Sara alzò la testa verso i due nuovi arrivati
Sara: -Non pensavo ti stesse antipatico...- comunicò mentalmente alla
sorella. Poi ad alta voce aggiunse “Ho pensato fosse il caso di procurarmi un
avvocato.”
Tony: “Un avvocato? Lui? Ma è...” non riuscì a pronunciare la
parola ‘cieco’ che Kate lo fulminò con lo sguardo.
Sara: “Tony, ti presento
Matt Murdock, meglio noto come ‘Daredevil’, avvocato. Matt, Tony DiNozzo, NCIS”
I due ragazzi si strinsero la mano.
Tony: “Certo che hai fatto in fretta
a trovarti un avvocato, eh?”
Sara: “Ci tengo a non finire al fresco!”
Tony: “Giusto! Beh, allora, di che stavate parlando?” chiese con aria di
nonchalance
Matt: “Credo che quello di cui stavamo parlando io e la mia
cliente sia personale, agente DiNozzo. Segreto professionale!” rispose con un
sorriso.
Tony: “Ah, si, giusto.” Borbottò.
Kate: “Allora noi andiamo. Ci
incontriamo poi a cena.” Esclamò, evitando di guardare Matt, cosa che
naturalmente Sara e Matt stesso non poterono notare, ma che a Tony non sfuggì.
Prese a tirarlo per un braccio e insieme uscirono dalla stanza.
Kate trascinò Tony lungo il corridoio, allontanandosi in fretta
dalla camera della sorella. Quando furono abbastanza lontani, Tony riuscì a
liberarsi dalla presa della ragazza e la fermò.
Tony: "Hey, Kate! Che ti
prende?"
Kate: "Niente." rispose, poco convinta.
Tony: "No, c'è qualcosa,
e non dirmi che sono gli ormoni impazziti, perchè non credo sia questo il motivo
del tuo comportamento. Riguarda l'avvocato di tua sorella, vero?"
Kate
accennò un sì, con la testa.
Tony: "Lui è quello che penso io?"
Di nuovo
la ragazza fece sì con la testa.
Tony: "E lui non sa che tu...?"
La testa
di Kate accennò un no.
Tony: "Accidenti! Sei proprio nei casini!"
Stava
per rispondere, quando sentirono del fracasso all'entrata. Tony impugnò
istintivamente la pistola, seguendo di corsa Kate, che era partita come un
razzo.
Arrivarono all'entrata, dove videro Logan e Peter che tenevano ferme
due persone che subito Tony riconobbe.
Tony: "Ziva? McGee? Che diavolo ci
fate qui?"
Logan: "Li abbiamo trovati che spiavano appena fuori dal
recinto."
Kate: "Sì, li ho visti quando sono tornata da Washington."
Ziva:
"Lasciami, razza di mr. muscolo poco cresciuto!" urlò, rivolta a Logan, che la
teneva ferma.
Logan: "Senti un po', ragazzina, chiudi il becco, o io..."
cominciò, contraendo i muscoli dell'avambraccio, pronto ad estrarre gli
artigli.
Kate: "Fermo, Logan!" esclamò, poi si rivolse sia al padre che a
Colosso "Lasciateli liberi, non scapperanno."
I due li lasciarono liberi,
anche se Wolverine non era del tutto d'accordo.
Logan: "Questa tizia mi ha
dato del tappo!" si lamentò.
Tony: "Vi consiglierei di fare attenzione a cosa
dite: Logan è piuttosto permaloso per quanto riguarda l'altezza."
In quel
momento, richiamati dal fracasso, accorsero anche il professore, Ciclope, Matt e
Warren. Alla vista di quest'ultimo i due agenti rimasero pietrificati.
Logan:
"Beh? Non avete mai visto dei Mutanti?"
McGee: "Mutanti? Pensavo che fosse
solo una leggenda..."
Tony: "E invece è tutto vero: anzi, in questa scuola
sono tutti Mutanti."
Kate: "Me compresa." confermò "Ora lasciateli andare:
non credo che andranno da nessuna parte. Anzi, se il Professore è d'accordo,
potrebbero essere nostri ospiti a cena."
Prof: "Penso che sia un'ottima idea,
Kate. Li affido a te. Dopo cena li accompagnerai alle loro stanze."
Kate:
"Grazie, Professore. Tony, ti unisci a noi?"
Tony: "Certo!"
