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Autore: Kim NaNa    05/03/2013    6 recensioni
[http://it.wikipedia.org/wiki/Lee_Min-ho]
Isabel e Katrina sono due amiche e hanno un sogno: visitare la città di Seoul.
Dopo averlo a lungo sognato, dopo aver fantasticato per lunghissime ed interminabili ore, il destino ha giocato loro uno strano scherzo.
Inizia così la loro avventura, inizia così la storia che le porterà ad incontrare proprio Lui: LEE MIN HO.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Work in progress
 

Aveva le gote arrossate e il cuore le batteva in preda a continui spasmi.
Unnie, aiutami tu. Pensò Isabel, mentre Min Ho le sfiorò una ciocca di capelli.
«Sei sorprendente, lo sai, vero?» Chiese Katrina, guardando il coreano con fare divertito.
«Non devo impegnarmi troppo per esserlo.» rispose lui, strizzandole l’occhio.
«Come mai così elegante?» domandò ancora la ragazza dagli occhi verdi, accarezzando con dolcezza la schiena di Isabel.
«Una cena di beneficienza tra poco più di quindici minuti.»
«Capisco.» Katrina guardò Isabel, ma la ragazza non aveva distolto lo sguardo da Lee Min Ho.
«Pronto? Ci sei? Terra chiama Marte?» le sussurrò.
Isabel la fissò, abbozzando un sorriso che non riuscì a celare il suo imbarazzo.
«Devi dirglielo, ‘Bel.» continuò Katrina.
L’amica annuì, inspirando a pieni polmoni.
«Min Ho-sshì… posso parlarti un attimo?»
Lui la scrutò appena. «C’è bisogno di chiederlo?» Le indicò delle poltrone in vimini posizionate a bordo piscina.
Isabel lanciò un’occhiata a Katrina che le sillabò un muto Fightingh, prima di sedersi e cercare le parole adatte.
«Ti ascolto…» lui prese a guardarla con particolare insistenza, indugiando sugli occhi scuri, un po’ incerti, di Isabel.
Lei si torturava un’unghia nervosamente, guardandosi distrattamente intorno.
«Ecco… Volevo dirti che… Come dire… ti abbiamo già detto che Seoul è sempre stato il nostro sogno e io e Katrina abbiamo preso una decisione.» Si fermò, sperando che lui dicesse qualcosa, ma Lee Min Ho si limitò a guardarla, scrutando la sua espressione.
«Abbiamo deciso di vivere pienamente quest’esperienza e… ed è per questo che abbiamo trovato un lavoro qui a Seoul…»
«Un lavoro? Questo significa che…»
«Sì, Min Ho-sshì. Io e Katrina ci trasferiamo per viverci Seoul esattamente come l’avevamo sognata.»
Sulle labbra del giovane coreano si increspò un sorriso.
«La mia serata non poteva cominciare meglio… Kumawayo!»
«Non lo faccio per te.» Rispose imbarazzata Isabel, volgendo gli occhi altrove.
«Io e Katrina l’abbiamo sempre sognato… per notti e giorni interi. Ci abbiamo riso su, fantasticando ad occhi aperti e ora che siamo qui, che respiriamo l’aria di Seoul, abbiamo solo deciso di cogliere l’occasione e di goderci il momento.»
Lee Min Ho si umettò le labbra con la lingua e posò i suoi occhi in quelli di Isabel.
«Lavorerai in uno dei ristoranti di quel Williams?» chiese, piano.
«No!» esclamò lei, sorpresa. «Ma che ti salta in mente! Io e Katrina siamo perfettamente autonome e non abbiamo bisogno dell’aiuto di nessuno. Arachì?»
«Ne… Mianè…» disse lui, mettendo le mani giunte e facendo qualche passo verso di lei. «Kumawo. Questa notizia mi ha rallegrato.» Le diede un buffetto su una guancia e sorrise. «Ora devo andare. Ti chiamerò non appena mi sarà possibile.»
Mentre lui andava via, le loro mani si sfiorarono, attirando per alcuni istanti i loro occhi. Un sorriso imbarazzato sulle labbra di entrambi, prima di lasciar andare, a malincuore, quell’inaspettato momento.
«Hey tu… stai andando via?» disse Katrina, quando vide Lee Min Ho tornare solo.
«Sì. Una macchina mi aspetta qui fuori, sono venuto a salutarti.»
«Aspetta un momento… dove credi di andare?»
Il ragazzo la guardò stranito. «Qualcosa non va?»
Katrina lo raggiunse e, pur non essendo alta quanto lui, fronteggiò il suo sguardo incredulo con aria minacciosa.
«Non sono cieca e neanche stupida… ti ho osservato a lungo in questi giorni e sappi che ti tengo d’occhio. Isabel è mia amica e non la lascio nelle mani del primo che capita, neanche se il tipo in questione sei tu. Mi sono spiegata?»
Ancora un po’ perplesso, Min Ho si lasciò sfuggire una risata.
«Ridi? Cosa c’è di così divertente, eh?» Katrina continuava a guardarlo con aria poco rassicurante, ma il giovane per tutta risposta le rivolse uno dei suoi migliori sorrisi.
«Neanche sua madre mi avrebbe minacciato come hai fatto tu…»
«Infatti non sono sua madre, sono sua amica e sto ben attenta a chiunque si avvicini ad Isabel. Ti ho avvertito.» continuò seria.
«Fai così con tutti?» domandò lui, passandosi una mano dietro la testa.
«Sì. Nessuno escluso.»
«Perfetto. Ora posso andare via tranquillo. Isabel è in buone mani! Bye bye!»
Andò via col sorriso sulle labbra, una mano nella tasca di quel completo firmato e quella camminata elegante che lo rendeva particolarmente affascinante.
«Quel coreano… mi farà diventare pazza! Ah! Ma dove si è nascosta Isabel?» disse Katrina, avvicinandosi alla piscina.
«Unnie, sono qui.» Isabel, non lontana dall’ingresso dell’hotel, sventolava un braccio per attirare l’attenzione della sua amica.
«C’è bisogno di sparire? Stavo per mettere a soqquadro l’albergo se non ti avessi trovata nel giro di dieci secondi.» Affermò Katrina, tirando un sospiro di sollievo.
