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Autore: bulmasanzo    15/03/2013    3 recensioni
Una riscrittura della storia riproposta in ogni titolo della saga dei fratelli Mario, in uno stile semiserio e tragicomico che diventa progressivamente sempre più impegnato.
Genere: Avventura, Commedia, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Bowser, Luigi, Mario, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La parola Game Over troneggia al centro dello schermo.

Il koopa dal guscio azzurro preme il tasto di spegnimento della console e si arroga il diritto di finirsi le ultime patatine al gusto di ketchup che sono rimaste in fondo al sacchetto.

Ho vinto io, stavolta!” esclama il giovane koopa nero accanto a lui. “Sapevo che, prima o poi, con la perseveranza, con la pratica, se non mi arrendevo mai, se mi impegnavo, alla fine ce la facevo. Hai visto che punteggio alto che ho fatto? Hai visto che anche io sono bravo? E tu che dicevi che non ce la facevo mai nemmeno per sogno, che mi illudevo, che eri sempre tu il più forte...”

Ma sta' un po' zitto!” sbotta il primo “Hai vinto solo perché hai guadagnato punti extra per aver dato il colpo di grazia al boss, dopo che io lo avevo sfiancato...”

Uffa! Ma sei cattivo” protesta l'altro “Finalmente dopo una vita che vinci sempre solo ed esclusivamente tu, per una volta vinco io e mi devi rovinare il momento di gloria! Ma quanto sei antipatico!”

Larry sbuffa, ma poi si mette a ridere di fronte alla faccia a un tempo fiera e risentita di Morton.

Va bene, diciamo che hai raggiunto lo scopo della tua vita. Ora che facciamo?”

Boh, io ho fame... brutto ingordo, ti sei finito le patatine?”

Ma se me ne hai lasciate quattro! Se ti sbafavi tutto il sacchetto, mentre io ammazzavo gli zombie.”

Ma Morton non presta attenzione all'accusa. Sembra ispirato.

Vado a chiedere a papà se per cena ci prepara qualcosa di sfizioso ma di vegetariano. Sì, vegetariano, non mi guardare in quel modo! Se no va a finire che lui ci fa sempre la solita bistecca di manzo, ma dobbiamo cambiare menù ogni tanto, ho letto da qualche parte che se mangi troppa carne e se poi se non ne trovi più diventi cannibale perché il tuo corpo non accetta più le verdure e nessun'altra alternativa alimentare... non è assurdo? Ma magari era semplicemente una di quelle notizie false di carnevale, ne dicono di scemenze quelli pur di vendere una copia di giornale in più...”

Che diavolo c'entra?” lo interrompe Larry, in realtà infastidito più dal fatto che Morton abbia nominato il padre che dal cambio di argomento.

Ma suo fratello s'è alzato sui suoi piedi tozzi e sorride incoraggiante. “Vieni?” dice.

Incredibile! Hai detto una parola sola e ti sei fermato!” fa Larry esasperato “No, vacci solo...”

Morton sbatte le sue lunghe ciglia “Per quanto ancora ce l'avrai con lui?”

La domanda, così inaspettata e diretta, coglie il giovane koopa del tutto di sorpresa. Volta la testa e serra gli occhi. “Per quanto mi pare.”

Però lui non ti ha fatto niente di male!” insiste il piccolo nero “Anzi sta facendo di tutto per accontentarti e tu lo respingi sempre! Lo sai che ha portato qui la principessa principalmente per te.”

Ne hai dette di stupidaggini, ma questa...”

È la verità, perché non glielo chiedi?”

Mi rifiuto di parlare con lui.” ruggisce il koopa con la cresta azzurra che gli si rizza in testa per la rabbia “E comunque non sono fatti tuoi.”

Non sono fatti di nessuno, sono fatti di tutti!” ribatte il koopa nero incrociando le braccia sul petto.

Per tutta risposta, Larry spalanca la porta della stanza ed esce, sbattendola poi per sottolineare il suo sdegno.

Corre, attraversando il corridoio e pesta i piedi incavolato, qualcuno se lo vede passare di fronte e lo segue in silenzio.

