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Autore: FeBookworm    15/03/2013    4 recensioni
Farò rigirare Victor Hugo nella tomba parte 3!
Immaginatevi una Eponine stanca di essere invisibile per Marius e che vuole combattere. Aggiungetevi una Cosette che prende posizione e si unisce a Les Amis. Vedetevi davanti agli occhi un Marius disposto a tutto pur di proteggere la sua donna.
E infine, l'ingrediente necessario ed indispensabile a mio avviso, Enjolras. Un leader che però ha dei sensi di colpa, ma che continua a sognare perché sa che un giorno verrà e allora...
S'incamminò verso casa sua, ma si fermò quando Eponine parlò:”Sei un buon capo, Enjolras. Severo e protettivo quanto basta.
Enjolras le fece un mezzo sorriso:”Ma è un buon capo quello che porta i suoi uomini alla morte?”
[...]
Marius, davanti a lui gli rispose serio:”Io non combatto”.
Gli occhi blu di Enjolras lanciarono fulmini:”E potrei sapere come mai, di grazia?” gli domandò sempre più innervosito-
“A causa mia, Monsiuer” gli rispose una voce angelica di donna.
E davanti a lui apparve l'Alouette.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Enjolras, Eponine, Marius Pontmercy, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ce l'ho fatta!!! Siete contente??? :D :D :D
Scusate se non mi fermo troppo a parlare, ma devo scappare a letto che ho gli occhi che mi si chiudono. Ma non potevo non postarvelo! Mi scuso per gli errori di battitura, se ci sono, ma sono un po' febbricitante e ho ricopiato su Word i capitolo che avevo scritto su un quadernino. Perdonatemi!
Ci sentiamo il 23 quando torno, eh! (Sperando che il principio di tonsillite che ho non peggiori!)
Buona lettura :D

-Fé-





I due ragazzi si osservarono a lungo, come se stessero studiando un potenziale nemico.
“Che cosa ci fai qui, Charles?”
L’altro ragazzo alzò un sopracciglio con disappunto:”Si accolgono così gli ospiti? Non ti hanno insegnato le buone maniere?”
Enjolras non abboccò alla provocazione. Finì di fasciare il braccio ad Eponine e rimise a posto la bacinella, dando le spalle a tutti e tre.
“Prego, accomodati pure” gli rispose con tono insolente.
Charles lo osservò bene. Si muoveva lentamente, misurando ogni gesto. Gli parve che stesse anche cercando di nascondere qualcosa, continuando a spostare la giacca rossa, simbolo di quella Rivoluzione.
Ah, non sarebbe mai cambiato. In un modo o nell’altro doveva sempre fare l’eroe.
“Signorina, potrebbe andare cortesemente a chiamare quel dottorino ipocondriaco? Manderei lui, ma il garçon mi sembra brillo” chiese, accennando a Grandaire.
“Non ho bisogno di un dottore, Charles” ribatté duro Enjolras.
“Ehi, non sono uno dei tuoi rivoluzionari che puoi comandare a tuo piacimento. In quanto ma…”
“Ah, par Dieu! Tais-toi, Charles!” disse l’altro ragazzo con tono gelido e severo.
Eponine e Grandaire trasalirono al sentire il suono della sua voce. Era il classico tono che utilizzava con loro per farsi obbedire. I due ragazzi invece continuarono a fissarsi, quasi fosse uno scontro fra titani.
“Eponine, va’ a chiamare Joly” le disse con lo stesso tono che aveva usato con l’altro ragazzo. Lei non se lo fece ripetere due volte. Avrebbe fatto qualsiasi cosa in quel momento, pur di non essere in mezzo a quei due fuochi.
Riconobbe Joly dalla sua parlantina veloce. Era intento a controllare Marius, il quale, per fortuna, non aveva neanche un graffio.
“Joly, Enjolras chiede di te” disse gentilmente la ragazza.
“Ah, sìsì. Arrivo subito, anche se mi gira un po’ la testa…”
“E’ a causa del vino, Joly. Ne hai bevuto troppo, ammettilo” disse Grandaire alle sue spalle. Tutti risero alla sua battuta. Il pregio di Grandaire era quello, sapeva risollevare il morare di ciascuno con poche semplici parole.
“Monsieur sta male?” chiese Cosette con un’aria innocente, quasi non si rendesse ancora conto della gravità della situazione.
Eponine la osservò bene. Era cambiata tanto in quegli anni.
L’Alouette che conosceva lei, magra ed emaciata, pallida e freddolosa, era sparita. Il suo sguardo non era più carico di lacrime non scese, ma gaio e vivace. Ed era bella, bella come solo una persona in salute e alla quale non manca niente può essere.
E lei invece?
Anche Eponine era stata bella, alcuni ragazzi di strada gliel’avevano confermato. Ma poi la miseria, la fame… La sua condizione l’aveva resa il fantasma di quella bellezza iniziale.
Come si poteva scegliere lei, se l’alternativa era Cosette?
Non poteva certo avercela con Marius se l’aveva scelta.
“Cosette ti ha fatto una domanda, Eponine” le disse Marius con lo stesso tono neutro che utilizzava sempre con lei.
La ragazza notò che era molto diverso dal tono di Enjolras. Marius dimostrava una completa indifferenza in lei in quanto Eponine, Enjolras invece in lei in quanto donna, in quanto femmina da amare. Per Enjolras veniva prima la Rivoluzione, la libertà, ma non l’aveva mai messa da parte una volta entrata nella battaglia. Per Marius invece la sua presenza o la sua assenza non cambiava niente.
E lei che aveva pensato di essere qualcosa per lui…
 
