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Autore: Ahel_chan    01/03/2013    0 recensioni
Bene, una buona sera a tutti! Ebbene vi chiederete: “che razza di libro comincia così?? Mica è uno show televisivo!!”. E in effetti non tutti i libri normali cominciano così…ma chi ha detto che questa è un storia normale? Dunque, questo libro è…una specie di diario di bordo, ecco. No…forse no, direi che questa è la mia storia, anzi, la nostra storia! Va bene, va bene, taglio corto e vi lascio continuare a leggere, se vorrete, chiaro.
Chi sono io?
Un pirata, ovvio.
Genere: Avventura, Commedia, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 3
Un ruolo

 
Uno scossone mi svegliò.
Aprii gli occhi, spaventato. Davanti a me, la brandina di Alexander era vuota. Mi tirai su a sedere di scatto, temendo di essere il solo sotto coperta. Rilassai i muscoli dopo aver scorto Òdin ancora dormiente affianco a me. Non distante vidi Virginia e Zephìr, accoccolate vicine. Il resto delle brandine era vuoto.
Rimasi seduto in silenzio, senza sapere se uscire o se rimanere sotto e continuare a dormire.
Rimasi seduto, chiudendo gli occhi. Ripensai alla mia famiglia, a mia sorella in particolare. Non mi importava dei miei, ma Freya…non potevo abbandonarla così, senza nemmeno dirle nulla. Aprii gli occhi, guardandomi attorno. Cominciavano a bruciarmi, ma ricacciai le lacrime. Sarei tornato indietro, dalla mia Freya e non l’avrei mai più abbandonata.
Scossi la testa ridendo delle mie idee ridicole. Non potevo tornare indietro, ormai tutti i tenenti inglesi addetti alla pirateria stavano sicuramente cercandomi. Non potevo nemmeno far venire Freya con me. Era una Lady, in fondo, e soprattutto era troppo piccola per i guai che la pirateria comportava.
“Rimarrò  qui, lontano da tutti, da pirata” mi dissi con aria ferma e serena.
Però…
-Ehi, ehi Llyr!- mi sentii chiamare e uscii improvvisamente dai miei pensieri. Girai la testa verso Virginia, che insieme a Zephìr si stava avvicinando alla mia brandina.
Zephìr si sedette su quella di Alexander, mentre Virginia si fece posto su quella di Òdin.
-Che ci fai qui?- sussurrò Zephìr:- nel senso, come mai sei finito nella ciurma?-
-Scommetto che Miriam ti ha cacciato in qualche guaio.- ridacchiò Virginia, sempre a bassa voce.
I brutti pensieri e le preoccupazioni si allontanarono silenziosamente dalla mia mente, facendo posto alla conversazione.
La coperta era in penombra, ma la luce filtrava, illuminando l’ambiente. Alcuni membri della ciurma stavano ancora dormendo, in particolare i più giovani, e ciò ci costringeva a parlare a bassa voce.
Era la prima volta che chiacchieravo con due ragazze. Certo, con mia sorella passavo molto tempo, ma con due che non conoscevo e che avevano pressappoco la mia età era una cosa nuova. Inizialmente quella vicinanza mi imbarazzò, poi cominciai a sentirmi a mio agio.
-In effetti, sono finito in prigione a causa sua.- borbottai.
Virginia rise piano:- E te pareva! Non farne un dramma, sei fortunato che l’impresa di salvataggio sia finita bene!-
Sorrisi divertito:- Virginia…-cominciai a dire.
-Chiamami Vì, o Virgy, se preferisci.-
-Vì, non voglio essere indiscreto, e se lo sono perdonami, ma tu e Òdin…?-
Lei mi fissò a occhi spalancati per diversi secondi, poi scoppiò a ridere:- E’ mio fratello! Non pensavo di dare quell’idea.- disse divertita.
Mi sentii tremendamente in imbarazzo.
-Ehi, tranquillo, a volte mi chiedo anch’io se non siano fidanzati.- mi sussurrò Zephìr.
-Ti ho sentita, dannata signorinella!- così dicendo Vì si fiondò sull’amica, cominciando una lotta sulle assi del pavimento.
-Dannazione, la volete piantare!- disse con voce assonnata Òdin, che si era svegliato -stavo facendo un sogno meraviglioso, e voi me lo avete rovinato!-
-Che sognavi?- disse divertita Zephìr.
-Fidati, meglio che tu non sappia che sogni fa quel pervertito.- aggiunse Vì.
-Ehi, come osi insultarmi in questo modo!- ridendo le passò un braccio attorno alla gola, facendo finta di stritolarla, trascinandola nella brandina.
Risi divertito:- posso chiedervi l’età?- dissi all’improvviso.
-14.- dissero Vì e Zephìr insieme.
-17 e mezzo, per la precisione.- disse in tono solenne Òdin.
-Che vecchio che sei.- disse Vì appoggiandosi alla schiena del fratello.