Giunge, senza sapere perché, di fronte alla camera di Peach, la cui porta scopre essere socchiusa.

Sente ridere e parlare.

Così si apposta e sbircia dentro.

Scorge la principessa semi-sdraiata sul letto. La sua attenzione sembra tutta concentrata su un foglio di carta, che qualcuno che si trova evidentemente da qualche parte davanti a lei sta tenendo in mano, sul quale indica qualcosa sfiorandola con un'unghia del dito perfettamente smaltata, naturalmente di rosa.

E cos'è questo adorabile batuffolino?” la sente dire con la sua voce soave.

Non è un batuffolo!” strilla un'acuta, inconfondibile voce infantile “Quello sono io!”

Sì, è vero, è proprio identico a te, infatti!” si affretta a dire la bella ragazza senza abbandonare il sorriso che sfoggia.

Stando attento a non far rumore, Larry apre un po' di più la porta e infila il muso nella fessura, per poter osservare meglio la scena.

Bowser Junior indica qualcos'altro nel foglio (lo tiene sollevato di fronte alla luce e, in trasparenza, Larry vede solo una macchiolina rosa che risulta striminzita rispetto a tutto il resto) e dice tutto allegro: “Questa sei tu.”

Sei un vero artista.” lo loda Peach “Quasi stento a distinguerlo dal riflesso di uno specchio!”

Il piccolo koopa fa una risata dolcissima piena di eccitamento infantile che fa sciogliere anche Larry, il quale si accorge di non aver saputo trattenere un sorriso. La scena non gli sembra per niente sdolcinata, anzi molto graziosa, perfettamente godibile.

Bowser Junior è quello che si dice il piccolino di casa, quello che tutti amano amare. È arrivato nel periodo migliore, quando Larry, a sei anni, non era ancora né troppo giovane per provare gelosia, né troppo grande per non degnarlo di interesse.

È vero che lui passa molto più tempo con Morton, che d'età gli è più vicino, però il cucciolo s'è guadagnato anche la sua simpatia e le sue coccole.

Nonostante le attenzioni che il piccolo riceve dal padre e da tutti i suoi fratelli maggiori, oltre che dalla servitù e dalle svariate baby sitter che ha avuto, le quali segretamente lo hanno sempre viziato, concedendogli magari qualche gioco e qualche dolcetto fuori dalle regole, anche lui deve aver sentito la devastante mancanza di una figura materna.

E quindi non si stupisce di trovarlo di fronte alla persona che più ci si dovrebbe avvicinare, scelta proprio per questo motivo.

Tanto più che la principessa sembra anche abbastanza predisposta nei suoi confronti.

E questo qui, grande e grosso, è il tuo papà?” cinguetta quest'ultima.

Larry si sente afferrare brutalmente per il guscio da qualcuno dietro di lui. Cerca di scrollarselo di dosso, chiunque sia, ma il suo braccio viene bloccato da una stretta ferrea. Al sentirsi strofinare i capelli contro la testa, ringhia contrariato.

Ti senti tanto bravo a spiare la principessa?” dice la voce già cavernosa di Roy.

La porta si apre del tutto e i due fratelli cadono l'uno sopra l'altro all'interno della camera, scivolando attraverso la soglia, proprio di fronte a Peach e al piccolo Bowser Junior che si voltano entrambi stupiti a guardarli. Larry tenta di rialzarsi, ma si accorge subito che il peso del suo avversario lo schiaccia.

Lasciami in pace!” grida.

Non hai sentito cos'ha detto papà? Devi aver rispetto per la nostra futura mamma!”

Non la stavo spiando!” protesta Larry.

Invece a me sembrava proprio di sì.”

Larry inveisce urlando qualcosa di confuso che viene sovrastato da una semplice enunciazione, detta però in modo inaspettatamente energico dalla principessa: “Voi due! Finitela!

Roy e Larry si irrigidiscono istintivamente, colpiti da questo tono autoritario che tanto contrasta con quello infinitamente zuccheroso cui sono abituati.

Poi Roy lascia andare il fratello minore e fa un goffo inchino.

Non sei per niente giustificato.” gli dice freddamente Peach guardandolo di sbieco.