Isabel rise. «Esagerata! Che vuoi che mi succeda? Che mi rapiscano gli alieni?»
«Senti, tu…» cominciò Katrina.
«Ragazze! Ma dove vi eravate cacciate? Non riuscivo più a beccarvi in giro!» Il misterioso Victor Williams avanzava verso di loro, con indosso un pantalone a sigaretta marrone, una T-Shirt verde dal collo a V e uno smagliante sorriso.
«Ti ho già detto che ha dei denti bellissimi?» mormorò Isabel a Katrina.
«Solo?» le domandò in risposta l’amica.
Salutò entrambe con un bacio su una guancia, invitandole a cenare con lui.
«Allora? Dove eravate finite?» chiese, poco dopo essersi accomodato.
Le ragazze si guardarono, poi Katrina rispose: «Siamo state un po’ in giro… sai, dovevamo cercarci un lavoro…»
Il giovane mandò giù un boccone di salmone, guardando Katrina con aria confusa. Si pulì le labbra con un tovagliolo, prima di chiedere: «Un lavoro? Qui a Seoul?»
Le due amiche assentirono.
«Avreste potuto parlarne con me… Io sono…»
«Siamo in grado di farcela da sole, grazie.» intervenne subito Isabel.
Katrina non si lasciò sfuggire l’improvviso turbamento dell’amica e capì che l’argomento poteva avere a che fare con Lee Min Ho.
Se le ha detto qualcosa che l’ha ferita, lo spedisco in ospedale con fratture multiple! Si disse, sorseggiando un po’ d’acqua.
«Capisco.» si limitò a dire Victor. «Permettetemi di aiutarvi almeno con la ricerca di un alloggio…» continuò.
«Veramente… » cominciò Isabel.
«Veramente, stavamo per domandartelo noi!» Katrina lanciò un’occhiata d’ammonimento all’amica, spiegando a Victor dell’improvvisa decisione e della voglia di restare a Seoul.
«Avete tutte le ragioni del mondo! E condivido la vostra scelta di rendere reale qualcosa che avete sognato così a lungo!» Victor parve davvero entusiasta della decisione delle ragazze.
«Ora scusatemi solo un momento, ho un’importante telefonata da fare.» Si allontanò dal ristorante, lasciando sole le due ragazze.
«Di’ un po’ ma che ti è preso?» Katrina scrutava l’espressione dell’amica per capirci qualcosa.
«A me? Niente, perché?» rispose Isabel, cercando di evitare di incontrare gli occhi dell’amica.
«Sì, come no! Se tu non hai niente, io sono Sandara Park! Ma finiscila, su… vorrei solo capire perché sei così acida con Victor… e poi non mi hai nemmeno detto cosa è accaduto con Lee Min Ho.» Katrina fissò Isabel fino a quando lei si decise a rispondere.
«Hai ragione… ma, a dir il vero, non volevo essere scortese con Victor… è solo che mi sento un po’ nervosa. La decisione di trasferirci qui a Seoul è stata così improvvisa che non ho ancora realizzato la cosa. E Min Ho non centra niente…» Si fermò e guardò oltre la finestra che aveva di fronte.
«Hey, la mia faccia è da questa parte.» disse Katrina, invogliandola a continuare.
«Sono solo preoccupata per come si evolveranno le cose…»
«Benedetta ragazza! La tua mente viaggia troppo. Per ora cerca di preoccuparti solo della casa che non abbiamo, del resto ce ne preoccuperemo poi…» riuscì a strapparle un sorriso e Katrina potè sentirsi finalmente più tranquilla.
Di lì a poco tornò Victor, sorridente come suo solito e con un’aria soddisfatta in viso.
«Perdonatemi per avervi lasciate sole così a lungo, ma la telefonata si è protratta più del previsto.» disse, sedendosi.
«Figurati! Non c’è nulla di cui scusarsi.» rispose Isabel, ripensando alle parole di Katrina.
«Meglio così, perché ho una buona notizia da darvi.»
«Notizia?» esclamarono all’unisono le ragazze.
«Di quale notizia stai parlando?» chiese Katrina, curiosa.
«Avete l’appartamento.» disse Victor, tranquillo.
«Eh?» urlano le due amiche.
«Domattina vi accompagnerò nel quartiere Hongdae e andremo a vederlo insieme. Per l’affitto non c’è da preoccuparsi, la cifra è ragionevole, ma domani tratteremo comunque per farla scendere di qualche migliaio di won.»
«Hongdae… Isabel, te ne rendi conto? Vivremo ad Hongdae lavoreremo nella caffetteria di Myeong-dong…» disse Katrina, stupita.
«Hongdae e Myeong – Dong sono alcuni dei quartieri che preferisco!»
Si abbracciarono felici, urlando di gioia e saltellando sulle sedie.
La risata di Victor le costrinse a trovare un po’ di auto controllo e a sedersi in maniera educata.
«Scusaci, Victor…» disse Katrina, visibilmente imbarazzata.
«E di che? Mi fa piacere vedervi così contente!» rispose lui, sorseggiando la sua bibita.
«Sei stato davvero molto gentile e vorremmo sapere come fare per ricambiare questa tua cortesia.» si intromise Isabel, scrutando il volto del ragazzo.
«Non ce n’è alcun bisogno… ma se proprio volete ringraziarmi…» cominciò lui.
«Purché sia qualcosa di fattibile e decente…» specificò Katrina, con la sua solita diffidenza.
«Domani è il vostro ultimo giorno da turiste, no?» chiese lui.
Un cenno del capo e un silenzio saturo di attesa investì le amiche.
«Bene… tenetevi libere per domani sera. I Super Junior terranno un concerto qui a Seoul e io ho tre biglietti a disposizione…»
Isabel scattò in piedi, saltellando di gioia e abbracciando con foga Katrina.
«I Super Junior! I Super Junior! Aaaaaaaaaah! Kat, stiamo per vederli dal vivo… Oh, Cielo! Siwon e Donghae… Oh, Kat… non ci posso credere!»
Mentre le dure ragazze gioivano per la notizia, Victor sorrideva soddisfatto, progettando il da farsi per i giorni che sarebbero seguiti.
 