Matt: "Posso
unirmi al gruppo pure io?"
Kate ci pensò su un attimo, indecisa, poi rispose
di sì, così tutti e cinque si diressero verso il refetorio.
Poco prima, Sara stava raccontando a Matt ciò che era successo nei
particolari e stavano mettendo a punto la strategia di difesa, quando in
corridoio esplose un tumulto di voci.
Matt: “Ma cosa diavolo...”
Sara:
“Credo che Logan si sia deciso ad acchiappare gli sbirri che stavano spiando
fuori dal cancello da giorni. Andiamo, voglio proprio sentire come si
giustificheranno!” esclamò alzandosi.
Matt: “Uscire in corridoio quando Hank
non ti ha ancora ufficialmente dimessa e in pigiama? Tuo padre mi ucciderà!”
Sara. “Hai ragione! Allora tu vai, io mi vesto e ti raggiungo.”
Matt:
“Ok, a dopo.” Concluse e uscì dalla stanza.
Sara si rivestì, indossò un
jeans scuro, un maglione a collo alto nero e degli stivali fino al ginocchio.
Raccolse i capelli rossi in una lunga coda e rendendosi conto che era ormai ora
di cena, scese in refettorio. Attraversò il corridoio per la prima volta da anni
senza la sua fedele mascherina sugli occhi, sentendosi terribilmente nuda così.
Il refettorio era una grande sala praticamente priva di muri o soffitto, era
tutto di vetro e sembrava quasi una gigantesca cella. Si fece strada a fatica
tra gli studenti, poi percepì la traccia di Logan e gli si sedette a fianco.
Logan: “Ciao piccola! Non sapevo che Hank ti avesse dimessa.” Disse
piacevolmente sorpreso.
Sara: “Infatti NON l’ha fatto. Sto bene.” Rispose
anticipando la sua domanda “Che cosa è successo prima? Abbiamo sentito
confusione...”
Logan: “Ho beccato gli sbirri a spiare fuori dal cancello.
Ora sono con tua sorella, l’altro sbirro e il tuo avvocato. Cenano insieme.”
Sara: “Poco male. Sono allergica agli sbirri. Anche se mi sarebbe piaciuto
scambiare ancora quattro chiacchiere con Tony. Ciao Warren! Remy!” esclamò
rivolta ai due ragazzi che si erano appena seduti di fronte a lei. Uno era
Warren, l’altro, un ragazzo dall’aria affascinante con gli occhi rossi, Remy
Lebeau, ladro e dongiovanni.
Remy: “Di nuovo in forma vedo, mon chere!”
Warren: “Ci sei mancata!” disse attirandosi uno sguardo perplesso di Remy.
Remy: -Ci?!- pensò
Warren: “Di cosa stavate parlando?” continuò rivolto
alla ragazza.
Sara: “Stavo dicendo a Logan che è interessante parlare con
Tony. Sapevate che ha dovuto imparare a gestire le proprie ali da solo?”
Warren: “Davvero?” disse con aria seccata “Infatti, si nota.”
Remy e
Logan si scambiarono uno sguardo divertito, trattenendosi a stanto dal ridere.
Sara: “A proposito, volevo chiederti una cosa. Pensavo, magari potresti
aiutalo a migliorare lo stile! Kate dice che ne ha bisogno.”
Warren: “Ne
sarei... felicissimo.” Rispose a denti stretti.
Sara: “Magari potreste
iniziare domani mattina. Stanza del Pericolo, ovviamente, con quei due spioni in
giro per la scuola non c’è da fidarsi.” Continuò con entusiasmo.
Warren:
“Si, va benissimo.” Bofonchiò con un’espressione infelice sul volto.
Sara:
“Grazie, sei un tesoro! Vado ad avvertire Tony!” gli schioccò un sonoro bacio
sulla guancia e sparì fra la folla di studenti in cerca della sorella e di Tony.
Warren: “Tony, Tony, Tony! Possibile che non sappia dire altro in questi
giorni?” borbottò giocherellando con quello che aveva nel piatto. Logan lo
guardò compassionevole: neppure a lui piaceva lo sbirro.
Warren: “Sostieni
una persona per anni, poi arriva il primo belloccio di turno e ‘Au revoir,
Warren!’” sbuffò cupo gettando la forchetta nel piatto. “E così mi è anche
passato l’appetito. Buona cena ragazzi.” Disse alzandosi e uscendo dalla mensa.
