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Autore: pandamito    02/03/2013    1 recensioni
Non tutti i Favoriti sono cattivi, non tutti i tributi dei distretti periferici sono deboli. Ma l'Arena cambia le persone, le spinge a fare ciò che non si vuole, ma che si deve, purtroppo, per sopravvivere.
Questa è la storia di un Gigante Gentile, che trovò qualcuno che lo voleva aiutare. Questa è la storia di un gruppo di Favoriti che, purtroppo, devono fare i conti con l'amore, nel posto sbagliato. Questa è la storia che insegna ad uccidere, se si vuole vincere, finché non cadrà anche l'ultimo tributo.
Questa, in realtà, è una storia di morte.
Cornelius avrebbe tanto voluto chiedergli come mai gli interessava tanto, ma non lo fece, perché capì che Blaze avrebbe potuto avere tutti, chiunque avesse voluto. Tutti, tranne lei.
Genere: Azione, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Triangolo
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- Questa storia fa parte della serie '27th Hunger Games. World will be watching.'
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per Ari e Leddy,
perché bao.


 


Si nascondevano fra gli alberi, aspettando che le luci dell'alba illuminassero un po' più ciò che sarebbe diventato ben presto il loro campo di battaglia. Erano rimasti in otto nell'Arena, ma i Favoriti avevano quasi la certezza di poter vincere. Ma cos'avrebbero fatto se fossero rimasti solamente loro quattro? I due dell'Uno ed i due del Quattro, uniti fra loro da uno strano e complesso legame. 
Di fronte la Cornucopia erano riposti cinque sacchi, ognuno con un numero inciso sopra che stava ad indicare il Distretto a cui apparteneva. Dentro vi era di certo qualcosa che serviva ad ognuno di loro. C'era il sacco dell'Uno, del Quattro, del Cinque, del Sei e dell'Otto.
Lique, la piccola dodicenne del Quattro, si sporse di poco da dietro la schiena del fratello per osservare i sacchi rimasti e perdere un battito quando vide il sacco dell'Otto. Lui era lì, da qualche parte, e sperò vivamente che nessuno lo uccidesse in questo banchetto.
« Sta' attenta. » ripeté per l'ennesima volta Blaze alla sua compagna bionda. 
Clind si voltò, rivolgendogli uno sguardo forte e comprensivo. « Lo so. »
Blaze aveva insistito tutto il giorno prima, quando era stato annunciato il banchetto, di voler andare lui alla Cornucopia, perché aveva paura che la ragazza potesse morire, ma quella non ne voleva sapere e, alla fine, la sua testardaggine vinse. 
Invece Lique poteva contare su suo fratello, perché lui avrebbe rischiato tutto pur di farla tornare a casa sana e salva, ma si sentiva in colpa perché doveva essere sempre protetta da lui e sapeva che non si sarebbe mai perdonata la morte del fratello. 
Clind si aggiustò la faretra in spalla ed impugnò saldamente il suo arco. All'improvviso, però, un'ombra grande ed incredibilmente veloce si buttò nel campo, pronto a prendere il suo sacco e scappar via. Clind e Shark iniziarono immediatamente a correre, preoccupati per i propri sacchi e decisi ad uccidere l'ennesimo tributo indispensabile per la loro vittoria.
Lique fu quasi sollevata quando vide che quell'ombra non era altro che il gigante del Sei, ma solo perché per adesso il dodicenne dell'Otto era ancora salvo. Poi, però, si preoccupò per suo fratello, quello di certo non era un avversario facile ed accorgersi che anche Blaze era in pensiero, tanto quasi da uscire dal loro nascondiglio fra gli arbusti, significava che c'era d'aver paura. Ma al Favorito dell'Uno non importavano minimamente i suoi compagni, in questo momento.
Il ragazzo del Sei prese immediatamente il suo sacco, grazie alla sua impressionante velocità, ma poi, stranamente, si spostò per afferrare anche quello del Cinque, così che Shark potesse raggiungerlo ed avventarglisi contro. Clind cercò di non perdere la calma, sfoderando una freccia dalla sua faretra e posizionandola per colpire il tributo del Sei, cosa dannatamente difficile visto che lui e Shark non facevano altro che muoversi e rotolarsi per terra, l'uno sopra l'altro. Improvvisamente un pugnale disarmò la bionda a cui cadde l'arco per terra. Stupita, si voltò immediatamente e vide i capelli color cenere della ragazza dell'Otto afferrare il proprio sacco e correre via. Si affrettò a raccogliere l'arco da terra e scoccò la freccia verso la sua avversaria, colpendola ad una spalla; quella ruzzolò per terra, per poi riprendersi e continuare a correre come se niente fosse. Clind scoccò un altro colpo, ma a vuoto, lasciando fuggire l'altra. Si voltò, ricordandosi di Shark che venne colpito da un pugno dell'altro, che cercò di riprendere i sacchi e fuggire, ma il ragazzo del Quattro con un balzo riuscì ad afferrare la sua ascia caduta, strattonò l'avversario, afferrandogli saldamente un braccio e poi gli mozzò la testa con un colpo netto.
Pochi secondi dopo il cannone sparò.