I love him, but everyday I’m learning
All my life I’ve always been pretending
Without me his world would go on turning
A world that’s full of happiness that I have never known…
 
“Non ho niente, grazie per l’interessamento” disse la voce fredda in Enjolras alle sue spalle.
Eponine si girò e i suoi occhi incrociarono quelli blu del ragazzo. E la magia iniziò ancora una volta.
 
…Stai davvero bene, Enjolras?...
…Eponine Thénardier che si preoccupa per qualcuno che non sia Marius? E’ un miracolo…
…Dico sul serio, Enjolras…
…Ho solo qualche livido. Il fuoco della Rivoluzione continua ancora a bruciare…
 
Distolse lo sguardo da lei e guardò a uno a uno i suoi uomini:”Amici, so che siete stanchi, ma i soldati del re potrebbero attaccare da un momento all’altro, dimenticandosi della tregua. Vi prego, datemi una mano a fortificare la nostra barricata della libertà!” detto questo, fu lui il primo a cimentarsi in quel compito.
Combeferre e Courfeyrac furono i primi ad aiutarlo, seguiti da Grandaire e dagli altri Amis. Anche il piccolo Gavroche e lei stessa lo aiutarono.
Solo Marius e Cosette rimasero in disparte, troppo concentrati a vivere nella loro bolla di sapone per preoccuparsi di loro. Anche il nuovo ragazzo, Charles, non li aiutò. Si limitava a passare degli oggetti ad Enjolras, se lui glieli chiedeva, e a sospirare di tanto in tanto un:”Ah, sacre bleu! Non cambierai mai, Ange!”
Eponine si ritrovò a fissarlo, mentre sistemava una bandiera francese in cima alla barricata. Era così altero e fiero lassù in cima. Le parve un Angelo Vendicatore in quel momento. Un Messaggero di Dio venuto a vendicare un popolo vittima di soprusi da tanto tempo. Un Angelo che, al posto della bandiera, brandiva una fiaccola con il Fuoco della Rivoluzione.
Ed Eponine in quel momento gli diede ragione. Finché c’era Enjolras con loro, la Rivoluzione non sarebbe mai morta.
E, par Dieu Enjolras, ne sono così contenta…
 
