispondesse con un nemico da fronteggiare?”
“Uomini!” disse Silvia, girandosi dall'altro lato e continuando a mangiare.

Partirono da Winphen quel pomeriggio, dopo aver salutato Eve e averle consegnato la Pietra e arrivarono pochi giorni dopo, di sera alla Daeva, dove vennero sommersi dai loro vecchi compagni. “Ehi!” disse Tsugumi “Ho sentito che ce l'avete fatta! Purtroppo io ero in infermeria a fare la guarda a Toma in caso si fosse svegliato quando è successo tutto e me lo sono perso, però gli altri hanno visto tutto dai Vector! Alla fine, Apollonius e Celiane ci hanno salvati un'altra volta! A proposito, Toma si è svegliato e sta bene.”
“Tsugumi” disse Silvia, stordita dalla velocità delle parole dell'amica e dalla stanchezza “Ne parliamo domattina, qualunque cosa tu abbia detto.”
“Concordo” disse Apollo, con uno sbadiglio colossale.
Così anche le chiacchiere di sottofondo degli altri element si fermarono, facendoli salire nelle loro camere. Apollo, non avendone ancora una tutta sua, fu costretto a seguire Silvia. Troppo stanchi per pensare a cose maliziose, appena appoggiarono la testa sul cuscino si addormentarono.
Il dramma, per così dire, avvenne la mattina dopo. Apollo si svegliò per primo, veramente riposato per la prima volta in vita sua. L'occhio gli cadde su Silvia e non potè far altro che pensare a quanto fosse diversa quando dormiva da quando era sveglia. Dopodichè si svegliò anche lei, con uno sbadiglio che avrebbe fatto impallidire quello di Apollo della sera prima.
“Che hai da guardare?” chiese lei, fissandolo.
“No.. niente.. è che sei così poco animalesca quando dormi, non credevo nemmeno che fossi tu”
“Eh?” chiese lei, sorpresa per la risposta “Come ti permetti?” cominciava ad arrabbiarsi “Maleducato.”
“Sei sempre la solita, eh?”
“Che cosa vuoi dire? Brutto animale con il cervello di un gorilla!” da lì iniziò la lotta con i cuscini. “Me la pagherai, per tutte le offese che mi hai detto finora”
“E tu non sarai da meno.” le rispose, armandosi anche lui di cuscino.
Dopo una buona mezz'ora di cuscinate, decisero che era meglio smetterla, anche perchè Silvia si era stancata e per dare una lezione al suo coinquilino gli si buttò letteralmente addosso.
“Sono decisamente più pesante di un cuscino.” gli disse
“L'ho notato.” disse lui, con voce fintamente soffocata “Però, adesso sei mia”
“Che hai intenzione di fare?” chiese lei, divertita, vedendo che si apprestava a farle il solletico “Non ci provare, Apol.. Apollo..” e scoppiò a ridere.
Poi Apollo smise di farle il solletico e la baciò, senza preavviso, e lasciò di stucco perfino Silvia, che però rispose.
“Stavolta” le disse, staccandosi di poco “Non ce la fai a fregarmi”
“Apollo..” disse lei, come se non volesse tornare su quell'argomento. “Che ti ho detto?”
“Che non vuoi fare niente prima...”
“Di essermi sposata.”
Apollo si avvicinò al suo orecchio, e sussurrando le disse: “Sposami, allora”

  
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