I due Favoriti rimasero lì, in piedi, ansimanti, convinti che nessun'altro tributo avrebbe osato avvicinarsi. 
Blaze rimase di sasso ma, invece d'essere felice per la loro vittoria, fu invaso da un forte senso di rabbia che stentò a contenersi, stringendo saldamente il manico della sua spada ed iniziando a correre verso Shark, di certo non per dargli una pacca sulla spalla e congratularsi con lui. Appena Clind si accorse delle intenzioni del suo compagno, si parò davanti a lui per bloccarlo, mentre in lontananza Lique incominciò a correre per raggiungere gli altri. Blaze afferrò il braccio della bionda, scaraventandola più in là ed avventandosi sul ragazzo dai capelli color miele, sfoderando la sua spada, che sibilò a contatto con l'ascia del suo avversario. 
« Cosa stai facendo? Smettila! » gridò Lique disperata, fra le lacrime.
Con un gesto della mano, il biondo riuscì a disarmare Shark della sua ascia, facendogli perdere l'equilibrio e saltandogli addosso, puntandogli la lama al collo, pronto ad affondare, quando il piccolo corpo della dodicenne si aggrappò sulla sua schiena per impedirgli di uccidere suo fratello. Blaze si scrollò di dosso la piccola Vane, facendola cadere, ma subito dopo Clind lo buttò a terra, facendolo rotolare aggrappato a lei e finendo col suo corpo che lo inchiodava a terra, sull'erba. Le mani della bionda stringevano i suoi polsi, ma lui non fece resistenza per opporsi, anzi, non fece proprio un bel nulla, si limitò a stare sdraiato ed a fissare il viso della sua compagna con occhi vuoti, che non erano rivolti proprio ad un punto preciso, anzi, sembravano essere completamente assenti. 
« Blaze, fermati. » gli ordinò lei, ma lui non disse nulla, né si mosse. 
Clind lo abbracciò, ponendo la sua testa dell'incavo del collo dell'altro.
« L'ha ucciso. » sentì il sussurro del compagno nel suo orecchio. Una voce piena d'odio e non quella solita voce sensuale ed allegra che l'aveva sempre caratterizzato da quando lo conosceva. No, questa le faceva persino paura.
Si ritirò immediatamente indietro, spaventata, alzandosi lentamente, assieme all'altro, che aveva la testa bassa e le mani lungo i fianchi, strette in pugni così forti che di sicuro gli sarebbe uscito il sangue.
« Lui » gridò, fuori di sé, « l'ha ucciso! »
Puntò gli occhi verde smeraldo in quelli blu oltremare di Shark e, avrebbero potuto giurarlo tutti, sembravano rossi per quanto fosse la sua ira. 
Clind si parò un'altra volta d'innanzi a lui, allargando le braccia.
« Non gli farai del male. » pronunciò, solennemente.
Blaze abbassò lo sguardo lentamente, con l'espressione di uno che aveva appena perso tutto, uno di quelli che tornavano da un funerale. E, in effetti, era proprio così.
« Prima o poi dovrai ucciderlo, Clind, se vuoi vincere. » l'avvertì e ciò spiazzò la giovane. « Come dovrai uccidere me, Lique e tutti gli altri. »
Ciò a far rabbrividire la bionda non era di certo il tono inquietante con cui venivano pronunciate quelle frasi, né il loro macabro significato, bensì il fatto che fossero dannatamente vere. Blaze aveva ragione, li avrebbe uccisi tutti, per tornare a casa; lasciare che Blaze uccidesse Shark era solo una semplificazione per lei, almeno non si sarebbe dovuta sporcare maggiormente le mani. Ma allora perché qualcosa le impediva di far accadere tutto ciò?
« E' meglio se te ne vai » l'avvertì il suo compagno, « perché la prossima volta stai pur certa che l'ucciderò. »
E detto ciò, raccolse la sua spada da terra ed iniziò a correre, sparendo nella foresta. Clind non riuscì ad impedirgli di andarsene, benché nel profondo voleva pregarlo di restare con lei. La sua ultima frase era una minaccia, non solo a Shark, ma anche a lei, perché sapeva che Blaze prima o poi l'avrebbe uccisa, come lei, in fondo, doveva uccidere lui.
Aveva sempre combattuto con sé stessa, divisa da Blaze e Shark, incapace di prendere una scelta su chi amasse veramente, così aveva sempre rimandato tutto, dicendo a sé stessa che ci avrebbe riflettuto in futuro. Ma il futuro era arrivato, perché i Giochi sarebbero finiti presto.
E solo ora, però, si rese conto che Blaze aveva appena scelto per lei.










pandabitch.
Mito e la sua ossessione per gli OC. 
Blaze Adams, tributo del Distretto 1, sotto mio cpoyright.
Cornelius Russel, tributo del Distretto 6, sotto copyright di wackymacky.
Clind Norson, tributo del Distretto 1, sotto copyright di Leddy.
Shark e Angelique Vane, tributi del Distretto 4, sotto copyright di AriiiC_.
Tutti i tributi presenti in questa fanfiction partecipano all'interattiva 27th Hunger Games, World will be watching. di Erika May Mellark.
Per crack a tutto spiano mipiacizzate la mia pagina facebook Pandamito EFP.
Per confortarmi che ho la febbre ed offrirmi biscotti, seguitemi come @pandamito su twitter.
Baci e panda, Mito.

   
 
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