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Autore: Vany93    12/03/2013    1 recensioni
Questa è la prima storia che pubblico quindi siate sinceri e perdonate qualche eventuale errore di battitura che gradirei mi segnalaste per ovviare a tale abominio.
Spero che vada bene. Sono sia emozionata che ansiosa *-*.
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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E' Inutile Scappare, E' Inutile Rifuggiarsi Perché La Verità Prima O Poi Viene A Catturati E A Rinchiuderti Nella Sua Morsa Di Astruso Dolore...

Atto Nono
Verità...

Chiesi alla sarta di corte di stupirmi. Sapeva bene le mie misure ormai e per il ballo volevo qualcosa che mi facesse rilucere come una stella anzi no come la luna e non lo volevo vedere non prima del grande giorno, per riservarmi anche io la sorpresa, quando finalmemte lo avrei indossato.
Erano le 7 di mattina del giorno del ballo quando l’aiutante della sarta mi annunciò che il vetsito era pronto e che a parere della sua padrona era oltre ogni mia aspettativa.
Lo speravo vivamente anche per Daniel in fondo, molto in fondo ...
Ma prima di ritirare il pacco avevo un questione irrisolta da sbrigare…
Dovevo trovare Danile ovunque si fosse rintanato quell’oggi come nie giorni precedenti. Luogo che però io ignoravo e sapevo essere un gran problema con il poco tempo che avevo partire da zero...
Ma allo stesso tempo mi premeva mantenere allo scuro la mia cara damigella.
Quindi non le potevo chiedere aiuto per scovare il ragazzo. Lei non sapeva del bacio mancato e sospettava che, nelle lunghe ore mentre china leggevo un libro nella grande biblioteca reale, passavo le ore in compagnia del principe e ciò me lo confermò le occhiatine ammicanti che mi lanciava a fine giornata quando mi ritiravo nella mia stanza alle ore più disparate dopo aver, in vero, conversato fino a perdere la voce con mastro Carl… e non potevo permettere che lei scoprisse la verità non prima magari di aver chiarito con ‘’Il Fantasma’’ come l’avevo soprannominato io dato che come tale scompariva ed eludeva ogni mio disperato tentativo di acciuffarlo costringendomi in una placida resa scicciatissima dal suo modo di fare: Non ero Io che dovevo andargli dietro per chiarire in fin dei conti ma lui… ma a quanto pare qui i ruoli erano ‘’Invertiti’’ purtroppo per me...
Quella stessa sera ci sarebbe stato anche il ballo per giunta ed il tempo era contabile in una mano. Non molte ore mi separavano dall’imbrunire se cercavo qualcuno che non voleva essere trovato.
Ma come si dice la fortuna non sta ferma sull’asta del proprio destino e si da caso che quella mattina a colazione rigirò dalla mia parte.
Ero seduta come sempre accanto alla regina, una donna alta, robusta e  dal viso pafuttello sempre con un sorriso bonario che le increspava le carnose labbra. I suoi riccioli d’oro erano screziati di un bianco perla e i suoi occhi azzurri guardavano tutti estatsiati. Stavo fissando lo scranno vuoto del principe, come sempre da un po’ di giorni a questa parte, tattassandomi il labrò colta da un momentaneo attacco di panico quando fui attirata dalla persona seduta alla mia sinistra fino ad ora ignorata volutamnete dalla sottoscritta.
Era un uomo alto dal viso spigoloso  e dalla folta e ricciuta barba nera. Vestiva con una leggera casacca ricoperta da una sottile cotta di maglia. I pantaloni stretti e in pelle mettevano in mostra un fisico asciutto e atletico. I suoi occhi nocciola. legermente inclinati ai bordi tanto da dargli un aria triste ma anche dura, gaurdavano con serietà la platea lì radunata per il primo pasto della giornata. Stava parlando fitto fitto con il suo paggio alquanto nervoso e visibilmente impaurito  mentre il suo padrone diventava rosso dalla collera…
Ma chiaro mi arrivo uno slaccio della discussione senza che io davvero avevo intenzione di sentirla:
«Che diavolo ci fa tutti i pomeriggi Daniel all’armeria , non dovrebbe occuparsi di questino più importanti , per diana!!!»
