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Autore: TheNaiker    28/02/2013    2 recensioni
Lungo il suo lungo viaggio, Rika ha affrontato decine di mondi, oltre a quelli raccontati nella storia. Mondi tristi, mondi tragici, mondi privi di un qualsiasi lieto fine. Con questa raccolta di one-shot, ripercorriamone alcuni.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
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III – Takano Miyo


Non mi importa una beata fava se quella rimbambita si è buttata giù dalla veranda del suo nascondiglio! Cercate Rika, la voglio qui prima di stasera, viva o morta!”

Takano era fuori dai gangheri. I più recenti brandelli di notizie riportavano della morte di Sonozaki Shion, ricercata dalla polizia in qualità di principale sospettata degli omicidi seriali che avevano colpito il villaggio. Aveva lasciato questo mondo prima di essere catturata, probabilmente commettendo suicidio. Ma questo era l'ultimo dei problemi di Takano, ora. Che cosa poteva fare, a parte ordinare alla Yamainu di cercare il corpo esanime di Rika? Doveva trovare assolutamente il modo di stabilire l'ora esatta del decesso della bambina. Che cosa sarebbe accaduto, se avesse scoperto che la bimba era stata uccisa davvero più di due giorni fa, come dichiarava l'autopsia preliminare? I suoi contatti alla centrale di polizia avevano raccolto alcune informazioni, ed era stato loro detto che l'omicidio risaliva circa a una settimana prima.

Una settimana fa... No, non è vero, non è vero, non è vero, non è vero, non è vero, non è vero... Takano ripetè tra se a bassa voce, pietrificata da quella lugubre possibilità. Quella notizia era stato un autentico fulmine a ciel sereno, l'aveva scossa e privata da tutte le sue certezze. Smarrita, la donna guardò il calendario elettronico appeso alla parete, era il primo di luglio, e quindi Rika sarebbe morta in un periodo compreso tra il ventidue e il venticinque di giugno. Già, era plausibile d'altronde, infatti non l'aveva più vista dopo il festival del Watanagashi, lei aveva dovuto nascondersi. Aveva utilizzato il cadavere di un'altra donna, per farsi passare per deceduta e poter agire indisturbata. Ma ora la sua strategia si stava rivelando una lama a doppio taglio. Non poteva supervisionare l'intera situazione nel modo in cui voleva, dovendo rimanere nell'ombra, e quindi poteva percepire chiaramente che qualcosa non andava.

Qualcosa, oltre al comportamento anomalo della Sindrome, per la precisione. Se Rika fosse morta realmente da così tanto tempo, gli altri abitanti del villaggio avrebbero dovuto cominciare ad agire violentemente, portati alla follia a causa dei parassiti piantati dentro il loro cervello. A quell'ora, sarebbero dovuti andare fuori controllo. Loro dovevano essere fuori controllo. Invece... nulla. Da una feritoia poteva spiare quello che avveniva nella Clinica, e nulla di strano stava accadendo. Era sufficiente dare un'occhiata a Irie per averne la conferma: era così stupidamente dispiaciuto per quello che era stato di quei mocciosi, ma a parte quello non era sotto stress, visto che non aveva dovuto fronteggiare un'epidemia di massa. Nessuno aveva mostrato i sintomi terminali della malattia.

Doveva sapere. Doveva sapere, era una questione di vita o di morte. Aveva passato in preda all'ansia e alle vertigini, senza cessare di farsi aggiornare dai suoi subordinati, nella spasmodica attesa di quella notizia che potesse capovolgere tutta la situazione e mostrare una volta per tutte che suo nonno aveva ragione. Ma non poteva starsene lì immobile per sempre. Scesa freneticamente nel seminterrato nascosto della Clinica e chiese subito di Okonogi, dopo aver controllato che Irie non fosse lì. Doveva esaminare il corpo di Rika, in un modo o nell'altro. Pertanto, dopo che l'uomo si era fatto vivo davanti a lei, gli chiese di aiutarla a raggiungere la sala autopsie all'interno della stazione di polizia di Okinomiya, senza curarsi di quanto l'operazione fosse rischiosa. La donna non accettò alcuna critica e obiezione, e alla fine Okonogi non potè fare altro che sospirare e annuire, prima di dare ordini precisi per effettuare i dovuti preparativi.

