Libri > Il diario del vampiro
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Autore: SabrinaPennacchio    11/03/2013    1 recensioni
Dopo i vari avvenimenti a Fell's Church e la delusione da Katherine ed Elena, per Damon è arrivato il momento di affrontare un altro problema.
I sentimenti e l'umanità, non svaniscono solo perché lo si vuole.
Genere: Dark, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Nuovo personaggio, Quasi tutti | Coppie: Elena Gilbert/Stefan Salvatore
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
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--- Capitolo Ventesimo ---





«Credi che il nostro regalino sia piaciuto, nee-chan?»

Shinichi sorrise, seduto sul divano in pelle scarlatto, stringendo Misao al proprio petto e accarezzandole i lunghi capelli corvini, velati dal colore acceso del fuoco ardente.
Martoriare i corpi dei coniugi Evans, facendoli a pezzi per poi far trovare quel dono alla loro figlia adorata, era stata un’idea a dir poco meravigliosa: da quanto non si divertiva così tanto?!
Anche se, doveva ammetterlo, la maggior parte del gioco lo aveva svolto sua sorella minore.
Manovrare la loro mente fino a spingerli a mangiarsi a vicenda era stato un vero spasso, nonché una vera bazzecola, per lei.
Shin si era solo limitato a scrivere col sangue, quel cortese bigliettino di saluto, alle pareti della stanza da letto dei due sposi.
«Secondo me è stato abbastanza gradito» rispose, Misao, facendo materializzare nel vuoto, davanti a loro, la solita sfera che usavano per guardare nei mondi altrui, dove al loro interno vi erano Sabrina e la sua compagnia, in quella casa ormai piena di quel fetore metallico e di morte.
I singhiozzi strozzanti di udivano a gran voce, mentre sul volto della Kitsune si allungava un sorriso soddisfatto «senti le loro urla di gioia?» rise, poi, con la sua solita risatina acuta e fastidiosa.
Il fratello si costrinse a non tapparsi le orecchie, chiudendo solo un occhio, d’istinto. Quella risatina, seppur della sua amata sorella, era veramente fastidiosa. «Questo ci darà sicuramente un vantaggio» constatò, o almeno sperò che il suo piano stavolta non venisse sventato «non credo che Damon trasformerà la ragazzina in vampira, rovinandomi i piani. Lei sarà troppo presa da dolore, e seppur senza cuore, sappiamo benissimo che il cattivo dei fratelli Salvatore, sotto sotto non ha escluso l’umanità dalla sua vita.
O non si sarebbe invaghito di lei.»
«Non le ha mica detto di provare qualcosa per lei» intervenne, Misao, inarcando un sopracciglio, convinta di essersi persa qualcosa
«Certe cose non bisogna obbligatoriamente dirle, nee» una risatina uscì dalle labbra del giovane Kitsune, mentre aggrovigliava fra le dita, i capelli di Misao «avremo un bel po’ di tempo di vantaggio, per agire come vogliamo, sorella.»
«Se la trasformasse in vampiro…» iniziò lei «tutto sarebbe perduto. I vampiri non possono procreare e ci servirebbe solo un fiore magico di una delle sette lune Kitsune, per farla tornare umana»
«e ci vorrebbe troppo tempo» concluse, il moro, facendo spallucce «fidati di me: le cose andranno come vogliamo, stavolta.»