Ovviamente quelle questioni ero io.Sbuffau irritata a quelle parole: Odiavo essere trattata come ‘’Un Oggetto’’ in bella mostra. Ma almeno ora sapevo dove si rintanava ogni santo giorno quel benedetto ragazzo a deprimersi mentre io in panciolle leggevo i libri comodamente Alla Biblioteca Reale in compagnia Di Carl...
A fine colazione, dove non taccai nemmeno un croassant, sgusciai via prima di tutti non salutando nessuno di coloro che cercava di attarcar discosro, non avevo tempo per loro in quel momento e mi annoiava a sentirli detta con tutta sincerità. Intercettai appena in tempo l’uomo che notando il mio accorere si arrestò fissandomi incuriosito.
«Lady Lucinda»si inchinò
Cominciamo bene!!!...pensai infastidita da tutti quei ‘’Convenevoli’’ di galà…
«Signore noi non ci conosciamo»iniziai con finta convinzione
«Tutti vi conoscono»mascherò un sorriso bonario
Se vabbé una conversazione normale e civile mai?!
«Voi forse siete Il Mastro D’Armi?»
Avevo tenatao ad indovinare ma tutto mi faceva presumere che lo fosse. Chi altro avrebbe potuto innervosirsi che la propia armerai fosse costantemente occupata da un ragazzo che cercava rifuggio in un luogo che lui credeva , a torto , invalicabile da ogni fanciulla?!.
Infatti:
L’uomò annui serio«ai vostri ordini…» si richinò
Dio che lecchino!!!
«Mi cheidevo»iniziai cinguettando e stando al gioco«ho visiatato ogni pertuggio del castello»piccola menzogna a fin di bene e per una causa superiore« ma nessuno mi ha mai degnato dell’onore di vedere la possente Armeria» elogia lasciva «dove i nostri valorosi cavalieri si allenano ogni santo giorno»marcai volutmamente l’ultima frase.
L’uomò impallidì visibilmente.
«Purtroppo oggi non è possibile è occupata… »disse frettolosamente iniziando a camminare.
Era chiaro che mi voleva seminare e al più presto anche!!!.
«Magari domani…»
Mio padre mi diceva sempre: ‘’La conferma ad una voce è la migliore delle armi Luce ricordatelo sempre per il futuro non si sa mai...’’
«Contateci My Lady»frenò bruscamente, come a ricordarsi di una cosa importante da fare, si chinò a baciarmi il dorso della mano e svanì fra la folla.
Sorrisi soddisfatta: dopotutto avevo ciò che mi serviva e declassare l’invito di domani All’Armeria non sarebbe stato un problema: Bastava una scusa mondana e il tutto finiva lì fra sorrisi vari di cortesia dovuti al caso...
Occupare Arianne fu più facile del dovuto.
Appena mi vide mi abbracciò sorridendomi.
Mi ero fermata in uno dei giardini reali, quello dedicato alle rose.
Lì il porticato con le alte colonne con il capitello leonino ,le panche erano ricoperte di rose arrampicanti.L’erba fertile, che circondavano un palcido laghetto dove nuotavano placide papera, era ricporeta dalle rose che andavano dal rosso al nero.
Ero seduta lì pensando al da farsi quando mi si gettò l’occasione che mai avrei potuto organizzare.
«Oh mia cara Luce ho visto il tuo vestito!!!»mi rivelò mentre saltava dalla gioia attonro alla panchina dove ero seduta cantilenando:« resterai di stucco!!!»
Ti pareva che non l’avesse già fatto pensai sorridente la mia piccola e adorabile amica impicciona…
«Ci scometto»sorrisi a stento. Che avrebbe stupito me poco importava io volevo stupire qualcun altro in vero…
Vedendomi tesa mi chiese preoccupata: «Tutto ok Luce Cara?»
