Fantasia su di un cosmo feudale
IV
Il Portento era pronto alla battaglia, con il suo scudiero al fianco. Era tradizione che il vincitore del confronto decidesse della sorte dello scudiero del rivale: se ucciderlo o prenderlo con sé. Il Portento era molto geloso del suo uomo e non avrebbe permesso ad altri di averlo. Piuttosto l'avrebbe ucciso lui stesso.
Il suo avversario era molto più alto di lui, ma molto più fragile. Sembrava che quelle gambe sottili reggessero a stento il peso del suo corpo. Lo scudiero parlò:
-Mio signore, ho avuto modo di osservare il tuo avversario. È molto veloce e tenterà di perforare il tuo corpo con le sue dita sottili. Non permettere che ti tocchi.-
Il portento fu compiaciuto.
-Hai svolto bene il tuo compito. Hai altri consigli da darmi?-
-Mio signore, utilizzate quella montagna come quando mi avete trovato sul pianeta.-
C'era infatti una montagna presso il luogo dello scontro. Quando la giostra ebbe inizio, l'avversario si dimostrò davvero molto veloce. Il Portento decise così di abbattere la montagna e scagliarla contro il suo avversario. Lo scudiero aveva parlato bene: l'altro così esile non riusci a resistere a tale forza e fu sconfitto. Il portento gioì: aveva davvero un magnifico scudiero! Per mostrare a tutti che il suo uomo era lo scudiero migliore, schiacciò quello dello sconfitto.