Sentendosi rimproverare, Bully abbassa gli occhi.

Peach si rivolge a Larry. “Eri venuto per dirmi qualcosa?” lo incoraggia.

Larry scuote lentamente la testa. Non vorrebbe farle capire che ha provato una leggerissima invidia al vederla interessata ai disegni orribili del fratellino. Non vorrebbe ammettere che, effettivamente, una madre servirebbe anche a lui, anche se immagina che lei già lo sappia. Non vorrebbe ammettere che l'idea di suo padre non gli è dispiaciuta.

Però una cosa che vorrebbe fare c'è, le vorrebbe chiedere se lei sia veramente pronta per questo.

Anziché chiederglielo, Larry la fissa senza parlare, è abbacinato dalla sua bellezza perfetta a cui presto sarà costretta a rinunciare.

Il suo cervello formula facilmente un pensiero:

Non è giusto.

Ma come potrebbe funzionare, altrimenti?

Peach nota che il giovane koopa è a disagio. Di conseguenza, anche lei si sente triste, per empatia.

Sa che questi ragazzi in fondo non hanno colpa per il suo sequestro. È stato qualcosa che ha deciso di fare il re loro padre. E quindi, a pelle, per loro, come per il secondino che le ha portato l'abito nuovo, anche se prima lo aveva morso, prova una discreta simpatia, che però sta crescendo inaspettatamente.

Il sorriso che gli rivolge è stupendo e favoloso, cerca in qualche modo di contagiarlo e di rassicurarlo.

Non sono tua nemica, è il messaggio che gli sta trasmettendo.

E Larry sembra pronto ad accoglierlo.

Ma si distrae, per colpa di Bully che, scordatosi del rimprovero appena subito, gli dà un boffettino dietro la testa.

Ti ha fatto una domanda, rispondi, sii educato!” gli intima.

Idiota, stavamo comunicando con gli sguardi.” si arrabbia Larry.

Come due teneri innamorati che fanno picci picci?” lo schernisce Roy “Non sapevo che avessi un debole per le signore più grandi.” e si mette a ridere della sua battuta demente con una risata secondo Larry così fastidiosa che potrebbe far bestemmiare una suora.

Lo guarda come se volesse prenderlo a pugni, ma dato che Roy ha la corporatura da giocatore di football e la stazza di un boxeur, non ne sarebbe sicuramente in grado.

Comunque lui ci prova.

Deve intervenire una seconda volta la principessa, stavolta per separarli fisicamente.

Un pugno parte senza preavviso e la colpisce su un occhio.

Bully si sente subito in colpa, visto che era il suo. “Scusa, mamma!” esclama.

Non sono la tua mamma.” fa Peach tenendosi una mano sulla faccia “Non ancora. Quando lo sarò, vedrai le legnate che ti beccherai.” lo minaccia.

Roy deglutisce e non sa che fare, così scappa via.

Larry assiste con una certa soddisfazione alla fuga rocambolesca del fratello, poi fa un cenno a Bowser Junior, il quale, poveretto, sembra terrorizzato, e, infine, guarda la principessa.

Ti sei fatta male?” le chiede, sinceramente preoccupato.

Una cosa da niente.” fa lei, improvvisamente allegra. Toglie la mano dal viso e mostra quasi in modo orgoglioso quello che tra poco diventerà un bel livido.

Larry si becca un buffetto affettuoso che non si aspettava minimamente.

Forse non saresti così male, come mamma, dopotutto.” dice, continuando a guardarla.

Adesso, bambini, seguitemi, in fila indiana e senza spingere, mi raccomando, così ce ne andiamo a ricapitolare quello che intanto sta combinando Luigi con la sua nuova inaspettata compagna di viaggio.

Avete presente il gioco degli scacchi?

Se non lo avete presente, dov'è che avete vissuto, negli ultimi secoli?!

Seguendo la via secondaria tanto auspicata da Daisy, la nostra bizzarra coppia s'è ritrovata in un terreno che ricorda una scacchiera, dunque formato da quadrati bianchi e neri alternati.