Remy e Logan si guardarono un attimo.
Remy: “Due adolescenti si
sarebbero comportati alla stessa maniera.” Disse divertito.
Logan:
“Possibile che mia figlia sia così tonta in questo genere di cose?”
Remy:
“Beh, ha preso da te.”
Logan: “Che cosa vuoi dire?”
Remy: “Nulla, nulla”
concluse con un sorriso sornione. E ripresero a mangiare.
Per quella notte il Professore mise due stanze a disposizione di
Ziva e McGee.
Il mattino dopo, quando Kate si svegliò dovette correre in
bagno a causa delle nausee matutine; quando passarono si guardò qualche secondo
allo specchio, toccandosi la pancia: certo la cosa non era stata programmata, ma
era felice, e sapeva che anche Matt lo sarebbe stato, appena si fosse decisa a
dirglielo. L'unico problema era che non sapeva quale reazione avrebbero avuto
sua sorella e suo padre... certo Logan avrebbe cominciato a lamentarsi di essere
troppo giovane per diventare nonno.
Kate sorrise, pensando alle parole che
avrebbe potuto dire il padre adottivo, ma poi tornò a pensare a Sara: cosa
avrebbe detto lei? Fin da piccole erano sempre restate unite, e dopo l'incidente
si era sempre presa cura di lei, ma non avrebbe mai pensato che l'avrebbe fatta
diventare zia così presto. Di certo non avrebbe preso bene anche il fatto che,
senza dirle niente, aveva cominciato una relazione con Matt, il suo attuale
avvocato.
Si vestì ed uscì dalla stanza, diretta in refetorio per la
colazione. Si sedette al tavolo con Tony e McGee e stava bevendo il suo
cappuccino, quando Tempesta si avvicinò.
Tempesta: "Kate, posso parlarti? E'
urgente."
Kate: "Ok, arrivo subito." Tempesta uscì dalla sala, e Kate la
seguì.
Si diressero verso l'infermeria, e Kate aveva già capito di cosa
voleva parlare Ororo.
Tempesta: "Ho i risultati dell'esame del sangue."
disse, prendendo dei fogli poggiati sul tavolo.
Nel frattempo, qualcuno si
era avvicinato ed origliava da fuori: era Ziva, ma Kate non si accorse della sua
presenza, perchè, da quando aveva scoperto che si trattava di una scuola piena
di mutanti, l'israeliana aveva deciso di mettere in pratica ciò che aveva
imparato al Mossad e portare al minimo la sua energia, isolando anche i
pensieri.
Kate: "Non c'è bisogno che dici altro, so già cosa hai trovato:
Gonadotropina Corionica Umana, l'ormone della gravidanza."
Tempesta: "Quindi
lo sai già. Quando lo hai scoperto?"
Kate: "Praticamente pochi giorni dopo
che è successo, circa un mese fa."
Tempesta: "Un mese fa? Ma è quando hai
cominciato a lavorare all'NCIS..."
Kate: "Sì. Ma non è come pensi tu."
rispose, percependo i pensieri della donna "Il padre non è Tony."
Tempesta:
"Però voi due siete diventati molto intimi, in questo periodo. Vi ho visti ieri,
quando sei tornata a casa."
Kate: "Ororo, ti assicuro che tra noi non è
successo nulla, quel bacio non significava niente, l'ho fatto solo per..."
Stava ancora origliando la conversazione quando sentì un rumore di
passi nel corridoio. Si allontanò dalla porta e fece finta di essere in cerca
della sua stanza. In direzione opposta alla sua, dall’altro lato del corridoio
sbucò Tony. Ziva si irrigidì e lo fissò con sguardo tagliente.
Tony: “Ciao
Ziva!” disse tranquillamente, senza però fermarsi. Era già in ritardo per la
lezione di volo che Sara gli aveva procurato. Non che ritenesse di averne
bisogno, ma lei era stata gentile e non aveva potuto rifiutare. Si diresse
all’ascensore. Ziva lo seguì.
Ziva: “Da quant’è che ti fai Kate, Tony?”
chiese a bruciapelo sulla porta dell’ascensore. Poi entrò e la porta si richiuse
alle sue spalle.
Tony: “Ma che diavolo vai blaterando?” disse dopo un attimo
di sbalordimento.
Ziva: “Guarda che vi ho visti ieri in cortile! E non dirmi
che ho frainteso!”