-Guarda che ho solo tre anni e mezzo più di te, non è molto.- borbottò lui.
-Uffa, siete una discussione continua voi due!- disse mettendo un finto broncio Zephìr.
Ridemmo insieme.
-Non voglio rompere, ma credo che sia meglio salire.- disse piano Vì.
-In effetti…cosa si fa oggi?-
-Mmm…dunque oggi si parte mi pare. Sarà dura, dovremo tirare a lucido la nave e soprattutto preparare una rotta. E dovrò fare tutto io: timonare, scegliere la rotta, decidere dove andare…che rottura di cogl…-
-Òdin! Tieni a freno la lingua!- esclamò Vì, appena in tempo prima che il fratello dicesse quella parolaccia.
-E colazione?- chiesi.
-Giusto! La colazione! E’ la cosa più importante!- esclamò serissima Zephìr, battendo un pugno sul palmo dell’altra mano- potremo mangiare cetriolini.-
-Cetriolini? Scherzi!?- esclamò Vì, disgustata- sono buoni, ma a colazione proprio no!-
Effettivamente nemmeno a me andavano dei cetriolini a colazione.
Così salimmo in cerca di cibo, sgattaiolando verso la cucina.
Quest’ultimo luogo era uno stanzino circondato di finestre. Era pieno di cibi in barili o sui tavoli.
Vì si portò un dito sulle labbra per indurci al silenzio, poi ci fece un cenno col capo.
Òdin mi prese il braccio e mi condusse a destra, nascondendoci tra i barili.
Sentii la voce profonda di Alexander canticchiare un motivetto allegro.
-Che dobbiamo fare?- sussurrai.
-Rubare la colazione, ovvio!- mi rispose il ragazzo.
Lo guardai perplesso, non sapendo bene cosa pensare o cosa fare.
-Allora,- disse Òdin alla fine- io vado a destra, verso quel tavolino laggiù, tu vai a sinistra e prendi quella frutta lì, sullo scaffale.-
Annuii.
Al segnale, ci separammo. Mi diressi verso lo scaffale indicatomi e cercai qualcosa in cui mettere la frutta. Trovai un sacchetto in tela lì vicino. Lo presi, aprendolo, e ci infilai la frutta migliore.
Sentii un improvviso rumore di cocci rotti.
Sobbalzai dallo spavento e per poco non mi volò via la frutta dal sacco. Mi girai lentamente. Òdin mi sfrecciò accanto, veloce come un ghepardo.
-Scappaaaaaa!- mi urlò lui. Rimasi a guardarlo sfrecciare via con aria confusa.
Dopo un po’ passarono Vì e Zephìr, con altrettanta velocità. Sentii Vì ridere a crepapelle mentre sfrecciava via.
Mi voltai per vedere l’origine di quella fuga, ma mi trovai contro il pancione di Alexander, infuriato come una belva.
Indietreggiai con un sorriso forzato. Alexander alzò il cucchiaio e fece per lanciarmelo, ma anche io sfrecciai verso l’uscita della cucina. In breve tempo raggiunsi gli altri, che ancora correvano ridendo come dei matti.
Passammo spintonando tutti, sentendo Alexander con i suoi pesanti passi sbraitarci dietro.
Che situazione impensabile, non mi era mai capitata una cosa del genere, e in un certo senso ne ero felice.
Scendemmo dalla nave, correndo sul molo, urlando “permesso!” ogni volta che ci vedevamo gente davanti.
Ansimanti, girammo l’angolo dietro ad una piccola pescheria, non lontano dal molo. Lì accanto c’era un muretto sul quale Zephìr e Òdin si sedettero.
Io mi sedetti per terra, accanto a Virginia. Tirai fuori dal sacchetto di tela delle mele e delle arance.
-La colazione!- esclamai. Non seppi mai spiegarmelo, ma tutta la mia timidezza e diffidenza erano sparite nel nulla, come se conoscessi quei ragazzi da una vita.
-Grande Llyr!- esclamò Vì, rubandomi una mela dalla mano.
-Ehi, da’ anche a noi!- esclamò Òdin porgendosi verso di me.
Cominciammo a mangiare quel che era la nostra colazione. La giornata era bellissima, il vento venuto dal mare portava con sé l’odore del sale, e il sole era alto in cielo, a scaldare la pelle delle persone.
-Che giornata meravigliosa!- esclamò ad un certo punto Vì, stiracchiandosi. Notai in quel momento il punto vita stretto e gli addominali accennati, messi in evidenza dalla luce del sole. Arrossii, distogliendo lo sguardo.
-Già, proprio bellissima…-commentò Òdin facendomi l’occhiolino.
Tossicchiai, chiudendo gli occhi con aria imbronciata.
-Ah! Llyr, prima che me ne dimentichi, che ruolo hai nella ciurma?- chiese all’improvviso Zephìr.
Ci misi un po’ a rispondere:- A dire il vero, non ne ho idea…Miriam non l’ho ancora vista sta mattina.-
Cadde il silenzio per alcuni istanti, interrotto solo dal vociare delle attività portuali e dei gabbiani in volo.