Ma ognuno di quelli bianchi ha sopra una nota musicale e chi conosce il videogioco, voglio dire, chi ha letto il libro, saprà che salendoci sopra si rimbalza incontrollabilmente, pure con il rischio di farsi male e di rompersi la testa. Quindi, bisogna fare in modo di andare soltanto in quelli neri.

Il vero problema è che sono troppo grossi e, paradossalmente, bisogna saltare per evitare di saltare.

Ma vi ricordo che Luigi è stato soprannominato il secondo Jumpman, anche se, se il metro di misura fossero le altezze potenzialmente raggiungibili, dovrebbe essere considerato il primo.

Ma Daisy non è altrettanto brava, lei preferisce camminare sui fiori, e si apre la via con un prato fiorito.

E immaginatevi come possa ridursi questa povera scacchiera se, a ogni intercapedine, si mettessero a crescere dei bei narcisi.

Insomma, alla fine sembrerebbe un vero giardinetto all'inglese.

Tuttavia, ci troviamo pur sempre nella Terra Oscura, ai piedi di un vulcano, in un luogo arido, pieno di lava e lapilli che svolazzano pigramente nell'aria... la secchezza è in agguato e, come vi potrete ben immaginare, non è proprio l'ideale per questi poveri fiorellini.

E il giallo si spompa e diventa grigio.

E la nostra Daisy perde l'equilibrio che già non era molto stabile di suo.

E Luigi, che vuole fare il galante, la sorregge.

Ma non erano meglio i fiori di fuoco?” le suggerisce.

Ma sì, hai ragione!” esclama la ragazza, poi si risente perché Luigi la sta aiutando secondo lei senza motivo e lei vuole essere in grado di cavarsela da sola “Grazie, ma non c'è bisogno che mi tieni.” sorride, scansandosi.

Prego.” replica gentilmente Luigi “Se lo preferisci, la prossima volta ti lascerò cadere.” aggiunge.

Daisy lo guarda stupefatta per questa risposta inattesa, vuole contro battere in qualche altra maniera carina, ma vede una mano gialla attaccata a un braccio muscoloso che spunta dietro di lei dalla sua sinistra e che afferra il suo polso destro.

Si trova a fare un volteggio su se stessa e si trova faccia a faccia con il mostro.

Certo, perché un mostro non poteva non esserci, è la regola di tutti i fine livello.

Ed è uno di quei koopa grandi e grossi con il corpo sproporzionatamente piccolo rispetto alle braccia giganti, il Boom-boom, nome sia proprio che comune per tutti gli appartenenti di genere maschile di questa specie. Almeno, questo è ciò che stava riportato nel libro di Daisy.

La principessa allontana di scatto il braccio e non ha il tempo di dire alcunché che Luigi ha già preso di mira il nemico e gli salta sulla testa.

Daisy lo guarda attentamente mentre sta lottando, le sembra che il suo viso sia affatto privo di espressione, come se tutta la freddezza del mondo si fosse concentrata dentro i suoi occhi.

Però non fa paura. Daisy se ne scopre leggermente interessata, ha qualcosa di indefinibile che la attira.

Ma non è che riesca a godersi appieno la scena.

Boom-boom si strappa Luigi di dosso come se fosse un cerotto e lo spinge in uno dei quadrati bianchi.

Si ha un gran bel sprofondare, poi si vola, con il risultato che il berretto verde perde la sua stoica aderenza alla testa castana del nostro eroe.

Quello è il mio cappello!” grida Luigi, arrabbiato “Nessuno tocca il mio cappello! Se lo perdo saranno cavoli amari mangiati a colazione!”

Con il suo spirito di adattamento maturato nel corso di questo lungo viaggio, sa come sfruttare il rimbalzo.

E dunque, quando atterra, lo fa agilmente, a piedi uniti contro la testa del mostro, il quale a propria volta finisce in un quadrato bianco. Ma anche lui ne sfrutta il molleggio per saltare.

Come due moderni Icaro senza ali, Luigi e Boom-boom si scontrano a mezz'aria e cozzano l'uno contro l'altro con un urto terribile che li respinge entrambi all'indietro.

Per fortuna, l'idraulico becca un quadrato nero e si ferma.

Dunque è raggiunto da Daisy che gli porge un fiore di fuoco.