Poi osservando il posto in cui ci trovavamo colta da una strana illuminazione che la portò nel panico si porto le mani alla bocca e arrossi energicamente«Oh cielo!!!»squittì
«Cosa?!»cheisi evidentemente sbalodita dal suo comportamento guradandomi in giro con fare confuso. Ma non vedevo nessuno di ‘’Sospetto’’ almeno così a me sembrava…
«Lui sta venendo!!!»trillò energicamente come se la cosa ‘’Fosse Palese’’ visto il luogo e la circostanza…
«Lui chi?!»sbottai impazientita dal suo modo di fare, anche perché vista la mia situazione del momento e i mie pensieri e piani che mi frullavano energicamente asfissianti e indecisi nella mia testolina di pazienza al momento ne avevo poca o niente e non volevo prendermela con lei ma era come se quasi me lo chiedesse in ginocchio supplicandomi con il suo comportamento però!!!. La fissai ancora non capendo sempre più confusa
«Il principe!!! »Mi disse arrabbiata, incrociando arcigna le braccia sotto il piccolo seno, come se quella dovesse essere per me come per lei, che però non sapeva, una palese ovvietà…
Colsi al volo l’occasione che il destino mi proponeva a fagiolo, visto gli eventi, memore dei suoi pensieri
«Oh si»cercai di essere più seria possibile. Mi alzai e le sussurai all’orecchio:«Ha deciso di decantarmi una poesia nel giardino dei roseti per inebriarmi del proumo dolce e pasionale delle rose pensando che farebbe da perfetto sfondo alle sue dolci e armoniose parole per me ancora sconosciute!!!»ammicai complice« non so come reagirebbe vendeodoti qui ma non ho il cuore di mandarti se non vuoi!!!...» feci innocente
Lei fu colta dal panico come mi aspettavo…
«Allora vado, tranquilla» fece agitando le mani con fare confuso davanti a se «non voglio, non mi andrebbe mica mai di disturbarvi in certi momenti io…» impallidì, al solo imbarazzante e cattivo pensiero di quella improbabile, per la sua testolina affanosa, situazione. «Vado!!!» Concluse imbarazzata al massimo stringendomi subito dopo in un abbraccio stritolacostole e con un ultimo sguardo mi augurò buona fortuna tirando i pollici in su e poi corse via saltellando...
Scacco matto!!!. Pensai fiera di me ritornando Alle Mie ‘’Riflessioni’’…
E Fuori Uno!!!...
Aspettai, comunque, 10 minuti buoni non si sapeva mai nella vita che magari Arry curiosa tornava no per accertarsene ma per vedere la scena e non vedendola sapevo sarebbe scoppiato il finimondo di quelli epici però come pochi se ne vedevano in giro....
Accertatami poi che non avesse nessun ripensamento o strana idea corsi All’Armeria. Sapevo già dove si trovava grazie a una mappa del castello che mastro Carl mi aveva geltilmente mostrato una volta mentre mi spiegava la struttura elaborata, i tutti i nome dei corridoi che mi appuntai allora, e la storia nel mentre del castello fin dai suoi albori...
Santo Uomo davvero!!!pensai con un sorriso che mi uscii spontaneo dalle labbra al suo pensiero...
Superato il corridoio delle rose e quello dei testa di leone mi innoltrai nel corridoi degli arcier,i svoltai a detsra e trovai La Sala Dell’Armeria la cui entrata era segnata da un grande portone d’ottone  adue battenti con la facciata delle porte incisa a scene di guerra a tema con la sala che gelosamente custodiva...
All’interno si sentivano alcuni fragori di spade...
Ma non potevo mica entare così spalacando le porte ed inchiodando i miei occhi in quelli di lui. Sarebbe scappato come sempre di sicuro, ci scommetto la testa!!!.
Che fare allora?!
Mi corruciai aggrottando vistosamente la, prima, liscia fronte
Chi sa da quand’è che non magia un pasto come si deve!!!Pensai con la mia solita apprensione materna per le persone a cui volevo bene e sottolineo bene e punto!!!...
Se è occupatariflettei poi li non ci deve essere nesusno solo il principe e il fantocio dell’esrecitazione no?!... Almeno così speravo in cuor mio per non rendere qualcosa che non doveva essere eclatante tale.
Così mi inoltrai in una porticina ,sempre in bronzo, posta a una decina di passi dall’entra principale.
Un’idea folle mi aveva appena folgorata!!!...
