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Autore: Waanzin    14/03/2013    0 recensioni
Cinque anni dopo gli eventi di Resident Evil 6, misteriosi eventi intrecciano ancora una volta le vite dei protagonisti di quei giorni dell'incubo. Cos'è che accomuna Chris, Jake ed Helena Harper? E perché qualcuno li vuole morti?
Genere: Avventura, Azione, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Chris Redfield, Jake Muller, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Secondo capitolo: entra in gioco quello che sarà, lo premetto, il vero protagonista di questa Pessima Giornata. Chris ha avuto un cambiamento dall'ultima volta che lo abbiamo visto in Resident Evil 6, ma permettetemi di spendere un paio di parole per spiegare da dove proviene questo sviluppo del personaggio.

Sebbene il Chris "naturalista" che state per vedere possa sembrare vagamente OOC, proviene invece da una fonte attendibilissima: nientemeno che George A. Romero, leggendario regista de L'Alba dei Morti Viventi. Nel 1998 Romero scrisse una sceneggiatura molto fedele al gioco per un film su Resident Evil che non vide mai la luce.

Nella sua versione, Chris era molto vicino alla natura e passava i suoi giorni nella foresta vicino Raccoon City, a stretto contatto con due Acquile Reali. La prima scena di questo capitolo è liberamente ispirata da quella sceneggiatura: ho pensato che dopo il sacrificio di Piers Nivans avvenuto in RE6 e la figura di Chris che "fa pace con se stesso" alla fine del gioco, questa nuova "posizione" del personaggio potesse essere intesa come una naturale evoluzione della sua mentalità.

Bene, spero di non avervi annoiati troppo... come sempre, bando alle ciance, su il sipario!







Capitolo 2: CHRIS

Qualche giorno prima. Alaska, Stati Uniti d'America. Ore sei del mattino. 

Nonostante il cielo limpido già  preannunciasse l'arrivo delle prime nevi, la foresta brillava di un verde sgargiante, brulicante di vita. Accanto ad un fiume cristallino, Chris Redfield osservava le nuvole con lo sguardo perforante del predatore, il volto tuttavia privo di qualunque aggressività. Rilassato e con indosso soltanto un paio di pantaloni consumati dal tempo, i capelli e la barba lunghi ma curati, perfettamente a suo agio, sembrava fosse divenuto parte della radura che lo circondava.

Un lungo sospirò incanalò nelle narici e nella gola i profumi dell'inverno alle porte, mentre Chris dimenticava tutto il suo dolore, tutte le battaglie, ogni lutto subito. Dopo gli eventi di Liangshan, aveva imparato che gettarsi a capofitto nelle missioni non era ciò che più contava nella vita. Il sacrificio di Piers, la realizzazione della grande responsabilità che essere un Capitano della BSAA comportava, lo avevano spinto a riflettere a fondo sulla battaglia contro le armi bio-organiche, sull'Umbrella, su tutta la sua vita.

Ora, completamente immerso in una natura a cui nulla importava di zombie, incubi e uomini privi di scrupoli, sentiva il peso finalmente sollevato dale sue spalle, la mente libera per la prima volto dopo tanti anni delle preoccupazioni che lo avevano assillato. Allungando la mano alla sua destra, raccolse dal terreno un piccolo block notes sporco di terra e una matita, sfogliando pagine ingiallite costellate di stupendi ritratti a mezzatinta di scene selvagge, tra Grizzly caturati nell'atto della pesca e meravigliasi cervi intenti a scalare le rocce affilate della montagna.

KREEEEEEEEE.

Alle sue spalle, regale e possente, un'Acquila Reale volava in cerchio, gli artigli affilati che brillavano minacciosi nella luce fioca del mattino. Chris sollevò lo sguardo, scrutò il letale rapace, poi sorrise affabile posando gli strumenti da disegno sul terreno umido. Alzatosi in piedi, raccolse una grossa trota di fiume, ancora umida e brillante, per lanciarla verso l'uccello che, prontamente, la raccolse tra gli artigli e volò ad appollaiarsi su di un ramo vicino.

