Crossover
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Autore: katyjolinar    19/09/2007    1 recensioni
storia scritta a quattro mani con la mia amica sirya.(significa che siamo DUE autrici, quindi, per favore, quando recensite, parlate al plurale)
Sara e Kate: due gemelle identiche, ma diverse.
Sara e Kate sono sempre state unite, fin dall'infanzia, da un forte legame, che rischierà di dissolversi quando la seconda lascerà il collegio in cui è vissuta fino a quel momento con la sorella, per andare a lavorare a Washington, nel Servizio Investigativo della Marina Militare.
Logan, scelto da loro come padre adottivo, dovrà cercare di tenerle unite, ma un'indagine di Gibbs rischierà di troncare definitivamente questo legame già labile. commentate per piacere.
il passato e il carattere di alcuni personaggi degli X-Men è stato modificato
Genere: Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Fumetti, Telefilm
Note: Alternate Universe (AU), Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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9

Sara alzò la testa verso i due nuovi arrivati
Sara: -Non pensavo ti stesse antipatico...- comunicò mentalmente alla sorella. Poi ad alta voce aggiunse “Ho pensato fosse il caso di procurarmi un avvocato.”
Tony: “Un avvocato? Lui? Ma è...” non riuscì a pronunciare la parola ‘cieco’ che Kate lo fulminò con lo sguardo.
Sara: “Tony, ti presento Matt Murdock, meglio noto come ‘Daredevil’, avvocato. Matt, Tony DiNozzo, NCIS”
I due ragazzi si strinsero la mano.
Tony: “Certo che hai fatto in fretta a trovarti un avvocato, eh?”
Sara: “Ci tengo a non finire al fresco!”
Tony: “Giusto! Beh, allora, di che stavate parlando?” chiese con aria di nonchalance
Matt: “Credo che quello di cui stavamo parlando io e la mia cliente sia personale, agente DiNozzo. Segreto professionale!” rispose con un sorriso.
Tony: “Ah, si, giusto.” Borbottò.
Kate: “Allora noi andiamo. Ci incontriamo poi a cena.” Esclamò, evitando di guardare Matt, cosa che naturalmente Sara e Matt stesso non poterono notare, ma che a Tony non sfuggì. Prese a tirarlo per un braccio e insieme uscirono dalla stanza.

Kate trascinò Tony lungo il corridoio, allontanandosi in fretta dalla camera della sorella. Quando furono abbastanza lontani, Tony riuscì a liberarsi dalla presa della ragazza e la fermò.
Tony: "Hey, Kate! Che ti prende?"
Kate: "Niente." rispose, poco convinta.
Tony: "No, c'è qualcosa, e non dirmi che sono gli ormoni impazziti, perchè non credo sia questo il motivo del tuo comportamento. Riguarda l'avvocato di tua sorella, vero?"
Kate accennò un sì, con la testa.
Tony: "Lui è quello che penso io?"
Di nuovo la ragazza fece sì con la testa.
Tony: "E lui non sa che tu...?"
La testa di Kate accennò un no.
Tony: "Accidenti! Sei proprio nei casini!"
Stava per rispondere, quando sentirono del fracasso all'entrata. Tony impugnò istintivamente la pistola, seguendo di corsa Kate, che era partita come un razzo.
Arrivarono all'entrata, dove videro Logan e Peter che tenevano ferme due persone che subito Tony riconobbe.
Tony: "Ziva? McGee? Che diavolo ci fate qui?"
Logan: "Li abbiamo trovati che spiavano appena fuori dal recinto."
Kate: "Sì, li ho visti quando sono tornata da Washington."
Ziva: "Lasciami, razza di mr. muscolo poco cresciuto!" urlò, rivolta a Logan, che la teneva ferma.
Logan: "Senti un po', ragazzina, chiudi il becco, o io..." cominciò, contraendo i muscoli dell'avambraccio, pronto ad estrarre gli artigli.
Kate: "Fermo, Logan!" esclamò, poi si rivolse sia al padre che a Colosso "Lasciateli liberi, non scapperanno."
I due li lasciarono liberi, anche se Wolverine non era del tutto d'accordo.
Logan: "Questa tizia mi ha dato del tappo!" si lamentò.
Tony: "Vi consiglierei di fare attenzione a cosa dite: Logan è piuttosto permaloso per quanto riguarda l'altezza."
In quel momento, richiamati dal fracasso, accorsero anche il professore, Ciclope, Matt e Warren. Alla vista di quest'ultimo i due agenti rimasero pietrificati.
