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Autore: chiaretta78    09/03/2013    1 recensioni
Emma è andata a trovare Manuela in Irlanda e si trova a Dublino proprio nei giorni in cui i Loaded sono in tour da quelle parti. Non ha il biglietto per il concerto, ma riuscirà non solo ad entrare, ma addirittura a finire nel backstage e realizzare il sogno di una vita: conoscere Duff McKagan.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Duff McKagan, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Mi è tornata l'ispirazione anche per sta cretinata, così ecco qua! ^^ Non succede un cavolo, ma sta storia è così, vi ho avvisate fin da subito che era una boiata!!! XD
CIAO!!

Duff sorseggiava la sua birra da qualche minuto, senza togliere gli occhi di dosso a Jeff e Emma che ballavano stretti stretti quel lento e parlottavano in modo incredibilmente complice, come se si conoscessero da una vita.
Invidiava Jeff per quella sua capacità di avvicinarsi alle persone, di conquistarle alla velocità della luce grazie alla sua solarità e alla sua semplicità. Le loro fan lo adoravano letteralmente e non solo perché era oggettivamente un bel ragazzo, ma perché era uno che salutava tutti con il sorriso e trattava tutti come se fossero amici di lunga data e non persone appena incontrate.
"Che succede capo, mediti come far fuori Jeff e liberarti del suo corpo senza testimoni?"
Duff si girò verso Mike, che lo guardava con un sorrisetto divertito dipinto sul volto.
"Di che diavolo stai parlando Mike??"
"Sto parlando del fatto che da un'oretta a questa parte hai ucciso Jeff con lo sguardo almeno quattro, cinque volte! E guarda un po', ogni volta è successo perché era a distanza ravvicinata con Emma... Se ti piace tanto, perché non ti fai avanti?"
Duff quasi sputò il liquido che si era appena portato alla bocca, facendo scoppiare a ridere Mike.
"Troppo diretto, capo?" Poi improvvisamente Mike si fece più serio. "Davvero però... non capisco... se ti piace lanciati, no?"
Duff gli rivolse un sorriso amaro.
"Beh, tanto per cominciare non mi sembra di essere il solo a trovarla interessante... e direi che anche lei non disdegna la compagnia di Jeff..." Mike fece per parlare, ma Duff lo bloccò col gesto di una mano. "E poi non sono in cerca di ulteriori complicazioni, la mia vita è attualmente già abbastanza incasinata così com'è."
Mike lo guardò un po' perplesso. Non vedeva proprio come quella ragazza potesse complicargli la vita... anzi, a dirla tutta l'idea era proprio che lo aiutasse a staccare un po' la spina e svagarsi un po'!
"Spero di non suonarti troppo brusco... ma sono tutte stronzate a parer mio!" Mike ignorò lo sguardo sorpreso di Duff. "Guarda che mica te la devi sposare, sai? Sei a Dublino un paio di giorni e guarda caso hai incontrato una ragazza carina, che ti piace e che, fortunello che sei, ricambia più che palesemente l'interesse. A me suona come un'occasione imperdibile di svagarsi un po', rilassarsi e fare un po' di sano sesso senza complicazioni... qual è il problema?"
Duff si lasciò scappare una risata ironica.
"Ricambia più che palesemente l'interesse?! Guarda che sono Duff, non Jeff! Forse hai sbagliato persona Mike. Io sono quello biondo, lui è quello moro. Guarda meglio, va' e dacci un taglio con la birra, ti sta già dando alla testa."
Mike alzò gli occhi al cielo, esasperato. Se davvero il capo non voleva vedere ciò che era più che evidente per tutti, lui non sapeva proprio cosa farci.
Voleva complicarsi la vita? Affari suoi.

Quando Jeff le aveva sussurrato nell'orecchio quella frase, Emma si era praticamente irrigidita sul posto.
A Jeff era scappato un sorriso, sentendo la reazione più che evidente del suo corpo. Era evidente che Emma fosse una fan di Duff e avesse una bella cotta per lui, quindi immaginava il suo imbarazzo nel sentirgli pronunciare quelle parole.
"Immagino che la cosa ti sembri assurda e impossibile, ma ti posso assicurare che Duff è rimasto decisamente colpito da te... "
Il respiro di Emma a quel punto si era fatto più veloce e la ragazza aveva impercettibilmente aumentato la pressione della mano sulla spalla di Jeff, gli occhi spalancati dallo stupore.