Tony:” Ma... Tra noi non c’è un bel nulla! E comunque non
era un vero e proprio bacio. Lei stava solo...”
Ziva: “Stava solo ficcandoti
due metri di lingua in bocca!” replicò rabbiosamente
Tony: “Non è come pensi
tu!”
Ziva: “No, è anche peggio visto che flirti anche con sua sorella!”
Tony: “Non è vero! Io e Kate siamo solo amici, e non sono neanche il mio
tipo di ragazza loro due!” rispose impaziente e premette il pulsante per il
sotterraneo.
Ziva: “E da quando in qua tu e una ragazza sareste solo amici?
Non sapevo che flirtassi con le amiche!” continuò. Le porte metalliche
dell’ascensore si aprirono con un ‘ding’ e lei si mise davanti per non farlo
passare. Poche porte più in la Warren aspettava Tony fuori dalla Stanza del
Pericolo, ma Tony, preso com’era dalla lite, non lo notò.
Tony: “Punto uno:
spostati, ho da fare.” Disse scostandola per passare “Punto due: Sara e Kate non
hanno avuto una bella adolescenza, hanno sofferto molto e io cerco di aiutarle
per questo.”
Ziva: “E’ proprio vero, più ti fanno pena, più sono dei
bocconcini prelibati per te. Per te basta che respirino e non fai neppure
attenzione, visto che Kate è incinta da un mese! Mi fai schifo Tony!” urlò
disgustata da quello che lui aveva appena detto.
Tony: “Ma cosa... C***o
Ziva! Lo capisci o no che non mi sono portato a letto né Kate né Sara? Il
bambino di Kate non è mio!” Continuò camminando all’indietro, cosicché non notò
Warren che si ritirò in fretta nella Stanza del Pericolo.
Ziva: “E di chi è
allora? Immacolata Concezione?”
Tony: “Se lei non te lo ha detto, non vedo
perché dovrei farlo io. E poi non so come tu l’abbia saputo, ma sicuramente non
te l’ha detto lei, e questo vuol dire che l’hai spiata, e non dovresti. Non
siamo qui per spiare Kate, ma casomai sua sorella.” Concluse irato e si voltò.
Ziva scappò al piano superiore nella sua stanza e Tony entrò nella Stanza
del Pericolo. Ad aspettarlo c’era Warren, in apparenza calmissimo, ma in realtà
furioso per quello che aveva sentito prima. Tuttavia non disse nulla. Solo
quando furono a mezz’aria scoppiò.
Warren: “Che intenzioni hai con le
ragazze?” chiese all’improvviso con aria inquisitoria.
Tony: “Che cosa
intendi dire?”
Warren: “E’ da quando sei arrivato che ci provi con Sara e
ora Kate è incinta. Da un mese, cioè praticamente da quando ha iniziato a
lavorare all’NCIS!”
Tony: “Ancora con questa storia? Ma fatemi il favore...”
disse con aria seccata. Non aveva ancora sbollito la lite con Ziva e sentiva di
stare diventando sempre più arrabbiato ogni momento che passava.
Warren:
“Neghi ancora di esserti portato a letto la mia amica?”
Tony: “Non ho mai
nemmeno sfiorato Kate, come posso essermela portata a letto?”
Warren:
“Allora come ha fatto a rimanere incinta? Per opera dello Spirito Santo? A
quanto ne so io quando è partita di qui ancora non lo era.”
Tony: “Ma tu che
fai, il guardiano delle gemelle?”
Warren: “Le conosco da più di 10 anni, le
ho praticamente viste crescere, so tutto di loro.”
Tony: “Beh, non credo che
diano conto a te della loro vita privata.”
Warren: “Quindi ammetti di
esserti portato a letto Kate!”
Tony: “Mamma mia che rottura. No che non l’ho
fatto!”
Warren: “Però ci stai provando con la mia Sara.”
Tony: “Tua? Non
mi risulta che sia la tua ragazza.”
Warren: “E tu che ne sai?”
Tony: “Le
capisco queste cose. E comunque, lei non me lo ha detto. Anzi, a dire il vero,
non mi ha parlato quasi per nulla di te.” Disse. Poi si accorse di aver tirato
troppo la corda, Warren infatti gli diede uno spintone da farlo quasi cadere.
Tony: “ehi, calmati! Stavo scherzando!” esclamò riprendendo l’equilibrio.
