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Autore: RedHair    12/03/2013    5 recensioni
ecco a voi la vita di Naruto, Sakura e company alle prese con la dura vita universitaria, tra vecchi e nuovi amici, ex amori che ritornano dal passato e nuove conoscenze che scombussolano i cuori, mentre l'adolescenza tramonta per lasciare il posto ad una maturità e consapevolezza più adulta
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Karin, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Naruto/Sakura, Sasuke/Sakura, Shikamaru/Ino
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Ciao! Sono tornata, in ritardo come sempre, ma con un capitolo un po' più lungo del solito.
Sfortunatamente si tratta anche di un capitolo un po' strambo.
Cioè, non ha senso.
Non odiatemi se niente andrà come ve lo aspettavate, però io mi sono divertita un mondo a scriverlo XD
Buona lettura
RedHair











Karin si tormentò un ciuffo di capelli nervosamente, poi, dopo aver estirpato tutte le doppie punte, cominciò a battere un piede per terra, fissando l’orologio sulla parete del salotto a braccia incrociate.
“È in ritardo.” Sbottò rompendo il silenzio.
“Sì…” Confermò distrattamente Sakura, seduta accanto a lei sul divano, senza distogliere gli occhi dalla sua rivista.
“E se si è persa?”
“Non si è persa.” Rispose voltando la pagina del giornale.
“Come fai ad esserne così sicura?”
“Perché le ho dato una cartina di Akatsuki, le ho spiegato quali autobus e linee della metro prendere per tornare a casa e le ho dato il libretto con tutti gli orari.
E poi perché se si fosse persa mi avrebbe telefonato.”
“Oddio!” Karin si portò una mano alla bocca soffocando un gemito. “E se si fosse sentita male? Se fosse svenuta in mezzo alla strada? Può capitare alle donne incinta!”
“Nah, non credo…uuuh, senti qua! Johnny Depp è di nuovo single!”
“Cazzo Sakura! Lascia perdere quella merda! Non capisco come fai ad essere così tranquilla.”
La rosa sospirò e distolse finalmente l’attenzione dalla sua rivista, posandola sul tavolino.
“Karin, io conosco Ino. Lasciala libera in una città completamente nuova e piena di negozi, e stai pur certa che non farà ritorno a casa molto presto.”
La rossa parve calmarsi e accese la tv stravaccandosi meglio sul divano.
 
Finalmente, dopo un altro quarto d’ora, Ino fece il suo ingresso trionfale in appartamento, trascinandosi dietro più borse di quanto un paio di comuni mani umane potessero trasportare.
“Scusatemi ragazze per avervi fatto aspettare! Solo che passando per strada ho visto questo splendido negozio di scarpe con degli splendidi stivali in vetrina e non ho saputo resistere!”
Sakura lanciò a Karin un’occhiata alla “che-ti-dicevo?” prima di alzarsi dal divano.
“Bene, allora direi che possiamo andare.”
“Aspetta, Naruto non viene con noi? Non deve prendersi anche lui un costume?” Chiese Karin.
Sakura scosse la testa. “No, ha detto che oggi ha lezione fino a tardi. Ci penserò io al suo costume.”
La rossa però non pareva molto convinta.
“Strano, non mi sembrava ci fossero corsi al giovedì nel tardo pomeriggio.”
La rosa diede una scrollata di spalle.
In effetti, neppure lei aveva creduto molto alle parole di Naruto, quando le aveva parlato quella mattina.
Non ci voleva un genio per capire quando il ragazzo mentiva, ma lei aveva comunque fatto finta di nulla.
Sapeva benissimo quanto Naruto odiasse fare shopping e, ad essere sinceri, neppure a lei piaceva molto fare compere accompagnata da qualcuno che, oltre a lamentarsi di continuo, le metteva pure ansia per tornare a casa.
Sì, sarebbe stato decisamente meglio andare solo con le ragazze.
Si sarebbe occupata lei di acquistare il costume per il suo compagno, sperando di azzeccarci con la taglia e, in caso contrario, Naruto avrebbe avuto due giorni di tempo per ingrassare o dimagrire a seconda delle esigenze.
 