Entrai nella piccola porta chinandomi appena, sembrava fatta per i nani a quanto era piccina e no che io fossi chi sa quale gigante eh!!!, con un lieve frusciare del mio abito verde mare con i bordri ricamati in pizzo bianco.Richiusi piano la porta alle mie spalle e misi a fuoc la stanza che mi si presentava a gli occhi. Era piccola e ingombra di armadietti in legno scuro, onice presumibilmente. 3 pache stavano alternata ai garnd armadi anche esse in legno vico però lo stesso degli armadietti capii.
Di getto apri l’armadio centrale e trovai una muta da scherma. Sorriso: Bingo!!!.
Slacciarmi il vestito fu il difficile però: Una Vera Impresa!!!. Da sola mi veniva scomodo districare anche i nodi più irrangiumgibili del corsetto ma con un po’ di pazienza me ne male ci riuscci. Indossai la muta, una visiara nera bucherellata per respira con cappuccio nero e un vestito intero con la cerniera che mi procurò non pochi porblemi a tirare la lampo dietro lo ammetto... Completai il tutto con degli stivaletti neri stracomodissimi che provai saltellando per un po’ su un piede all’altro.
Fortuna vole che era quasi della mia stessa misura così che quella taglia appena  in più potè coprire le miei vistose rotondità.
Notai poi un’atra porta , queta volta in legno semi nascosta dall’ombra del terzo armadio. L’aprii ora sicura nella tuta che non mi avrebbe riconosciuta e feci i mei primi passi nella grande palestra.
L’Ameria era una sala rettangolare dalle pareti bianche con affreschi di scene di battaglia.
Il pavimento in legno preggiato scricchiolava sotto i mei passi a causa degli innumervoli capestii, salti e  capriole del tempo che l’avevano consumato di sicuro irrimediabilmente consumato. Accostate alle pareti grandi mensole contenvano le armi più disparate: dalla spada al fioretto, dall’arco alla faretra, dalla palla stellata all’ascia che penzolavano alcune nella loro immobile glacialità.
Qua e là erano sparsi diversi fantocci di pezza imbottiti di spugna che sevivano, per l’appunto in quanto innoqui rispetto a un vero duellante, ai principanti come allanamento prima di fronteggiarsi davvero con uno spidante.
Trovai Daniel con il viso imperlato da goccioline di dimanti seduto al centro della stanza con le gambe incrociate. Il fioretto buttao a terra a poca distanza dal suo ginoccho destro. Il suo petto si alza  e si abbasava freneticamnet : chiaro sgeno che era stato veramente lui l’artefice dei rumori che pocanzi avevo sentito. Il suo viso smagrito e i suoi occhi su cui navigava una strana oscurìtà erano l’unico segno, visibile alemo chi sa dnetro che covava…, del turbamento che io stessa alla foresta gli avevo causato...
Mi irrigidii d’un colpo a quella vista glaciale
 E adesso che cosa faccio?! Pensai colta dal panico appena saprà chi sono scapperà e sarà stato vano risucire a infilarsi in quella muta...
Mi corruciai appena, tanto mica mi poteva vedere con la visiera addosso, al pensiero dei miei vani sforzi nell’avvicinarmi a lui.
Io avevo ragione e Carl torto e ora Daniel lo avrebbe provato una volta e per tutte!!! pensai un po’ raggiante di poter sbattere la verita, che io ero certa di sapere, al mastro bibliotecario.
Almeno qualcosa di positivo in questa storia c’è anche se per sempre non potrà mai evitarmi, nemmeno a volerlo ed io ad assecondarlo in ciò, dato che al ballo saremo per forza insieme…
Notai la visiera sul suo grembo.
Non si aspetterà nessun disturbatore…pensai sudando freddo arrestandomi a pochi passi da lui…
Invece sorprendendomi mi sorrsie bonari così esordendo lasciandomi basita: «Finalmente sei arrivato Serg!!!»mi reguardì «mi stavo annoiando…» si alzò con uno scatto energetico.«Sai che ultimamete mi è indispensabile impegnare la mente e il corpo fino ad annularmi…» si rabbuì « è un periodaccio…»
Deglutii vistosamente ma non risposi: non potevo tradirmi con la mia voce. E non sapevo purtroppo imitare i ragazzi ecco!!!
