Serie TV > The Vampire Diaries
Segui la storia  |       
Autore: VeraNora    17/03/2013    28 recensioni
Mi cimento nel mio primo "What If": Damon lascia Mystic Falls due giorni dopo la scelta di Elena. Lei non è morta, non è diventata vampiro. Lui va via senza dire niente, senza salutare nessuno e nel lasciare quella vita, si ritrova a dover prendere una decisione, come già accaduto nella 2x12 con Jessica. Questa decisione si ripercuoterà sul suo futuro, e 20 anni dopo quella notte, capirà che al destino non si sfugge, mai.
*****************
«Ho avuto 20 anni per pensare ai “forse”, ed ho capito che il destino non si evita. Niente e nessuno avrebbe potuto cambiare il corso degli eventi, niente e nessuno avrebbe potuto evitare di farci trovare qui e ora, così. Nemmeno tu»
Genere: Fluff, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena, Damon/Katherine, Elena/Katherine
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

GRAZIE:
a   Mammaesme, per il tempo e la passione dedicati;
a Chiara, che con i suoi disegni ha reso completa la mia storia;
a Vesper,  che ha regalato un volto alla mia  "bambina";
a chiunque si sia appassionato a  questo progetto, ispirandomi...
senza di voi, questo 'viaggio' non sarebbe stato tanto bello!
V.


Damon aprì gli occhi e,  non trovando Elena nel letto, fu colto dall’assurdo terrore di aver sognato tutto.
Si mise a sedere sul materasso, guardò quella stanza sconosciuta e si calmò: erano a casa di Caroline, non poteva aver sognato tutto.
«Ti sei svegliato»
disse Elena, spuntando dalla porta del bagno. La vampira balzò sul letto e gli diede un bacio.
«Speravo di tornare in tempo per guardarti aprire gli occhi…»
sussurrò. Lui rimase in silenzio a godersi quel momento. Se avesse parlato, se avesse emesso un solo suono, si sarebbe svegliato, ne era sicuro.
«Sei a corto di parole questa mattina?»
chiese scherzando lei. Il vampiro scosse la testa e sorrise.
«È … solo che…»
«Hai paura sia tutto un sogno?»
«Un bel sogno, però…»
Elena si mise a cavalcioni sopra di lui ed affondò in nuovo bacio.
«E-Elena…»
«Ssshhh… sono tutti fuori… Jessica li ha trascinati a fare rifornimenti per il viaggio…»
sospirò lei. Damon si lasciò andare al desiderio e la strinse a sé, la plasmò sul proprio corpo e la amò come se fosse la prima volta, e l’ultima a loro disposizione.
Tornati da quel viaggio nel piacere, rimasero stesi, a guardarsi… silenziosi.
«Non si direbbe…»
gli disse.
«Cosa?»
chiese lui, confuso. Lei si morse il labbro e titubante rispose:
«Che… che non… hai… in questi anni… sai… la castità…»
Damon annuì chiudendo gli occhi, si girò a guardare verso il soffitto e sospirò.
«Ci ho provato… all’inizio… ma… non era niente. Non mi dava niente, se non rabbia… e poi c’era Jess. Odiavo gli sguardi delle donne quando scoprivano che mi prendevo cura di una bambina…»
«Che avevano i loro sguardi?»
«Loro… loro mi guardavano come… se…»
«Valesse la pena provare ad amarti?»
Lui riportò i suoi occhi di cielo sul viso di lei, fornendole la risposta. Elena gli toccò la guancia e disse:
«Mi dispiace… ti ho fatto tanto male…»
«Non ha più importanza… mi stai guarendo»
la confortò. Le prese la mano e la tirò a sé, facendola scivolare su un bacio.
Sentendo gli altri rientrare, si prepararono e scesero di sotto.
«Hey»
li salutò, Stefan. I due ricambiarono il saluto e Damon, guardandosi intorno, chiese:
«Jess?»