«Prendila, Golia. Tutta tua.» 

Finito il prezioso pasto, la grande Acquila emise un lungo richiamo, quasi un saluto, prima di sollevarsi in volo, dirigendosi verso le nuvole grigiastre e poi sempre più su, distante, verso lidi meno pericolosi e freddi. Chris rise tranquillo.

«All'anno prossimo, ragazzone.»

Pensieroso, il robusto ex-cecchino della STARS si guardò intorno, posando lo sguardo su di una parete spoglia e ripida poco distante, costantemente resa umida dall'acqua nebulizzata che schizzava sulla superficie del vicino fiume. Avvicinatosi a quest'ultimo, ne trarse un sorso rinfrescante, prima di avvicinarsi alla roccia e cominciare a scalarla senza troppa difficoltà. Giunto in cima, si trovò di fronte un grosso nido fatto di sterpaglie, che doveva aver ospitato diverse uova nei mesi passati. Ora era vuoto, ma un'altra Acquila, meno robusta della precedente, sollevò subito la testa per fissarlo minacciosa.

«Cleopatra.»

Sussurrò rassicurante, sfilando da una grossa tasca nei pantaloni consunti un'altra grossa trota, sebbene più piccola e meno fresca della precedente. Con gesti lenti e calcolati, posò il pesce accanto al nido mentre rimaneva abilmente in ecquilibrio su di una roccia, la radura dove si trovava prima ormai svariati metri più in basso. Con fare guardingo, l'Acquila scese dal proprio nido per avvicinarsi al succulento boccone... poi si ritrasse, allarmata, indietreggiando rapidamente. 

«Qual'è il problema, bella?»

Con un penetrante strillo, Cleopatra sollevò le muscolose ali piumate e si lanciò giù dalla superficie rocciosa, planando per qualche metro prima di virare e scomparire dietro la montagna. Confuso, Chris fissò il punto in cui aveva posato la trota, prima che anche le sue orecchie potessero udire ciò che aveva spaventato l'orgoglioso animale: il possente rombo del motore di un elicottero militare. In una cacofonia di elementi meccanici, la sgraziata sagoma scura apparve scendendo dalle nubi come un predatore avvolto da ombre infernali e puntò direttamente verso di lui.

Balzando agilmente giù dal trespolo su cui si era arrampicate, Chris corse a raccogliere i suoi strumenti da disegno, poi fissò il velivolo abbassarsi fino ad arrivare  a poco più di cinque metri dal terreno, girando su se stesso in modo che l'uomo potesse vedere chiaramente il pesante sportellone laterale aprirsi e rivelare la sagoma di una donna, stretta all'interno di complesse attrezzature militari dai lineamenti celesti, i capelli castani che ondeggiavano scomposti sotto il vento generato dall'elica.

«Jill?»

Esclamò Chris, felice di vederla, ma con il tono che tradiva un certo disturbo per il caos che quel caotico velivolo aveva appena portato nel silenzio quasi soprannaturale della verdeggiante radura. Sporgendosi dall'elicottero che ondeggiava tentando di rimanere sospeso a mezz'aria, e gridando per farsi sentire, Jill Valentine rispose frettolosamente.

«Abbiamo bisogno di te Chris... roba grossa!»

Lui scosse la testa, le braccia conserte ma il sorriso ancora sul volto:

«Non mi dispiacerebbe tornare a fare coppia con te, Jill ma... sono in vacanza, lo sai!»

Esclamò, tranquillo ma deciso. Lo sguardo preoccupato di lei fu così rapido e disperato che lo sguardo di Chris si fece immediatamente serio. Con le successive parole, Jill spazzò via ogni traccia di serenità dal suo spirito e, per un momento, fu come se l'inferno si sprigionasse dal terreno, ingoiando Chris Redfield e quel mondo sereno e selvaggio nel quale si era rifugiato.

 «Si tratta di Wesker, Chris. Lui... è ancora vivo.»



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