Jeff aveva sorriso di nuovo e si era scostato leggermente da lei, per poterla guardare negli occhi.
"Perché sei così sorpresa? Sei una ragazza attraente, lui è un uomo e per di più single, che c'è di strano?"
Emma arrossì di nuovo e lo guardò perplessa, incapace di dire alcunché, come se Jeff stesse parlando una lingua sconosciuta e lei non riuscisse a capire una parola.
Jeff non poté fare a meno di ridacchiare, vedendo la sua faccia. La strinse nuovamente a sé, avvicinando la bocca al suo orecchio.
"Ok, ascolta... Duff è stato letteralmente travolto dal suo divorzio con Susan e vive come una specie di monaco a mio avviso da troppo tempo. Gli piaci, ma non farà mai la prima mossa se non gli diamo una spintarella. Mi sembra di capire che ti piace, perciò mi sono chiesto se non ti andasse di aiutarmi a riportarlo a una vita normale... Non devi fare nulla in realtà, solo reggermi un pochino il gioco, tutto qua."
Emma ascoltò attentamente ogni singola parola, il cuore che batteva così velocemente da far quasi male.
Jeff si scostò nuovamente da lei e la guardò negli occhi, cercando di capire cosa le passasse per la testa in quel momento. Le scostò una ciocca di capelli dal volto e le sorrise dolcemente, cercando di rassicurarla e spingerla a dire qualcosa. Qualsiasi cosa.
"Ti ho scioccata davvero così tanto?"
Emma spalancò gli occhi dallo stupore e smise improvvisamente di ballare, staccandosi leggermente da Jeff.
"Secondo te?! Ho una cotta virtuale per quell'uomo da più di vent'anni e se già non fosse pazzesco averlo incontrato e aver avuto la possibilità di parlargli e conoscerlo meglio, arrivi tu a dirmi che gli piaccio e mi chiedi di... di...  " Emma cercò di proseguire, ma davvero non sapeva nemmeno lei come definire quello che stava succedendo. "Insomma, è da pazzi tutta sta situazione, me ne dai atto??"
Jeff le sorrise e si passò una mano tra i capelli, un po' in imbarazzo.
"Hai ragione, è una situazione abbastanza surreale... lo ammetto. E non ti avrei detto nulla in proposito, ma non volevo pensassi che ci stavo provando spudoratamente con te." Jeff si lasciò scappare una risatina nervosa. "Non che ci sarebbe niente di strano, considerando questi occhi pazzeschi che ti ritrovi e... beh... tutto il resto... " Jeff lanciò un'occhiata veloce, ma decisamente eloquente, al seno di Emma e la ragazza arrossì violentemente, incrociando istintivamente le braccia sul petto, in modo da nascondere il nascondibile. "Ma ho pensato che mi avresti preso per pazzo se ti avessi palesemente corteggiata tutta la sera per poi non provarci nemmeno o peggio ancora ho temuto che iniziassi a tenere le distanze, per evitare situazioni imbarazzanti... Per questo mi sono permesso di farti questo discorso un po' folle, perché sapessi cosa stava succedendo. Ho fatto male?"
Emma a quelle parole si rilassò un pochino. Lo sguardo di Jeff era sincero e quel ragazzo le faceva davvero simpatia... non poteva certo tenergli il muso.
"No, non hai fatto male... Solo mi hai colta impreparata... e ancora non riesco a credere a quello che mi hai detto... ma se davvero non devo fare niente di strano, se posso continuare a passare la serata esattamente come prima di questa assurda conversazione, allora va bene, starò al tuo gioco."
Jeff le fece un tale sorriso da riempirle subito il cuore. Si vedeva che il ragazzo voleva davvero bene a Duff ed era sinceramente preoccupato per lui.
In fondo stava agendo per affetto nei confronti del suo amico e in quello non c'era davvero niente di male.
"Fantastico!! Grazie mille..."

Duff aveva assistito a tutta la scena dal suo posto e quando Emma si era improvvisamente fermata e si era scostata da Jeff parlando poi animatamente con lui, beh... sarebbe stato un bugiardo se avesse detto che non gli aveva fatto piacere.