Warren: “Kate e Sara mi hanno chiesto di insegnarti a volare. Bene, devi
imparare anche a combattere a mezz’aria.” Disse tirandogli un pugno che Tony
schivò per un pelo.
Tony: “Comunque hai frainteso... L’ho detto pure a Ziva
prima...” continuò cercando di difendersi come poteva, cosa non facile, visto
che per aria sapeva solo volare discretamente.
Warren: “Si, ho sentito...
Che cosa pensi di fare, arrivare qui e fare il comprensivo perchè ti fanno
pena?! Non c'eri certo tu qui quando sono arrivate, le crisi di nervi di
entrambe non le hai viste, e ora pretendi di fare l'amico!”
Tony non ebbe il
tempo di replicare. Si rotolavano letteralmente a mez’aria in una zuffa tremenda
che avrebbe procurato non pochi guai ad entrambi. In sala comandi, Remy, Logan e
Colosso li stavano osservando. Volevano vedere come se la cavava lo sbirro in
volo. Quando videro che la situazione degenerava cercarono di entrare nella
stanza. Warren sembrava parecchio arrabbiato e anche se non avevano potuto
sentire cosa si dicevano i due, intuirono di che si trattasse. La porta della
stanza, però, era in modalità blocco e poteva essere disattivata solo
dall’interno, cosicché cercarono di forzarla dall’esterno. Proprio in quel
momento sopraggiunsero nel corridoio Kate e Sara, che chiacchieravano
tranquille.
Kate: “Sara, dovrei dirti una cosa...” iniziò senza sapere da
dove prendere il discorso. Non solo doveva dirle che stava col suo avvocato, ma
anche che era incinta!
Sara: “Che cosa? Anche io devo dirtene una...” voleva
chiederle se per caso sapeva perché Warren si comportasse così stranamente in
quei giorni.
Kate: “Riguarda il motivo per cui Tony e Ziva litigavano
prima...”
Sara: " Non li ho sentiti litigare.. quando è successo?"
Kate:
“Subito dopo colazione. Il fatto è che Ziva e McGee hanno visto me e Tony fare
una cosa e Ziva ha frainteso.”
Sara: “Che tipo di cosa?” Ma non aspettò una
risposta perchè percepì la presenza degli altri tre davanti alla porta della
stanza del pericolo. “Che succede qui? Perché state forzando la porta?” fece un
rapido scan della stanza e capì cosa non andava. Sul viso le si dipinse un
espressione dura. “SPOSTATEVI.” Disse col tono di qualcuno che non aspetta una
risposta. Poi fece saltare in aria la porta. “Adesso basta!” urlò entrando nella
stanza e separando i due litiganti con un getto di energia. Tony perse
l’equilibrio e iniziò a cadere sul pavimento, rallentato da Kate. Sara lo
ignorò, creò uno dei suoi dischi di energia e si innalzò fino a trovarsi di
fronte a Warren “Che cosa diavolo stavate facendo?” sibilò con rabbia.
Warren: “Ehm... Io... Ti posso assicurare che ha iniziato lui!”
Sara:
“Che... Ha iniziato lui?! NON SEI UN ADOLESCENTE CHE E’ QUI DA DUE SETTIMANE,
WARREN, SEI UN INSEGNANTE! NON PUOI DIRMI ‘HA INIZIATO LUI’!” esclamò ancora più
infuriata di prima.
Warren: “GUARDA CHE L’HO FATTO PER TE, SE PROPRIO VUOI
SAPERLO... NON HAI IDEA DI...”
Sara: “E NON MI INTERESSA. TI AVEVO CHIESTO
SOLO DI FARMI UN FAVORE E NON NE SEI STATO CAPACE! MA CHE TI PRENDE IN QUESTI
GIORNI?!”
Warren: “Senti, a me non andava proprio di dargli lezioni, OK?
L’ho fatto solo per te e tu non hai idea di quello che ha detto, non lo puoi
immaginare. Non mi va di sentirgli dire che fa l’amico perché hai avuto
un’adolescenza difficile. Io ci tengo a te e mi da fastidio.”
Sara: “Te ne
dovevi fregare di quello che pensa o non pensa lui, chiaro? Sono adulta e
vaccinata, non ho bisogno di un difensore. E per quanto riguarda te, Tony, non
ho bisogno della pietà di nessuno.” Disse voltandosi verso quest’ultimo, anche
se non poteva vederlo. “E poi” continuò girandosi ancora verso Warren “pensavo
fossi in grado di comportarti più da adulto, sai?!”