Prese le loro borse, le ragazze si affrettarono a raggiungere la fermata dell’autobus che le avrebbe portate allo spaccio di costumi e maschere.
 
 
 
 
Il negozio si trovava nella zona industriale di Akatsuki, a 20 minuti circa dal centro.
Sakura sperò di riuscire a schiacciare un pisolino durante il tragitto, dato che aveva un fastidioso mal di testa da quando si era alzata quella mattina, ma purtroppo non aveva tenuto conto delle persone con le quali viaggiava,  ovvero Karin e Ino.
Entrambe la torturarono per avere informazioni sul costume che aveva intenzione di prendere per lei e Naruto; così alla fine cedette, tanto di lì a poco lo avrebbero visto, non aveva senso tenerlo segreto.
E almeno in quel modo forse sarebbe riuscita a farle tacere per un po’.
 
“Ci vestiremo da Sailor Moon e Milord!” Annunciò solenne.
Le altre due si guardarono per un momento in silenzio, con espressione perplessa; poi Ino scoppiò in una fragorosa risata.
“Santo cielo, fronte-spaziosa!  Non puoi parlare sul serio! È un travestimento ridicolo!”
“Ma che dici, maiala! È un’idea carina invece. Se riesco a trovare un costume fatto come si deve, ci sono buone probabilità che possa vincere.”
Ino scoppiò di nuovo a ridere, facendo diventare Sakura rossa dal nervoso.
“È inutile Sakura, tu non potresti mai vincere un concorso a cui partecipa anche la sottoscritta!”
La rosa incrociò le braccia al petto e fissò l’amica con aria ostile.
“Certo che posso! E per la cronaca, non saremo neppure avversarie alla festa. Ricordi? Io parteciperò alla gara a coppie, tu a quella individuale.”
“Oh, cazzo, è vero!” Si colpì la fronte con una mano. “Karin, ti prego, partecipiamo insieme alla gara come coppia!”
La rossa, che nel frattempo si era persa a guardare fuori dal finestrino, tornò giù dalle nuvole e disse “Sì” senza pensarci troppo su.
“Perfetto!” Ino si sfregò le mani con un bagliore di eccitazione negli occhi. “Ora saremo avversarie e io ti batterò!”
Sakura non poteva crederci.
“Ma…perché? Partecipando alla gara individuale avremo la possibilità di vincere entrambe! E poi me lo spieghi cosa ci andate a fare dopo alle terme tu e Karin?”
“Paura di perdere, fronte-spaziosa?”
“Assolutamente no.” Rispose decisa.
 
Finalmente arrivarono a destinazione, un’enorme struttura bassa e larga che assomigliava ad una fabbrica, piuttosto che ad un negozio.
All’interno sembrava ancora più grande: un gigantesco open-space con centinaia, anzi no, migliaia di costumi colorati, vestiti normali, parrucche, scarpe e accessori.
Un vero paradiso.
 
Sakura riuscì subito a trovare ciò che stava cercando, grazie all’aiuto della commessa, ma si divertì lo stesso a provare tutti i costumi più strambi che scovava insieme a Karin ed Ino.
 
Dopo circa due ore, quando fuori cominciava a fare buio, le tre amiche uscirono dal negozio felici e soddisfatte dei loro acquisti.
Ino aveva scelto un costume da poliziotta, mentre Karin uno da carcerata.
Chiamarli “vestiti” era un eufemismo bello e buono, pensò Sakura, visto che ciò che coprivano era giusto lo stretto indispensabile per non essere cacciate da un luogo pubblico.
 
 
“Visto Sakura? Questi sì che sono costumi da vincenti, altro che la tua palandrana!”
Commentò allegra Ino una volta salite sull’autobus
“Vorrei ricordarti, Ino-pig, che il concorso premia la maschera più bella, non chi assomiglia di più ad una prostituta di poco conto.”
Quello parve zittire la bionda almeno per un po’.
 
 
 
Arrivate a destinazione, Karin propose di fermarsi a bere qualcosa, prima di tornare in appartamento.
“Mi dispiace, io preferisco andare a casa. Sono un po’ stanca e mi sta tornando il mal di testa.” Spiegò Sakura. “Ma voi andate pure se ne avete voglia!”
Così le tre ragazze si salutarono prima di dividersi.
 
