Anime & Manga > Lupin III
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Autore: MadAme_MadNess    12/03/2013    8 recensioni
"Questa è la mia banda, ora però, dicci chi sei tu!''. La ragazza era in piedi, davanti ad un tavolo di legno massello rotondo e davanti a lei aveva tre emeriti sconosciuti (...) La giovane deglutì e poi parlò:" Io... io... mi chiamo Maria... Maria Bienbella.''
Maria Bienbella, un nome che risuonerà spesso nella mia storia, un nome che incrocerà più destini e che si legherà profondamente con la banda del giovane ladro Lupin terzo, travolgendolo in una nuova avventura in compagnia dei suoi fidati amici (e nemici) di sempre.
Una fanfic incentrata sull'azione, l'umorismo ed i sentimenti, spero vi intrattenga piacevolmente (e dato che è la mia prima fanfic critiche e commenti sono ben accetti!). Buona lettura!
Genere: Avventura, Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Goemon Ishikawa XIII, Jigen Daisuke, Lupin III, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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WOOHHOO!! Ari-eccome quà! :D Con un nuovo capitoloo! :D Scusate se c'ho messo un pò a pubblicarlo. :D
Okkei, in questo cap la scena si sposta sul Teneriiissimo Ispettore Zenigata che, bello tranquillo, si reca all'aereoporto per incontrare i colleghi che lo aiuteranno nella ricerca e cattura di Lupin.
Ma, come al solito, il nostro Zazà non si farà sfuggire un'ottima occasione per combinare un bel pasticcio... xD
Ps: Ringrazio sempre e comunque i nuovi e vecchi recensori della mioa storia :D GRAZIE GRAZIE GRAZIE a tutti voi per i commenti!!! ^^

Spoiler: verrà citato il Sig.
Keke Rosberg, oggi ex pilota automobilistico e campione del mondo di Formula 1 nel 1982(anno nel quale la mia storia è attualmente ambientata)
inoltre ci saranno anche due termini in Russo: "Spasibo" vuol dire "Grazie" e "Tishina" vuol dire "Silenzio!"


Buona Lettura :D

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L'ispettore Zenigata si stava dirigendo all'aeroporto della grande metropoli Phoenix, in Arizona, a bordo di una volante di servizio, con il cuore colmo di una nuova speranza.
 
Fantasticava su come la sua nuova squadra l'avrebbe aiutato nei suoi piani ingegnosi per l'arresto dello scaltro Lupin III e la sua banda di criminali.
Si immaginava miliardi di conferenze stampa con una fiotta di giornalisti disposti a tutto pur di intervistare il fantastico ispettore che riuscì a catturare il ladro più temuto di tutti i tempi!
 
Le sue foto sarebbero apparse su tutti i quotidiani e riviste, sarebbe diventato un idolo di giustizia per tutti i popoli del mondo!
Zenigata aveva gli occhi lucidi dalle mille emozioni che le sue aspettative emanavano:" Si! Ne sono sicuro! STAVOLTA NON HAI SCAMPO, LUPIN!!!! TI ACCIUFFERÒ! Marcirai in galera per minimo 20 anni, tanti quanti ne ho spesi io per inseguire quel tuo dannato culo!!! Anzi, no! Chiederò l'ergastolo, così non ti vedrò mai più in vita mia! Ahahaha!".
 
 Zenigata era fuori di sé dalla gioia e, con la testa fuori dal finestrino, dando gas alla macchina, zigzagava inconsciamente nel traffico, fischiettando e ridendo a crepapelle come un pazzo.
 
Sorpassò senza problemi sulla destra a bruciapelo un'auto con due poliziotti a bordo che, non potendo non notare il pazzoide alla guida di una macchina come la loro, sospettarono fosse un malvivente in fuga.

Subito fecero partire le sirene a tutto spiano e si lanciarono all'inseguimento della vettura.

 
I pensieri felici di Zenigata vennero interrotti da un fastidiosissimo rumore di sirene in sottofondo; controllò i comandi dei lampeggianti ma erano spenti.
 
Vide ad un tratto una volante in rapido avvicinamento e sentì dal loro altoparlante:" Hey, Keke Rosberg! Ferma immediatamente la volante e arrenditi, la tua corsa finisce qui!".
 
Zenigata non capì il perché di quell'intimidazione e subito azionò il suo altoparlante:" Mi dispiace deludervi, ragazzi, ma ho da fare, ora non posso proprio fermarmi!".
 
