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Autore: _Fely_    06/03/2013    2 recensioni
Io sono Ted, Ted è un nome da orsacchiotto dolcioso ma io da orsacchiotto non ho proprio niente, anzi,io sono un essere ben poco dolce e amorevole,io sono quel tipo di essere da cui i bambini si nascondono abbracciando il loro orsacchiotto peluche dolce,io sono mitologica,io sono fantastica,io sono un Lupo.
Genere: Fantasy, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 18 – raccontare.

Sono sospeso a mezz’aria, seduto sul ramo di un albero vicino all’ospedale e ciò che faccio è riflettere.
Come posso fare?forse devo partire di nuovo e questa volta potrei andare in un posto nuovo, un posto, dove nessuno sa chi sono e dove nessuno conosce il mio passato.
potrei scappare e far perdere le mie tracce, oppure andare in un posto lontano e poi mandare una cartolina con scritto “saluti da….”. Ma alla fine, a cosa servirebbe?potrei forse ricominciare da capo?
In alternativa, posso rimanere il che è molto invitante ma davvero triste. Sembra che rimanendo non otterrei proprio nulla, ma andando via otterrei altrettanto. Quindi cosa posso fare? Posso forse creare una bella facciata che mi consenta di far finta di star bene e, domanda non trascurabile, per quanto tempo posso vivere mascherato?cosa farò quando l’esasperazione mi chiamerà?e se cedessi?sarebbe, forse, la fine?
Domande e domande mi assillano e mescolano la mente. Dal giorno dell’operazione fastidiosi flashback mi tormentano, sono di solito immagini innocue come un bambino e una bambina che si tengono per mano o due giovani adolescenti che si rincorrono spensierati o, ancora, i primi baci. Le immagini del passato mio e di Ted mi seguono assillanti, quasi fossero foto che ronzano in una presentazione o in una cornice elettrica e per quanto tenti di offuscare il tutto con musica, sport o Ted questo ritorna fresco come se lo stessi vivendo, alla fine, ciò che mi provoco sono ancora più stupidi mal di testa insopportabili.
Con un balzo scendo dal ramo e per far tacere la mia mente vado verso l’ingresso dell’ospedale, ho intravisto Luke uscire qualche minuto fa e quindi ho il via libera.
Ted è pensierosa e fissa il soffitto, sembra essere in un mondo tutto suo e disturbarla è quasi un reato, sembra felice perché sorride a se stessa.
In questo momento la domanda più importante tra tutte si fa spazio e brilla di luce propria: Potrò lasciarla?
-Hei, straniero- saluta riportandomi al presente.
-ciao, chiacchierata interessante?- chiedo con finta nonchalance.
-molto- sorride e mi fa capire che non svelerà altro.
Sospiro.
-mi racconti seriamente quello che hai fatto in America?- domanda e mi fissa con i suoi occhi straordinariamente intensi.
-allora, una volta sono stato a Los Angeles- dico.
-e com’è?-
-particolare e bella - sorrido felice di parlare di qualcosa di lontano dai problemi.
- e sei stato a Washington?- sussurra.
-si,e adoro il Lincoln Memoriale rispondo.
-e poi?- chiede e sembra realmente interessata a quello che ho fatto.
-un volta hanno arrestato me e mio nonno- confesso e ricordo uno degli unici momenti di divertimento che l’America mi ha regalato.
-come?- domanda nascondendo un sorriso forse non sa se la faccenda è comica.
-puoi ridere,comunque mio nonno ha un amico,un tizio che ha nel sangue tante di quelle razze che non lo sa neanche lui ,e poi è tutto svitato un po’ come mio zio ma quello è peggio. Questo tizio aveva,perché non so che fine abbia fatto,una bellissima macchina; era piuttosto vecchia però sai di quelle che vanno veloci,decappottabile e blu! Un giorno mio zio ha chiesto di poterla usare per portarmi a vedere San Francisco e lui ha acconsentito.
Mentre viaggiavamo ci ha fermato la polizia e hanno pensato che mio zio fosse ubriaco e che l’auto rubata anche perché non c’era libretto e niente perché quel deficiente che ci aveva prestato la macchina si era dimenticato di darceli!ti rendi conto?e poi mio zio è sempre fuori di testa!allora ci hanno arrestato,abbiamo dovuto chiamare l’unico amico sano di mio nonno per farci tirare fuori,poi abbiamo deciso di andarci in treno a San Francisco- finisco di raccontare e non riesco più a trattenere le risate. Ridiamo e ridiamo senza sosta e in questo momento siamo solo noi,spensierati e felici come dovremmo essere.
Ma dove credo di andare?  

Angolo della scrittrice:

Ciao,ecco il nuovo capitolo,spero vi piaccia perchè è abbastanza particolare ed insolito... fatemi sapere cosa ne pensate!!
alla prossima!
_Fely_
  
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