 
 
 
Tornata a casa, Sakura trovò Naruto seduto sul divano intento a leggere un libro.
“Sakura-chan, sei tornata! Ma dove sono le altre?”
“Si sono fermate ad un bar.” Spiegò massaggiandosi la fronte.
“C’è qualcosa che non va?” Le chiese il ragazzo appoggiando il libro sul comodino e fissandola preoccupato.
“Oh, no, non è nulla. Solo un po’ di mal di testa. Se entro due ore non mi passa prenderò un’aspirina.”
Naruto alzò un braccio, permettendo alla ragazza di accoccolarsi accanto a lui sul divano.
Appoggiò la testa vicino alla sua spalla e iniziò ad accarezzargli il petto con una mano, mentre lui giocherellava con i suoi capelli.
“Lo sai cosa mi farebbe felice ora?” Gli chiese chiudendo gli occhi e facendo un lungo respiro.
“Non ne ho idea, ma spero sia quello che farebbe felice anche me.”
Sakura gli tirò una piccola sberla sullo stomaco.
“No, non intendevo quello! Mi piacerebbe che tu provassi il costume che ti ho preso.”
Sentì il petto del giovane gonfiarsi sotto la sua testa, quando sbuffò contrariato.
“Non lo so Sakura-chan…io, ecco, non sono…”
Prima che potesse aggiungere altro, gli chiuse la bocca con un piccolo e delicato bacio.
Naturalmente Naruto si dimostrò molto ricettivo, rispondendo subito a quel gesto con più decisione.
Sakura sentì il suo corpo vibrare mentre le loro lingue si accarezzavano a vicenda con lentezza.
Si strinse più forte contro di lui, premendo i seni piccoli e sodi contro il suo braccio, facendolo gemere contro la sua bocca.
Avvertì la sua mano calda mentre cominciava ad accarezzarle con delicatezza una coscia, salendo con lentezza fino a fermarsi appena oltre l’orlo delle sue minigonne.
Gli facilitò quel compito mettendosi a cavalcioni attorno alla sua gamba, premendosi contro di lui più che poteva e appoggiandogli il ginocchio contro il cavallo dei pantaloni, constatando la sua eccitazione.
A quel punto il giovane staccò la bocca da quella della ragazza.
“Questo si chiama corruzione.” Le sussurrò a pochi millimetri dalle sue labbra.
“E sta funzionando?”
Naruto sospirò, togliendosi Sakura di dosso e alzandosi per andare a prendere la borsa con gli acquisti che la rosa aveva lasciato in entrata.
“È questa cosa nera e bianca?” Le chiese sollevando il costume, tenendolo come se fosse stato infetto da qualche batterio mortale.
Sakura annuì e Naruto iniziò a spogliarsi, sbuffando e imprecando di tanto in tanto.
 
“Allora come mi sta?” Domandò piazzandosi davanti alla ragazza con il broncio.
Gli occhi di Sakura brillarono.
“Stai benissimo! Girati un po’.”
Controvoglia, fece come aveva chiesto.
“Perfetto, perfetto, perfetto!” Sakura batté le mani tutta felice.
“C’è solo qualche piccolo particolare che andrebbe modificato…”
Naruto la guardò curioso.
“Tanto per cominciare, smettila di tenere il muso e fai un bel sorriso! Seconda cosa, per la sera della festa, cerca di venirci col tuo amichetto addormentato.” Indicò un punto esatto fra le sue gambe, da cui un’evidente erezione faceva mostra di sé attraverso i pantaloni di tela neri.
Il ragazzo arrossì imbarazzato. “Sei stata tu a svegliarlo!” Borbottò.
Si levò via il costume buttandolo con poca grazia sopra il tavolo della cucina, dopodiché torno a sedersi sul divano accanto a Sakura, indossando solo i boxer.
“Si può sapere che intenzioni hai?” Chiese al ragazzo quando quest’ultimo  la prese con forza mettendola a cavalcioni su di lui.
“ Secondo te? Voglio la mia ricompensa per essere stato bravo e aver provato il costume.” Disse cominciando a solleticarle lentamente i fianchi con i pollici.
Sakura sorrise maliziosa, gettandogli le braccia intorno al collo.
“Lo sai che Karin e Ino potrebbero rientrare da un momento all’altro, vero?”
Il biondo la tirò più vicino, fino a far toccare le loro fronti.
Istintivamente, Sakura strinse più forte le gambe del ragazzo fra le sue, avvicinandosi di più con il bacino, finché non sentì una piacevole sensazione di calore e brividi al basso ventre, quando avvertì la sua erezione a contatto contro il suo interno coscia.
Il respiro caldo di Naruto contro il suo collo le fece socchiudere gli occhi.
“Manda…” sospirò il ragazzo con voce roca. “…manda loro un messaggio. Di’ che stiano fuori dalle palle ancora per un’oretta.”
 