I poliziotti furono sbigottiti e s'infuriarono ancora di più:" Sentimi bene, sporco ladro, vedi di accostare in questo istante e di restituire la volante che hai rubato, o ti sbatto dentro a vita! Capito?!"
Zazà divenne rosso di rabbia, non era di suo gradimento essere chiamato "ladro", quando era tutta una vita che ne inseguiva uno senza successo:" Cosa?! Sporco ladro?! Io sono l'ispettore Zenigata dell'Interpol! Ho tutto il diritto di guidare una volante della polizia, stupido imbecille!"
 
-" Certo, certo, ispettore Zinarata!", il poliziotto posò una mano sullo speaker e scuotendo la testa fece al suo collega:" Oh Larry, di sicuro questo qui è fuggito dal manicomio! Ma porca eva, gli internati li becchiamo tutti noi?!".
L'altro però non sembrava per niente scontento della situazione:" Cosa te ne frega Mac? Stiamo facendo un inseguimento! La parte più bella del nostro lavoro! Woooo! Dai, prendi la pistola e sparagli qualche colpo d'avvertimento! Oh, non gli bucare le gomme, se no non mi diverto!". 
-" Ma perché devo fare coppia con st'esaltato!? Perché a me?! Why?!" piagnucolò sommesso il poliziotto.
 
Zazà intanto replicò con foga:" Zenigata! Il mio nome è Zenigata!!! E smettetela di inseguirmi, idioti! Tanto non mi fermerò!". 
 
-"Basta, gli sparo!" esordì Mac tirando fuori la pistola dalla fondina e prendendo la mira "Se non vuoi arrenderti allora non ho scelta": prese la mira e centrò lo specchietto retrovisore della volante, facendolo andare in mille pezzi con un suono secco ed inquietante.
 
Zazà sussultò per poco, ma non lo diede a vedere, anzi, riprese in mano lo speaker del megafono ed esordì:" Ma sei impazzito? Poliziotto dal cervello d'un babbuino con l'Alzheimer! Ma in America vi addestrano per essere così rimbambiti o ci siete già di vostro, eh?! L'ho sempre detto, noi giapponesi saremo sempre superiori a voi, popolo di caproni ignoranti!".
 
Mac restò paralizzato da quella frase ed anche a Larry si bloccò per un istante il cuore.
 

No, quello straniero non poteva parlare così della loro Patria.

 
Una scintilla di puro orgoglio nazionalista si accese nei due poliziotti che si intesero solo con uno sguardo ed annuirono sussurrando:" Giustizia sia fatta!". 
 
Estrassero all'unisono le loro armi d'ordinanza e mirarono ai pneumatici:" Maledetto bastardo, questo è il nostro ultimo avvertimento! Fermati, o per te sarà la fine!"
 
-"Bla, bla, bla!" replicò ironico Zaza. 
 
Larry intanto esclamò al suo collega:" Ha preso la strada per l'aeroporto! Sta tentando la fuga con dei complici, il bastardo!"
-"Tu non perderlo di vista, faremo la festa anche ai suoi amichetti! Questo tizio mi ha proprio fatto girare le palle oggi! Colpa di quelli come lui che fanno esaurire la gente lavoratrice perbene!".
 
-" Ma la finite di inseguirmi?! Io sto lavorando per eliminare una feccia di ladro dal mondo e voi mi state intralciando da almeno mezz’ora con questa buffonata! Farò immediatamente rapporto ai vostri superiori!!" strillò esasperato il povero ispettore.
 

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All'aeroporto il via-vai ininterrotto di gente procedeva regolarmente come ogni singolo giorno.

Le hostess e gli stewards correvano da un terminal di volo all'altro, scattando elegantemente tra la folla, distinguibili dalle loro divise così eleganti ed incrociandosi insieme ad alti managers o semplici turisti, in un caotico brusio di tacchi e scricchiolii di ruote di mille trolley e valigie.

La pista era affollata di molti aeroplani, vi erano anche dei jet privati e jumbo, alcuni abbastanza grandi e sofisticati da intraprendere voli internazionali da più di 12 ore senza nemmeno uno scalo tecnico.
 

La torre di controllo diede il permesso ad un piccolo aereo di atterrare e posizionarsi in una zona distante da tutti gli altri.

Quando i motori si spensero, i facchini scaricarono i bagagli dalla stiva dell'aereo, posizionarono la scaletta e fecero scendere i passeggeri.
 