Logan: "Beh? Non avete mai visto dei Mutanti?"
McGee: "Mutanti? Pensavo che fosse solo una leggenda..."
Tony: "E invece è tutto vero: anzi, in questa scuola sono tutti Mutanti."
Kate: "Me compresa." confermò "Ora lasciateli andare: non credo che andranno da nessuna parte. Anzi, se il Professore è d'accordo, potrebbero essere nostri ospiti a cena."
Prof: "Penso che sia un'ottima idea, Kate. Li affido a te. Dopo cena li accompagnerai alle loro stanze."
Kate: "Grazie, Professore. Tony, ti unisci a noi?"
Tony: "Certo!"
Matt: "Posso unirmi al gruppo pure io?"
Kate ci pensò su un attimo, indecisa, poi rispose di sì, così tutti e cinque si diressero verso il refetorio.

Poco prima, Sara stava raccontando a Matt ciò che era successo nei particolari e stavano mettendo a punto la strategia di difesa, quando in corridoio esplose un tumulto di voci.
Matt: “Ma cosa diavolo...”
Sara: “Credo che Logan si sia deciso ad acchiappare gli sbirri che stavano spiando fuori dal cancello da giorni. Andiamo, voglio proprio sentire come si giustificheranno!” esclamò alzandosi.
Matt: “Uscire in corridoio quando Hank non ti ha ancora ufficialmente dimessa e in pigiama? Tuo padre mi ucciderà!”
Sara. “Hai ragione! Allora tu vai, io mi vesto e ti raggiungo.”
Matt: “Ok, a dopo.” Concluse e uscì dalla stanza.
Sara si rivestì, indossò un jeans scuro, un maglione a collo alto nero e degli stivali fino al ginocchio. Raccolse i capelli rossi in una lunga coda e rendendosi conto che era ormai ora di cena, scese in refettorio. Attraversò il corridoio per la prima volta da anni senza la sua fedele mascherina sugli occhi, sentendosi terribilmente nuda così. Il refettorio era una grande sala praticamente priva di muri o soffitto, era tutto di vetro e sembrava quasi una gigantesca cella. Si fece strada a fatica tra gli studenti, poi percepì la traccia di Logan e gli si sedette a fianco.
Logan: “Ciao piccola! Non sapevo che Hank ti avesse dimessa.” Disse piacevolmente sorpreso.
Sara: “Infatti NON l’ha fatto. Sto bene.” Rispose anticipando la sua domanda “Che cosa è successo prima? Abbiamo sentito confusione...”
Logan: “Ho beccato gli sbirri a spiare fuori dal cancello. Ora sono con tua sorella, l’altro sbirro e il tuo avvocato. Cenano insieme.”
Sara: “Poco male. Sono allergica agli sbirri. Anche se mi sarebbe piaciuto scambiare ancora quattro chiacchiere con Tony. Ciao Warren! Remy!” esclamò rivolta ai due ragazzi che si erano appena seduti di fronte a lei. Uno era Warren, l’altro, un ragazzo dall’aria affascinante con gli occhi rossi, Remy Lebeau, ladro e dongiovanni.
Remy: “Di nuovo in forma vedo, mon chere!”
Warren: “Ci sei mancata!” disse attirandosi uno sguardo perplesso di Remy.
Remy: -Ci?!- pensò
Warren: “Di cosa stavate parlando?” continuò rivolto alla ragazza.
Sara: “Stavo dicendo a Logan che è interessante parlare con Tony. Sapevate che ha dovuto imparare a gestire le proprie ali da solo?”
Warren: “Davvero?” disse con aria seccata “Infatti, si nota.”
Remy e Logan si scambiarono uno sguardo divertito, trattenendosi a stanto dal ridere.
Sara: “A proposito, volevo chiederti una cosa. Pensavo, magari potresti aiutalo a migliorare lo stile! Kate dice che ne ha bisogno.”
Warren: “Ne sarei... felicissimo.” Rispose a denti stretti.
Sara: “Magari potreste iniziare domani mattina. Stanza del Pericolo, ovviamente, con quei due spioni in giro per la scuola non c’è da fidarsi.” Continuò con entusiasmo.
Warren: “Si, va benissimo.” Bofonchiò con un’espressione infelice sul volto.
Sara: “Grazie, sei un tesoro! Vado ad avvertire Tony!” gli schioccò un sonoro bacio sulla guancia e sparì fra la folla di studenti in cerca della sorella e di Tony.