Osservai Daniel prendere il suo fioretto, al mio silenzio, indossare la visiera e abbasarla con un movimento secco del polso.
«Che fai non prendi il fioretto?!» Mi chiese inarcando dubbioso un sopracciglio
La sua voce impaziente mi fece saltare in aria riscuotendomi dai miei pensieri e riportandomi prepotentemente alla realtà con la forza di un macetere. Obedii all’istante.
Non poetvo permetergli di disarmarmi però e  di alzare la visiera almeno non prima di averlo deciso di mia spontanea volontà
.Osservai la sua figura in posizione d’attacco e sussurai un: «Perdonami...» a fior di labbra per quello che tra pochi secondi sarei costretta a fare…
Mentre lui gridava «Engarde!!!» io, sempre silenziosamente, per paura di rivelarmi prima del dovuto, e con movimenti meccanici affondai il mio colpo che lui scanzò agilmente con un balzo a destra.
«Così ti voglio energico!!!» Fece soddisfatto del fatto che mi ero ‘’Svegliata’’ per così dire dal mio ‘’Torpore’’…
Ma lui non sapeva minimamente, nemmeno nei suoi migliori sogni avrebbe immaginato o pensato una cosa del genere di me, che ero io però…
Cercò allora di infierirmi una bruciante e orizzontale ferita al petto ma io con sua sorprsa piegai le gambe prevedendo la sua mossa e colpi ai piedi. Lui vacillò e rovinò a terra. La visiera gli saltò a qualche passo di distanza e il fioretto si perse nella staza.
I suo occhi tradivano una paura pura e uno stupore inverosimile.
Non era stato dopotutto cos’ difficile disarmarlo…
Si che io ero brava ma lui era davvero pateticamente inesperto peggio di un principiante però!!!...
«Serg?!...» fiatò pallido in viso
Gli puntai l’arma alla gola, anche io ero agitata e avvertivo chiramente, come lui del resto come avrebbe non potuto era troppa!!!, la tensione palpabile che scorreva come onde impetuose fra di noi...
Non avrei mai voluto far uso di certe doti non con lui per lo meno che non mi aveva fatto veramente niente se no desiderarmi allora alla foresta come normale penso che sia per un promesso sposo nei confronti della sua promessa sposa…
Fu allora che decisi che era il momento di rivelarsi all’ignaro e impaurito ragazzo. Con la mano libera sfilai la visiera dal mio viso con un movimento fluido. I miei lunghi capelli ricaddero come una scura cascata sulle miei spalle ricoprendo per intero, le spalle fin sotto il sedere, la tutta bianca da scherma. Fortuna che il casco era campiente così campeinte da poter ospitare  senza alcun problema la mia folta e lunga capigliatura.
La sua bocca si dischiuse in una garnde ’’O’’ di meraviglia mista ad orrore e stupore puro per l’inaspettata, e in fondo non voluta, non richiesta, visone…
«Io non sono Serg» dissi freddamente fissandolo dritto negli occhi«io sono Luce…»
«Ma come…»balbettò straluntato non riuscendo a finire la ovvia frase…
«E’ una lunga storia… »feci vaga guardando altrove, sul viso un espressione indecifrabile
In realtà no è che non lo volevo mettere a parte di cìò. Mio padre, in vero, mi aveva vietato di toccare qualsiasi arma del catsello perché sosteneva che erano pericolso, anche quelle di legno per le schegge, e  mia madre che avrve adato man forte, in una delle poche e rare volte d’accordo con mio padre su una decisione che riguardava me, la mia educazione, mi aveva ripetuto con la sua voce da gallina rinsecchita che non era da signora utilizzare quei bellici coltelli come soleva dire.Ma Trevor, il mio caro e adorato Trevor, che alla mia incolumità pensava notte e giorno e importava eccome era del parere opposto.