Il primo a scendere fu un bestione di un metro e novanta, con i capelli biondo platino liberi al vento, un paio di occhiali scuri calati sugl'occhi ed un completo gessato. Ritirò la valigia e con un tono di voce molto basso ringraziò:" Spasibo".
 
Il secondo portava due baffetti perfettamente simmetrici arrotondati all'estremità ed un cappello coordinato con la divisa blu decorata a più non posso con medaglie e spillette di ogni genere; scese le scalette appoggiandosi con le mani infoderate in due guanti bianchi al corrimano e ritirato il suo bagaglio si rivolse altezzoso al facchino:" Merci beaucoup, garçon".
 
Mancava solo una valigia da ritirare.
Il proprietario scese per ultimo dal velivolo: i suoi grandi occhi verde-ambra ammirarono curiosi la grandezza dell'aeroporto, il fresco venticello gli scompigliava i capelli castani ma non permeava dentro il giubbotto di pelle marrone né nei blue jeans. Scese le scalette guardandosi intorno, quasi spaesato ma senza che un'evidente emozione emergesse nella sua espressione.
Ritirò la valigia e con un sorriso cortese esclamò un acceso:" Grazie "
 
L'omone occhialuto guardò l'orologio e sbuffò con un marcato accento russo:" Ma insömma, è possibile che nessuno ci ha accölto come si dëve! Dove essere Ispettuore? Dove essere tutti li altri?!".
Il signore coi baffi tirò fuori un cipollotto d'argento:" Oui, c'est vrai! Monsieur Zanigatà sci aveva prromesso que non avrremmo dovuto attendre nemmeno un seconde pour il suo arrivo!". 
 
I due cominciarono a lamentarsi sonoramente ma ad un tratto il ragazzo dagli occhi verde-ambra li interruppe:" Magari hanno avuto dei contrattempi e porteranno due minuti di ritardo" esclamò zittendo i due"... In America c'è un altissimo tasso di criminalità, i poliziotti non hanno mai una tregua".
 
L'omone ed il signore baffuto si scambiarono un'occhiata fugace.
 -"Effectivamente avete ragione voi... Mais..."
 
-" Silenzio!" interruppe il biondo occhialuto. 
 

Gli altri due lo guardarono titubanti, lui spiegò:" Non sentire? Rumore di sirene... E motore a grande velocità... In avvicinamento...".


Il ragazzo e l'altro signore cercarono di captare il minimo suono disperso nell'aria, ma nessuno dei due udì nulla.
-"Mon ami, mi sa che il viajio in aereo vi abbia tappato les orecchie..."
-" Tishina!" esclamò con foga l'altro "... il mio udito essere eccezionale, io sento ululato di lupo anche a 3 km di distanza... Questo è stridio di 8 ruote su asfalto, con tamponamento e... Spari! Ecco! Venire verso di noi!" sussurrò infine, mettendo una mano dietro la schiena, estraendo a metà una semiautomatica. 
 
Questa volta anche gli altri due sentirono uno strano baccano intorno a loro.
Misero mano alle pistole tutti e tre, colpo in canna inserito.
-" Un inseguimento sulla pista dell'aeroporto?! Solo in America succedono queste cose..." rifletté rapido e sarcastico il più giovane, sempre guardandosi intorno in cerca delle "8 ruote su asfalto".
 

Ad un tratto i tre videro qualcosa di... incredibilmente irreale: una volante della polizia, guidata da un pazzo signore con la bava alla bocca e un impermeabile marrone, il parabrezza rotto, il portellone ammaccato e senza specchietti, sfondare letteralmente la recinzione metallica tra la pista d'atterraggio e la strada urbana, immettendosi nelle corsie riservate ai velivoli privati, zigzagando tra i jumbo a tutta velocità.
Era seguito da un'altra volante con due poliziotti in divisa e dotati di mitra e pistole che sparavano all'impazzata verso la prima vettura.

 
I tre si guardarono l'un l'altro sbalorditi ed un po’ impacciati; non capivano chi era il buono e chi il cattivo, non potevano decidersi se sparare ad un’auto o all’altra.

Il pazzo alla guida della prima volante poi si accorse della loro presenza e, non curante dei proiettili dietro di sé, partì in sesta nella loro direzione, agitando una mano fuori dal finestrino:" Hey! Sono arrivato! Scusate il ritardo!" urlò a squarciagola, tentando di superare il rumore del motore a manetta.