Warren: “Tony, Tony, Tony! Possibile che non sappia dire altro in questi giorni?” borbottò giocherellando con quello che aveva nel piatto. Logan lo guardò compassionevole: neppure a lui piaceva lo sbirro.
Warren: “Sostieni una persona per anni, poi arriva il primo belloccio di turno e ‘Au revoir, Warren!’” sbuffò cupo gettando la forchetta nel piatto. “E così mi è anche passato l’appetito. Buona cena ragazzi.” Disse alzandosi e uscendo dalla mensa.
Remy e Logan si guardarono un attimo.
Remy: “Due adolescenti si sarebbero comportati alla stessa maniera.” Disse divertito.
Logan: “Possibile che mia figlia sia così tonta in questo genere di cose?”
Remy: “Beh, ha preso da te.”
Logan: “Che cosa vuoi dire?”
Remy: “Nulla, nulla” concluse con un sorriso sornione. E ripresero a mangiare.

Per quella notte il Professore mise due stanze a disposizione di Ziva e McGee.
Il mattino dopo, quando Kate si svegliò dovette correre in bagno a causa delle nausee matutine; quando passarono si guardò qualche secondo allo specchio, toccandosi la pancia: certo la cosa non era stata programmata, ma era felice, e sapeva che anche Matt lo sarebbe stato, appena si fosse decisa a dirglielo. L'unico problema era che non sapeva quale reazione avrebbero avuto sua sorella e suo padre... certo Logan avrebbe cominciato a lamentarsi di essere troppo giovane per diventare nonno.
Kate sorrise, pensando alle parole che avrebbe potuto dire il padre adottivo, ma poi tornò a pensare a Sara: cosa avrebbe detto lei? Fin da piccole erano sempre restate unite, e dopo l'incidente si era sempre presa cura di lei, ma non avrebbe mai pensato che l'avrebbe fatta diventare zia così presto. Di certo non avrebbe preso bene anche il fatto che, senza dirle niente, aveva cominciato una relazione con Matt, il suo attuale avvocato.
Si vestì ed uscì dalla stanza, diretta in refetorio per la colazione. Si sedette al tavolo con Tony e McGee e stava bevendo il suo cappuccino, quando Tempesta si avvicinò.
Tempesta: "Kate, posso parlarti? E' urgente."
Kate: "Ok, arrivo subito." Tempesta uscì dalla sala, e Kate la seguì.
Si diressero verso l'infermeria, e Kate aveva già capito di cosa voleva parlare Ororo.
Tempesta: "Ho i risultati dell'esame del sangue." disse, prendendo dei fogli poggiati sul tavolo.
Nel frattempo, qualcuno si era avvicinato ed origliava da fuori: era Ziva, ma Kate non si accorse della sua presenza, perchè, da quando aveva scoperto che si trattava di una scuola piena di mutanti, l'israeliana aveva deciso di mettere in pratica ciò che aveva imparato al Mossad e portare al minimo la sua energia, isolando anche i pensieri.
Kate: "Non c'è bisogno che dici altro, so già cosa hai trovato: Gonadotropina Corionica Umana, l'ormone della gravidanza."
Tempesta: "Quindi lo sai già. Quando lo hai scoperto?"
Kate: "Praticamente pochi giorni dopo che è successo, circa un mese fa."
Tempesta: "Un mese fa? Ma è quando hai cominciato a lavorare all'NCIS..."
Kate: "Sì. Ma non è come pensi tu." rispose, percependo i pensieri della donna "Il padre non è Tony."
Tempesta: "Però voi due siete diventati molto intimi, in questo periodo. Vi ho visti ieri, quando sei tornata a casa."
Kate: "Ororo, ti assicuro che tra noi non è successo nulla, quel bacio non significava niente, l'ho fatto solo per..."

Stava ancora origliando la conversazione quando sentì un rumore di passi nel corridoio. Si allontanò dalla porta e fece finta di essere in cerca della sua stanza. In direzione opposta alla sua, dall’altro lato del corridoio sbucò Tony. Ziva si irrigidì e lo fissò con sguardo tagliente.
Tony: “Ciao Ziva!” disse tranquillamente, senza però fermarsi. Era già in ritardo per la lezione di volo che Sara gli aveva procurato. Non che ritenesse di averne bisogno, ma lei era stata gentile e non aveva potuto rifiutare. Si diresse all’ascensore. Ziva lo seguì.
