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Autore: Altaria_18    26/02/2013    3 recensioni
Shu e Jiro sono amici d'infanzia ed eterni rivali nell'atletica, che praticano da circa otto anni; Shu si è fidanzato da poco con Kluke, la sua migliore amica, scatenando la gelosia di Jiro, almeno fino a quando il giovane non incontrerà Bouquet...
Zola, giovane campionessa nazionale del lancio del giavellotto, sta insieme al suo ragazzo, Conrad, da due anni, ma l'arrivo del suo nuovo allenatore, Logi, complicherà la sua relazione.
Lo so, sembra la trama di "Beautiful", ma credetemi, non è così deprimete(almeno credo. XD). Spero comunque che possa piacervi, buona lettura! E fatemi sapere che ne pensate!
P.S. Mi è, finalmente, venuto in mente un titolo più carino e ho, inoltre, alzato il rating da giallo ad arancione sia perché mi sono resa conto di aver usato termini abbastanza pesantucci in alcuni punti sia perché andando avanti ci saranno delle scene in cui sarà necessario
Genere: Comico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loghi, Un po' tutti, Zola
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Incompiuta
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                                                                                      La svolta

Per un attimo le sembrò che il tempo si fosse fermato; non sentiva più la leggera brezza fredda che le aveva accarezzato la pelle fino a quel momento, o i rumori che provenivano dal locale, o i suoi stessi pensieri. Esisteva solo lui. Le sue labbra morbide, i suoi lunghi capelli intrecciati fra le sue dita, le sue mani strette attorno ai suoi esili fianchi. Un momento magico che non avrebbe mai voluto interrompere, e quando sentì una mano dell'uomo spostarsi dalla vita alla nuca, stringendole leggermente i capelli mentre le loro lingue entravano in contatto, un brivido le percorse la schiena e riuscì a stento a trattenere un gemito. Non seppe per quanto tempo durò, ma alla fine per mancanza di aria dovettero staccarsi, le labbra a pochi centimetri di distanza, la fronte di lei appoggiata a quella di lui, i loro occhi incapaci di staccarsi. Un momento magico, rotto da una risata cristallina che Zola conosceva bene.

Si voltò di scatto, vedendo Delphinium allontanarsi con un ragazzo sconosciuto che se la stava stringendo addosso e la fissava in modo inequivocabile.

-Dedy!-la chiamò Zola; sentì una strana fitta alla testa e le pulsavano fastidiosamente le tempie- Dove stai andando?- la ragazza si girò a fissarla, e sorrise.

-A fare quello che stai facendo tu! Ci sentiamo domani, è stato un piacere conoscerti Logi- esclamò ridacchiando e allontanandosi. Zola rimase a fissare la macchina sulla quale era salita la sua amica per un pò, prima di sgranare gli occhi e girarsi verso Logi. Lui ricambiò il suo sguardo, stupito quanto quello della ragazza.

-Logi mi...mi dispiace scusa io...-iniziò a balbettare, ma Logi la interruppe.

-Non preoccuparti, va tutto bene. Vuoi andare a casa?-gli chiese dolcemente, mentre le accarezzava il capo. La mente di Zola era in subbuglio, le sensazioni provate fino pochi secondi prima continuavano a scuoterla, e la posizione in cui ancora si trovavano non aiutava. Sentiva le gambe formicolarle e la testa girarle, chissà per quanto tempo erano stati in quella posizione.

-Zola?-la chiamò Logi; lei lo fissò ancora a bocca aperto, non sapendo cosa rispondere. Sentiva addosso una spossatezza incredibile e le tempie non smettevano di pulsarle. Lo vide sorridere, mentre posava le sue mani sotto le ginocchia e la sollevava;automaticamente la ragazza si aggrappò al suo collo, poggiando esausta la testa sulla sua spalla. Era confusa a causa della stanchezza, di quello che aveva bevuto e di quel che aveva fatto. Non riusciva a riflettere in maniera decente, e l'unica cosa a cui riusciva a pensare in quel momento era il corpo di Logi premuto contro il suo e il suo profumo.

-Vuoi che vada a chiamare la tua amica Chintya?-le sussurrò Logi all'orecchio, facendola rabbrividire.

-No-rispose lei, stringendosi più forte a lui.

-Va bene, ti porto a casa-aprì lo sportello dell'auto e la depositò sul sedile del passeggero, allacciandole la cintura. Era distrutta e non sapeva il perché, eppure non aveva bevuto molto. Si accasciò sul sedile, e si sforzò di tenere gli occhi aperti. Sentì una mano fredda posarsi sulla sua fronte.

-Scotti, devi avere la febbre, meglio muoversi-disse Logi accendendo la macchina e partendo. Il viaggio di ritorno le sembrò brevissimo, probabilmente si era addormentata e quando Logi le aprì la portiera lo guardò leggermente stordita. Logi si grattò la testa, sorridendo leggermente e allungandole una mano.