Così, alcuni minuti più tardi, Takano, Okonogi e altri tre soldati entrarono in un piccolo furgone, e durante il tragitto nessuno aprì bocca, il che permise alla donna di riflettere sui possibili scenari.

Si soffermò su quello che sapeva della storia. Rika era ufficialmente sparita il ventidue di giugno, in quanto c'erano testimoni che affermavano di averla vista nei giorni precedenti. Anche Satoko era stata data per dispersa a partire da quel giorno, e puntualmente il suo corpo era stato trovato all'interno del Maniero Sonozaki, non lontano da quello della sua piccola amica. Che cosa era mai successo, in quegli otto-nove giorni? Perché in precedenza la polizia non le aveva cercate con attenzione, dentro quell'edificio? Per quanto ne sapeva lei anche Keiichi e Rena erano stati assaliti, in quella stessa casa e giusto un giorno dopo la scomparsa di Rika. Una volta che avevano saputo che qualcuno aveva cercato di ucciderli nel Maniero, era abbastanza facile concludere che le due bambine erano state fatte fuori in quell'edificio e non da un'altra parte. Possibile che quel pallone gonfiato di Oishi non ci fosse arrivato? La casa dei Sonozaki è una costruzione antica e dalle dimensioni considerevoli, questo Takano lo sapeva, ma riteneva comunque che quella dell'ispettore fosse stata una grave inadempienza del suo lavoro. All'inizio non avevano fatto neppure una perquisizione come si deve, nel Maniero...

Era pur vero che né Keiichi né Rena avevano collaborato. Avevano solo ammesso che la sua amica aveva tentato di far loro del male, questo non potevano proprio negarlo: Rena era stata costretta a dire la verità, in modo da convincere la polizia a fare irruzione in quella sorta di grotta delle torture. Ma poi non avevano aggiunto nessun altro particolare, dopo quel giorno. Keiichi era ancora in ospedale, convalescente, e Rena era tornata a casa da suo padre. Irie li aveva invitati in Clinica, alla fine di giugno, per verificare quale fosse il suo stato d'animo, e in questo modo Takano aveva potuto osservarli da uno spioncino. Non erano più vivi, erano tutti e due morti... Ovvero, i loro corpi si muovevano ancora, ma l'esperienza vissuta aveva sfregiato indelebilmente i loro spiriti per il resto della loro vita. I loro gesti sembravano quasi meccanici, simili a quelli di marionette senz'anima, e dovuti più alla forza dell'abitudine che alla loro reale volontà. Ai due sventurati non importava più nulla di quello che succedeva attorno a loro, ormai.

E in barba a tutto ciò, quei due credevano ancora che Rika e Satoko potessero essere vive? Non avevano parlato ad anima viva di quello che era successo alle loro compagne, fino a ieri. Erano forse ignari di tutto? Non sapevano nulla? È semplicemente impossibile, i loro amici sono quanto di più prezioso hanno, non potevano non essere preoccupati per loro... Takano non capiva perché avessero protetto una ragazza che aveva tentato di uccidere Keiichi due volte. Non potevano pensare che quella fosse ancora loro amica, come hanno fatto ad avere la dabbenaggine di perdonarla sempre?

Takano alzò lo sguardo, e fissò Okonogi, il quale stava guidando e non potè ricambiare l'occhiata, concentrato solo sulla strada davanti a lui. Quindi, la donna diresse il volto verso la strada di campagna che stavano percorrendo. Non ricordava di essere mai stata su quella mulattiera. No aspetta, dove stiamo andando? Non arriveremo mai ad Okinomiya, se continuiamo lungo questo sentiero!