Chissà cosa aveva detto Jeff per farla accalorare tanto... Diede un sorso alla sua birra, ridacchiando tra sé, ma il sorrisetto gli morì subito sulle labbra quando vide che Jeff l'abbracciava di nuovo, sorridendole, e i due ragazzi si avvicinavano di nuovo a loro.
Neanche il tempo dei due di arrivare al tavolo che Manuela aveva afferrato per un braccio Emma e l'aveva trascinata via con la scusa di dover andare in bagno.
"Ehi, ma che ti prende?? Sei impazzita, Manu?"
"Scusami!!! Ma è così carino!!! Dio mio, è un amore Isaac!!"
Emma si aprì in un sorriso che le partiva dal cuore. Era così felice di vedere la sua amica accendersi così di vita, di nuovo... Dopo quello che era successo ad Alessandro aveva davvero temuto di non vederla sorridere mai più.
"Che ti avevo detto?? Lo sapevo che era il tuo tipo, poi dimmi che non ti conosco. E quindi? Che succede stasera? Mi lasci sola?"
Manuela fece una faccia stranissima.
"Ma che ne so... Isaac è tanto tenero quanto imbranato... il che lo rende ovviamente ancora più tenero! Devi vedere come mi corteggia... E' tutto parole carine, sguardi languidi e sorrisi da far sciogliere chiunque. Però non mi ha ancora sfiorata con un dito..."
"E va beh, ma mica può saltarti addosso qui dentro, davanti a mezza Dublino!!"
"Che c'entra?! Ma un bacetto si può dare ovunque, no? Mi sa che è proprio tanardo..."
Manuela fece un sospirone, come se pensasse che fosse una battaglia persa.
"Comunque, giusto nell'eventualità che invece mi stupisse e si desse una svegliata... ecco... tu... come la prenderesti a tornare in albergo da sola?"
Emma le sorrise.
"Tranquilla, non c'è nessun problema. Mi prendo un taxi e via, sono a posto. Goditi la serata, se il piccolo uomo si fa avanti."
Manuela l'abbracciò stretta.
"Grazie Emma, sei la migliore!! Dai, torniamo di là!"
"Aspetta, già che ci sono io vado in bagno. Ti raggiungo subito, ok?"
"Va bene. Muoviti però."
E le due ragazze si divisero.

Nel frattempo i ragazzi avevano approfittato dell'assenza delle due fanciulle per tartassare Isaac di domande e ovviamente per prenderlo in giro.
Neanche a dirlo, Mike era il più scatenato di tutti.
"Allora?!? Stasera si tromba, eh?? E bravo il piccoletto!!"
Isaac divenne color porpora in dieci secondi netti.
"Ma cosa gridi, deficiente?!?! Se ti sente??"
Jeff non riuscì a trattenersi e rincarò la dose.
"Più che altro fa che non ti senta io stanotte, visto che abbiamo le camere attaccate! Abbi pietà di me, ok? E occhio, che quella mi sembra una tigre..."
Scoppiarono tutti a ridere e Isaac si portò una mano al volto, desideroso di sprofondare in quel momento esatto.
Decise però di passare al contrattacco.
"Taci tu, che finisce che stasera quello che farà più rumore di tutti sarai proprio tu! E sii delicato, che le fa male il braccio."
Mike si mise a sghignazzare.
"Hai capito il pulcino qui? Un punto per Isaac!"
Duff si irrigidì improvvisamente, spegnendo il sorriso che aveva avuto sul volto fino a quel momento.
Jeff gli lanciò un'occhiata di sfuggita, indeciso sul da farsi. Non sapeva a quel punto se fargli capire che in realtà lui non era in gara oppure continuare quella pantomima. Aveva paura, infatti, che il capo si arrendesse in partenza e lasciasse perdere, e questo era esattamente il contrario di quello che voleva.
Forse era arrivato il momento di forzare la mano.
"Guarda che ti sbagli, non ho nessuna speranza con Emma, se proprio vuoi saperlo."
Duff drizzò immediatamente le antenne, mentre Isaac guardava Jeff con occhi spalancati. Aveva capito bene??
"Ma che diavolo dici? Sei sicuro??"
"Sicurissimo. Diciamo che preferisce qualcun altro in questo momento."
I tre ragazzi si girarono contemporaneamente verso Duff.
