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Autore: _World_    25/02/2013    1 recensioni
Hawke-Fenris.
Ormai era passato più di un anno, e i componenti stavano imparando a conoscersi, a capirsi. Cominciavano a saper che fare.
Forse, l’unico punto interrogativo rimasto era Fenris, così distante e schivo, con il palese odio verso i maghi, ma paradossalmente, l’unica che riusciva ad avvicinarlo era proprio Amaranta Hawke.
PS: Il raiting è momentaneamente giallo ma potrebbe variare anche a rosso, credo.
Genere: Fantasy, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAP 9


Anders si schiarì la gola imbarazzato non sapendo bene che dire. Gli occhi smeraldini di Fenris puntavano a quelli scuri di Hawke, non abbandonandoli un istante. << Non importa. >> disse infine carico di rabbia andandosene.
Amaranta sbuffò passandosi una mano tra i capelli, mentre il mago gli andava incontro.
<< Fenris aspetta cosa posso fare per te? >>
<< Nulla >> concluse scontroso.
Quando la porta venne sbattuta Anders osservò Amaranta.
<< Che abbiamo fatto? >>
<< Ci siamo baciati. >> rispose tranquillamente.
<< Dici niente. >>
<< Non ti è piaciuto? >> aggrottò la fronte.
<< Non è questo il punto. Amaranta sei ubriaca! E poi Fenris… cosa c’è tra voi? >>
<< L’unico rapporto che c’era è finito quando lui ha deciso di andarsene. Non c’è mai stato nulla tra noi. >> rispose con amara freddezza. Si dice che in vino veritas, ma Amaranta riuscì comunque a omettere quanto ne fosse risentita.
Il mago la guardò combattuto. << Magari ci riproveremo quando sarai sobria. >> la buttò giù in quel modo. << Ora dormiamo. >>
Amaranta non poté essere più d’accordo, ma quella non fu una notte tranquilla. Insonnia e post sbornia si fecero sentire, sentiva la testa girare e pulsare freneticamente, le veniva costantemente da vomitare ma puntualmente non ci riusciva.
Facendo forza sul suo bastone riuscì ad alzarsi, dirigendosi traballante verso la porta. La toccò ma non seppe se aprirla davvero, si concentrò sui particolari che al buio divennero indistinti.
Sentì un fruscio e poi dei passi.
<< Scusa…non volevo svegliarti. >> ammise a bassa voce non voltandosi.
<< Dove vai? >>
<< Non lo so…non lo so dove vado. >> si coprì io volto con le mani. << Non so più che sto facendo. Mi sto facendo abbattere e per cosa poi? >> ringhiò a denti stretti tirando un pugno contro la porta. << Non mi sento bene. >>
<< Oggi hai davvero bevuto troppo. Vieni. >>
Amaranta non protestò sedendosi immediatamente. Anders tese le mani che subito vennero avvolte da un alone azzurro. Si sentì incredibilmente meglio ma anche tremendamente stanca. Venne condotta nuovamente nella brandina, chiuse gli occhi sfinita mentre il mago la sorvegliava in silenzio.
<< Scusa >> sussurrò prima di addormentarsi definitivamente.


Il restante della mattinata lo trascorse in tranquillità con Merril, ma il pomeriggio dovette assolutamente tornare a casa dove Aveline l’attendeva.
Il sole riscaldava pacifico i tetti della città superiore, quando la tranquillità di casa Amell venne squarciata.
<< COSA?!?! >> sbottò incredula la guardia.
<< Non gridare! Sono già sconcertata di mio per questa vicenda ti prego non ti ci mettere anche tu. >> implorò scombussolata e imbarazzata.
<< Amaranta non so se ti rendi conto di ciò che è successo ieri. >>
<< E invece me ne rendo conto BENISSIMO! Per questo ne sto parlando con te. Non so davvero a chi rivolgermi. >> sospirò lasciandosi cadere nel materasso. Si morse il labbro sforzandosi di non dire cose sconvenienti, ma da come la guardava Aveline probabilmente era anche inutile nasconderlo.
<< Si d’accordo sono dispiaciuta di questa situazione. >> ammise piccata.
<< Parlaci. >>
Per un attimo pensò che la sua migliore amica fosse diventata matta, la guardò quasi a confutare la sua sanità mentale, ma poi dallo sguardo convinto comprese che forse ne valeva la pena.


