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Autore: Cornfield    27/02/2013    3 recensioni
(Dall'ottavo capitolo):
Non riuscivo a crederci. Non riuscivo a guardarla in faccia, non meritavo di guardarla in faccia, non sapevo suonare, non sapevo allacciarmi le scarpe, sapevo solo di non sapere. Ero un completo disastro.
E mia madre aveva ragione.
Scesi di corsa dalle scale e uscii da casa, mentre mia madre piangeva lacrime amare, mentre il cielo piangeva e la mia faccia era completamente bagnata.
Dal sudore, dalla pioggia e da altrettante lacrime.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
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Mi fiondai subito nella doccia una volta essere tornano a casa. Il getto di acqua calda che mi investiva mi faceva riflettere, faceva scivolare via tutto quanto, perdendomi in quella beatitudine improvvisa.
Stranamente mi sentivo effettivamente felice. Io e Adrienne avevamo parlato per quasi tutto il pomeriggio, mentre Al Sobrante non ci capiva niente e continuava a scolarsi litri e litri di birra.
Avevo capito che ero innamorato di lei, ora però mi aspettava una cosa, una cosa che ogni innamorato ha paura di fare: dichiararsi.
Suonarono al campanello e Mike, che era tornano dalla sua “punizione” (aveva dormito per tutta la sua durata) , si affrettò ad aprire. Sentii una voce famigliare che non riuscii ad identificare e imprecazioni da parte del mio migliore amico. Uscii dalla doccia mezzo bagnato con l'accappatoio addosso. "Mike che cazzo è successo?" Alla soglia della porta riconobbi Stephane con una strana espressione sulla faccia.
Il bassista sbuffò e si sedette sulla poltrona. "Quel pezzo di merda."
"Chi?"
"Quanti pezzi di merda conosciamo? E non c'è l'ha nemmeno detto in faccia"
Guardai Stephane come se si riferisse a lui ma questo negò scuotendo la testa. Finalmente si degnò di rispondere alla mia domanda. "Al Sobrante ha lasciato la band"
Le parole mi risuonarono nella mente per qualche secondo. Al... lasciato...band. Mi lasciai cadere sul divano. In quel momento sentii le stesse sensazioni provate la notte che litigai con mia madre. Ma sopratutto rabbia, tanta rabbia di spaccare tutto e quella fottuta faccia di Al Sobrante che non aveva neanche avuto il coraggio di dircelo di persona, ma da un amico. E pensare che lui stesso mi aveva fatto conoscere Adrienne. Ma ora non volevo pensare niente. Sbattei a terra il cuscino nella speranza di reprimere il mio istinto omicida.
"E perché cazzo l'ha fatto?" Feci a denti stretti.
"A quanto pare preferisce continuare la scuola" Disse Stephane.
La scuola, la cosa più inutile del mondo. La gente pretende che stando seduti su una sedia in una cella ad ascoltare qualcuno che pronuncia frasi incomprensibili possa incentivare la cultura. Mai cosa più sbagliata. Nessuno ascolta mai ciò che dicono, tutti sono in preda alla loro fantasia, immaginandosi posti sconfinati e campi da calcio, o concerti. La fantasia serve a qualcosa, la musica serve a qualcosa. Se fallisci nelle vita, la fantasia può pur sempre creare un altro posto dove le leggi non servono, la scuola non serve, serve solo la musica. Ti illuderai, ma almeno troverai qualcosa dove ti sentirai te stesso. Con un diploma puoi pulirtici solo il culo, non puoi fare niente in questo schifo di mondo. Fu cosi che in quello stesso istante decisi di lasciare il liceo, la schiavitù stessa.
Mike sospirò. "Va bene grazie Stephane di averci avvertito". Chiuse la porta e si risedette sulla poltrona. Esitò un attimo a parlare. "Bene, direi che siamo arrivati al capolinea."
"Mike spero tu stia fottutamente scherzando! Non possiamo arrenderci cosi!" Era strano come io cercassi di convincere il mio amico quando neanche io ne avevo la certezza.
Senza un batterista saremmo andati a puttane e riuscirne a trovarne uno era come cercare onestà tra i politici.
Mike sorrise amaramente.
"Invece possiamo farlo Billie. Tutti i batteristi hanno rifiutato la nostra richiesta di partecipare al gruppo, tranne quello stronzo che ora se ne andato."
"Continueremo la nostra ricerca."
"E dove?"
"Lo troveremo".
"Rispondi alla mia domanda prima"
"Non lo so".
"Ecco, non lo sai".
Silenzio.
Quanto odiavo il silenzio, le persone quando sono silenziose sono preoccupate, e ciò non è buono.
Mi alzai dal divano ed uscii senza neanche sapere dove andare.
 