Sdraiate sui loro letti, Isabel e Katrina commentavano la giornata intensa che stava per concludersi.
«Dovremmo farglielo un regalo a Victor…» disse Katrina. «Senza di lui, domattina saremmo state due pazze disperate in cerca di un ponte qualunque per passare le prossime notti…»
Isabel rise. «Hai ragione… dobbiamo ringraziarlo a dovere! Io ancora non riesco a crederci… sta per cominciare una nuova vita… qui a Seoul…»
«E domani vedrai anche i tuoi amatissimi Super Junior!» esclamò Katrina, strizzando l’occhio all’amica.
Un altro sorriso si dipinse sulle labbra di Isabel. «Tutto questo è molto meglio di un sogno…» constatò.
Un trillo irruppe nella camera.
«’Bel… è il tuo telefono.» Katrina le indicò l’apparecchio illuminato posto sul comodino e attese.
Un nuovo messaggio.
 
Volevo solo augurarti la buonanotte.
Sono davvero felice di sapere che resterai qui a Seoul, ‘Bel…
Spero di rivederti quanto prima.
 
Ps. Buonanotte anche Katrina… la dolcissima Katrina. :P
 
«Chissà che intendeva…» disse Isabel, riferendosi alla parte dedicata all’amica.
Lo picchio! Giuro, che lo picchio con le mie stesse mani!Pensò Katrina.
«Niente… avrà solo capito che a me non sfugge nulla… Ma… parlando di sogni… credo che soprattutto questo, vada al di là di quello che avresti mai potuto immaginare…»
«Già… ma è normale che Min Ho mi piaccia così tanto?» chiese Isabel, fissando il soffitto.
«Nee-chan, stai parlando di Lee Min Ho… non di un ragazzo qualunque! Resta il principe coreano, no?» rispose Katrina, sorridendo.
«Hai ragione… ma io mi sento così agitata…»
Katrina le strinse la mano.
«Ora dormi. Domani penseremo a tutto con più calma… il nostro work in progress non è ancora terminato.»
Prima di chiudere gli occhi, Isabel afferrò il suo telefono e rispose al messaggio di Min Ho.
 
Buonanotte anche a te.
E grazie…
 
Poi il sonno le colse sorridenti e serene, ma il suo telefono ricevette un ultimo messaggio.
 
Grazie a te, per essere arrivata nella mia vita.
 
Min Ho


NdA: chiedo scusa a tutte le ragazze che seguono questa mia fanfiction, ma purtroppo ho seri problemi di connessione e non riesco spesso a connettermi. Io stessa sono disperata... ma spero di fare in qualche modo (come oggi ad esempio) e mi auguro di potermi appellare alla vostra clemenza... *-* (vi sto facendo gli occhietti dolci :P)
Detto questo spero vi piaccia il capitolo e di avervi donato una lettura piacevole.
Con affetto,

Nana-sshì

   
 
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