 
 
 
 
 
“Sakura, la tua cavolo di parrucca sta attirando un sacco di occhiatacce su di noi!” Si lamentò Ino.
Era sabato sera e le tre ragazze si trovavano all’interno della metro dirette alVogue.
Naruto non era con loro; aveva telefonato a Sakura un’ora prima per dirle che si sarebbe fermato da Kiba per un po’ e che le avrebbe raggiunte più tardi al locale.
Così Sakura gli aveva lasciato il costume ed un biglietto sopra il tavolo in cucina, sperando riuscisse a prepararsi come si deve da solo.
“Ragazze, siamo arrivate!” Annunciò Karin.
 
Scesero dalla metro e risalirono in superficie.
Il Vogue si trovava al lato opposto della strada, al pian terreno di un grande e vecchio palazzone. Le vetrate erano tutte oscurate, perciò non si vedeva nulla dell’interno.
Una lunga fila di giovani in attesa di entrare si diramava per una decina di metri lungo il marciapiede e, sbuffando, le tre amiche si misero anche loro in fondo alla coda.
 
Dopo mezz’ora passata al freddo, finalmente riuscirono ad entrare.
“Uau!” Esclamò Sakura levandosi il cappotto e guardandosi intorno.
Il locale era veramente grande e spazioso, arredato in stile minimal, con divanetti in pelle bianca e piccoli tavolini rotondi e neri sparsi qua e là.
Al centro vi era la pista da ballo con la postazione per il dj.
Come in ogni disco-pub, le luci erano soffuse e colorate.
 
“Guardate, penso che le iscrizioni al concorso si facciano lì!” Esclamò Ino, indicando un angolo dove una marea di ragazzi in costume si ammassavano attorno ad un piccolo bancone.
Le ragazze si unirono anche loro alla folla e, quando fu il turno di Sakura, chiese di potersi iscrivere alla gara a coppie.
“Va bene! Mi serve solo nome e cognome di te e il tuo compagno e le vostre firme su questo foglio.” Le spiegò gentilmente la ragazza al bancone.
“Hem, purtroppo il mio compagno deve ancora arrivare.”
“Mi dispiace molto, ma abbiamo bisogno di entrambe le firme dei partecipanti per poter fare l’iscrizione. Comunque non preoccuparti, c’è tempo fino a mezzanotte e mezzo.”
Sakura annuì abbozzando un sorriso e si mise in disparte, attendendo che Ino e Karin finissero di fare la loro iscrizione.
 
“Allora, si va a ballare?” Chiese Ino eccitata, fissando con entusiasmo la pista da ballo che cominciava a riempirsi di gente.
Le altre due annuirono, così si gettarono fra la calca e diedero via alle danze.
 
 
Dopo circa un’ora, durante la quale il culo di Sakura fu palpeggiato da sei persone diverse, Ino ballò con uno sconosciuto e un tizio bruttissimo vestito da superman ci provò con Karin; le tre amiche, completamente sudate, si diressero verso il bancone del bar.
 
Sakura guardò velocemente l’ora sul suo cellulare.
Le undici esatte. Dove diavolo era quell’idiota di Naruto? Avrebbe dovuto già essere lì.
 
