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Autore: Robynitous    15/03/2013    2 recensioni
Ifigenia, figlia di Agamennone e Clitennestra. Raccontata come nessuno mai fece.
Ragazza ribelle, dotata di grande astuzia e caparbietà, costretta in un matrimonio con un uomo che odia.
Ma una sera qualcosa cambierà e la vita di Ifigenia non sarà più la stessa, finchè vita ci sarà.
Genere: Drammatico, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: PWP
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Cap. 2 ''Invidie''

 

Dopo aver mangiato abbondantemente si alzarono tutti da tavola, ognuno a sbrigare le

proprie faccende. Rimase seduta solo Ifigenia, ancora agghiacciata dalla notizia.

Era così triste il destino delle donne, non erano mai loro a scegliere il proprio sposo, e spesso non potevano neppure rifiutare una proposta di matrimonio. Proprio come Ifigenia.

Non provava tristezza, ma odio e amarezza. Perchè le donne dovevano subire sempre questi oltraggi in silenzio, senza poter protestare? Perchè erano gli uomini ad aver tutto sotto controllo e a trattare le donne come fossero di loro proprietà? Ifigenia era stanca. Stanca della sua condizione. E la cosa che la faceva più arrabbiare era l'evidente invidia da parte di Elettra. Si chiedeva come mai la sorella fosse così superficiale, come mai non desiderasse altro dalla vita, come mai il suo scopo era semplicemente quello di avere il pretendente più quotato dell'isola.

Acète osservava intanto la sua padrona da lontano, provando pietà per lei. Aveva da sempre sperato che lei avverasse i suoi sogni. Il matrimonio con Achille avrebbe eliminato ogni possibilità. Si accertò che tutti fossero usciti e si sedette vicino a lei.

'' Se volete piangere,cara, nessuno ve lo impedisce.''

''Dovrei essere la ragazza più felice del mondo, ma che felicità si può provare nel essere consapevoli della propria rovina?''

''Cara, sono estremamente addolorato, e se posso in qualche modo aiutarvi, non esiterò.''

''Portami via.''

''Per suscitare l'ira del pelide Achille? Non credo sia una buona idea. Ma... potrei portarvi in un posto speciale questa sera.''

''Siete pazzo, se ci vedessero uscire insieme! Di sera!''

''Oh suvvia, che fine ha fatto il vostro spirito ribelle e avventuroso? Non vi riconosco

più!''

''Dunque, dove volete portarmi?''

''Come avete detto voi, farci vedere insieme sarebbe una follia, perciò stasera una donna di nome Callisto, vi condurrà in tale luogo. Abbiate fiducia, non vi farà del male. E poi... so che voi siete abituata a fughe notturne.''

Ifigenia rimase sorpresa dall'ultimo intervento di Acète. Si chiedeva come mai sapesse delle sue evasioni segrete. A quanto pare non erano poi così segrete.

 

 

Uscì di casa per prendere una boccata d'aria, saranno state le quattro del pomeriggio, e incontrò sua sorella Crisotemi. Stava piangendo. Seduta sulle rive di quel torrente dove lei e le sue sorelle avevano trascorso tutte le estati della loro infanzia, siccome era loro proibito di andare al mare. Ifigenia si sedette vicino a lei senza dire niente. Qualsiasi cosa avesse detto, non avrebbe allietato la disperazione della sorella. Fu dunque Crisotemi a cominciare la conversazione: ''Sei così fortunata e non te ne rendi conto.''

''Oh Zeus! Non starai mica piangendo per invidia! E io che attribuivo alle tue lacrime un motivo più nobile!''

''Invidia? Oh si! Magari fossi almeno un po' come te. Così determinata, così coraggiosa. Invece sono una debole, talmente debole che tra nove mesi farò della gioia di ogni donna la mia tragedia.''

Ifigenia aveva già provato troppe emozioni quella giornata, e una notizia del genere l'aveva stordita ancora una volta. Si era sentita in colpa per aver accusato ingiustamente la sorella e non sapeva come aiutarla. Agamennone l'avrebbe considerato un sacrilegio.

''Devi andartene.''concluse Ifigenia. ''Cosa?-replicò Crisotemi- e dove vuoi che vada, come? E che diremo ai nostri genitori?''

''Dobbiamo escogitare un piano.''spiegò Ifigenia. '' E ci aiuterà Acète.''

''Acète? Il nostro domestico? Sei pazza'' ''Sarò pure pazza, ma ci penso due volte prima di aprire le gambe al primo che capita.'' rispose con amarezza. Odiava quando le persone trattavano come uno schiavo Acète, anche se lo era a tutti gli effetti. Gli voleva molto bene. Era una di quelle poche persone che capivano il carattere di Ifigenia, inoltre Acète era sempre presente nel momento del bisogno. Quando Ifigenia aveva un problema sapeva a chi potersi rivolgere. Anche sta volta non aveva dubbi sulla sua affidabilità. Se i suoi genitori fossero in qualche modo diventanti a conoscenza di così tanta confidenza sarebbero stati guai sia per Ifigenia che per Acète.

 

 

Si fece tardi e ormai tutti erano rinchiusi nelle proprie stanze, pure Ifigenia, che stava per addormentarsi quando un sasso piombò sul suo letto. Lei si affacciò e riconobbe una sagoma femminile piuttosto slanciata, era senza dubbio Callisto. L'estranea le fece cenno di scendere. Ifigenia annuì e alzando il lungo vestito accuratamente, per non commettere lo stesso errore della sera al mare, scese dall'albero vicino alla sua finestra. Le due non si presentarono, s'incamminarono velocemente per non essere scoperte. Callisto porse un velo bianco a Ifigenia in modo che si potesse coprire il viso per non essere riconosciuta.

 

Giunsero davanti ad un palazzo che Ifigenia non aveva mai notato. Era coperto da un'alta fila di pini, e superato l'ingresso si poteva scorgere un giardino regale, curato in ogni minimo dettaglio. L'area verde che circondava il palazzo era immensa, e Ifigenia si accorse di una folla di persone attorno ad un banchetto. ''Eccoci.'' disse Callisto. Acète raggiunse le due e salutò con un bacio l'accompagnatrice di Ifigenia. E disse ''Non ho mai avuto modo di presentarti la mia amata''

Un'altra volta in quella giornata Ifigenia provò meraviglia. ''Non pensavo che tu fossi sposato''

''No, infatti non siamo sposati e siamo felici così, non abbiamo bisogno di un unione ufficiale per stare bene insieme''. Ifigenia invidiava terribilmente Acète e in quel momento desiderava essere una domestica o un'ancella, avrebbe senz'altro avuto maggiore libertà.

 

Un ragazzo alto poco più grande di lei,alto e dalla carnagione olivastra le si avvicinò. Aveva un bel viso, col naso dritto, le labbra carnose e colorite, le sopracciglia folte e una fronte alta ma non troppo. Aveva un fisico possente, era sicuramente un soldato.

Salutò Ifigenia con un gesto e le diede una stecca di incenso.

''Egisto.''

''Ifigenia''

'' Siete nuova qui?''le chiese facendo finta di non saperlo. La ragazza annuì col capo.

''Seguimi''.

  
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