Il signore coi baffi, abbassando la sua pistola sospirò:" Vi prego, ditemi che non è lui..."
-"... Io credo di si…" sentenziò tragico il russo.  

 
L'auto del matto si fermò a 10 mt di distanza dai tre.
Non vedendo nessuno dietro di sé Zaza pensò che li ebbe seminati per un po’, quindi tranquillo scese dalla vettura:" Buongiorno signori, e benvenuti in Amer... aAaah!" l'ispettore non finì di parlare che un proiettile a momenti non gli centrò la gamba sinistra; Mac e Larry l'avevano raggiunto e silenziosamente avevano aspettato che uscisse per tendergli l'agguato.

Mac lo immobilizzò saltandogli addosso e mettendogli le manette, mentre Larry lo teneva sotto tiro di pistola, più esaltato che mai:" Allora, figlio di puttana, finalmente ti abbiamo preso! Oh, bene, sono loro i tuoi amichetti? Ah! Mi sa che non andrete tanto lontano" poi puntò la pistola sui tre, agitandola in direzione di ognuno di loro con fare frenetico:" E voi non fate scherzi, mettete le mani sopra la testa e...". 
 

"BANG!".

 
Un rumore sordo e sottile partì da una Beretta 92.
La pistola del poliziotto venne scaraventata per terra, distante una dozzina di passi. Sbalordito e un po’ spaventato, cercò di capire chi avesse sparato. Il francese ed il russo si voltarono indietro e strabuzzarono gli occhi.
 
In pochi secondi il più giovane dei tre aveva estratto la sua semiautomatica e con una velocità impressionante aveva disarmato il poliziotto, senza che venisse ferito:" Perdonami collega, mi sembri un po’ troppo agitato. Non siamo ladri, siamo tre poliziotti e siamo qui per collaborare con l'ispettore Zenigata" spiegò mostrando il suo distintivo.
Così fecero anche gli altri due annuendo.

Zaza sbraitò:" Lo senti, pezzo d'idiota?! Sono tre ore che ti ripeto che sono un poliziotto anch'io, ora togliti di dosso che dobbiamo lavorare! Abbiamo poco tempo per la nostra missione, e voi ce ne avete fatto perdere abbastanza, stupidi rimbambiti deficienti!".
 
Mac si alzò e Zenigata sbraitò rabbioso più che mai:" Maledetti, ho un'irrefrenabile voglia di spaccarvi quelle facce da culo, ma mi trattengo perché sono un uomo di valore".
I due poliziotti americani cercarono di scusarsi come meglio poterono:" Siamo mortificati, credevamo l'ispettore Ziranata fosse un ladro; ispettore, lei però non può negare che stava oltrepassando il limite di velocità e zigzagava tra le macchine!".
 
Zaza divenne rosso dall'ira e dalla vergogna: quei due lì lo stavano praticamente umiliando davanti ai suoi nuovi colleghi:" Per l'ultima volta, il mio nome è ZE-NI-GA-TA! E poi mi ero accorto di essere terribilmente in ritardo... E voi avete peggiorato le cose con l'inseguimento!".
 

Il francese, il russo e il ragazzo si scambiarono occhiate che esprimevano compassione e pena per quel povero sfigato ispettore giapponese. 


Dopo aver fatto allontanare Larry e Mac, assicurando che la faccenda sarebbe stata risolta solo con un piccolo richiamo dei due, Zenigata chiamò la centrale, chiedendo un'altra volante che li andasse a prendere dopo un "malaugurato e violento tamponamento a catena" che aveva distrutto la precedente.
 
Nel frattempo si rivolse ai tre poliziotti:" Bene signori, vi stavo dando il benvenuto in America. Sono lieto che abbiate accettato la mia proposta di collaborazione per catturare il famigerato ladro Lupin terzo. Io sono l'ispettore Koichi Zenigata dell’Interpol".
 
Il russo si schiarì la voce:" Io sono Boris Iavinòvich, capo del reparto speciale anti terrorismo della polizia di Russia, sono onorato di lavorare con lei. Io avere catturato molte spie in mia carriera, questo ladro con me non avere vita facile".
 