Il crepuscolo era alle porte, il sole andava a nascondersi tra le case ormai illuminate. Fu in quel momento che Hawke uscì per dirigersi nella tenuta di Fenris. A quell’ora non vi era mai molto da fare, e l’appuntamento all’impiccato era fissato ore dopo.
Si avvicinò al portone trovandolo accostato. Lo aprì e si meravigliò di come non emettesse più quel fastidioso stridio. Entrò nel salotto dirigendosi verso le scale che portavano alla sua stanza, anche in quel caso la porta era aperta.
La camera era totalmente a soqquadro, tanto che per un attimo Amaranta temette che fosse successo qualcosa. Il letto era sfatto, nei mobili vi erano segni di arma da taglio, oggetti buttati a terra. Sembrava la sede di un acceso duello.
Una fredda lama tagliente si posò sul suo collo. Amaranta non si mosse minimamente, osservando dritto davanti a sé. Fenris poco distante da lei tendeva la spada.
<< Avevi detto che mi avresti uccisa in caso mi avessi trovato ad aiutare i maghi. >>
<< L’ho detto, ieri eri molto intima con uno di loro. >>
<< Ero venuta proprio per parlarti di ieri. >>
<< Non abbiamo niente da dirci. >> proferì gelido riposando l’arma.
<< Che è successo qua dentro? >>
<< È da un po’ che non eseguo più una missione. Potrei indebolirmi a forza di stare fermo. >> spiegò.
<< Anders mi ha detto ciò che è successo ieri. Ero ubriaca. >> cominciò guardandolo.
<< Hawke, io non sono nessuno per te proprio come tu non sei nessuno per me. Non devi spiegarmi nulla. >> disse asettico sotterrando tutto il fastidio di vederli assieme, abbracciati, baciandosi. Ciò che aveva detto era vero, non erano nulla se non ex compagni di missioni. Ma allora perché, anche al solo pensiero di lei con Anders lo irritava?.
Quelle parole ferirono Amaranta come una pugnalata, allora era vero che lui la considerava meno di niente. Ciò che la infastidiva, era proprio il dare per scontato che la stessa cosa valesse per lei. Non era affatto così, probabilmente si era affezionata, gli voleva bene nonostante tutto e non l’avrebbe nascosto.
<< Parla per te! >> sbottò vedendolo sorpreso << Però volevo scusarmi per ciò che hai visto ieri. Mi rendo conto che era inappropriato. >>
Lui annuì invitandola nuovamente ad uscire. << Possiamo parlare con calma? >> chiese ancora.
Fenris non rispose mettendosi seduto in collera con sé stesso, nonostante tutto ancora non riusciva a negarle niente.
Prese un gran respiro per poi parlare. << Sono una maga. Non posso rinnegare la mia natura, non posso tapparmi le orecchie a una richiesta d’aiuto. Caso vuole che sta volta fossero dei maghi. Vuoi farmene una colpa? >> parlò pazientemente seppellendo la rabbia e la tristezza.
<< È proprio in buon nome degli anni trascorsi assieme che ho deciso di chiudere. Se non fossi stata tu di avrei uccisa, stanne certa. >>
<< Non puoi fare di tutta l’erba un fascio. Non tutti i maghi sono abomini lo capisci? Io dovrei esserne una prova >>
<< Tu su quanti? Non ti aiuterò a liberare altri eretici se è questo che insinui. >>
<< No. Non te lo chiederei mai. >> si affrettò a rispondere << Ma ti chiedo solo di non allontanarti da me. >> confessò privandosi di ogni orgoglio.
<< Come posso farlo? Ringrazia che respiri ancora! >>
<< Fenris! >> lo supplicò sfiorandolo appena.
<< Non toccarmi! >> sbottò allontanandosi immediatamente. Amaranta indietreggiò, poi come colta da una carica di decisione gli si avvicinò ancora.
<< Ascoltami! >> s’impose tesa.
Fenris riusciva a sentire il suo profumo, il suo calore. Lo fece scattare, l’afferrò stretta per le spalle quanto più forte potesse, facendola scontrare contro il muro. Avrebbe voluto farle male, ma non ci riuscì. Poco prima di farla sbattere contro la parete allentò la presa. << Non capisci?! >> ringhiò furioso << Con te perdo il controllo! >>



Note dell’autrice: Per farmi perdonare dell’attesa ho postato anche l’altro capitolo. Inoltre ringrazio tanto RainbowCar per le recensioni ^^
  
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