-Coraggio piccola siamo arrivati-Zola afferrò la sua mano, uscendo dall'auto barcollando. Logi l'afferrò per la vita, sostenendola e accompagnandola a casa.

-Dove hai le chiavi?-

-In tasca, eccole-Logi le afferrò, aprì il portone e, arrivato davanti l'appartamento, aprì la porta e accese la luce. La portò in camera e la poggiò sul letto. Zola si accasciò tra le coperte, sospirando.

-Togliti quei vestiti e mettiti sotto le coperte, ti prendo un'aspirina-disse, per poi guardarsi intorno alla ricerca del bagno. Zola nel frattempo iniziò a spogliarsi, ma ogni movimento le provocava un gran dolore alla testa; lasciò i suoi vestiti sul pavimento e afferrò il pigiama, indossandolo in maniera automatica. Era troppo stanca anche per dei piccoli ragionamenti. Le scoppiava la testa, doveva aver preso freddo. Ma quanto tempo erano rimasti fuori? Logi tornò poco dopo, sedendosi vicino a lei

-Dai bevi-le disse, porgendole un bicchiere colmo di un liquido frizzante. Zola lo bevve tutto d'un fiato, e rimase immobile a fissarlo con occhi stanchi. Lui le sorrise, tirando le coperte e facendola infilare nel letto.

-Ora dormi, quando domani ti sveglierai starai meglio. Buonanotte-le accarezzò la fronte e si allontanò, ma Zola gli afferrò un polso.

-Rimani qui con me?-Logi la fissò un momento prima di rispondere.

-Va bene, dove dormo?-Zola gli sorrise debolmente.

-Qui nel letto, non ti consiglio di andare sul divano, ti romperesti la schiena-l'uomo la osservò attentamente. Non era saggio lasciarla sola in quello stato, anche perché si era ammalata per colpa sua. Se non l'avesse fatta uscire al freddo non si sarebbe sentita male.

-Va bene-disse, togliendosi i vestiti per rimanere in boxer e canottiera. Se Zola fosse stata meglio probabilmente sarebbe morta dall'imbarazzo, ma in quel momento aveva solo un gran sonno. Logi si infilò nel letto e la ragazza gli si accoccolò sul petto. Era caldo.

-Buonanotte Zola-

-Buonanotte Logi-rispose lei, per poi addormentarsi poco dopo.

                                                                                              ***

Shu aprì gli occhi stiracchiandosi e sbadigliando sonoramente. Non dormiva così bene da secoli, e si sentiva fresco e riposato; non gli era mai successo di svegliarsi prima che il nonno lo chiamasse, e pensare che la notte prima era anche andato a dormire tardi, troppo impegnato a pensare a Bouquet. A proposito di lei, non vedeva l'ora di parlare con Kluke. Quando però girò il viso verso l'orologio appeso al muro sbiancò. Erano le dieci e mezza.

-Cavolo!-esclamò saltando in piedi e lanciandosi giù dal letto, rischiando di schiantarsi a terra. Aprì la porta della sua stanza gridando come un ossesso.

-Nonno è tardi perché non mi hai svegliato?!-non ricevette risposta. La casa sembrava vuota.

-Nonno?-chiamò ancora. Non poteva essere uscito senza avvertire, forse stava ancora dormendo anche lui.

-Nonno dove sei?-chiese ancora Shu, avviandosi verso la camera dell'anziano. La trovò vuota. Iniziò davvero a preoccuparsi.

-Nonno?!-chiamò ancora, correndo in cucina e, davanti a quella scena, si sentì morire. Suo nonno era a terra privo di sensi e respirava faticosamente.

-Ma cosa è successo! Nonno mi senti? Nonno!-gridò disperato, cominciando a singhiozzare, metre calde lacrime cominciavano a sgorgargli dagli occhi. Accanto al vecchio c'era un cellulare. Shu lo afferrò e lesse sul display il numero dell'ambulanza. Chiamò immediatamente.

-Qui l'ospedale, mi dica-rispose una donna dall'altra parte.

-La prego mandi subito un ambulanza, mio nonno sta molto male!-esclamò Shu, la voce rotta a causa del pianto.

-Sì subito ragazzino, dimmi l'indirizzo e sta tranquillo, manderemo subito un'ambulanza!-rispose agitata la donna. Dopo che Shu diede l'indirizzo riattaccò, fissando il viso di suo nonno e il suo corpo rigido come una statua. L'uomo che l'aveva cresciuto, sostenuto e aiutato sempre ora giaceva immobile di fronte a lui.

-Non lasciarmi, ti prego...-sussurrò Shu,mentre le lacrime non accennavano a diminuire.

                                                                                                            ***

 

Salve carissimi! Vi chiedo scusa per il mio solito ritardo, ma questa volta la colpa era del computer! U.U   So che il capitolo non è molto lungo, in realtà questo e il prossimo dovevano essere un solo capitolo ma ho preferito spezzarli. Spero vi sia piaciuto ugualmente, ciao ciao a tutti!

 

 

 

 

 

  
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