Era chiusa in quella stanza da troppe ore, ormai, e senza alcuna intenzione di aprire la porta.
Damon sospirò, mentre ripuliva con Stefan e Sage, quel macello in casa.
Matt si era occupato di spostare i resti dei corpi, ormai chiusi in delle buste nere, fuori dalla casa: era un lavoro schifoso, ma aveva deciso di essere d’aiuto, e ora non poteva tirarsi indietro, seppur sapesse che Damon gli avesse dato quel compito solo per burlarsi di lui, del quale ancora non aveva nemmeno imparato il nome.
O semplicemente non vuole ricordarlo.
Arrivò a quella conclusione, con un sospiro, il biondo, mentre si faceva aiutare da Meredith a mettere le buste nel suo furgone rosso, per andare a seppellire i corpi.
«Non dovremo avvisare qualcuno?! Lo sceriffo?!» azzarsò, il ragazzo, storcendo il naso per il fetore che i corpi emanavano, in quella busta che nonostante i vari strati, perdeva sangue.
«E come lo spiegheremmo, secondo te?!» Meredith gli diede un colpo in testa, scherzoso, cercando di sdrammatizzare un momento simile.Avrebbero pensato dopo, che scusa trovare.
Il cellulare squillò e lei si costrinse a cacciarlo dalla tasca del giaccone di pelle, nonostante in quel momento rispondere alle chiamate non era proprio una delle sue esigenze.
Ma il nome che comparve sullo schermo come chiamata in entrata, le fece allungare un sorriso sincero: solo lui in un momento come quello, poteva rincuorarla un po’:
«Alaric» rispose, allungando il sorriso, mentre – cosa che accadeva raramente - un lieve velo di rossore le coprì le gote, facendola arrossire.
«Ehi, Mer!» la voce dall’altro lato del telefono sembrava alquanto esausta, ma immensamente felice di sentirla. Alaric Saltzman si trovava in Africa per una ricerca, ormai da sei mesi, e Meredith aveva organizzato con lui di andarlo a trovare in estate, appena preso il diploma, per stare insieme un po’ di tempo, dato che, seppur fidanzati, ne avevano davvero poco per vedersi e sentirsi. «Ti disturbo?»
Meredith diede un’occhiata a Matt e al furgone e ai sacchi neri che contenevano i corpi martoriati e fatti a pezzi. Storse le labbra ma si costrinse a mentire «No, figurati. Dimmi!»
Matt allungò un lieve sorriso e quando la conversazione iniziò a farsi abbastanza intima, finito di sistemare tutto, preferì lasciare sola la ragazza alla sua chiamata romantica.
Almeno uno di loro poteva provare qualche minuto di serenità, in quel momento.

Bonnie sospirò, lasciando Elena in camera di Sabrina a cercare di convincerla a reagire: infondo dovevano trovare una scusa per la morte dei suoi ed organizzare un funerale… e lei era brava anche in quel tipo di organizzazioni, purtroppo.
La strega si sedette sull’altalena in giardino, guardando il cielo velato di un color arancio, mentre il sole tramontava.
Com’era strana la vita… e dire che poco prima stavano organizzando un ballo. E ora c’era da organizzare un funerale…
«Quando potremo stare in pace!?» scosse il capo, socchiudendo gli occhi appena lucidi.
«Ehi! Bonnie!» Matt stava per entrare in casa, quando, notandola, decise di raggiungerla, sorridendo appena per poi carezzarle i ricci capelli rossi, una volta faccia a faccia.
Quel visino a cuoricino, pallido, era velato di tristezza. Come al solito, lei era quella che soffriva di più, per tutti. «Che cosa c’è?»
«E c’è da chiederlo, Matty?» scosse il capo, lei, stringendosi istintivamente al suo petto «Non potremo mai vivere sereni, stando in questa città… quando diavolo finirà tutto questo?
Fell’s Church è il centro che collega il mondo alla Dimensione Oscura… e non saremo mai tranquilli…»
Matt la lasciò sfogare, stringendola e continuando ad accarezzarle i capelli: infondo, aveva ragione. Quante volte anche lui aveva pensato di andare via da lì?!
Ma era ovvio che non poteva farlo, sia per la sua famiglia, che per gli amici e i ricordi che lo legavano a quel luogo spaventoso.
«A volte vorrei solo andare via da qui» espresse, la rossa, chiudendo gli occhi marroni, esprimendo a parole quel che il biondo aveva solo pensato «ma so che non è possibile… e non è nemmeno giusto…»
«Pensavo lo stesso…» Matt socchiuse gli occhi, alzando poi lo sguardo al cielo e allungando nuovamente un sorriso, cercando di tirarne su uno anche a lei.
Riabbassò lo sguardo su Bonnie, pizzicandole il nasino «ma sai una cosa? A me mancherebbe soprattutto l’ottimo gelato che fanno qui! Il più buono di tutto il mondo!»
la strega scoppiò a ridere, scuotendo il capo «Matt… non sei proprio un bravo comico, né tantomeno un bravo attore»
il ragazzo arrossì appena ma tenne il sorriso ben stampato sul viso e lei continuò: «ma grazie… meno male che ci sei tu.»

