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Autore: _Eleuthera_    11/09/2007    7 recensioni
Torniamo indietro negli anni, quando Murtagh era alla corte di Galbatorix.
Incontriamo Leda, che potrebbe essere diversa da ciò che sembra.
Guerra, tradimenti e, sì, anche amore, forse.
Le cose non sono mai come sembrano.
Genere: Avventura, Fantasy, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Galbatorix, Murtagh, Nuovo Personaggio
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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14. Perché mi incombe questa angoscia, mi domina sul cuore e gli svolazza intorno come un cattivo presagio? (Eschilo – Agamennone)



Io… non… posso… come si muovono le gambe. Da sole. Perché? Io non voglio. Voglio fermarmi. Basta, non trascinarmi. Ti prego. Lasciami qui. Non serve a niente, non ho bisogno del tuo aiuto. Lasciami! È colpa mia. Tutta colpa mia. È colpa mia.

Rumore ovunque, quante vite stanno morendo? Quanta gente hai ucciso oggi? Hai la spada insanguinata. Quanta gente è morta a causa mia?

Tu, dimmi tu che lo sai da più tempo di me, meglio di me. Si può ignorare il sangue? Il sangue che ti scorre nelle vene è solo futile materia o è qualcosa di più nell’anima? È il tuo marchio? È la tua condanna il tuo destino?

Rosseggiare.

Il tramonto che muore.

Forse non ho mai smesso di amarti.

Rumore troppo rumore. Mi fa male la testa. Smettila di trascinarmi. Non voglio correre, voglio fermarmi e chiudere gli occhi… forse voglio scappare Voglio affrontare voglio restare qui.

Lasciami Murtagh.

Mi odi, vero?

Cosa è successo ai tuoi occhi freddi gelidi?

Io sto morendo. Da troppo tempo. Lo hai capito – no.

Non ho bisogno di farmi domande.

Ho bisogno delle tue risposte e basta.



Non so se Leda si rendesse davvero conto di quello che stava facendo, quando si è messa in mezzo fra Eragon e Galbatorix. Non ce l’ho fatta a fermarla. Lei è scappata, si è messa a correre e lo ha raggiunto… e la spada di Eragon si è fermata accarezzandole il fianco con la punta sanguigna, e ho visto un lampo di smarrimento, il mio stesso smarrimento.

Perché volevi conoscere la morte, Leda?

Ho sentito così tanta PAURA che neppure mai avevo pensato di…

Il terrore è peggio della morte sai?

La paura di vederti morta, Leda.




Puoi continuare a camminare ma io ho visto.
Mio padre sta combattendo contro Eragon…

BASTA, BASTA, BASTA!!

Non ce la faccio più, basta, vi prego basta…
Non serve a niente.



«Basta!» ha urlato Leda, estraendo la lama di Eragon dal fianco, rilucendo di energia che si spegneva lenta… troppo lenta… innaturalmente lenta…

«Basta… vi prego».

Poi è crollata a terra senza più luce, e il buio l’ha abbracciata, stretta.




Forse almeno il buio
Forse almeno il buio sarà capace di amarmi.



Io pietrificato.

Un idiota.

Sono arrivato giusto in tempo per raccoglierla, fredda sul pavimento.

Eragon che guardava la spada sconvolto.

Galbatorix che moriva, perché ormai per lui era troppo tardi, ma Leda non lo aveva capito.

E sul suo ultimo ghigno malefico passò un’ombra e sorrise davvero

prima di crollare anche lui.





Il buio era accogliente come un fiume gelato in piena. Come sfuggire alle sue onde, al suo abbraccio candido, freddo, trasparente come il cielo sporco?

Quando ho aperto gli occhi la prima cosa che ho visto sono stati gli occhi [così chiari] di Murtagh.

E mi è venuta voglia di piangere.



Io sì che avrei pianto, sai? Ma ho dimenticato come si fa e adesso è troppo tardi.





Amarti è sempre stato così difficile.

Così faticoso.

Però le sfide piacciono anche a te, giusto?

Ho sempre pensato che tu fossi il massimo… qualche volta mi scordavo che eri umano.

Ma le tue mani tremanti e i tuoi occhi lucidi non sono mai stati più belli di ora, Murtagh…



Ho dimenticato come si piange.



Quindi ora tocca a noi ricostruire questa terra?

L’eredità più grande e più pericolosa.

Ma se c’è una cosa che ho imparato è che puoi sfuggire da qualunque cosa, ma non da te stesso.

