Capitolo
6
La
sala illuminata da
tante luci, era gremita di gente allegra, che sembrava stesse
festeggiando
qualcosa.
Apparve poi lei, fasciata da un lungo abito bianco come la neve, era
felice e
il cuore le batteva forte.
Tutto attorno a lei sembrava ricoperto di cristallo splendente, si
sentiva
potente e bella come non mai e al capo portava una corona.
Poi, vide comparirle un uomo davanti. Sembrava essere un principe
bellissimo,
anche se non riusciva a guardarlo bene negli occhi perché
nascosti da una mascherina
bianca.
Poco importò, perché l’uomo misterioso
che sembrava essere davvero molto
affascinante, le sorrise e prendendole una mano la cinse a se per poi
volteggiare nella sala, dando il via a un ballo a cui parteciparono poi
anche
gli altri invitati.
Il
sole del primo giorno di primavera filtrava attraverso le tende
della finestra della stanza di Usagi, che dolcemente dormiva, mentre un
distesa
dorata di capelli biondi era sparsa sul materasso coperto dalle
immancabili
lenzuola rosa.
L’espressione
sembrava serena, evidentemente stava facendo un bel
sogno, ma l’improvviso e tanto odiato suono della sveglia la
riportò alla
realtà.
Aprì
gli occhi blu e si girò verso l’orologio:
Stranamente
quella mattina si era svegliata presto.
Si
portò seduta e si girò verso la finestra mentre
un lieve
sorriso le si dipinse sul volto.
Era
il 21 marzo, era finalmente arrivata la primavera la sua
stagione preferita e anche se era tempo di esami, li avrebbe affrontati
con più
allegria, perché aveva dato l’arrivederci alle
fredde e uggiose giornate
invernali.
Si stropicciò gli occhi e pensò al sogno che
aveva fatto, ripensandoci aveva
sentito nel cuore una strana sensazione di benessere,
un’emozione particolare
che non le era familiare, che aveva già provato, o meglio
che ricordava di aver
già provato.
Guardò verso la finestra di nuovo, si ritrovò a
pensare alla sera prima, a
Mamoru e a come lui l’aveva salvata dai due ragazzacci che
l’avevano puntata.
Si era ricordata di come l’aveva poi stretta a se, forte e il
cuore iniziò a
batterle forte.
Solo in quel momento stava pensando a cosa aveva provato appoggiata al
suo
petto e stranamente si era sentita bene, appagata e non sapeva ancora
spiegarsi
perché, si era anche sentita
felice.
Poi
rivolse la sua attenzione all’abito rovinato posato sulla
spalliera della sedia della sua scrivania.
L’immagine
del viso di Mamoru le comparve all’improvviso avanti
agli occhi e arrossì.
Andò
a farsi la doccia, ma la sua mente era sempre impegnata da un
unico pensiero, o meglio era concentrata a pensare una sola persona:
Mamoru
Chiba!
Lui, il suo acerrimo nemico, il ragazzo che le aveva sempre dato il
tormento,
che la prendeva in giro per le sue numerose insufficienze o per i suoi
atteggiamenti a
detta di lui infantili e
bizzarri.
Si
preparò velocemente, indossando la divisa scolastica, prese
un
toast dalla tavola e scappò veloce fuori casa non curandosi
dello sbigottimento
della madre a vederla in piedi di buon’ora.
A scuola era più distratta del solito, assorta nei suoi
pensieri, non si era accorta
che la professoressa Haruna, l’aveva richiamata
più volte per poi sbatterla
fuori, inoltre aveva preso anche un’insufficienza gravissima
all’ultimo test di
inglese.
Alla fine delle lezioni, l’insegnante la richiamò
per parlare con lei delle sue
lacune.
“Usagi, non ci siamo!”
La biondina, calò la testa e annuì afflitta.
“Dato che sono buona, mi dispiace per te, voglio concederti
l’occasione di
recuperare questo compito.”
“Davvero? Oh professoressa lei è davvero
buona”
“Ovviamente le domande saranno diverse, ma gli argomenti sono
sempre gli
stessi. Studia, fatti aiutare da qualcuno, ma per favore cerca di
prendere
almeno la sufficienza, anzi per alzare la tua media dovresti prendere
almeno 80
su 100. Mi raccomando... hai una settimana di tempo per ripassare.
Adesso vai,
ci vediamo domani.”