Ziva: “Da quant’è che ti fai Kate, Tony?” chiese a bruciapelo sulla porta dell’ascensore. Poi entrò e la porta si richiuse alle sue spalle.
Tony: “Ma che diavolo vai blaterando?” disse dopo un attimo di sbalordimento.
Ziva: “Guarda che vi ho visti ieri in cortile! E non dirmi che ho frainteso!”
Tony:” Ma... Tra noi non c’è un bel nulla! E comunque non era un vero e proprio bacio. Lei stava solo...”
Ziva: “Stava solo ficcandoti due metri di lingua in bocca!” replicò rabbiosamente
Tony: “Non è come pensi tu!”
Ziva: “No, è anche peggio visto che flirti anche con sua sorella!”
Tony: “Non è vero! Io e Kate siamo solo amici, e non sono neanche il mio tipo di ragazza loro due!” rispose impaziente e premette il pulsante per il sotterraneo.
Ziva: “E da quando in qua tu e una ragazza sareste solo amici? Non sapevo che flirtassi con le amiche!” continuò. Le porte metalliche dell’ascensore si aprirono con un ‘ding’ e lei si mise davanti per non farlo passare. Poche porte più in la Warren aspettava Tony fuori dalla Stanza del Pericolo, ma Tony, preso com’era dalla lite, non lo notò.
Tony: “Punto uno: spostati, ho da fare.” Disse scostandola per passare “Punto due: Sara e Kate non hanno avuto una bella adolescenza, hanno sofferto molto e io cerco di aiutarle per questo.”
Ziva: “E’ proprio vero, più ti fanno pena, più sono dei bocconcini prelibati per te. Per te basta che respirino e non fai neppure attenzione, visto che Kate è incinta da un mese! Mi fai schifo Tony!” urlò disgustata da quello che lui aveva appena detto.
Tony: “Ma cosa... C***o Ziva! Lo capisci o no che non mi sono portato a letto né Kate né Sara? Il bambino di Kate non è mio!” Continuò camminando all’indietro, cosicché non notò Warren che si ritirò in fretta nella Stanza del Pericolo.
Ziva: “E di chi è allora? Immacolata Concezione?”
Tony: “Se lei non te lo ha detto, non vedo perché dovrei farlo io. E poi non so come tu l’abbia saputo, ma sicuramente non te l’ha detto lei, e questo vuol dire che l’hai spiata, e non dovresti. Non siamo qui per spiare Kate, ma casomai sua sorella.” Concluse irato e si voltò.
Ziva scappò al piano superiore nella sua stanza e Tony entrò nella Stanza del Pericolo. Ad aspettarlo c’era Warren, in apparenza calmissimo, ma in realtà furioso per quello che aveva sentito prima. Tuttavia non disse nulla. Solo quando furono a mezz’aria scoppiò.
Warren: “Che intenzioni hai con le ragazze?” chiese all’improvviso con aria inquisitoria.
Tony: “Che cosa intendi dire?”
Warren: “E’ da quando sei arrivato che ci provi con Sara e ora Kate è incinta. Da un mese, cioè praticamente da quando ha iniziato a lavorare all’NCIS!”
Tony: “Ancora con questa storia? Ma fatemi il favore...” disse con aria seccata. Non aveva ancora sbollito la lite con Ziva e sentiva di stare diventando sempre più arrabbiato ogni momento che passava.
Warren: “Neghi ancora di esserti portato a letto la mia amica?”
Tony: “Non ho mai nemmeno sfiorato Kate, come posso essermela portata a letto?”
Warren: “Allora come ha fatto a rimanere incinta? Per opera dello Spirito Santo? A quanto ne so io quando è partita di qui ancora non lo era.”
Tony: “Ma tu che fai, il guardiano delle gemelle?”
Warren: “Le conosco da più di 10 anni, le ho praticamente viste crescere, so tutto di loro.”
Tony: “Beh, non credo che diano conto a te della loro vita privata.”
Warren: “Quindi ammetti di esserti portato a letto Kate!”
Tony: “Mamma mia che rottura. No che non l’ho fatto!”
Warren: “Però ci stai provando con la mia Sara.”
Tony: “Tua? Non mi risulta che sia la tua ragazza.”
Warren: “E tu che ne sai?”