Spaccagli il culo!” lo incita, senza minimamente preoccuparsi di risultare scurrile.

Lui afferra il potenziamento e si tira in piedi mentre la sua salopette biancheggia.

Inizia a lanciare palle di fuoco, ma dato che il suo avversario sta rimbalzando su e giù, è piuttosto difficile centrarlo. Quando spara in alto, lui sta in basso e schiva e gli fa marameo, e viceversa, e viceversa, e viceversa.

Luigi si sta stancando di inseguirlo. “Sta' un po' fermo, dannazione” sbraita.

Non mirare dov'è!” sbotta Daisy con il tono di una moglie che dal posto passeggero indica al marito dove deve andare “Mira dove credi che sarà!”

Luigi sceglie di seguire il consiglio, così quando vede il nemico in basso, mira un po' più in alto.

Credetemi, è una cosa che funzionava sempre, quando giocavo a Duck Hunt.

E così, abbattuto come un'anatra durante la stagione di caccia, Boom-boom precipita su di un quadrato nero e lì rimane, spalmato, in attesa di un certo cagnone ridanciano che non arriverà mai.

Pareva tanto bravo e invece era un inetto.” si concede Luigi “O magari sono io che sono diventato bravo.”

Daisy gli calca da dietro il berretto sulla capa e lo guarda mentre diventa bianco.

Ora non ti montare.” gli dice “Se non c'ero io, stavi ancora lì a sperare di colpirlo per miracolo.”

E tanti saluti ai miei cinque minuti di gloria.” sospira Luigi.

In pochi minuti, i due sono fuori dalla zona 'minata' e hanno raggiunto l'ingresso sul retro del castello di Bowser.

La porta però sembra sbarrata.

Che faccio, busso?” fa Luigi.

Daisy gli rivolge un sorriso ironico.

Dopo due secondi, la porta è stata sfondata.

La prima cosa che i due si trovano di fronte è un ennesimo fiume di lava.

Che originalità.” fa Daisy.

Sopra il suddetto fiume infuocato, a una certa distanza l'uno dall'altro, in sequenza, galleggiano dei cubi, ognuno dei quali sempre più in alto del precedente. Pare siano gli unici elementi possibili da sfruttare come guado, ma ci sono i Fiammetto che sbucano da sotto e fanno su e giù.

Posso farcela.” Luigi flette le ginocchia e subito dopo, come una rana, è già saltato sul primo cubo.

Si volta verso la sua compagna. “Vieni.” la esorta allungando le braccia verso di lei.

Non sono abbastanza grossi da sostenerci entrambi.” nota Daisy, cercando di non dare a vedere la sua preoccupazione.

Ti prendo io, stai tranquilla.” dice lui. “Salta.”

Se puoi farcela tu, posso farcela anche io.” si rassegna Daisy, poi prende una piccola rincorsa e si butta.

Le mani di Luigi si chiudono intorno alla sua vita, la ragazza è leggerissima e lui la sostiene senza compiere nessuno sforzo.

Ora ti lancio sull'altro cubo.” la informa e prima che lei possa protestare sta già volando.

Sorpresa, si aggrappa con le unghie smangiate, ma storce il collo per guardare il Fiammetto che le ha appena sfiorato la caviglia e si tira su.

E ora?” chiede spaventata.

Ora fa' la stessa cosa che hai fatto prima, salta su quello che viene dopo.” le dice Luigi “Ma stai attenta a non cadere.” aggiunge.

Io sto sempre attenta.”

Non ha nemmeno iniziato a prepararsi che, sotto di lei, improvvisamente compare qualcosa di enorme che emerge dalla lava e colpisce il cubo sul quale si sta reggendo.

La povera principessa casca sul dorso del mostro, che non è altro che una tartaruga gigante che nuota tranquillamente in mezzo a quelle 'acque' fatali.

Luigi!” esclama, mettendosi a ridere senza motivo “Credo di aver trovato una barca.”

L'italiano la osserva allontanarsi stupito, poi la raggiunge con un altro balzo.

Naviga naviga, sul mare rosso fumante bruciante...” si mette a canticchiare, in modo totalmente incoerente con la situazione, la principessa degli svitati.