Senza che lei potesse avere il tempo di chiederne conto agli uomini con lei, il furgone si fermò. Erano lontani da Okinomiya, lontani da Hinamizawa, lontani da ogni edificio mai costruito su quella terra maledetta. Okonogi la squadrò freddamente, e quindi le ordinò: “Per favore scenda, Maggiore.”

"Perché dovrei mai..." Uno dei soldati non attese risposta. L'afferrò per un bracciò, e la tirò fuori con uno strattone, facendola cadere per terra su quella sporca strada. I quattro individui li stavano ora guardando, con un aspetto intimidatorio, e i tre subordinati stavano trasportando una mitraglietta ciascuno.

Takano si rialzò, ancora disorientata, e quindi chiese a gran voce: “Che significa tutto questo, Okonogi?"

"Oh, non l'hai ancora capito? Questa storia sulla Sindrome, sulla morte improvvisa della gente, sulla strage della popolazione per colpa della morte di una bimbetta... E' tutta una farsa, nient'altro che una montatura."

"NON TI AZZARDARE A DENIGRARE GLI STUDI DI MIO NONNO! NON OSARE...”

"Perchè allora non ci spieghi che cosa è avvenuto da quelle parti? Ognuno sembra in perfetta salute, alla faccia di quello che hai millantato alla Tokyo per tutto questo tempo."

"Io... Io non saprei..."

"Hmph. Tu probabilmente non ne sei al corrente, ma noi sapevamo già della morte della Regina Portatrice. Lo sapevamo sin dal... dal venticinque, o giù di lì, esattamente come la polizia. Rika-chan era passata a miglior vita già da un paio di giorni, a quanto pare, e quindi il Manuale di Emergenza non aveva ragione di essere eseguito, così abbiamo voluto fare un piccolo esperimento. Abbiamo atteso qualche altro giorno, aspettando gli eventuali sviluppi della situazione. E abbiamo visto che tutti continuano a stare bene. Nessuna follia, niente nuovi omicidi, niente di niente. Sai, Nomura-san, e anche molta gente della Tokyo... sono tutti così delusi, per colpa tua."

"Allora mi avete mentito! Al vostro Maggiore! Mi avevate assicurato che Rika era ancora in vita, fino ad oggi!”

Come se avesse importanza. Abbiamo solo modificato alcune delle informazioni che ti passavamo, solo per tenerti calmi per il tempo necessario per il nostro testo. Dopo tutto, eri sempre rinchiusa in quegli stanzini claustrofobici, non c'era possibilità che tu scoprissi la verità. E poi noi non abbiamo fatto nulla di diverso da quanto hai fatto tu. Ci hai mentito, con quella favoletta sui parassiti mortali... Ti abbiamo ripagato con la stessa moneta.”

Takano digrignò i denti: “Impossibile... E' impossibile, ho detto! Quello che il nonno aveva scritto su quei quaderni, il frutto del suo duro lavoro... Non può essere un falso! Aspettate solo un altro paio di giorni e vedrete...”

Beh, se non ti fidi di noi, puoi andare a chiedere al resto del villaggio... Ah, sicuro, non puoi, tu volevi sembrare morta, con quel trucchetto da due soldi... Certo che sarebbe interessante se ti vedessero ancora.... Ma come, non eri stata eliminata? Come mai sei ancora qui?... Sarebbe così divertente.”

Tu, piccolo bast..."

"Oh, non sono poi così piccolo, come puoi notare, Maggiore.” replicò lui, strappandole di mano i quaderni che Takano stava tuttora tenendo, prima di dar loro un'ultima occhiata colma di disprezzo e scaraventarli lontano. La donna li guardò mentre i fogli volavano in tutte le direzioni, e quindi tentò di correre per raccoglierli, ma un braccio la bloccò.

Che... Che cosa avete intenzione di fare...”