“Toh, ma guarda un po’ chi si vede! Il mio bel zuccherino.”
Sakura si voltò, ritrovandosi di fronte l’ultima persona al mondo che voleva vedere: Deidara.
Ma cavoli, non era incazzato con lei? Che diavolo voleva ora?
“Ciao Deidara.” Lo salutò con freddezza.
“Che c’è? Non mi presenti le tue amiche?” Chiese malizioso.
Karin si sporse in avanti allungando la mano. “Piacere, io sono Karin.” Cinguettò.
Il giovane le prese la mano e le diede un lieve bacio sul dorso, tenendo gli occhi azzurro ghiaccio puntati su quelli di lei.
Il volto della ragazza divenne dello stesso colore dei suoi capelli.
“Piacere io sono Ino, sono incinta.” Esclamò la bionda tirandogli una pacca sulla spalla e sorridendo come se nulla fosse.
Il sorriso di Deidara si congelò all’istante sulla sua faccia.
“Beh…auguri…” Borbottò in imbarazzo.
 
“Allora, come mai non sei in costume?” Chiese Sakura, notando che il ragazzo era vestito come al solito.
“Non amo molto  mettermi in costume, preferisco guardare le ragazze che lo fanno.” Spiegò. “A proposito, i vostri sono bellissimi.”
“Grazie.” Karin lo guardò sbattendo le ciglia.
“E il tuo ragazzo dov’è finito?”
“Non lo so…e non so se sarà il mio ragazzo ancora per molto.” Sospirò e guardò di nuovo l’ora: le undici e un quarto.
Deidara sorrise “Buono a sapersi…” Poi si rivolse al barista. “Akira, facci quattro  gin-tonic!”
“Aspetta, un analcolico per favore!” Lo fermò Sakura lanciando un’occhiata a Ino.
“Oh, già…fermo Akira. Tre gin-tonic e un tropicale.” Ordinò strizzandogli l’occhio.
Quando i loro drink furono pronti, Deidara si allontanò per andare a salutare alcuni amici.
 
 
“Così quello sarebbe il famoso Deidara?” Chiese Ino sorseggiando il suo succo. “Cavoli, avevi detto che era carino, ma non immaginavo così tanto. Perché non te lo sei scopato?”
“Ino!”
 
“Ciao Sakura-san, Karin-san!” Le ragazze si voltarono e videro Hinata che veniva loro incontro con un bellissimo vestito da cappuccetto rosso.
“Anche voi qui alla festa?”
Le amiche la salutarono con gioia e Sakura le presentò Ino.
“Oh, e tu invece sei la famosa Hinata!”
“F-famosa?”
Un giorno o l’altro Sakura avrebbe tagliato a Ino quella sua lingua biforcuta e l’avrebbe lasciata morire dissanguata.
“Lascia perdere tutto quello che dice la mia amica, Hinata. Piuttosto, sai dov’è Kiba? Perché Naruto mi aveva detto che si sarebbe fermato un momento a casa sua prima di venire qui, ma ormai è tardissimo e lui deve ancora arrivare! Dobbiamo iscriverci alla gara a coppie…”
Hinata sbarrò gli occhi chiari confusa e cominciò a tormentarsi le mani.
“N-non lo so…io…Kiba mi ha praticamente detto la stessa cosa. Che si sarebbe fermato da Naruto-kun prima di venire qui, ma deve ancora arrivare. Adesso sono qui con mio cugino Neji, ma ho bisogno di Kiba per iscriverci alla gara!”
Sakura sentì la rabbia montarle nel petto e strinse forte i pugni lungo i fianchi.
Gatta ci covava, senza ombra di dubbio.
Afferrò Hinata per un braccio e la trascinò dietro di sé.
“Vieni, andiamo a cercarli! Ci vediamo dopo ragazze!”
 
 
Sakura e Hinata cercarono i due deficienti per tutto il locale: nella pista da ballo, nel privé, vicino al bar, in entrata…ma di loro, nessuna traccia.
“Che ore sono?” Chiese Hinata in preda alla disperazione.
“Meno un quarto a mezzanotte.” Sibilò frustrata.
Rimase un attimo ferma a pensare, finché non ebbe un’idea.
“Senti Hinata, torniamo un attimo da Karin. Mi farò dare le chiavi del nostro appartamento e tornerò a casa per vedere se sono lì. Se mi sbrigo, dovrei farcela a portarli qui in tempo.”
Hinata annuì. “Buona idea Sakura! Io allora tornerò a casa mia e di Kiba e controllerò che non siano lì.”
 