-Sai guidare un timone?- chiese Òdin rompendo il silenzio.
-Bhè, ci ho provato un paio di volte…mio padre voleva che imparassi.-
-Grandioso! Il ruolo è tuo.-
Tossii, con un pezzo di mela di traverso:-Ma sei matto?! Non ho mai guidato davvero una nave!-
-Bhè, sarà apprendimento sul campo, non ti pare? Il migliore, a mio parere.- disse il ragazzo, incrociando le mani dietro la nuca, chiudendo gli occhi.
In quel momento rifeci caso a quanto fosse magro quel ragazzo: le costole erano ben delineate, addominali segnati e le clavicole sporgenti. Per non parlare delle gambe e delle braccia.
-Comunque sia non so se Miriam sarà d’accordo.- borbottai, ripensando alla disastrosa ipotesi di me al timone.
-Figurati, andrà benissimo. Segui le mie indicazioni e filerà tutto liscio.-
-Siamo messi bene allora!- esclamò in tono sarcastico Vì, lanciando un’occhiata al fratello.
Òdin alzò il pugno, per cominciare la zuffa, ma Zephìr lo trattenne dandogli uno scapaccione.
-Adesso basta, tutti e due!- esclamò- dobbiamo andare prima che Miriam ci becchi qui a far niente. Vi ricordo che c’è una nave da far partire.-
Òdin e Vì si scambiarono un’occhiata divertita e dispettosa, ma annuirono e si alzarono.
-Su, andiamo.- Vì prese a braccetto l’amica:- sennò Zeph si scalda troppo.- disse ridacchiando.
Mi alzai ridendo insieme agli altri.
Non avevo ancora idea di quel che mi aspettava sul ponte.
 
Miriam ci accolse sbraitando, menando schiaffi senza sosta.
-Siete dei buoni a nulla, ecco cosa siete!- borbottò alla fine.
-Tu!- esclamò indicandomi:- hai mai lavorato su un’imbarcazione?-
-Ehm…no, a dire il vero no…-
-Sì invece!- si intromise Òdin afferrandomi le spalle:- ha timonato il peschereccio di suo padre.-
Io lo guardai confuso.
-Ma n…- provai a ribattere, ma mi ficcò le corte unghie nella carne del braccio, facendomi tacere.
-D’accordo allora, ci serviva giusto giusto un timoniere.- esclamò allegra Miriam, allontanandosi dal nostro gruppetto.
-Il peschereccio di mio padre?! Ma che diavolo vai dicendo!- esclamai preoccupato e infastidito.
-Avresti preferito fare il mozzo? Nessun problema, vado a dirle che era una balla.- esclamò il ragazzo, con aria d’ingratitudine.
-No, no, aspetta.- sospirai:- è che sono nervoso.-
-Tranquillo Llyr- intervenne Virginia:- non sentirti agitato, la partenza la farà comunque uno più esperto, a te lasceranno il timone solo quando saremo in mare aperto, così da non rischiare.-
-Non so perché ma questo non mi incoraggia…-esclamai sarcasticamente.
-Marinai ai posti!- Si sentì urlare dalla poppa. Adrian stava urlando ordini, indicando postazioni, sgridando i fannulloni.
-Io vado!- esclamò Zephìr salutandoci con un cenno della mano.
La vedemmo arrampicarsi con abilità lungo l’albero maestro, con a tracolla uno spesso e robusto rotolo di funi.
-Llyr, al timone!- urlò Miriam, dalla piattaforma dove si trovava appunto il timone.
Corsi verso di lei, schivando marinai, mozzi e nostromi.
-Sì Capitano!-
Miriam mi sorrise compiaciuta.
Mi avvicinai con incertezza a quella ruota, quel pezzo di legno che da quel giorno sarebbe stato parte della mia anima.
Strinsi prima una mano, poi l’altra attorno ai lisci e lunghi manici. Ammirai le incisioni lungo la ruota: erano così minuziose e ben fatte da sembrare finte anziché intagliate e dipinte.
-Non hai mai guidato prima, vero?-
La domanda di Miriam mi fece tornare alla realtà.
Rimasi in silenzio, trattenendo il fiato, non sapendo bene cosa dire.
-D’accordo, spostati.- sospirò lei.
Mi spiegò per filo e per segno tutte le manovre necessarie.
Riuscii a far partire la nave, riuscii ad arrivare in mare aperto.
Guardai con angoscia la sponda, ormai una linea lontana. Ora era troppo tardi, non sarei più tornato dalla mia famiglia. Mi aspettava un nuovo inizio, una nuova vita.
Una vita da pirata.


---Angolo autrice----
Yo-oh ciurma! Allora, questo fin ora è stato il mio capitolo preferito XD Mi sono divertita parecchio, soprattutto nella parte della colazione ^^ Bhè, aspetto con ansia vostre recensioni!
  
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