«Con Caroline»
rispose il fratello. L’espressione stupita del vampiro lo fece sorridere e aggiunse:
«Le ha detto qualcosa come “ti offro la possibilità di starmi simpatica per sempre!” e l’ha trascinata via dicendoci di tornare a casa…»
«La perdonerà mai?»
si informò Meredith.
«Non ce l’ha proprio con lei… ma sa essere sadica …»
«Chi mi ricorderà mai…»
commentò Elena. Si guardarono tutti ridendo.
«Allora… emozionati di tornare a casa?»
domandò la dottoressa Fell. Damon mise istintivamente una mano sulla schiena alla fidanzata.
«Sto… io sto bene… andrà tutto bene…»
assicurò lei.
«Comunque avremo altro di cui preoccuparci…»
disse lui.
«Di che parli?»
volle sapere, Stefan.
«Di mia figlia… ha qualcosa in mente… ma non so cosa…»
Come richiamata da quel pensiero, la ragazza entrò esclamando:
«Heilà!»
Arrivò in cucina sorridente, Caroline le stava dietro con una strana espressione, sembrava eccitata per qualcosa.
«Cosa… che…»
farfugliò Damon, vedendo le due così esaltate.
«Ho un regalo… per voi due…»
rispose Jessica . I due fidanzati si guardarono preoccupati.
«Dai! Dai! Fagli vedere!»
la incitò Caroline. Jessica si morse un labbro e tirò fuori dalla borsa una busta di carta, guardò entusiasta il padre e la sua fidanzata e la consegnò loro. Elena  la prese esitando e si accinse ad aprirla.
«Ho pensato tanto a quello che mi hai detto il primo giorno di viaggio…»
iniziò a dire la giovane.
«E poi, l’altra sera al pub mi è sembrato…  ho colto l’occasione e… ho pensato fosse carino…»
La vampira si ritrovò tra le mani una foto che ritraeva lei e Damon ballare. Si sentì invadere il petto di gioia e guardò quegli occhi verdi e lucenti. Corse ad abbracciarla.
«Grazie… è… è bellissima… davvero, Jess… io… grazie!»
Jessica ricambiò l’abbraccio arrossendo lievemente.
«Beh… prego… io… sono contenta ti sia piaciuta…»
Damon osservò tutta la scena completamente sopraffatto da un senso di irrealtà: se si fosse svegliato in quel momento sarebbe morto per il dolore. Ma non era un sogno, era tutto reale.
Il gruppo finì di preparare i bagagli.
«Posso viaggiare io con Care»
propose Elena.
«Elena, davvero… non ti preoccupare! Io e Stefan ci vediamo ogni giorno… viaggiare separati non sarà un problema»
la rassicurò Meredith.
«Senza contare che nelle camere di motel ognuno starà con i rispettivi partner!»
proruppe Jessica. Scoppiarono a ridere e salirono sulle auto.
«Quindi… direi che a questo punto zio Stefan rientra tra le persone a cui fare le mie domande giornaliere!»
esclamò la ragazza.
«Non ci provare neanche! Hai perso ogni diritto di fare domande, vista la trappola in cui mi hai cacciato!»
la riprese Damon. La ragazza chiuse la bocca mettendo il muso, si appoggiò allo schienale del sedile posteriore, guardò fuori dal finestrino e disse in tono greve:
«Bel modo di ringraziare! Ti riporto fratello, amici e fidanzata…»
«Jess, non ti ringrazierò mai abbastanza per quello… ma resta il fatto che mi hai preso in giro… per cui il patto è saltato…»
sentenziò serafico il vampiro.
«Beh… dovrete pur parlare! Non avrete intenzione di fare un viaggio muti!»
I vampiri si scambiarono uno sguardo d’intesa e Jessica sbuffò.
Fortunatamente per la ragazza, nessuno tacque. Stefan e Damon si raccontarono vent’anni di vita scoprendosi cambiati e cresciuti. Elena dimostrò la sua gratitudine raccontandole degli altri balli a cui aveva partecipato insieme a Stefan e suo padre.