 
Partirono alla ricerca di Karin, ma trovarono solamente Ino che ballava come una spogliarellista in mezzo alla pista da ballo, circondata da un branco di ragazzi in calore.
 
“Ino, che diavolo fai?!” La rimproverò Sakura trascinandola via.
“Oddio Sakura, mi sto divertendo un mondoooooooo!” Urlò quella buttandosi di peso addosso a lei.
“Non ci posso credere, sei ubriaca! Cos’hai bevuto?!”
Ino la guardò con  occhi vitrei.
“Niente…solo quel succo tropicale che mi ha dato Deidara.”
 
Sakura imprecò: ora aveva un altro nome da aggiungere alla lista delle persone da uccidere quella sera.
 
“Sai dov’è finita Karin?” Chiese freddamente.
La bionda parve pensarci un po’ su.
“Boh…non era qui insieme a me?”
Sakura le lanciò un’occhiata esasperata. “Certo che era qui con te! Ma ora non c’è più! Non hai visto dov’è andata?”
Ino scosse la testa triste, ma poi un lampo di pura follia le accese lo sguardo. “Però so dove si trova un tizio che riesce a starnutire dagli occhi, lo vuoi vedere? Vieni è laggiù.” Prese con forza Sakura per un braccio e provò a trascinarla nel centro della pista.
“No, aspetta! Ino…fermati!” Con quanta più dolcezza possibile, Sakura bloccò l’amica e la fece sedere su un divanetto libero lì vicino.
“Ora ascoltami.” Le disse con lentezza tenendole le spalle. “Tu adesso resti qui buona con Hinata, mentre io vado a cercare Karin, ok?”
Ino annuì sorridendo felice verso Hinata, la quale pareva un topolino appena gettato in una fossa di serpenti.
 
La rosa si allontanò in fretta e, facendo finta di nulla, salì in piedi su uno dei bassi ed eleganti tavolini neri, in modo da avere una visuale dall’alto del locale.
Individuare Karin avrebbe dovuto essere un compito facile, visto che non molte persone avevano una testolina rossa come la sua, ma Sakura gemette quando non la vide da nessuna parte.
“Forse è andata in bagno.” Pensò disperata.
Scese dal tavolino e corse verso la toilette delle donne.
Naturalmente, la porta era bloccata.
Sakura imprecò e riprovò ad aprirla senza alcun risultato.
Provò a bussare ma non rispose nessuno.
Stanca e arrabbiata, diede un forte colpo al pomello e, finalmente, la porta si aprì.
 
“Cosa cazzo succede qui?!” Gridò scioccata.
Non poteva credere alla scena che le stava di fronte:  Karin era avvinghiata come una piovra attorno a Deidara, con le braccia intrecciate intorno al suo collo, le gambe attorno ai fianchi e la schiena appoggiata contro le fredde mattonelle della parete del bagno.
Ci stavano dando dentro alla grande, ma la rossa si staccò subito dalle labbra del ragazzo non appena vide la coinquilina, sistemandosi alla meglio il corto vestitino.
“S-Sakura! Che ci fai qui?”
“Cercavo te!” Esclamò portandosi le mani ai fianchi.
Deidara la guardò sorridendo. “Volevi unirti a noi, ciliegina?”
“Tu…” sibilò minacciosa puntandogli l’indice contro. “Più tardi faremo i conti! Ora vattene, devo parlare con Karin!”
Il biondo però non si mosse. “Hei, non darmi ordini bellezza!”
Prima che Sakura potesse perdere il controllo e prenderlo di nuovo a pugni, Karin intervenne facendo gli occhi dolci al ragazzo.
“Deidara-kun potresti per favore aspettare qui fuori solo per cinque minuti? Poi ti prometto che riprenderemo da dove abbiamo lasciato…”
Il giovane la guardò con malizia. “Se me lo chiedi in questo modo, non posso far altro che obbedire. A dopo…” Le fece l’occhiolino prima di uscire.
Sakura ringraziò il fatto di trovarsi all’interno di un bagno, così avrebbe potuto vomitare senza problemi.
 