Non l'hai ancora capito? Irie-sensei sarà degradato, rimosso dal suo incarico, e mandato da qualche parte in Giappone, in qualche posto dove questa vergogna lo perseguiterà finché vivrà. In fin dei conti ha fallito anche lui, e non gli sarà dato altro tempo per studiare questa malattia, visto che tutte queste teorie sulla Regina Portatrici si sono rivelate per quello che sono, ossia storielle frutto della fantasia di uno squilibrato. Ma alla fine lui è solo un capro espiatorio, non sa nulla che possa risultare pericoloso per qualcuno dei capi, e quindi la sua vita sarà risparmiata. Questo non l'hanno ancora deciso, ma forse gli sarà dato il permesso anche di prendere con sé quel ragazzo ancora in coma, per provare a rimetterlo in sesto, in qualche modo... Ma non penso che riuscirà mai a fare una cosa del genere, senza fondi e senza mezzi adeguati... Che cosa potrebbe riuscire a scoprire su questa dannata Sindrome? Tsk, quel moccioso è comunque condannato a morire senza poter mai rivedere la luce del sole, e Irie-sensei non si perdonerà mai per questo destino tragico e inevitabile... Oh, chissenefrega. Quello che so per certo è che la tua situazione è completamente diversa dalla sua, Maggiore...”

La verità era infine apparsa davanti agli occhi di Takano.

Allora, come... come volete liberarvi di me?” disse, guardando con degli occhi inespressivi la strada piena di fogli di carta “Con quelle armi, con un'esecuzione, come se fossi una ladruncola da quattro soldi?”

"E' così... Ma poi dovremo far sparire il tuo corpo, che seccatura. Meno male che so già come sistemare la cosa. Ti ricordi di aver voluto far credere agli altri di essere stata bruciata, non è vero? È ora di far sì che ciò corrisponda alla verità.”

Capisco...”

Comunque non preoccuparti, il tuo cadavere sarà presto ridotto in cenere, non lo troveranno mai. Due Takano-san diventerebbero un grattacapo assai irritante, per i gran capi. Quindi, hai un ultimo desiderio? Un'ultima cosa da dire?”

Miyo scosse la testa, così i soldati sollevarono le loro armi, mirando al suo petto. Però, alla fine, quelle mitragliette non erano neppure necessarie. La donna aveva chiuso gli occhi, rivestiti da un'amara pellicola di lacrime. Suo nonno aveva avuto torto, evidentemente, e tutto il suo lavoro, la sua ragione di vita, era null'altro che carta straccia. Era stato tutto inutile. I suoi studi erano stati inutili, i suoi sforzi erano stati inutili. La sua intera vita era stata inutile. Oyashiro-sama l'aveva sconfitta, con un crudele quanto beffardo scherzo del destino. Nella sua mente, Takano pensò di non essere stata in grado di battere il Monaco, di cancellarlo e sostituirsi ad esso come dio di Hinamizawa. Pensava di avere fallito. Pensava di essere lei stessa un fallimento.

I tre soldati di fronte a lei mossero all'unisono i loro indici per premere il grilletto, ma nel profondo del suo cuore Takano era già morta.


Nota dell'Autore: E che è sta roba, direte voi? È un mio epilogo del Watanagashi-hen/Meakashi-hen, quelli in cui Shion è la colpevole. In questi mondi il Grande Massacro di Hinamizawa NON avviene, in quanto Rika muore per mano della sua amica e non di Takano, e quindi ho provato ad immaginare come la donna può aver reagito a uno scenario del genere. La storia ufficiale non ne parla, si ferma al momento in cui “Mion” attacca Keiichi in ospedale e Shion precipita dal palazzo, e quindi mi sono divertito a riempire questo “buco”.

Notare come, dando per vera questa teoria, la conseguenza è che la Sindrome sia una bufala e che non causi stragi di massa dopo la morte di Rika, nonostante quello che temeva quest'ultima. Non me lo sto inventando io, è una cosa che si può intuire pensando a molti particolari della storia, ma in fondo Rika stessa non può saperlo, muore sempre prima di scoprirlo...


 


 

  
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