“Grazie, arrivederci!” fece un inchino,
aprì la porta e andò via, con
l’ennesima insufficienza da aggiungere alla sua collezione.
L’unico
luogo in cui voleva rifugiarsi in quel momento era la sala
giochi, dove vide Makoto che giocava all’ultimo video gioco
di Sailor V.
Al locale c’era anche Ami concentrata a leggere un libro,
andò a salutarla con
l’intento di chiederle un favore.
“Ami, ciao!”
La ragazza dai capelli corti alzò lo sguardo e
ricambiò con un sorriso il saluto.
“Ciao Usagi! Come stai?”
“Non mi lamento... come te la passi tu invece?”
“Non mi lamento neanche io... hai bisogno di
qualcosa?”
“Beh... ecco”
“Posso aiutarti in qualche modo?”
“Ero solo passata a salutarti... e si a chiederti un
aiuto!”
“Dimmi pure!”
“Ecco, tu sei un genio e io sono una somara... ho bisogno di
una mano con
l’inglese! Potresti darmi delle ripetizioni?”
“Oh Usagi, per quando ti servono?”
“Da subito...” rispose mesta la biondina
“Ti aiuterei con tutto il cuore, ma mi sto preparando per
quel famoso concorso
per ricevere quella borsa di studio*,
potremmo anche farcela ma potrei dedicarti solo poche
ore... e a quanto
vedo tu hai bisogno di un grosso aiuto... e poche ore non
bastano!”
“Ho il recupero di questo test la prossima settimana... se
non lo passo è la
fine...” rispose ancora con le lacrime agli occhi
Ami guardò il test e quel misero 25 su 100 conseguito, e
deglutì imbarazzata.
“Non voglio toglierti del tempo prezioso... scusa”
“No aspetta Usagi... dai potremmo farlo la sera tardi, se ti
va...”
Usagi stava per rispondere, quando qualcuno arrivato
all’improvviso alle sue
spalle, interruppe le ragazze ed esclamò:
“Che brutto voto!...”
Usagi, che aveva riconosciuto quella voce, si girò e
fulminò con lo sguardo
Mamoru, che prese in mano il compito e lo esaminò
attentamente.
“Certo che dovrai farne di ore di studio per
recuperare...Usagi.”
“Ce la metterò tutta... e smettila di prendermi in
giro!”
“Non ti sto sfottendo, al contrario... ti sto dando un
consiglio!”
“Ami ha detto che potrebbe aiutarmi, ma non voglio
disturbarla, non siamo
grandissime amiche, ma lei è un genio e magari
può darmi qualche ripetizione...
ma...”
“Ma?”
“Ha un concorso per vincere una borsa di studio da utilizzare
in Europa, e
aiutare me significherebbe per lei distrarsi dai suoi doveri. Non
voglio che
per colpa mia, non si concentri abbastanza per il suo test”
Mamoru si accarezzò il mento, ascoltandola. Vide che era
realmente disperata,
per questo motivo, prese una decisione, augurandosi di non pentirsene.
“Ti aiuto io!”
“Come???”
Anche Makoto si era avvicinata e incredula aveva sentito Mamoru che con
gentilezza si offriva di aiutare Usagi a studiare.
Usagi, sorpresa dall’atteggiamento di Mamoru, sgranò gli occhi, per poi rispondere positivamente alla sua proposta.
“Non ti vorrei disturbare, io sono davvero un caso disperato...”
“Amo le sfide... allora che ne dici?”
“Se non supero il test, sono davvero nei guai... la mia risposta non può che essere positiva, Mamoru”
“Va bene, allora inizieremo domani...”
“Di sabato???” protestò Usagi
“Si di sabato!” rispose Mamoru con il tono di chi non ammette repliche
Usagi chinò la testa e si arrese, l’indomani avrebbe fatto lezioni con lui, il suo peggior nemico, anzi nuovo amico...
Lo osservò mentre salutava Motoki:
“Devo ammettere che è davvero un bel ragazzo: spalle larghe, alto, un bel viso, occhi blu, capelli neri come l’ebano...”
Sgranò gli occhi... “non può essere continuò a pensare... a me non piace quel ragazzo, assolutamente NO!”
“Testolina buffa?”
“Eh... si?” le sembrò di svegliarsi da una sorta di torpore
“Allora domani inizieremo le nostre lezioni. Ti voglio sveglia, mi raccomando!” rise Mamoru
“Non mi prendere in giro e non chiamarmi in quel modo, altrimenti non se fa più nulla!”