Non appena Deidara si chiuse la porta alle spalle, Karin si gettò fra le braccia dell’amica, iniziando a piagnucolare.
“Oh, Sakura, mi dispiace così tanto! So che è sbagliato andare con l’ex ragazzo di una tua amica, ma non è stata colpa mia! È che lui è così figo e io penso di essere un po’ ubriaca.
Scusa, davvero, scusa!”
“ Chi se ne frega di Deidara! Non è neppure un mio ex, facci quello che ti pare!” Sbottò Sakura scrollandosela di dosso. “Ti cercavo perché quell’idiota di tuo cugino deve ancora arrivare e io voglio scovarlo e portarlo qui, possibilmente prima che le iscrizioni alla gara chiudano. Perciò mi servono le tue chiavi di casa!”
Karin sapeva bene che quando Naruto diventava “tuo cugino” o “il tuo coinquilino” le cose si mettevano male sul serio; perciò diede subito le chiavi a Sakura, senza obiettare e senza chiedere nient’altro.
La rosa corse subito fuori da bagno, sbattendo a porta con poca grazia.
“Puoi rientrare, coglione!” Gridò sfrecciando di fianco a Deidara senza neppure guardarlo in faccia.
 
Tornò dove aveva lasciato le altre.
Ino dormiva a pancia all’aria distesa sul divanetto.
“Hinata, ho preso le chiavi! Andiamo?”
Ma la ragazza non le rispose.
Guardava verso l’entrata del locale con occhi sbarrati e lucidi, l’espressione completamente scioccata.
Sakura puntò lo sguardo nella sua stessa direzione…e per poco non le venne un infarto!
 
Naruto e Kiba stavano avanzando all’interno del disco-pub con aria titubante.
Indossavano entrambi un costume osceno, una specie di involucro bianco con la sommità di un rosso scarlatto che li faceva assomigliare a delle supposte umane.
I ragazzi intorno a loro li indicavano ridacchiando.
 
Hinata si lasciò cadere affianco ad Ino sul divanetto: sembrava sul punto di svenire. O vomitare. O entrambe le cose.
Sakura sentì un misto di rabbia e umiliazione torcerle le budella e strinse forte i pugni lungo i fianchi, prima di partire come un toro scatenato in direzione dei due ragazzi.
 
 
“Si può sapere cosa diavolo state facendo?!” Gridò furiosa.
Naruto si voltò verso di lei, sorridendo nervoso.
“Oh, ciao Sakura chan! Hem…come va?”
“Come va?! MALE! Che cos’è questa storia?”
“C-ci siamo vestiti da tampax usati…ti piace?”
“NO! Per niente! Mi spieghi dove cazzo è il costume che ti avevo preso?”
Il biondo cominciò a piagnucolare.
“Ti prego Sakura-chan, non ti arrabbiare…ma io quel costume proprio non lo sopportavo, davvero.”
“E perché non me lo hai detto prima?!”
“Io ci ho provato…ma tu non me ne hai dato l’occasione! Sembravi così felice…non ne ho avuto il coraggio. Invoco clemenza!”
“Clemenza un par di palle!...e tu…” Lanciò a Kiba un’occhiata di fuoco, puntandogli l’indice contro. “…sentiamo, qual è la tua giustificazione? Spero sia migliore di quella del tuo compare, perché la tua povera ragazza ha appena perso dieci anni di vita, come minimo!”
Kiba deglutì spaventato.
“Sakura, cerca di capire! Voleva vestirmi da lupo cattivo! Ti rendi conto? Da lupo cattivo! Sarebbe stato così imbarazzante…”
Sakura non poteva credere alle proprie orecchie.
“Ah, perché indossare un costume da tampax usato non lo è, vero?”
Fece qualche respiro profondo, cercando di calmarsi un po’.
Commettere un omicidio avrebbe compromesso per sempre la sua futura carriera come medico, quindi doveva cercare di evitarlo a tutti i costi.
“Sparite…” sibilò chiudendo gli occhi e portandosi una mano alla tempia “…sparite subito dalla mia vista, prima che finisca per macchiare i vostri costumi con del VERO sangue!”
I ragazzi non se lo fecero ripetere due volte e si allontanarono in fretta, lasciandola sola.
Imprecò ad alta voce attirando qualche sguardo su di sé, poi ritornò dalle ragazze col fumo che le usciva dalle orecchie.
 