Le parlò del primo disastroso ballo scolastico, in cui un vampiro la cercava per ucciderla .
Raccontò di un altro ballo, in cui Klaus, nel corpo di Alaric, le diede la caccia e quasi uccise Bonnie; di quello in cui avrebbero dovuto uccidere Klaus e di quello a casa dei Mikaelson, con la lite tra lei e Damon ed il complotto di Esther.
Infine arrivò anche la storia del più doloroso, in cui persero Alaric.
«Direi che i balli non fanno per voi…»
ironizzò.
«Sì, beh… l’ultimo non è andato tanto male…»
ribatté  Elena.
«Agh… ti prego… sei quasi mia madre! Evita questo tipo di commenti!»
La battuta li fece ridere, ma Damon sentì uno strano dolore. Il pensiero che Jessica non avesse una madre a causa sua, tornò a logorarlo. Per il resto del viaggio fu sottotono. Man mano che si avvicinavano a Mystic Falls il senso di colpa aumentava: la figlia avrebbe conosciuto la famiglia a cui l’aveva strappata per più di vent’anni. Non c’era modo di rimediare a quello.
Giunti a destinazione andarono direttamente alla pensione dei Salvatore.
Elena ebbe un brivido al pensiero degli anni passati rinchiusa in quelle cantine, Stefan si sentì a casa e Damon ebbe la sensazione di non essersene mai andato: “ma lo hai fatto… sei uscito da quella porta da solo… e stai tornando con un famiglia” pensò. Jessica rimase colpita dalla maestosità della casa, la visitò tutta con l’espressione rapita di una bambina alla sua prima gita al museo. Quando arrivò nella cantina fissò la cella in cui era stata rinchiusa Elena per 4 anni. Sentì lo stomaco torcersi al pensiero della vampira legata alla brandina che era lì a prendere polvere. Damon la raggiunse e rimase pietrificato, le immagini della sua amata sofferente presero corpo nella sua mente e di nuovo il senso di colpa iniziò a  tormentarlo. Qualcuno intrecciò le dita alle sue, risvegliandolo da quell’incubo ad occhi aperti: Elena era comparsa al suo fianco.
«Non mi farò sconfiggere da questo posto, e non lascerò che sconfigga te… noi!»
disse fiera. Prese anche la mano di Jessica e li trascinò dentro quello spazio umido e ristretto.
«Me lo ricordavo peggio»
commentò. Guardò prima lui, poi la giovane e sorrise: il primo mostro era stato sconfitto.
Tornarono al piano di sopra.
«Tutto ok?»
si preoccupò Stefan. I tre annuirono.
«Allora… cosa facciamo adesso?»
chiese Damon.
«Mi sembra ovvio… prima porterai la tua ragazza da suo fratello… poi porterai me dai miei parenti»
rispose Jessica. Il vampiro si voltò verso Elena che annuì.
«Sono pronta!»
«Posso venire con voi? Casa di mia madre è di strada dopo quella di Jer»
fece Caroline.
«Certo che sì! Ti devo chiedere un paio di cose riguardo a quel Klaus… mi sembra di aver capito che ve la intendevate un po’!»
esclamò la giovane. La bionda sorrise e Damon si premette una mano sulla fronte.
Si incamminarono arrivando ad una grande casa in mattoni rossi e Damon chiese:
«Cos’è successo a casa vostra?»
Le due vampire si guardarono imbarazzate.
«In… in uno dei miei… attacchi… le ho… dato… fuoco…»
spiegò Elena.
Scesero dall’auto ed andarono a bussare alla porta. Aprì una bambina piccola, mulatta.
«Chi siete?»
domandò.
«Devi… tu devi essere Jenna… ciao… io sono…»
«Io lo so chi sei… ho le tue foto  in casa… papà! Papà!»
chiamò a gran voce la piccola. Pochi istanti dopo arrivò sulla porta un uomo alto: ancora riconoscibile, sotto una barba incolta, spuntava il viso di un ragazzino che più d’una volta si era scontrato con Damon. Nel vedere le 4 persone sul portico, l’uomo, spalancò la bocca.