 
Finalmente era scesa la sera. Le guardie reali non li avevano disturbati e per fortuna potevano rilassarsi un po’.
Cosette ed Eponine avevano preparato, con quel poco che era rimasto, una cena coi fiocchi. Avevano cercato di parlare il meno possibile, solo lo stretto necessario. Troppo era l’imbarazzo tra loro due per iniziare una conversazione civile. Eponine si sentiva in colpa per tutto il male che lei e la sua famiglia le avevano causato e Cosette si sentiva in colpa per tutto il bene che a lei era poi capitato, mentre a Eponine era solo aumentata la miseria.
Eponine distribuì la cena tra Les Amis, notando che Marius aveva riservato l’ultima sedia libera rimasta per Cosette.
“Grazie per la cena, Eponine. Ti chiami così, vero? Ricordo giusto?” le chiese Charles molto gentilmente. La ragazza annuì e cercò di sorridergli, ma i suoi occhi rimasero tristi. Fece per sedersi per terra, ma vide Enjolras prendere in braccio suo fratello e spostare la sedia verso di lei.
I due giovani si guardarono per un attimo eterno, gli occhi di lei pieni di domande, quelli di lui colmi di risposte.
 
…Che cosa significa, Enjolras?...
…Hai combattuto con noi oggi. Fai parte anche tu di questa Rivoluzione…
 
Eponine si sedette vicino a lui, guardandolo di tanto in tanto controllare che sia lei sia suo fratello mangiassero. Aveva il modo di prendersi cura di loro di un ufficiale. Un modo sottile e ricercato, quasi incomprensibile, ma che riscaldava gli animi dei suoi uomini.
Charles ruppe il silenzio che si era creato attorno a loro:”Ange, cos’hai intenzione di fare domani?”
“Combattere, ovviamente” rispose secco Enjolras.
“Lo sai che siete l’ultima barricata rimasta, vero? Sarebbe un suicidio, Ange!”
Eponine notò che i muscoli del ragazzo si erano tutti irrigiditi. DI certo Charles aveva toccato il tasto giusto.
“Ange, cerca di ragionare. Avete tutti a mala pena vent’anni, molti di voi non si fanno ancora la barba. Perché rinunciare a tutto quello che la vita può offrirvi? Verrà un giorno, Ange. Verrà, ne sono convinto. Ma questo non è né il tempo né il luogo adatto.”
Enjolras incollò il suo sguardo a quello dell’altro ragazzo e gli rispose secco:”We are not alone, the people too mus rise”.
Charles gli rise in faccia:”Sei un dannato ottimista, Ange. Il popolo è essenzialmente egoista, quando sente l’odore di morte certa, si rintana in casa propria. Ascoltami per una buona volta!”
Enjolras fece sedere Gavroche sulla sua sedia e si alzò e così fece anche Charles. Fisicamente il primo era più alto, più imponente, ma Charles aveva le spalle più larghe e più muscoli sulle braccia.
Un vero e proprio scontro fra titani.
“Non è da codardi rinunciare alla battaglia, Ange. E’ solo da saggi capire quando è il momento giusto di smetterla. Ange, te ne prego, ragiona.”
Enjolras espirò profondamente per cercare di controllare la rabbia:”Combeferre, Courfeyrac, venite con me.”
Non degnò nessuno di uno sguardo e scese di sotto, davanti alla barricata.
Charles lo seguì con lo sguardo finché gli fu possibile:”Non cambierà mai” disse sospirando.
“Monsieur” s’intromise Cosette:”Credo che voi non sappiate il vero nome del ragazzo. Si chiama Enjolras, non Enje.” (N.d.A: in francese il suono “en” e “an” così come “ge” e “je” sono molto simili, perdoniamo a Cosette questa nota ingenua).
Charles alzò un sopracciglio:”Credetemi, signorina, so perfettamente come si chiama.  Il suo nome è Ange Enjolras. Non ve l’ha mai detto?”
Les Amis scossero la testa.
“Ah, va così fiero del cognome di nostro padre”.
“Nostro padre?”
Charles si guardò con un’aria stupita:”Sì, siamo fratelli. Non lo sapevate?”
 