Fu proprio lui la mia ‘’Salvezza’’ in fin dei conti non solo per quello ma per tutto…
«Se tuo padre non vuole insegnarti a difenderti non sarò io lo stolto che non ti imparerà a uccider un tuo aggressore!!!» mi aveva detto una giornata. Cosi, prima con sapde di legno, e  quante cadute, botte e lividi ricevetti!!!, poi con vere spade mi insgenò la nobile arte della scherma e ad autodifendermi così che il suo cuore si alleggerisse, in caso di sua assenza momentanea, di una preoccupazione in meno…
Era per questo che alla radura stavo cercando di liberarmi. Anche se in netta superiorita numerica sarei stata di certo capace di abbaterli almeno cinque liberando me e la mia amica che così avremo facilmente potuto scappare da quei orridi ragazzi.
«Pronta ad ogni evenienza»diceva Trevor «La vita ci pone davanti a strade piene di mistero e saper utilizzare una lama a volte fa la differenza fra la vita e la morte, Luce, ricordatelo sempre Dolce Amore Mio...»
Pensare a lui mi rendeva debole infatti il fioretto vacilò debolmente di lato ma con prontezza lo riposi al suo posto nella gola del mio avversario…
«Pensavo che qui non mi avresti mai rggiunto… »bofocchiò poi spostando lo sguardo altrove rosso in viso per l’imbarazzo…
Il detto mai dire mai non lo conosceva sto ragazzo?!...pensia incredula…
«Bhe non mi consoci poi così bene come spesso credi Daniel…»
Scaglia, a quelle mie parole, l’arma lontano lateramente e cosi feci anche con la visera. Allungai una mano a Daniel che la prese con un mezzo sorriso
«Mi sorprendi smepre di più…» continuò a sorridermi impacciato mentre si alzava accetando la mia mano sempre con più buon grado
«E’ un’altra delle mei tante doti innate »mi strinsi nelle spalle« ora…» lo condussi alla panchina più vicina sempre tenendolo per mano per paura che illuminandomi con quei sorrisi volesse solo distrarme per scappare «dobbiamo urgentemente parlare!!!» feci seria e irremovibile sedendomi nella panchina subito ricambiata da lui
Il ragazzo arrossì
Sospirai però non per quello demorsi dalla mia ramanzina
«L’ultima volta che hai magiato?!» lo perforai con lo sguardo
«Qualche giorno fa…»mormorò incerto messo alle strette da me…
«Sento il pizzicore delle bugie sulla mia pelle» lo minacciai sospirando poi affranta «Daniel…» lo fissai addolorata…
«Ho capito»mi bloccò alzando una mano prima che potessi continuare come avrei dovuto«Non Mi Ami…» chinò il viso ora pallidissimo!!!...
Sentire la verità dalla bocca dell’unica persona che non volevo che lo sapesse mi fece un po’ senso lo ammetto…
«Io…» feci non sapendo bene come controbattere a quella verità…
«Ami qualcuno»disse con rasegnazione un sorriso forzato«il tuo cuore è già stato preso prima del mio avvento purtroppo e niente potrò mai fare per cambiare le cose…»
Sospirò pesantemente
Abbandanai le mani sul grembo e mi fissai gli stivaletti neri in un grave silenzio . Mi sentii  di colpo andare in fiamme.
Potevo dirgli che none ra vero?
No.
«La verità spunta sempre a galla» la voce dei mastro Cral mi risuonò acida nelle orecchie come a ricordarmi un ovvietà che io avevo tralasciato...
Ma non potevo nemmeno dirgli il nome del suo valente avversario perché si dava il caso che nemmeno io lo consoecssi ancora... Non era Trevor non più ormai e di questo ne ero certa. Era una x da trovare anzi una y da trovare urgentemente!!!. Ma sapevo con certezza che lui non era quell’incognita…
«Non posso e non voglio più mentirti» cedetti fra i sospiri in fine « si è vero ma …» cercai la sua mano ma luila scostò. «non possiamo dimenticare che noi siamo promessi, Dan, e non possiamo di certo andare contro le aspettative dei nostri genitori che hanno programmato tutto fin dalla nostra nascita deludendoli per qunanto questo programmare e sceglire al posto nostro quando ancora eravamo in fasce e ignari di decidere sia stato ingiusto…» sospirai «Capisci?!...» cercai un barlume di consenso, di comprensione nei suoi occhi perennemente tristi…
«Eppure…» cercò di ridire ma sapevo che come me a quell’ovvietà non avrebbe trovato nient’altro con cui controbattere: Era così e basta…
«Ti consoecrò meglio»gli promisi con il migliore sorriso che avevo, che riuscivo a dare in quel momento… «imparerò ad amarti…» fiatai in fine disperata a viso chino…
«Non sarà mai lo stesso!!!...» scattò in piedi stringendo i pugni convulsamente, fino a far sbiancare le nocche. Mi dava le saplle.