Tony: “Le capisco queste cose. E comunque, lei non me lo ha detto. Anzi, a dire il vero, non mi ha parlato quasi per nulla di te.” Disse. Poi si accorse di aver tirato troppo la corda, Warren infatti gli diede uno spintone da farlo quasi cadere.
Tony: “ehi, calmati! Stavo scherzando!” esclamò riprendendo l’equilibrio.
Warren: “Kate e Sara mi hanno chiesto di insegnarti a volare. Bene, devi imparare anche a combattere a mezz’aria.” Disse tirandogli un pugno che Tony schivò per un pelo.
Tony: “Comunque hai frainteso... L’ho detto pure a Ziva prima...” continuò cercando di difendersi come poteva, cosa non facile, visto che per aria sapeva solo volare discretamente.
Warren: “Si, ho sentito... Che cosa pensi di fare, arrivare qui e fare il comprensivo perchè ti fanno pena?! Non c'eri certo tu qui quando sono arrivate, le crisi di nervi di entrambe non le hai viste, e ora pretendi di fare l'amico!”
Tony non ebbe il tempo di replicare. Si rotolavano letteralmente a mez’aria in una zuffa tremenda che avrebbe procurato non pochi guai ad entrambi. In sala comandi, Remy, Logan e Colosso li stavano osservando. Volevano vedere come se la cavava lo sbirro in volo. Quando videro che la situazione degenerava cercarono di entrare nella stanza. Warren sembrava parecchio arrabbiato e anche se non avevano potuto sentire cosa si dicevano i due, intuirono di che si trattasse. La porta della stanza, però, era in modalità blocco e poteva essere disattivata solo dall’interno, cosicché cercarono di forzarla dall’esterno. Proprio in quel momento sopraggiunsero nel corridoio Kate e Sara, che chiacchieravano tranquille.
Kate: “Sara, dovrei dirti una cosa...” iniziò senza sapere da dove prendere il discorso. Non solo doveva dirle che stava col suo avvocato, ma anche che era incinta!
Sara: “Che cosa? Anche io devo dirtene una...” voleva chiederle se per caso sapeva perché Warren si comportasse così stranamente in quei giorni.
Kate: “Riguarda il motivo per cui Tony e Ziva litigavano prima...”
Sara: " Non li ho sentiti litigare.. quando è successo?"
Kate: “Subito dopo colazione. Il fatto è che Ziva e McGee hanno visto me e Tony fare una cosa e Ziva ha frainteso.”
Sara: “Che tipo di cosa?” Ma non aspettò una risposta perchè percepì la presenza degli altri tre davanti alla porta della stanza del pericolo. “Che succede qui? Perché state forzando la porta?” fece un rapido scan della stanza e capì cosa non andava. Sul viso le si dipinse un espressione dura. “SPOSTATEVI.” Disse col tono di qualcuno che non aspetta una risposta. Poi fece saltare in aria la porta. “Adesso basta!” urlò entrando nella stanza e separando i due litiganti con un getto di energia. Tony perse l’equilibrio e iniziò a cadere sul pavimento, rallentato da Kate. Sara lo ignorò, creò uno dei suoi dischi di energia e si innalzò fino a trovarsi di fronte a Warren “Che cosa diavolo stavate facendo?” sibilò con rabbia.
Warren: “Ehm... Io... Ti posso assicurare che ha iniziato lui!”
Sara: “Che... Ha iniziato lui?! NON SEI UN ADOLESCENTE CHE E’ QUI DA DUE SETTIMANE, WARREN, SEI UN INSEGNANTE! NON PUOI DIRMI ‘HA INIZIATO LUI’!” esclamò ancora più infuriata di prima.
Warren: “GUARDA CHE L’HO FATTO PER TE, SE PROPRIO VUOI SAPERLO... NON HAI IDEA DI...”
Sara: “E NON MI INTERESSA. TI AVEVO CHIESTO SOLO DI FARMI UN FAVORE E NON NE SEI STATO CAPACE! MA CHE TI PRENDE IN QUESTI GIORNI?!”
Warren: “Senti, a me non andava proprio di dargli lezioni, OK? L’ho fatto solo per te e tu non hai idea di quello che ha detto, non lo puoi immaginare. Non mi va di sentirgli dire che fa l’amico perché hai avuto un’adolescenza difficile. Io ci tengo a te e mi da fastidio.”