E quindi basta, basta rinchiudersi in sé stessi che è autodistruzione e basta dimenticare quello che sì è per poter essere quello che non si è…

Basta, apriamo gli occhi per una volta e usciamo allo scoperto, smettiamo di nasconderci.

Noi esistiamo e di questo c’è da esserne orgogliosi.

Quindi basta silenzio.

Io ti amo Murtagh.

Lo griderei al mondo intero.



E se non mi ami non importa – non importa più niente, perché io ti amo e sentire che non è così per te non cambierebbe le cose. Non posso smettere di amarti. Non so come si fa.

Allora prendiamo fra le mani questa eredità.



Leda si svegliò che era da qualche parte, oltre il campo di battaglia, oltre la città.

La prima cosa che vide furono gli occhi di Murtagh.

[Non più freddi, non più gelidi - chiari, chiarissimi…]

«Come stai?».

Leda gemette.

«Io…»

«Credevo che fossi morta».

«Pensi che io possa morire così facilmente?».

Sarcasmo. Leda non era mai cambiata davvero. Solo che adesso le lacrime si riflettevano pallide nei suoi occhi.

«Mi hai fatto prendere un colpo».

«Anche tu, quando mi sei andato addosso…»

«Io ti sono andato addosso?!»

«Sì! Con quella storia della finzione! Io non avevo detto nulla a Galbat…»

Un lampo di Terrore.

«Galbatorix…»

Murtagh non disse una parola.

«Lui è…»

Leda cercò gli occhi di Murtagh senza trovarli.

«…è morto, vero?»

Murtagh annuì.

Leda scoppiò in lacrime, in silenzio, come piange chi odia piangere.

E quindi basta, basta rinchiudersi in sé stessi che è autodistruzione e basta dimenticare quello che sì è per poter essere quello che non si è…



Murtagh decise che non gliene importava più niente, e l’abbracciò.

Per una volta decise di lasciare perdere ogni stramaledetta bugia di Galbatorix e strinse Leda come se non volesse lasciarla più andare.



«Murtagh?»

«Mh?»

«E adesso?»

«Immagino ci cercheranno per ammazzarci».

«Cosa?!»

«Tu sei la legittima regina di Alagaësia, e io il principale esecutore della battaglia delle Pianure Ardenti, il braccio destro di Galbatorix…»

«Tu sei Murtagh, Murtagh e basta, accidenti!»

«…»

«Non voglio dire che devi dimenticare o fare finta di non fare quello che hai fatto. Non ti tolgo alcuna colpa. Solo… ricordiamoci che la vita va avanti, con tutte le responsabilità eccetera, certo… ma bisogna essere capaci di vedere oltre le righe. Altrimenti, niente serve più a niente».

Basta, apriamo gli occhi per una volta e usciamo allo scoperto, smettiamo di nasconderci.





«Io ti amo».

«Cosa?!».

«Ti amo, Murtagh».

«…»

Anche a te piacciono le sfide, giusto?





«Leda?»

«Sì?»

«…»

«…»

«Andiamo ad affrontarli».

«I… i Varden?»

«Sì».

«Va bene».

«…»

«Murtagh?»

«Sì?»

«Promettimi una cosa».

«Cosa?»

«Qualunque cosa succeda, ti prego, almeno per una volta smettila di odiarti. Almeno per una volta».

Noi esistiamo e di questo c’è da esserne orgogliosi.





«…Leda?»

«Sì?»

«…forse ti amo anch’io».


«..forse?»

«No. Ti amo e basta».












.................corner A
Ragazzi, che tristezza. Questo è l'ultimo capitolo. Poi ci sarà l'epilogo. Che non sarà molto allegro.
Ebbene, voi come credete che finirà? Aspetto le vostre ipotesi, e i vostri commenti! ^^ A proposito di commenti, grazie a tutte quelle santissime creature che lasciano una recensione! Domo arigatoo!

Spero abbiate capito questo capitolo. Le parti in grassetto sono dedicate a Murtagh, le altre a Leda. Ho fatto largo uso del mio stile casinista - ovvero una sottospecie di flusso di coscienza, anche se flusso di coscienza propriamente non è. Spero vi sia piaciuto!

A presto, con l'epilogo. E' già scritto, dovrò solo tradurlo in HTML. Visitate spesso EFP, perché presto scorrendo la barra dei capitoli vedrete un numero 15 affiancato dalla scritta "Epilogo"...

Sayonara!
Ele.
   
 
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