Stava piangendo?
«Io ti amo Luce… »pausa «tu…»
«Ti voglio bene» Aggiunsi subito per terminare la sua frase lasciata forse volutamente in asso alzandomi e avvicinandomi con accortezza a lui.Gli sfiorai una spalla poi vedendo che non arretrava strinsi la presa « E’ tutto quello che per il momneto ho da offrirti…» feci seria
A quel punto si voltò, gli occhi lucidi. Era straziante vederlo così. Una fitta al cuore mi fece perdere un colpo di vita…
«Fammi l’onore di essere il mio cavaliere stasera» lo scongiurai« fallo anche per il bene del reame Daniel, un giorno noi regnermo…» lasciai morire la  frase carica di dolore e di costrinzione
Lui annui impercettibilmente.
Ci salutammo, subito dopo, con un frettoloso e rigido abbraccio e con la tacita promessa di rivederci sta sera al ballo...
Non riuscivo a guardare un nanosecondo di più quei due pozzi di infinito dolore.
Dopotutto avevo dato realtà alle supposizione che Daniel si era fatto durante questi tre giorni di isolamento...
Ero una delusione. Lui credeva di poter conquistare il mio amore con una frase ben articolata, romantica sopra ogni misura, un sorriso e un’occhita carica d’apprensione. Ma non era così, non è così che in vero vanno le cose in un rapporto ma solo nei libri, nei romanzi epici e frofondi di cui sognamo, si era dovuto ricredere e dopo la nostra ‘’galoppata’’era arrivato alla conclusione più evidnete. Io non lo amavo e conseguentemete ero venuta a corte perché costretta.Niente di più niente di meno.E alla fine anche lui l’aveva saputo…
La verità in un modo o nell’altro esce sempre a galla mi aveva detto più  volte Matsro Carl e io ne avevo la prova vivente  d’avanti ai miei stralunati e increduli occhi puntati su una scena che mai, fino a poco tempo fa, avrebbero creduto fattibile ma che ora reale più che mai. Il suo viso stravolto dalla delusione era mascherato da un velo d’imbarazzo mentre ci fissvamo ancora per qualche secondo prima di andare.
E il tutto non poteva non crescere dato che quella stessa sera ci sarebbe stato il ballo in onore del nostro fidanzamento che solo a dirlo sembrava una bestemmia vista la nostra reale situazione sentimentale ora come ora e forse anche per sempre: Saremo costretti a reggere una maschera di puro amore apparente per la nostra misera, a sto punto, eternità  che tristezza... Solo al pensarlo mi veniva di gridare dalla frustrazione. Ben presto quella gabbia dorata si sarebbe chiusa per sempre addosso a me schiacciandomi il cuore sotto al suo oneroso peso ed io sarei andata avanti per inerzia con un sorriso di plastica per il mondo e il mio dolore che dentro avrebbe ballato la samba torturando il mio cuore e la mia povera anima...
Certo non era questo che mi ero prospettata per il mio futuro. Un tempo avevo pensato a me e a Trevor al nostro amore proibito. Ora vedevo solo catene costellate di freddi diamati e un letto di rubini. Solo fredda opulenza.
Sarei diventata un vegetale che a stento riusciva a tirare avanti nonostante attorno a se veedsse sguardi amici che ai suoi occhi erano occhiate carcieriere. Degluddi a forza.
Daniel non mi avrebbe mai guardata con occhi pieni di affetto incondizionato senza al mio volgere distogliere con somma tristezza la sua carezza sulle mie eteree forme. Non sarebbe mai più riuscito, lo sapevo bene perché in quell’estate avevo imparato a conoscere il suo timido e a volte chiuso carattere, a manifetsre il suo amore non più dopo il nostro discorso di poco fa, seria fin troppo seria ma vero e giusto...