Sara: “Te ne dovevi fregare di quello che pensa o non pensa lui, chiaro? Sono adulta e vaccinata, non ho bisogno di un difensore. E per quanto riguarda te, Tony, non ho bisogno della pietà di nessuno.” Disse voltandosi verso quest’ultimo, anche se non poteva vederlo. “E poi” continuò girandosi ancora verso Warren “pensavo fossi in grado di comportarti più da adulto, sai?!”
Warren: “Ma allora non hai proprio capito...”
Sara: “No. E non c’è nulla da capire.”
Warren: “Ah, si? Allora sai che ti dico...”
Kate: “Non vedo l’ora che la smettano e si decidano a mettersi insieme.” Mormorò osservandoli litigare dal basso. Purtroppo per lei, sua sorella la sentì.
Sara: “E’ più facile che Logan si metta con Colosso, piuttosto che io con UNO COME LUI!” esclamò infuriata “E poi che sarebbe questa storia del bambino Kate?”
Tutti si girarono verso Kate e rimasero a fissarla a bocca aperta. In quella stanza, solo Warren e Tony, oltre alle due sorelle, sapevano di cosa stesse parlando. Kate si guardò intorno e si accorse che, forse attirati dalle grida, erano arrivati anche Ziva, McGee (per fortuna Tony aveva ritirato le ali), Hank, Ororo, Rogue. Praticamente tutto il corpo insegnante. Mancava solo Emma Frost, e ringraziò il cielo per questo. Gli sguardi passarono lentamente da lei a Tony e Logan lo fissò con aria omicida.
Kate: “Il bambino...?” disse con aria ingenua
Sara: “Si, il bambino. E da ieri che il tuo cervello non fa che urlarmi nella testa quanto tu sia felice!"
Kate: “Ma cosa...” poi si rese conto di aver lasciato i suoi pensieri vagare un po’ troppo liberamente ultimamente. “Oh, c***o! Forse devo riprendere ad allenarmi a tenere isolati i pensieri...”
Sara: “Si, forse devi. E forse devi anche avvisarmi quando ti fai il mio avvocato.” Conculse con rabbia e scappò fuori dalla porta. Warren la seguì.
Warren: “Sara! Aspettami un attimo! Per favore...”
Logan: “Cosa sarebbe questa storia del bambino?” chiese, gli occhi ridotti a due fessure.
Kate si sentì tutti gli occhi puntati addosso. In quel momento tutto lo stress accumulato in quei giorni, tra la gravidanza, le tensioni con la sorella, le indagini dell'NCIS, esplose.
La ragazza scoppiò a piangere, senza sapere il vero motivo, sapeva solo che aveva voglia di piangere, anche se non lo faceva praticamente da quando i suoi genitori avevano abbandonato lei e la sorella in quell'ospedale, dopo l'incidente.
Logan: "Kate, stiamo tutti aspettando una spiegazione. Cos'è questa storia?"
Kate: "Io... io e Matt stiamo insieme, Logan, da un paio di mesi. Lo abbiamo tenuto nascosto perchè la nostra relazione avrebbe potuto compromettere il mio lavoro, sai, una forense dei Federali con un avvocato difensore, non è proprio una coppia che possa piacere."
Logan: "E con... con questo qui" puntò il dito contro Tony "che rapporti hai?"
Kate: "Siamo solo amici, non è successo nulla." intercettò un pensiero di Ziva, così le rispose "Sì, Ziva, l'ho baciato, ma solo perchè era il modo migliore per fargli vedere per intero un ricordo, non ho mai avuto nessuna intenzione di provarci con lui. Il bambino è di Matt, anche se non lo avevamo programmato... è stato un incidente di percorso..."
Appena Kate ebbe finito di spiegare tutto, un boato invase i corridoi e le mura della scuola tremarono leggermente. Ziva e McGee tirarono fuori le pistole, ma Logan li fermò subito.
Logan: “Credo che sia solo Sara che si sfoga. Quando fa così, sono orgoglioso che sia figlia mia!”
I due lo guardarono come se fosse pazzo.
Kate: “Ha solo buttato fuori dalla sua stanza Warren...” tentò di spiegare.
Tony: “Se continua così, si ritroverà vedova ancor prima di sposarsi!” esclamò con una battuta.
Logan: “Io lo faccio a fettine sottili sottili.” Disse piano con uno sguardo furioso dipinto in faccia.
Kate: “Logan, tu non fai un bel niente, se no Gibbs ti pianta una pallottola in testa. E ti assicuro che lo farà o morirà tentando. Tony, chiudi la bocca, hai già fatto abbastanza guai per oggi.”

   
 
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