Warren: “Ma allora non
hai proprio capito...”
Sara: “No. E non c’è nulla da capire.”
Warren:
“Ah, si? Allora sai che ti dico...”
Kate: “Non vedo l’ora che la smettano e
si decidano a mettersi insieme.” Mormorò osservandoli litigare dal basso.
Purtroppo per lei, sua sorella la sentì.
Sara: “E’ più facile che Logan si
metta con Colosso, piuttosto che io con UNO COME LUI!” esclamò infuriata “E poi
che sarebbe questa storia del bambino Kate?”
Tutti si girarono verso Kate e
rimasero a fissarla a bocca aperta. In quella stanza, solo Warren e Tony, oltre
alle due sorelle, sapevano di cosa stesse parlando. Kate si guardò intorno e si
accorse che, forse attirati dalle grida, erano arrivati anche Ziva, McGee (per
fortuna Tony aveva ritirato le ali), Hank, Ororo, Rogue. Praticamente tutto il
corpo insegnante. Mancava solo Emma Frost, e ringraziò il cielo per questo. Gli
sguardi passarono lentamente da lei a Tony e Logan lo fissò con aria omicida.
Kate: “Il bambino...?” disse con aria ingenua
Sara: “Si, il bambino. E
da ieri che il tuo cervello non fa che urlarmi nella testa quanto tu sia
felice!"
Kate: “Ma cosa...” poi si rese conto di aver lasciato i suoi
pensieri vagare un po’ troppo liberamente ultimamente. “Oh, c***o! Forse devo
riprendere ad allenarmi a tenere isolati i pensieri...”
Sara: “Si, forse
devi. E forse devi anche avvisarmi quando ti fai il mio avvocato.” Conculse con
rabbia e scappò fuori dalla porta. Warren la seguì.
Warren: “Sara! Aspettami
un attimo! Per favore...”
Logan: “Cosa sarebbe questa storia del bambino?”
chiese, gli occhi ridotti a due fessure.
Kate si sentì tutti gli occhi
puntati addosso. In quel momento tutto lo stress accumulato in quei giorni, tra
la gravidanza, le tensioni con la sorella, le indagini dell'NCIS, esplose.
La
ragazza scoppiò a piangere, senza sapere il vero motivo, sapeva solo che aveva
voglia di piangere, anche se non lo faceva praticamente da quando i suoi
genitori avevano abbandonato lei e la sorella in quell'ospedale, dopo
l'incidente.
Logan: "Kate, stiamo tutti aspettando una spiegazione. Cos'è
questa storia?"
Kate: "Io... io e Matt stiamo insieme, Logan, da un paio di
mesi. Lo abbiamo tenuto nascosto perchè la nostra relazione avrebbe potuto
compromettere il mio lavoro, sai, una forense dei Federali con un avvocato
difensore, non è proprio una coppia che possa piacere."
Logan: "E con... con
questo qui" puntò il dito contro Tony "che rapporti hai?"
Kate: "Siamo solo
amici, non è successo nulla." intercettò un pensiero di Ziva, così le rispose
"Sì, Ziva, l'ho baciato, ma solo perchè era il modo migliore per fargli vedere
per intero un ricordo, non ho mai avuto nessuna intenzione di provarci con lui.
Il bambino è di Matt, anche se non lo avevamo programmato... è stato un
incidente di percorso..."
Appena Kate ebbe finito di spiegare tutto, un boato
invase i corridoi e le mura della scuola tremarono leggermente. Ziva e McGee
tirarono fuori le pistole, ma Logan li fermò subito.
Logan: “Credo che sia
solo Sara che si sfoga. Quando fa così, sono orgoglioso che sia figlia mia!”
I due lo guardarono come se fosse pazzo.
Kate: “Ha solo buttato fuori
dalla sua stanza Warren...” tentò di spiegare.
Tony: “Se continua così, si
ritroverà vedova ancor prima di sposarsi!” esclamò con una battuta.
Logan:
“Io lo faccio a fettine sottili sottili.” Disse piano con uno sguardo furioso
dipinto in faccia.
Kate: “Logan, tu non fai un bel niente, se no Gibbs ti
pianta una pallottola in testa. E ti assicuro che lo farà o morirà tentando.
Tony, chiudi la bocca, hai già fatto abbastanza guai per
oggi.”