Capitolo 10
Ore 17.58. Cabina di comando. Tuatha De Danaan.
Il telefono di bordo aveva squillato appena una volta quando il comandante
si accinse a rispondere.
“Mardukas”
“Richard?” rispose una voce femminile dall’altro capo.
“Oh…Ciao tesoro!”
“Hai sentito, ha detto ‘tesoro’?”
“Sarà la moglie?? O l’amante??”
“Ma no! Tu ce lo vedi con un’amante? E’ già tanto se ha una moglie!”
Gli uomini dell’equipaggio, presenti in cabina, avevano già iniziato
sottovoce a sghignazzare e ad ipotizzare chi potesse essere la persona al
telefono. Era molto difficile venire a sapere qualcosa sulla vita privata
del Colonnello, lui non si sbottonava mai…per questo motivo era un grande
evento!
“Ehm, Ehm…aspetta che vada nel mio ufficio. Qui è pieno di IDIOTI!”
Mardukas aveva appena mandato un’occhiataccia a tutti coloro che avevano
osato aprir bocca ed aveva alzato la voce cercando di marcare bene la parola
‘idioti’ per sottolineare il suo disappunto. Li avrebbe sistemati al suo
ritorno.
Pensato questo, uscì dalla cabina e si recò verso il suo ufficio che era
sicuramente più tranquillo e privo di orecchie indiscrete.
Si accomodò bene sulla poltrona della sua scrivania ed alzò nuovamente la
cornetta del telefono.
“Allora dimmi tesoro, che c’è? E’ successo qualcosa?”
“No, perché? Deve essere successo per forza qualcosa? Una moglie non può
chiamare il proprio marito?” replicò la donna con voce innocente.
“Si, certo…forse lo farebbero le altre mogli, ma non tu.”
“Che vorresti dire, Richard?”
Il tono di voce della moglie mutò all’istante diventando secco e stizzito.
Era già pronta ad attaccare.
“Ehm, no, no…cioè…”
Mardukas si rese conto dell’errore madornale che aveva commesso.
“Oddio!” pensò preoccupato.
Non poteva stare zitto??!! Doveva farla pure arrabbiare!
“Voglio dire che...tu sei una….moglie talmente in gamba che sa quanto sia
impegnativo e difficile il mio lavoro ed è per questo motivo che non mi
chiameresti mai per cose futili…anche se ammetto che mi piacerebbe sentire
molto più spesso la tua voce quando non sono a casa.”
“Ah, si?…diciamo che ti sei salvato in corner!”
“Pfeuu” respirò di sollievo il comandate.
“Ti ho sentito!”
“Ouch!”
“Comunque…ho una bella notizia da darti!” riprese la moglie con voce
squillante ed allegra.
“Perché ho la netta sensazione che questa bella notizia lo sia più che altro
per te, mentre per me lo sarà un po’ meno?”
“Ally sta arrivando da te!”
“COSAA????!!!!!!!”
Al sentire quelle parole Mardukas era saltato sulla sedia alzandosi in piedi
per lo stupore.
“Si, la sta portando George, il nostro autista.”
“Stai scherzando? Mi stai dicendo che mia figlia Allison di 3 anni sta
venendo sul Tuatha De Danaan?!!!”
“Esattamente!”
“Oh, cielo! Meredith! Ti rendi conto di cosa stai facendo?!”
Disperato si risedette sulla poltrona togliendosi gli occhiali e
massaggiandosi all’incrocio degli occhi.
“Si, mi rendo conto! Ed è anche giusto che tu passi un po’ di tempo con la
tua bambina. Io devo partire immediatamente per un convegno a Boston e non
posso portarla con me. La baby-sitter è malata e non ho il tempo di trovarne
un’altra affidabile visto che ho il volo tra un’ora. Secondo te che cosa
dovrei fare?? dovrei lasciare la nostra Ally nelle mani di una perfetta
sconosciuta???”
“No…certo no…”
Infondo capiva le esigenze della moglie. Allison non doveva rischiare alcun
pericolo, ma non poteva di certo tenerla lì.
“Ecco vedi! L’unica altra soluzione sei tu!”
“Ma tesoro! Hai presente dove sono?? Sono un sottomarino militare…non è un
posto adatto per una bambina! E se ci attaccassero? E poi dove la posso
mettere, andiamo! Io sto lavorando! Non ho il tempo di occuparmi di lei!”
“Mi stai forse dicendo che non saresti in grado di occuparti di nostra
figlia?!! Se ti hanno fatto Colonnello un motivo ci sarà! Sai gestire
terroristi internazionali che minacciano il pianeta e la nazione, ma non sai
gestire tua figlia!! Smettila di dire oscenità!”
“Va bene, ma io sono in mare aperto adesso…non posso tornare indietro..quindi
il problema non si pone nemmeno. George non troverà nessuno al porto.
Faresti prima a dirgli di tornare a casa…almeno gli risparmieresti la
fatica!”
Il comandante riprese il suo vigore, non poteva cedere.
“Mi credi così ingenua? Mi sottovaluti marito caro…pensi che io non sappia
che tu in questo momento sei attraccato al porto di Dover per fare
rifornimenti?”
“Chi ti ha dato questa informazione segreta?!!” urlò Mardukas sorpreso per
l’arguzia della moglie e preoccupato per la sua bugia che non era riuscita a
durare più di 15 secondi.
“Ho le mie fonti e non te le dirò di certo! Mi spiace, ma non hai speranza
di vincere con me e lo sai bene. Allora preparati…non ho altro da
aggiungere. Ah sì, non mi interessa COME farai, non mi interessa COSA
farai…so solo che dovrai prenderti cura di nostra figlia in mia assenza e
dovrai fare in modo che non le succeda nulla!! Sono stata chiara,
Colonnello??”
Il tono di Meredith Mardukas non ammetteva repliche.
“Cristallina”.
“Perfetto, amore. Lo sapevo che con le buone maniere ti avrei convinto. Ora
devo proprio scappare. Mi fido ciecamente di te quindi parto serena. Ti
chiamo appena arrivo. Un bacio.”
E con voce contenta mise giù.
Mardukas era disperato!! Come avrebbe fatto adesso con sua figlia?? Non
c’era niente da fare…sua moglie era davvero l’unica persona in grado di
tenergli veramente testa ed era anche per questo che la trovava
fantastica…nonostante tutto.
Passata qualche ora il Colonnello Mardukas si trovava in piedi, statuario,
con la sua preziosa Allison tra le braccia mentre i suoi uomini
sogghignavano sotto i baffi, trovando quell’immagine buffa e tenera.
Il comandante si sarebbe volentieri sotterrato per l’imbarazzo.