Luigi si accorge che, dopotutto, ha una bella voce ed è intonata, ma non può fare a meno di rimproverarla: “Tu lo sai che se questo colosso decide di immergersi nel 'mare rosso fumante bruciante' noi due finiamo arrostiti?”

Sto solo cercando di sdrammatizzare.” si difende lei “Perché sei così teso? Rilassati un po'!”

Il ragazzo si siede raccogliendo le gambe “Giuro che se mi spieghi come riuscire a rilassarmi in queste condizioni, lo faccio.”

La ragazza è colpita dal suo tono esasperato “Condizioni?” ripete stupidamente andando a sedersi accanto a lui.

Più ci avviciniamo, peggio mi sento...”

Daisy si accorge della ruga di apprensione che gli si è disegnata in mezzo alla fronte e si trova a chiedersi se non abbia esagerato.

Non volevo.” si scusa “Hai ragione, è una cosa seria.”

Luigi sospira pesantemente e si gira dall'altra parte.

Tu sei arrivata adesso, non hai idea di quanto sia stato faticoso, difficile e spaventoso affrontare questo viaggio...” risponde debolmente, sempre senza guardarla “Abbiamo rischiato più volte di morire e su questo non c'è assolutamente niente da ridere.”

Lei riconosce che ha ragione. “Però preoccuparsi non serve a molto...” cerca di dirgli con cautela.

Luigi salta su improvvisamente, ciò che ha appena visto è terrificante.

Il fiume di lava si interrompe bruscamente di fronte a loro e crolla giù per una vera e propria cascata.

La tartaruga sul cui dorso si sono accomodati sta finendo risucchiata dalla corrente stranamente fluida e sembra che non ci sia verso di fermarla.

Luigi e Daisy si guardano per un terribile momento, senza sapere cosa fare.

Poi lui alza gli occhi e vede il nuovo cubo, posto lì a mezz'aria come se li aspettasse per permettere loro di salvarsi. Senza che dica niente, Daisy gli si aggrappa.

Luigi spicca un altro salto ma è naturalmente appesantito dalla principessa e non lo raggiunge.

Come prima.” le dice. Quindi la solleva e la lancia contro il cubo.

Lei vi si arrampica e nel salirci sopra lo schiaccia in qualche modo.

Da lì dentro esce fuori una piuma che si mette a volteggiare.

Anche se non ha idea se si tratti di qualcosa di utile, decide di acchiapparla e di lanciarla al suo amico che è praticamente a un passo dall'orlo della cascata, ma si tuffa e riesce a prenderla.

Poi non vede più niente, la tartaruga è sprofondata giù per l'abisso.

Riapre lentamente gli occhi e scruta intimorita attorno a sé, individuando subito quello che cercava.

Sulle spalle di Luigi è comparso un mantello come quello di Superman, ma giallo.

Il ragazzo sta volando, dopo essersi salvato per un pelo.

Daisy lo guarda affascinata e gli tende una mano, lui la prende e la porta via da qualche parte.

Come vi ricorderete, là dentro, da qualche altra parte, ci abbiamo lasciato Mario, lo Sfavillotto e Yvan.

Quest'ultimo ha appena subito un lutto, dunque non può essere molto felice.

Non ha pianto, ma dovrebbe farlo, per evitare che la tristezza lo avveleni dall'interno.

Mario lo guarda, provando una terribile pena.

Si ritrova a chiedersi come si sentirebbe se fosse al suo posto, che cosa proverebbe se -non sia mai!- dovesse perdere qualcuno di molto caro. Ma una cosa così orribile non gli è mai capitata prima e non riesce nemmeno a immaginarsela.

Senza alcuna ragione apparente, gli viene in mente che, in un certo senso, suo fratello deve aver provato qualcosa di simile, quando lui era stato allontanato.

Si rinnova così il senso di colpa. Mentre lui se la spassava con Rosalinda, Luigi doveva essere preoccupatissimo.

Ecco che così capisce il suo distacco.

Dove ho sbagliato?” mormora sconsolato Yvan fissando il vuoto.