 
Enjolras guardava fisso la bandiera svolazzare a causa del vento. Sarebbero sopravvissuti, ma alle sue condizioni.
“Enjolras, cos’hai intenzione di fare?” gli chiese Combeferre.
Il giovane leader sospirò, sentendo improvvisamente tutto il peso del suo compito. Suo fratello aveva ragione, erano solo dei ragazzi. E lui non era un tiranno che spediva i suoi uomini a morte certa solo per un suo interesse personale. Ma allo stesso tempo non poteva permettere che tutto quello per cui lui aveva lottato finisse nell’oblio. Ne andava del suo orgoglio e della sua coscienza.
“Domani all’alba saremo qui, pronti a combattere. Quando la situazione diventerà critica, bruceremo la barricata. I soldati che saranno dall’altra parte impiegheranno del tempo per raggiungerci”.
“E noi avremo il tempo necessario per scappare” concluse per lui Courfeyrac:”Ma perché non usare la polvere da sparo?”
“Rischieremmo di ferirci noi stessi. Useremo l’alcool come combustibile, il Café ne è pieno” spiegò Enjolras.
“E se alcuni soldati dovessero scavalcare la barricata?” chiese Combeferre.
“Li uccideremo.”
Sentirono dei passi dietro di loro. Combeferre e Courfeyrac si girarono, mentre Enjolras continuò a dar loro le spalle.
“E’ un buon piano, Ange. Ma dopo? Dove li porterai?”
“Ho ancora tutta la notte per pensarci, Charles.”
“Potresti portarli a La Rochelle.” (N.d.A La Rochelle è stata una delle ultime roccaforti ugonotte durante il periodo della tirannia, perdonatemi il termine, di Richelieu. E’ il simbolo della resistenza e della difesa di un ideale. Mi sembrava carino far chiamare così la dimora di Enjolras).
Le spalle del ragazzo si irrigidirono. Da quanto tempo non la vedeva più…
“Sì, forse a La Rochelle…” sussurrò. Si concesse un secondo di debolezza, ma poi ritornò a indossare la solita maschera impenetrabile.
“Dite agli altri il piano. Assicuratevi che dormano, mi raccomando. Domani è il giorno della Grande Battaglia” disse rivolto ai tuoi Amis.
I due fratelli rimasero soli davanti alla barricata.
“Ange…”
“Va’ a dormire, Charles. Domani dovrai condurli tu a La Rochelle” disse Enjolras, dirigendosi verso il Café.
“Cosa? Cos’hai intenzione di fare Ange?” gli urlò dietro.
“Niente. Sarò solo l’ultimo a lasciare la mia barricata, com’è giusto che sia.”
Enjolras non sentì la risposta di suo fratello, troppo concentrato sull’immagine di Eponine che caricava i fucili. Aveva avuto l’impressione, la prima volta che l’aveva vista, che lei fosse una rosa, solo il fiore coi petali, seppur misera, ma pur sempre una rosa. Adesso invece ci vedeva anche le spine, oltre ai petali, come se anche lei avesse imparato a difendersi.
“Hai imparato, vedo” le disse.
Eponine alzò lo sguardo su di lui. Era appoggiato con una spalla allo stipite della porta, le braccia incrociate al petto. Aveva un’espressione indecifrabile sul volto, un misto di preoccupazione e stanchezza.
“Voglio solo rendermi utile” ammise la ragazza.
Enjolras si staccò da lì e le venne incontro:”Tu sei utile, Eponine. Hai salvato me da morte certa. Ti devo la vita.”
La ragazza abbassò lo sguardo imbarazzata. Non voleva che lui, adesso che la considerava una sua pari, notasse quanto fosse…femminile, con le gote arrossate.
“Senza contare il fatto che hai salvato Cosette. Te ne siamo grati, Eponine. Ti immagini che strazio sentire Marius piangere per il suo cuore infranto?” le disse con un mezzo sorriso sulle labbra.
La ragazza si lasciò sfuggire una risata. Enjolras aveva un modo tutto suo di consolare gli altri.
Calò un silenzio tombale tra loro, nel quale entrambi pensarono al domani. A quel giorno che prima o poi verrà.
“Vivremo, Eponine. Te lo prometto” le disse Enjolras seriamente:”Non permetterò la morte di nessuno di voi. Però devi fidarti di me, Eponine. Dovrai fare tutto quello che ti dirò. Me lo prometti?”
Come faceva a dire di no a quei due occhi blu così brillanti e magnetici? Come poteva pensare di dirgli di no? A quel capo carismatico che era riuscito a unire così tante personalità diverse sotto un’unica bandiera?
Semplicemente non poteva.
“Mi fido di te, Enjolras” gli disse semplicemente.
Ti ringrazio, Eponine…

   
 
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