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Autore: MoreUmmagumma    28/02/2013    7 recensioni
Una ragazza normale. Un carattere insolito. Due corteggiatori altamente improbabili. L'Europa e l'America come sfondo.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jimmy Page, John Bonham, John Paul Jones, Nuovo personaggio, Robert Plant
Note: Lemon | Avvertimenti: Triangolo
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Sola e infreddolita mi trascino per le strade di Dallas, stringendomi nel cardigan nero che ho addosso.
Troppe cose sono successe da quella mattina sull’aereo: la sera stessa, in albergo, camminando per il corridoio, sentii delle voci provenire dalla stanza di Robert. La porta era socchiusa quindi mi avvicinai. E sbirciando notai che Robert e Jimmy stavano litigando riguardo qualcosa...o qualcuno. Solo alla fine capii che quel qualcuno ero io.
-Quindi sei stato con lei?-
-Sì- affermò Robert con tono soddisfatto.
-Mmh- aggiunse sfiorandosi le labbra con le dita, provocando beffardamente  Jimmy –Sa di miele-
Fu a quel punto che Jimmy lo prese con forza per il colletto della camicia, sbattendolo contro il muro.
-Sta attento Plant!-
-Ehi calmati! Non ti agitare. Ha detto che non vuole che la cosa vada avanti. Se non vuole me non vedo perché debba volere te. E’ testarda, lo hai visto anche tu-
-Vedremo!-
Detto questo, Jimmy si incamminò verso la porta della stanza, mentre io, per non venir scoperta con le mani nel sacco, corsi in camera mia.
Non seppi più se quella disputa ebbe un prolungamento. So solo che nessuno dei due dimostrò più un particolare interesse nei miei confronti come hanno sempre fatto.
Meglio così.
Ho smesso anche di andare ai loro concerti.
Peggiorerei solo le cose.
Non sopporto più questa situazione.
E’ un’agonia.
Al che questa sera ho litigato bruscamente con mia madre.
-Voglio andare a casa!- le ho urlato –Non ce la faccio più a stare qui!-
E lei mi ha gridato contro di rimando, accusandomi di essere una figlia ingrata che se ne frega se lei è finalmente felice. Ma anche io non sono stata molto delicata con lei. Le ho detto cose che non penso realmente. E  sono sicura che neanche lei credesse in tutto quello che mi ha detto. Ma questa è stata di sicuro la nostra peggior litigata. Ora voglio solo tornarmene in camera, stendermi sul letto e dormirci su.