Sotto quell’abraccio avvertivo i suoi muscoli  rigidi come ferro. Ero io che lo stringevo cercando di far circolare un po’ del mio calore sul suo feddo sudario di desolazione. Con poco risultato purtroppo…
Sospirai pesantemente voltando il viso verso destra fino ad appoggiare la mia guangia arrossata sulla sua tremante spalla
Potevo tranquilamete scrivere un manuale su come spezzare il cuore al tuo futuro sposo. Ne avveo tutti i mezzi.
Quando mi distanzia gli sorrisi con affetto ma lui riusci solo a male pena a ricambiare.
Detto ciò ci separammo evitando scrupolosamente altri stupidi convenevoli: ci sarebbe stata la sera per quello, davanti a tutta quella folla ciarlante, per dannarci l’anima, ognuno con le sue ragioni ognuno con i suoi sensi di colpa... Io avevo altri impegni e  lui beh lui doveva fare quello che andava fatto.
Tanto quella stessa sera saremo stati insieme due fredde pedine alla merce degli invitati e  del re in persona che ci credevano pazzi d’amore a torto… O meglio Daniel si ma io no, non ricambiavo e mi sa davvero mai lo avrei fatto...
E no se mi chiedevano di bacarlo a gran voce sarei scappata senza tante cerimonie piantando con faccia tosta tutti in asso.
Possono obbligarmi a sposarepensai ma no Ad Amare…
Per me Daniel era come un fartello ne più ne meno e dal mio discorso speravao di averglielo fatto almeno un po’ capire il mio modo di volergli davvero bene...
Si era vero i morti e i feriti nel campo del suo cuore si contavano a migliaia dopo il mio austero e  chiaro discorso  ma perché mentire di fronte alla verità che gli avrei dovuto rivelare, allora, alla radura senza tanti preamboli e tentennamenti di cuore, da parte mia dato che non l’avevo voluto ferire rivelando il tutto allora?
Io Volevo Baciare Il Vero Amore No Mio Fratello...
 Angolo Autrice
E rieccomi qui con Il Nono E Più Lungo Atto!!!
*Applauso*
XDDD
Ammetete che al mio non subito aggiornamente avete pensato che se ne è dimenticata di nuovo : Ma no non potrei mai solo che ho un po' di cosette da fare ultimamente... ùù.
Ma bando alle ciance ed andiamo ad analizzare il capitolo qui proposto Siii!!! *-*...
In Questo Capitolo:
Vi avevo anticipato Nello Scorso Angolo che si mi ero divertita a scriverlo ma la parte iniziale quella in cui Luce ecrca di capire disperatamente dove fosse Daniel fino ad arrivare a quando cerca di indossare la muta di scherma poi, com'è giusto che sia, le cose diventano tese, l'avrete sicuramente notato...
Per quanto io destesti Il Daniel Del Libro non posso non provare un po' di pena per questo mio Daniel scusate ma solo chi ha mai detto ha uan persona che provava qualcosa di siencere nei suoi confronti no non Ti Amo stiamo amici Ti Voglio Bene può capire appieno Luce in questo momento senza farla passare per la carnefice e Daniel la vittima immancabile di questa situazione
Ognuno di loro hanno le loro colpe e delle loro ragioni...
Tenete sempre a mente il detto che L'Amore E'' Cieco perché in questo nostro caso lo sarà davvero e non porterà di certo ben poche rogne...
Nel Prossimo Capitolo:
Precede Quello Del Ballo... E' Ho Detto Tutto!!!
XDDD
Saliti/Ringraziamenti:
Ringrazio come sempre le adorabili persone che si fanno immancabilmente sentire ad ogni atto, ringrazio chi legge e invito a dire la sua nel bene e nel male, ringrazio chi aggiungerà la mia storia fra i suoi preferiti, seguiti e ricordati: Grazie Di Tutto Cuore Siete Davvero Degli Angeli!!! ^_^
Un Bacione
A Presto
Vany!!!ì
^_^.
 
  
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