"Beh?! Che cazzo avete da guardare??"
I tre lo guardarono con aria sorniona e un sorrisetto furbo in volto.
"La smettete di fare quelle facce da cazzo?? Si può sapere che c'è?"
Mike a quel punto sbottò senza ritegno.
"Oh andiamo capo! Chi cavolo pensi che sia il qualcun altro in questione?! Io ho già provato a dirtelo prima, ma tu non hai voluto ascoltarmi. Adesso però non puoi proprio far finta di niente!"
Duff si sentì messo all'angolo e la cosa davvero non gli piaceva per niente. Ok, quella ragazza gli piaceva, era innegabile. Però adesso lui non aveva la testa per certe cose, era troppo incasinato con i suoi problemi personali! Perché quei tre non riuscivano a capirlo??
"Sentite, mi avete rotto le palle con sta storia, ok? Vado a  pisciare e quando torno non voglio più affrontare questo discorso!"
E senza lasciare il tempo agli altri di ribattere, Duff si diresse a passo spedito verso il bagno.
Ma guarda te che razza di cretini che si era scelto come membri della band!! Aveva un fiuto, lui, per trovare gente bacata nella testa!! Figurarsi un po' se alla sua età e con i casini che aveva nella sua vita, doveva riprendere a fare il rocker che ad ogni concerto si porta in albergo una... Roba da matti! E la sua reputazione?! Dove la mettevano la sua reputazione?? Ci aveva messo talmente tanto a ricostruirsi un immagine, a far capire alla gente che era cambiato, che ci mancava proprio di far girare di nuovo la voce che aveva ripreso certe vecchie abitudini! No, grazie. Proprio no.
Che poi erano tutte cazzate, lo dicevano loro che Emma era disponibile... ma a lui non sembrava affatto! E un po' di esperienza l'aveva, lui, con le donne! Quei pischelli pensavano di potergli insegnare a capire quando una tipa era interessata o meno?? Roba da matti.
A pochi passi dalla toilette Duff vide due ragazzi correre via come se fossero inseguiti dal diavolo in persona. Uno di loro quasi lo travolse e lui lo mandò a quel paese.
"Ehi!! Guarda dove vai, idiota!!!"
Quella fuga folle era davvero un po' strana però... Duff si incuriosì e invece di infilarsi in bagno, percorse con circospezione il corridoio che andava a destra, passando oltre ai bagni. 
Ci mise qualche secondo prima di mettere a fuoco quello che si era improvvisamente trovato davanti agli occhi. Qualche secondo in cui rimase come imbambolato a fissare Emma accasciata a terra in un angolo.
Poi improvvisamente notò che la ragazza si teneva il braccio, che era pallida in volto e segnata da una smorfia di dolore e soprattutto si rese conto che si stava lamentando per il male, anche se lui non capiva niente di quello che stava dicendo.
Le fu accanto in pochi secondi, quasi spaventandola di nuovo.
"Che è successo?!? Che ti hanno fatto quei due??"
Emma cercò di riprendere il controllo di se stessa e mettere a tacere tutte le sensazioni che la stavano scombussolando in quel momento. Era spaventata a morte e il braccio le faceva un male cane, ma non voleva darlo a vedere, non voleva che Duff la portasse all'ospedale come aveva detto più volte.
Cercò di sorridergli, ma con scarsi risultati.
"Non preoccuparti, non è niente... Loro... io... Lascia stare, adesso mi alzo e torno di là dagli altri, tranquillo."
"Non preoccuparti?! Stai scherzando?? Voglio sapere esattamente cos'è successo prima che arrivassi e voglio saperlo subito!"
Emma in un'altra circostanza e con un'altra persona avrebbe sicuramente seguito quella parte di lei che in quel momento aveva un insano desiderio di mandarlo a quel paese e dirgli che non era suo padre e non aveva nessun diritto di parlarle in quel modo! Ma sentiva un dolore pazzesco al braccio, tanto da dubitare di riuscire a mettersi in piedi da sola per uscire da quel lurido corridoio e in più gli occhi di Duff le stavano dicendo quanto fosse veramente preoccupato per lei, il che non poteva che ammorbidirle quel caratteraccio che si ritrovava.