«Cerca di capirmi» iniziò, Elena, seduta sul letto dove Sabrina era rannicchiata su sé stessa, continuando a singhiozzare in quella fase di dopo-shock dovuto alla visione orribile che si era ritrovata davanti «lo so che è difficile, ma io opterei per incidente stradale. Gettiamo la macchina nel fiume. Nessun corpo si trova, lì dentro, e nessuno sospetterebbe nulla.» un sorriso forzato si allungò sul suo volto, mentre le accarezzava quei capelli castani che ormai arrivavano quasi alle spalle «I miei sono morti così… chi meglio di me può, quindi, dirti che è la scelta migliore!?»
Ma Sabrina non aveva per niente voglia di ascoltare simili cose, non in quel momento.
Sapeva che era necessario sbrigarsi, che era necessario trovare una scusa; seppellire i corpi; fare un degno funerale alla memoria dei suoi genitori, ma al momento non voleva sentire nulla ma solo star lì, a piangere, da sola, fino ad addormentarsi e sperare che al risveglio, tutto tornasse come prima che si trasferisse in quella città dannata e, nel caso, impedire ai suoi di fare quel trasferimento.
E voleva Angel, anche, accanto, ma a quanto pareva, l’amica, aveva il telefono spento ed era chissà dove, con suo padre, fuori città.
«Sabrina…»
«Lasciami sola, Elena…» singhiozzò, la bruna, stringendo gli occhi e il volto, poi, sul cuscino «non ora… non adesso… lasciami stare…»
la Gilbert sospirò, annuendo appena per poi alzarsi dal letto, accarezzandole il capo un’ultima volta «quando stai meglio… noi ti aspettiamo di là… ok?»
ma Sabrina non rispose ed Elena lo prese come un assenso, lasciando la camera.

Il capo si voltò d’istinto verso la stanza dei coniugi Evans, mentre passava per il corridoio, Elena, sentendo Stefan e Damon discutere: a quanto pareva, Sage, era andato via per cercare di trovare un modo per tornare nella Dimensione Oscura con più persone.
«E tu credi veramente di poter fare Superman da solo, se Sage trova almeno un modo per portare te, in quel posto maledetto?» stava dicendo Stefan, con voce nervosa ma sempre calma, come al solito.
Damon alzò gli occhi al cielo, leccandosi le dita sporche del sangue che avevano appena finito di ripulire «Ti ricordo, mister codardo-mi-sono-fatto-salvare-da-Damon-mentre-piangevo-come-un-deficiente-in-una-cella-e-facevo-amicizia-con-una-volpe-gay, che il sottoscritto ti ha salvato il culo, quando ti trovavi lì, senza via d’uscita!» fece, allungando un sogghigno «E ci sono tornato anche una seconda volta per farmi una principessa vampiro che mi ha fatto tornare come sono, visto che per colpa tua ero diventato umano»
«Mia?» Stefan sgranò appena gli occhi «Per colpa della tua stupida curiosità!»
«Non vi sembra che sia il caso di chiudere questa inutile discussione?» Elena decise di intromettersi, infine, sospirando pesantemente «Siete sempre i soliti bambini!»
Il minore dei Salvatore si voltò a guardarla, arrossendo appena per poi alzare le mani «Mi dispiace, amore! Hai ragione.»
Damon scosse appena il capo, alzando per la seconda volta, infastidito, gli occhi al soffitto «Ma andatevene a fanculo tutti e due!» fece, per poi uscire nervosamente dalla stanza.
Stefan sospirò pesantemente, scompigliandosi i capelli «Mi farà uscire fuori di me, un giorno o l’altro!»
Elena sorrise, correndo ad abbracciarlo «Cerchiamo di capirlo, Stefan… credo che anche Damon, in questo momento, stia vivendo una situazione alquanto particolare per se stesso…»
il vampiro inarcò un sopracciglio «Cioè?»
la bionda ridacchiò «Dopo la delusione avuta da me e Katherine, amore mio, si ritrova di nuovo a provare qualcosa per qualcuno, nonostante non ne avesse più intenzione»

Si sedette sul tetto, il vampiro corvino, mettendo le mani fra i capelli e lasciandosi andare, poi, ad un suono gutturale e pieno di fastidio: quella volpe aveva di nuovo fatto ciò che mai si sarebbe
aspettato, e ciò lo faceva andare fuori di sé.
Com’era possibile che fosse così imprevedibile dopo tutto il tempo passato a combatterlo?!
Si morse un labbro, abbassando lo sguardo sul balcone della camera da letto di Sabrina.
Che fare?! Andare da lei… ma per dirle cosa?!
«Mi sto imputtanando da solo.» ringhiò, dando un pugno ad una delle tegole che componevano il tetto «Maledizione!»








Oo Angolino dell'Autrice oO



Ed eccomi qui col nuovo capitolo. Mi scuso per la scarsa frequenza di aggiornamenti ma ho davvero tantissimo da aggiornare come storie XD
Vi avviso che ho corretto tutti i capitoli precedenti, aggiungendo anche qualcosina, quindi, nell'attesa del nuovo capitolo, se volete rileggerli e farmi sapere che ve ne sembra delle nuove cose e la grammatica, mi rendereste contenta :D un bacio a tutti e grazie a chi mi segue da 4 anni e a chi è un nuovo arrivato, che commenta o legge soltanto.
Al prossimo capitolo <3

MikuChan


   
 
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