 
“Mi spieghi che cavolo sta succedendo qui?!”
Karin era tornata dal suo rendez-vous con Deidara e ora sventolava un pezzo di carta davanti ai volti di Hinata e Ino, ancora addormentata.
“Kiba e Naruto si sono presentati con un costume da tampax usato e Deidara ha fatto mettere dell’alcol nel drink di Ino.”
“Cosa?! Che brutto bastardo, sapeva che lei era incinta! E io che ci ho anche scopato…”
“Beh, io ti avevo avvisato che era un coglione.”
Si lasciò cadere sul divanetto accanto ad Hinata, che aveva cominciato a piagnucolare “Perché, Kiba-kun?...”
 
Ad un tratto la musica in sala fu spenta e il dj cominciò a parlare al microfono.
“BUONASERA  RAGAZZI E RAGAZZE, SPERO VI STIATE TUTTI DIVERTENDO!
LE ISCRIZIONI AL CONCORSO DI MASCHERA PiU’ BELLA DELLA SERATA SI SONO CONCLUSE E LA NOSTRA GIURIA HA APPENA EMESSO IL VERDETTO. ORA VI ANNUNCERO’ I VINCITORI DI QUEST’ANNO!”
Iniziarono dal concorso individuale, che fu vinto dal tipo strambo vestito da superman che ci aveva provato con Karin a inizio serata, con grande disappunto di quest’ultima.
 
“ED ORA PASSIAMO AL CONCORSO A COPPIE!”
“Sveglia Ino.” Karin diede una scrollata alla bionda. “Stanno per dire chi ha vinto la gara!”
“Cosa?...d-dove sono? Oh…già…la gara…” Borbottò sbadigliando e alzandosi a sedere.
 
“E I DUE FORTUNATI CHE QUEST’ANNO VINCONO UN FANTASTICO FINE SETTIMANA ALLE TERME SONO…NARUTO E KIBA, CON I LORO SIMPATICI COSTUMI DA TAMPAX USATI!”
 
Un fascio di luce illuminò i due sorridenti ragazzi al centro della pista, circondati da gente che applaudiva e li incitava.
 
Le ragazze invece rimasero ammutolite, completamente confuse e scioccate.
Quello era un incubo. Doveva per forza essere un incubo.
 
“S-Sakura…” balbettò Ino “…vi prego, portatemi fuori di qui. Sto per sentirmi male.”
Le tre amiche si ripresero in fretta dallo shock e si affrettarono ad aiutare la bionda ad alzarsi.
 
Fecero appena in tempo a portarla nel giardino sul retro, prima che cominciasse a vomitare contro una siepe.
 
“Come va? Ti senti meglio ora?” Le chiese Sakura quando ebbe finito.
Ino annuì piano, prima di sedersi su una panchina con lo sguardo perso nel vuoto.
Le altre la imitarono e rimasero così in silenzio per alcuni minuti.
 
 
Fu la bionda a rompere quella tetra atmosfera.
“Oddio! Oddio! Cosa cavolo sto facendo?!” Urlò agitata.
Le amiche le rivolsero un’occhiata confusa ma lei parve non notarle.
“Sono incinta…e sono ad una festa…in una città che non conosco!
Dovrei essere a casa mia, con Shikamaru…oh, cazzo, lui non sa niente! Devo dirglielo! SUBITO!”
Si alzò in piedi e rientrò nel locale correndo come una pazza.
 
 
 
Sakura puntò lo sguardo verso l’alto, rivolgendo al cielo stellato una preghiera di ringraziamento.
 
Almeno quella sera qualcosa era andato per il verso giusto.
 
 
 
  
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