"E va bene! Sono venuta in bagno e quei due mi devono aver seguita, perché quando sono uscita me li sono trovata davanti e non mi lasciavano passare e così ho iniziato a indietreggiare, sperando che arrivasse qualcuno... solo che uno di loro mi ha afferrata per il braccio e ha stretto così forte che mi sono sentita male e boh, devo aver perso i sensi per qualche istante, perché quando mi sono ripresa loro non c'erano più e io ero qui per terra come mi vedi. Tutto qua."
"Tutto qua?? Porca puttana, se li prendo gli faccio passare la voglia di bere per tutta la vita a quei due figli di puttana!!"
Duff era davvero fuori di sé. Se pensava a quello che sarebbe potuto succedere se non fosse svenuta...
Abbassò lo sguardo su di lei e vide che appoggiava il capo al muro, con una faccia da far spavento. Doveva avere un male assurdo poverina e lui si perdeva nelle sue cazzate da paladino della giustizia. Idiota!
"Ok, adesso ti aiuto ad alzarti e poi corriamo al primo pronto soccorso che troviamo."
Emma fece per parlare, ma Duff la zittì subito.
"Non me ne frega niente, è chiaro?! Non ti do altre opzioni, ci andiamo e basta. Quindi risparmia fiato, che ti servirà sicuramente sia per alzarti che dopo."
Emma rimase in silenzio, colpita dal tono secco e autoritario che l'uomo aveva usato. Certo, quello e il fatto che sapesse che Duff aveva ragione... altrimenti col cavolo che si sarebbe lasciata trattare così!
Duff l'afferrò per il busto, all'altezza delle ascelle.
"Ok, sicuramente ti farà male quando ti metterò in piedi, perché il braccio si sposterà. Porta pazienza, ok?"
Emma annuì impercettibilmente e Duff le sorrise, cercando di rassicurarla. Gli faceva tenerezza, accasciata lì per terra, con quel faccino spaventato e sofferente allo stesso tempo. Senza neanche accorgersene le sfiorò il viso in una carezza e i loro occhi si incatenarono per qualche istante.
Dei passi e le voci di alcune ragazze che ridevano come matte qualche metro più in là li riportarono bruscamente alla realtà.
Duff riportò immediatamente la mano sul busto della ragazza, distogliendo lo sguardo dai suoi occhi.
"Ok, al mio tre ti alzo, va bene? Uno... due... tre!"
Duff la sollevò cercando di fare il più piano possibile, ma nonostante ciò a Emma scappò un grido di dolore, che la ragazza cercò però di soffocare sul nascere.
Avendo paura che le gambe le potessero cedere, Duff mantenne la presa su di lei, reggendola in piedi.
"Cerca di respirare a fondo, sembra una cosa cretina, ma aiuta a diminuire il dolore." Osservò Emma provare a fare quello che le aveva appena suggerito, gli occhi chiusi probabilmente per cercare di concentrarsi meglio. "Probabilmente quei deficienti ti hanno dato il colpo di grazia e hanno peggiorato la situazione. Appena ti senti di camminare ci leviamo di qui e prendiamo la macchina."
Emma riaprì gli occhi.
"Ok, va meglio. Davvero."
"Cosa vuoi dire?"
"Voglio dire che sto meglio, che non è il caso di andare."
Duff le lanciò un'occhiataccia che avrebbe incenerito chiunque.
"Mi sembrava avessimo già chiarito che è un argomento chiuso, senza possibilità di discussione. Vieni."
Duff l'afferrò per la mano sinistra e la trascinò dietro di sé, con calma ma con fermezza.
Come furono fuori dalla toilette Duff girò immediatamente a destra, verso l'uscita.
Emma a quel punto fece un po' di resistenza tirando col braccio, fermandolo.
"Non andiamo ad avvisare gli altri?? A Manuela verrà un colpo se non mi vede tornare!"
"Già che siamo vicini all'uscita mi sembra meglio andare, piuttosto che infilarsi in quel carnaio in cui come niente puoi sbattere il braccio contro qualcuno. Adesso chiamo Jeff e gli spiego tutto, poi ti faccio passare la tua amica, ok? Così le spieghi. Tanto è in buone mani e dubito sarebbe tornata in albergo con te comunque..."
E ripreso a camminare, Duff la portò fuori dal Temple Bar, sempre mano nella mano, e insieme si diressero verso la macchina.

 







  
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