Il francese fece un passo in avanti:" Il mio nome è Louis De Rochefort, capo dell'intera forza di polisia del Prinscipato di Monacò. Il ladro Lupin terzo è beaucoup famoso anche nel nostro paese pour le sue imprese spettacolari, ed io ho sempre sognato di poter lavorare ad un caso come il suo. Naturalmente e non per vantarmi, il nostro casinò è uno dei più sicuri al mondo data la presenza delle mie forze di sicuressa, che pattugliano anche tutta la città. Spero di iniziare una fruttuosa collaboration, mon ami".
 
Per ultimo si presentò il giovane:" Mi chiamo Giovanni Bienbella, capo dei servizi antimafia dell’ Italia Centro-Meridionale. Non conosco le imprese del ladro Lupin Terzo ma spero di essere d'aiuto nella sua cattura" tagliò corto.
Zenigata era rimasto colpito dal giovane sia per la sua età che per il suo valore militare elevato, come aveva precedentemente letto su di lui. Pensò tra se:" Caspita, sembra veramente un ragazzino in confronto agli altri due. È di poche parole ma è svelto con la pistola ed ha una buona mira! Perfetto! Mi sa che se ce ne sarà l'occasione darà del filo da torcere a Lupin e ai suoi amichetti!" 
 
Dopo che la vettura della polizia li ebbe scortati fino alla centrale, venne mostrato ad ognuno il proprio ufficio e il proprio appartamento nella caserma adiacente.
Successivamente i tre poliziotti ricevettero informazioni generali sulla banda di Lupin, nella quale Zenigata diede il meglio di sé nel descrivere il ladro gentiluomo come "una volpe astuta dalla mente alquanto acuta e una fortuna sfacciata, che si avvale spesso dell'aiuto di un samurai, un pistolero ed una donna avida e perfida per i suoi diabolici furti". Verso le nove di sera i tre nuovi collaboratori di Zazà poterono finalmente riposarsi.
 
-" Io ho bisogno di chiamare la mia bambina Lilie, le ho promesso che l'avrei sentita tutte le sere" esclamò contento De Rochefort sbaciucchiando una foto di una graziosa bimba dagli occhietti azzurri ed i capelli biondi.
-" Dopo che lei ha finito, chiamerò io mia moglie in Russia. Anch'io promesso di sentirla" annuì Iavinòvic. “… mi dispiace ma tu essere ultimo di fila, chiamerai dopo me la tua famiglia…” sorrise verso il ragazzo.
 
Bienbella non disse nulla, si limitò a camminare dritto per la sua camera e, salutando cordialmente gli altri, chiuse la porta dietro di se.
I due, che non capirono il silenzio riluttante del giovane e la sua "fuga" dalla conversazione, si guardarono per un'istante con un' espressione:" Abbiamo per caso detto qualcosa di male?". 
 

Il giovane poggiò il pesante zaino a terra ed osservò la sua camera.

Era abbastanza spoglia, vi era solo un letto singolo, una scrivania, un armadio, un orologio appeso al muro ed una finestra con le sbarre.
"Era meglio una cella" pensò sommesso.
 
Aprì la valigia sul letto, ne tirò fuori alcune camicie bianche, dei pantaloni, la biancheria e... due fotografie incorniciate.
 
Posizionò la prima a sinistra della scrivania: una giovane ragazza rideva abbracciata insieme a lui.
I lunghi capelli biondi sistemati in una lunga treccia, il suo vestito di seta blu... Si ricordava tutto di quando quella foto era stata scattata.
La accarezzò lentamente, sussurrando solo un nome "Lucia".
 
Prese in mano l'altra cornice e la mise a destra del tavolo.

Guardandola gli salì nel cuore un dolore acuto ed improvviso, come una pugnalata.

In quel riquadro di legno intagliato non c'era solo un pezzo di carta con figure in bianco e nero... Aveva visto quell'immagine miliardi di volte, eppure ancora non riusciva a dimenticarsi del suo terribile passato.

Un passato che gli aveva portato via metà della sua vita.

Nella sua testa si ricordava ancora della voce più dolce che gli ebbe mai cantato una ninna nanna, delle mani più esperte che lo ebbero mai curato da ogni minimo male o sofferenza, delle braccia più calde che lo ebbero mai cullato...
Del viso più sorridente, che gli ricordava una vaga impressione di cosa fosse una famiglia.
 

Nella foto erano immortalati solo due bambini.

Uno, dalle ginocchia sbucciate, piangeva a lacrimoni; l'altra, inginocchiata alla sua altezza, gli puliva il viso con il suo solito sorriso, indelebile ed innocente.
  
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