Da nessuna parte, sono cose che possono succedere...” cerca di confortarlo Mario, ma si rende conto che non lo sta ascoltando.

Cos'è che è andato storto? Non capisco.” continua, pare proprio che parli a se stesso “Eppure mi ero rimesso sulla strada giusta...”

Di cosa stai parlando?” gli chiede cautamente Mario.

Del karma!” esplode Yvan “Quando ho abbandonato la principessa, tutto mi è andato male, ma poi vi avevo posto rimedio, e le cose stavano migliorando.”

Mario preferisce non ricordargli la pseudo-disavventura che ha avuto lui con il Lakitù.

Credo che tu la stia prendendo troppo sul serio, 'sta storia del karma...”

Ma Yvan non lo ascolta “Ho fatto un altro passo falso?”continua “Perché allora...” si interrompe, Mario lo ha appena schiacciato contro la parete per fargli evitare la carica di uno dei Tartossi.

Quasi annoiato, gli dà un pugno in testa e lo fracassa, ma sa che presto si ricomporrà da solo e tornerà alla carica.

Adesso non pensarci.” dice sbrigativo mentre la sua mano va al sacchetto pieno di biscotti alle astroschegge che porta alla vita.

Prendi uno di questi.” dice mostrandogliene uno “Ti sentirai meglio.”

Yvan lo guarda come a dire: Mi prendi in giro?

Ma lui insiste. “Fidati.”

Non appena lo apre, viene investito da un flashback che ora vi riporterò.

 

C'era una ragazza alta e magrissima, con un abito celestiale e dai capelli di platino, una cui ciocca le ricadeva elegantemente sopra un occhio, che si infilava un paio di variopinti guanti da cucina, coprendo così le sue lunghe dita affusolate e curatissime, e che tirava fuori dal forno una teglia fumante.

Un profumino niente male si diffondeva allora nella piccola stanza.

Sono molto contenta che tu sia venuto a farmi visita, Mario.” ripeteva tipo per la quattordicesima volta in due minuti.

Come ti ho già detto, questa non è una vera e propria visita” rispondeva lui in imbarazzo, ma lei ascoltava soltanto ciò che voleva ascoltare.

Come una mamma amorevole, poneva sul tavolo di cristallo, che forse era di diamante perché sbrilluccicava fino al punto di far dolere gli occhi, due tazze colme di lattuccio bollente.

Bevetelo, finché è ancora caldo.” gli sorrideva.

Mario si sentiva ancora intirizzito dal gelo. In fondo, nonostante il rinforzo ottenuto dal power up, veniva da un pianeta di ghiaccio e aveva attraversato il non-spazio a nuoto, e lì di sicuro mancava il riscaldamento.

Lo sfavillotto amico suo si era già ingoiato la sua tazza e lo invitava a seguire il suo esempio.

Assaggiato un sorso di latte, scopriva che aveva un gusto a dir poco paradisiaco, che non sembrava latte ma chissà quale strano elisir...

Subito si sentiva arzillo e pieno di vita e finiva il resto in un altro paio di sorsi.

Prendi un biscotto.” gli ordinava la principessa.

Lui obbediva e, dopo un solo morso, tutto gli sembrava più bello, più positivo, più conquistabile.

La dolcissima e riconoscibilissima aria del Valzer dei Fiori di Tchaikovsky si diffondeva per la sala, o forse, in realtà, era soltanto nella sua testa.

Allora, colto da un desiderio irrefrenabile, prendeva per mano la bella donna e le sfilava i guanti per toccarle le sue bianche mani opalescenti. Lui stesso, a sua volta, si toglieva i guanti per sentire al tatto se erano veramente così morbide come apparivano.

Ormai non sentiva più freddo, il suo cuore ardeva di una fiamma viva, inestinguibile.

In un attimo, erano impegnati in una danza stupefacente.

Ora, non è che Mario sia un gran ballerino.

Ma con Rosalinda, tutto sembrava meravigliosamente semplice.

Lei volteggiava leggiadra come una farfalla e lui seguiva i suoi movimenti con naturalezza.

Erano perfettamente in sintonia e si guardavano negli occhi, celeste contro celeste, come due anime gemelle che si fossero a lungo inseguite e che per la prima volta, soltanto in quell'istante, si scorgessero a vicenda.