“Guarda che non devi fare un favore a me, bensì a te stessa. Se non vuoi, vorrà dire che domani mi terrò libero e mi riposerò.”
“Va bene, va bene... dove ci vediamo domani?”
“Vieni alle 2 di domani pomeriggio a casa mia.”
“Si... va bene... hai detto casa tua???”
“Perché vorresti per caso studiare qui al centro di ogni distrazione?”
“Potremmo andare in biblioteca...”
“In biblioteca c’è l’obbligo di stare in silenzio, io devo spiegare e per farlo devo usare la voce, a meno che tu non sappia il linguaggio dei segni, ma avrei dei problemi perché io non lo conosco.”
“Va bene, va bene... come sei pesante...”
“Non preoccuparti, non sono un malintenzionato... a domani”
le disse con un sorriso disarmante che le fece mancare un battito.
Perché si sentiva cosi attratta da quel ragazzo, e cos’erano quelle sensazioni cosi particolari, strane che avvertiva da quando lui l’aveva stretta al suo petto... non riusciva più a levarsi dalla mente il suo viso e soprattutto il ricordo di quando l’aveva salvata.
Era notte fonda ormai, due gatti e una ragazza bionda dai lunghi capelli si erano riuniti nel parco cittadino.
Dovevano discutere di un’importante e delicata decisione, quella di svegliare o meno i ricordi delle altre ragazze.
Minako, da capo del gruppo era rimasta l’unica che ricordava tutto della precedente vita e delle battaglie contro il Dark Kingdom e dal futuro aveva ricevuto un ordine:
“Devi risvegliare i ricordi delle altre combattenti, Sailor Venus”
“Ma tu chi sei... cosa vuoi e soprattutto perché devo richiamare le mie compagne?”
“Devi salvaguardare la principessa e il principe... il loro futuro è in serio pericolo...”
“La principessa e il principe? Vuoi dire Sailor Moon e Milord? Cosa vuoi dire parlando del loro futuro?”
“Tutto sarà spiegato a tempo debito, Sailor Venus prendi questo ciondolo e con esso risveglia le altre, meno che la principessa della Luna; non è il caso di metterla in pericolo già da adesso”
“Pericolo? Non ci sto capendo più nulla... Usagi corre dei rischi? Voglio capire cosa sta accadendo!Dannazione”
“Il principe e la principessa dovranno combattere per salvaguardare il loro amore, la prossima missione è concentrata soltanto su di loro e sul futuro che li aspetta...è giusto che adesso si conoscano di nuovo senza essere influenzati dai ruoli che avevano nelle loro vite precedenti. Questa sarà la prova del loro amore... una prova che dovranno affrontare da soli. Presto la principessa verserà molte lacrime, ma il destino ha deciso cosi.”
“Dobbiamo tornare a combattere molto presto, vero?”
“Si... tenetevi pronte e mi raccomando devono innamorarsi come esseri umani normali, solo chi ricorderanno tutto e saranno pronti per la prossima guerra”
“Va bene, allora farò come hai detto... ma posso sapere chi sei?”
“Io sono Sailor Pluto!”
Minako prese un lungo sorso d’aria, poi la buttò fuori e annuì.
In pochi secondi si trasformò e balzando sui tetti dei palazzi corse a fare ciò che le era stato ordinato.
In quel preciso istante Rei, Ami e Makoto si svegliarono di soprassalto.
*Ami durante la seconda serie dell’anime, decide di partire per la Germania perché ha vinto una borsa di studio. Viaggio che poi non farà più per restare con le sue amiche. Ho voluto inserire questa parte, di sicuro lei in quei giorni stava studiando molto.
Ed eccomi qui, di nuovo tra di voi con questo nuovo capitolo.
Intanto, ringrazio tutte voi che avete recensito e vi prometto che risponderò presto alle vostre recensioni.
Questo capitolo ho voluto dedicarlo sia al nuovo sentimento di amicizia nato tra Mamo e Usa che alle ragazze e alla missione futura, che voi conoscete perché si tratta della Luna Nera; vi avviso già da ora che sono intenzionata a modificare qualcosa.
Se credete che non farò lasciare Mamo e Usa, vi sbagliate, quella parte la seguirò fedelmente, ma cercherò di non essere troppo cattiva!!! J
Adesso vado, spero che il capitolo vi piaccia. Un bacione a tutte voi mie care lettrici! J