Girovagai per qualche ora tra le strade di Berkeley incerto sul da farsi. Mi accorsi di essere vicino al Gilman Street e ci entrai  .
Suonavano i Lookouts, un gruppo che conoscevo bene visto che insieme avevamo fatto un concerto nel 1988. Quando finirono, ne approfittai per salutarli.
Larry, il chitarrista sembrò sorridermi a malapena quando mi riconobbe.
"Gran bel concerto!" Feci io nella speranza che uno dei membri della band mi degnasse almeno di un fottutissimo sguardo.
"Vai via Armstrong, siamo incazzati neri" Pronunciò Kain, il bassista. "Domani stesso ci scioglieremo" Continuò aspramente. Il batterista sembrò leggermi nel pensiero. "Larry deve partire con la sua famiglia per motivi che non ci interessano, faccia quello che cazzo vuole se ci tiene di più a sua madre" Quel tipo lo conoscevo a malapena, aveva i capelli verdi e magrolino, piuttosto basso. A quanto pare era il pagliaccio del gruppo, ma quel giorno sembrò anche lui essere piuttosto arrabbiato.
Solo dopo mi accorsi dell'incredibile opportunità. Il batterista poteva entrare nei Green Day.
Ma non sapevo neanche come si chiamava, se effettivamente era bravo e la sua voce era fastidiosa.
Poi ricordai che in un concerto si vesti da clown, non era ubriaco, lo aveva fatto spontaneamente.
Solo per quello decisi che sarebbe diventato il nostro futuro membro. Era un motivo stupido, lo so. Lui era stupido. E lo preferivo cosi.
Aspettai che Larry e Kain se ne fossero andati, tranne il mio futuro batterista che sistemava lo strumento. Mia avvicinai di qualche passo verso di lui.
E se mi avesse rifiutato? Se perfino un clown mi avesse rifiutato?
"Perché sei ancora qui? Vuoi provarci con me?" Parlò la voce fastidiosa.
"Può darsi"
"Sappi che sono impegnato con il latte a basso contenuto di soia"
"Buon per te"
"Tu se non sbaglio sei quel tipo che si ubriaca sempre a Christie Road?" Quest'affermazione mi irritò tantissimo, ero conosciuto come un ubriacone, fantastico.
"Credo di si. Tu sei un rompicoglioni?"
"Sono di tutto, puoi starne certo"
"Il tuo nome?"
"E' qualcosa di principesco credo, che implica tre numeri latini. Ma puoi chiamarmi sexy boy o Tré Cool"
"Tré Cool?"
"Si sono molto figo"
"Modesto il ragazzo"
"Brutta l'invidia"
Cominciavo ad essere parecchio confuso da quella conversazione, eppure non feci che ridere come un coglione.
Lui sarebbe stato il perfetto batterista dei Green Day. Quando sarei stato soppresso dalle preoccupazioni, mister Tré Cool mi avrebbe inevitabilmente alzato su di morale con una battutina squallida.
E poi era figo.
Mi avvicinai ancora di più.
"Ti ho appena trovato un posto come batterista dei Green Day"
Sembrò per dire qualcosa. Ecco, sicuramente avrà rifiutato, come tutti gli altri del resto. La mia carriera smielata finiva li.
"A patto che tu mi faccia pompini ogni giorno, gratis".
E’ sempre stato il coglione che gli manca.

 
Spazio autrice.
So che questo capitolo fa abbastanza schifo, ma dovevo pur presentare quel monopalla no? :’D Il prossimo (credo o meglio spero) è molto meglio c: Poi i capitoli sembrano abbastanza corti e mi chiedevo se a voi lettori (magari nessuno mi caga AHAH) vada bene cosi, altrimenti unisco due capitoli insieme per farcene uno. Fatemi sapere ribellix c:
  
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