Rientro nella hall dell’albergo stanca e affaticata. La signorina alla reception mi saluta con un caldo
-Buonasera signorina!-
-Buonasera...-
Questa sera di buono non ha proprio niente.
Mi avvio strascicando verso gli ascensori, passando davanti al bancone del bar e non posso fare a meno di notare Jimmy seduto su uno sgabello che fuma una sigaretta, ordinando da bere al barman –Dammene un altro!-
Fuggo rapidamente verso l’ascensore più vicino e premo il pulsante.
Quindicesimo piano.
Avanti sbrigati!
Premo freneticamente il pulsante, come se questo potesse farlo andare più veloce.
Quattordicesimo piano.
Quasi quasi mi faccio tutte le scale a piedi.
Ma il pensiero che la mia camera si trovi all’ultimo piano basta a farmi passare la voglia.
Tredicesimo piano.
Sento dei passi alle mie spalle.
-Dove vai in giro a quest’ora?-
Sobbalzo dallo spavento e mi giro verso di lui.
Accidenti, mi ha vista!
-Non sono affari tuoi!- rispondo continuando a premere convulsamente il pulsante.
-Guarda che facendo così non arriva prima-
-Sono solo nervosa-
-Come mai?-
-Ho litigato di nuovo con mia madre-
-E’ per questo che te ne vai da sola in giro di notte in una città sconosciuta?!- il suo tono di voce è severo. Come di chi è seriamente preoccupato.
-Sai quanti malintenzionati ci sono in giro?- aggiunge poi - Ti rendi conto che potresti risultare un bel bocconcino ai loro occhi?-
Già. “E’ esattamente come mi sento tutti i giorni con voi” gli vorrei rispondere. Ma invece mi limito a un
 -Tanti quanti ce ne potrebbero essere in quest'albergo!-
E dicendo così lo zittisco fino a che le porte dell’ascensore non si aprono.
-Ti accompagno su- mi dice facendomi entrare gentilmente nell’ascensore.
Un silenzio di tenebra cala tra di noi. Esatto. Tenebra. Una delle tante cose tipiche di quest’uomo.
Arrivati a metà salita, l’ascensore si blocca con un improvviso sobbalzo che ci sbilancia in avanti. Le luci si spengono per un attimo. Pochi attimi dopo, il tempo di ricompormi, ecco che si accendono quelle di emergenza, che lasciano me e Jimmy in una fioca penombra.
-Che è successo?- chiedo, mentre l’ansia comincia a salire.
-Si è bloccato l’ascensore...nel caso non te ne fossi accorta-
Ah ah. Davvero simpatico.
-Mi dispiace solo che non ci sia Robert qui con te. Sono sicuro che avreste saputo come passare il tempo-
Che cosa?
-Ma che stai dicendo?- dico alzando inevitabilmente la voce. Ma come si permette?
-Pensi che non mi sia accorto di come vi parlate...di come vi guardate...- il suo sguardo è penetrante, tagliente come una lama affilata.
-E allora? Che male c’è nel parlare con qualcuno?-
-Siete stati insieme? -
-La cosa non ti riguarda-
Ma che faccia tosta!
-Però i miei fiori li accettasti, vero?!-
“I miei fiori”? Ma che...? I gigli. E’ stato lui?
-Li hai mandati tu! Perché non me l’hai detto prima?-
Ma lui non risponde e mi rifà la stessa domanda di prima –Te lo richiedo: siete stati insieme?-
-E se ti dicessi che sono innamorata di lui?- gli chiedo con aria di sfida.
-Non ci crederei. Perché tu, Lillian Brandon, dell’amore non sai nulla!-
I suoi occhi sono fissi sui miei e mi squadrano con aria truce. Sto per piangere e con voce rotta gli urlo –Ah e tu sì?! Tu che sei sposato, hai una figlia e vai con le minorenni! Tu ne sai qualcosa invece!-
D’improvviso si lancia contro di me, mettendomi letteralmente con le spalle al muro, ringhiando –Sì, probabilmente non ne saprò niente neanche io! So solo che ogni volta che ti vedo provo una rabbia incommensurabile mista al desiderio di averti tutta quanta per me!-
Resto persa nei suoi occhi magnetici color smeraldo. Ipnotizzata. Quante donne ha incantato con questo sguardo. E io sono una di quelle.
Ma la sua voce mi riporta alla realtà.
-Tu non ti rendi conto. Ogni volta che lui ti guarda, ti sorride, ti tocca...io impazzisco. Perdo il controllo. Forse per te non significherà nulla, ma per me, da quando sei finita in questo tour, è diventato tutto-
-Ma...ma che dici? La verità è che...- non so neanche io cosa sto per dire. Nella mia mente c’è solo confusione. Prima Robert, ora lui. Non so più che pensare. Ma lui mi interrompe, finendo la frase al posto mio –La verità è che venderei l’anima al diavolo per poter passare anche una sola dannata notte con te!-
D’un tratto l’ascensore riprende a muoversi, riprendendo la salita verso l’ultimo piano, mentre io e Jimmy ci sosteniamo lo sguardo a vicenda.
Dunque è così che funziona? Le ipnotizza con lo sguardo, dice cose a cui loro non posso rimanere immuni per poi avvolgerle nelle sue spire e farle sue? E io dovrei cascarci? Nel momento in cui questi pensieri si fanno strada nella mia testa le porte delle ascensore si aprono.
-Senti- gli dico uscendo –Ho avuto una giornata orribile. Vendi pure l’anima a chi vuoi, non mi interessa. Io me ne vado a dormire-
E così mi incammino verso la mia stanza tirando fuori la chiave dalla borsa. Sento il suo sguardo su di me. So già che mi pentirò di avergli risposto così. Come so che prima o poi l’anima al diavolo la venderò anche io.
A lui
.

Messaggio dell'autrice: Evvai, finalmente ho pubblicato questo capitolo!!! Sono secoli che ho in mente questo dialogo e finalmente l'ho pubblicato!! :')
Mi sento come liberata da un peso :'D
Comunque, ringrazio ancora tantissimo tutti quelli che mi seguono e mi recensiscono. Davvero, siete tanti. Non immaginavo tutto questo successo :'3
Al prossimo capitoloooooooooo
  
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