Sono sempre così sola.” mormorava la Pusa in tono estremamente malinconico, e solo allora Mario si accorgeva della tristezza ancorata al suo bel viso, che ne alterava crudelmente i connotati perfetti.

E si accorgeva anche dei numerosi barattoli di gelato vuoti sul ripiano della piccola cucina.

Rimani insieme a me, questa notte.” gli proponeva irragionevolmente.

E, prima che potesse riprendersi dallo choc, gli stampava sulle labbra un bacio superbo, dolcissimo, tenerissimo e molto, molto soddisfacente, appagante e irresistibile.

Il suo cuore prendeva a tamburare come mai aveva fatto prima.

Il ricordo di quella bionda gallina zoofila di Pauline non avrebbe mai potuto competere con questo.

Ne voleva ancora e ancora, e non c'era bisogno di pretenderli, perché lei glieli concedeva senza alcuna remora.

Lui le rispondeva aprendo docilmente la bocca, lasciandovi penetrare la sua impaziente lingua.

È una vita che ti aspetto.” diceva lei, con il cuore in mano.

La sua reazione era immediata.

Il passaggio dalla sala da ballo alla camera da letto avveniva in un lampo, come se si fossero teletrasportati.

E alla fine, puntualissimo, arrivava il malessere che segue sempre l'amore, ma lo combattevano allacciandosi in un abbraccio, discordante preludio dell'imminente separazione.

Sei stato buono con me.” gli sussurrava lei, felice, regalandogli uno dei suoi luminosi sorrisi “E io ti ricambierò. Ti darò quello che chiunque vorrebbe. Disegnerò le nostre facce nel cielo con le stelle e ti fornirò un mezzo per berle.”

Poi taceva, ma il suo sguardo parlava per lei, non aveva bisogno di esprimere a parole il proprio desiderio.

Così a Mario sembrava di sciogliersi per quella bella sconosciuta che gli aveva scaldato il cuore.

Non aveva mai avuto un'amante del genere e sapeva che trovane una migliore sarebbe stato molto improbabile.

Tornerò da te.” le assicurava, anche se non aveva idea di come avrebbe fatto, ma suggellava la sua promessa con un ultimo, fugace bacio su quelle labbra lunari...

 

Che cavolo hai da ridere?” lo sveglia Yvan, spazientito.

Questo per nulla imbarazzante flashback, anche se a voi sarà sembrato interminabile e ci avrete messo qualche minuto per leggerlo, è passato nella testa di Mario tutto in circa quattro secondi, e gli ha lasciato un sorriso indelebile sulle labbra.

Per tutta risposta, Mario gli ficca in bocca un biscotto.

Il piccolo boleto sgrana gli occhi che così gli diventano talmente grandi da riempirgli quasi tutta la faccia. E diciamo che fanno un po' impressione.

Come va?” si informa Mario, un po' spaventato.

Yvan non risponde, ma alza il pugno in un gesto molto teatrale “Che diavolo stiamo facendo ancora qui, perché ancora perdiamo tempo? Andiamo a prendere a calci Bowser!” esclama. Detto ciò, si mette a camminare tutto impettito.

Mario e lo Sfavillotto si scambiano uno sguardo incerto.

Beh, ha ragione.” osserva la stellina sorridendo “Lo seguiamo?”

Mario tira fuori dal sacchetto altri due biscotti. “Roba potente.” mormora mentre ne offre uno al suo amico, che ci si fionda contentissimo e se lo rosicchia tutto...
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dopo aver riletto questo capitolo mi sono resa conto di aver detto tutto... e di non aver detto niente. La scena della conoscenza di Mario e Rosalinda, in realtà avrebbe dovuto essere contenuta nel capitolo sei, ma allora non ero riuscita a buttarla giù, anche perché ammetto che mi imbarazzava un pochino... così ho optato per un flashback. Come avrete capito, nel corso della scrittura ho cambiato alcune cose dal mio progetto originale. Però se pensate che abbia fatto una cazzata ditemelo. O comunque sia, commentate! Vi PREGO!

  
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