«Hey, Jer…»
salutò con voce tremante Elena. Jeremy superò la figlia e corse ad abbracciare la sorella, la strinse forte ed iniziò a piangere.
«Credevo non ti avrei più rivista! Mi sei mancata così tanto!»
«Jer… anche tu… io… mi dispiace… »
«Non essere stupida! L’importante è che stai bene»
disse sciogliendosi dalla stretta. Rivolgendosi a Damon aggiunse:
«Credo di doverti ringraziare…»
Il vampiro lo guardò confuso, l’uomo si avvicinò e gli tese la mano.
«Hai riportato indietro mia sorella… grazie!»
Sulla porta, richiamata dalla figlia, comparve anche Bonnie.
«Damon… Elena…»
disse in un filo di voce, prima di lanciarsi ad abbracciarli: il secondo mostro era stato sconfitto.
Passarono le successive ore a ritrovarsi. Ascoltarono la storia di Jessica e Damon,e, come sempre, la ragazza conquistò tutti con la sua  verve.
«Elena… io accompagno Caroline a casa e Jessica dai… suoi… parenti. Prima che si faccia troppo tardi. Ti passo a prendere dopo, ok?»
propose il vampiro. Lei annuì e i tre si incamminarono.
«Mia madre sarebbe felice di vederti… perché non entrate un attimo?»
li invitò Caroline.
«Sì! Voglio assolutamente conoscere lo sceriffo!»
si entusiasmò Jessica.
«Non starai cercando di evitare i tuoi, vero?»
la stuzzicò Damon.
«Pfff… non essere ridicolo! Mi hanno aspettata per vent’anni, un’ora in più non cambierà nulla, né a me, né a loro!»
Liz Forbes era invecchiata, ma nel rivedere il vampiro riacquistò una luce che parve eliminare dal viso quegli anni trascorsi. Lo abbracciò forte.
«Care mi aveva detto che ti avevano ritrovato, ma non credevo avrei fatto in tempo a rivederti…»
gli disse, con voce rotta dall’emozione.
Entrarono in casa e Caroline portò Jessica a vedere camera sua. Damon trovò quell’improvvisa amicizia sospetta ma non ebbe tempo di approfondire.
«Allora… cosa ti offro?»
chiese la donna.
«Qualcosa di forte… di molto forte!»
«Uh… c’entra per caso la ragazza che è venuta con voi, Jessica?»
«Liz… ti confesserò un crimine…»
«Damon, sono in pensione da anni…»
«Meglio per me…»
Liz si sedette accanto all’amico e lo ascoltò raccontare della sua ultima notte a Mystic Falls vent’anni prima. L’ex sceriffo ascoltò rapita ogni parola e quando lui terminò, inclinò la testa e disse:
«Rose Lea Smith… chi l’avrebbe mai detto…»
«Beh… potevi immaginarlo… insomma, io ero sparito e una donna era morta dissanguata…»
Lei lo guardò confusa.
«Di… di cosa… che stai dicendo?»
«Di sua madre… l’ho uccisa… l’ho… sbranata… ho ucciso la madre di quella ragazza… io… io le ho rovinato la vita…»
ribadì lui. Liz si alzò e si allontanò, lasciandolo solo per qualche minuto. Tornò con una scatola marrone stretta tra le braccia.
«Questo è il caso “route 126”, questo il fascicolo della vittima. Ally Jane Smith era una drogata in crisi post-partum. Tentò il suicidio in più di un’occasione: la sera in cui è morta, era andata a farla finita. Aveva deciso di portare con sé la figlia, di soli 11 mesi. Non so cosa credi di aver fatto… ma noi abbiamo trovato la donna in fondo ad un dirupo, morta per il volo di 322 metri… credevamo la bambina fosse morta con lei, ma, non avendo trovato il corpo, sua zia e suo padre non hanno mai perso le speranze…»
«Ma… il giornale… parlava di… nel giornale… c’era un attacco da parte di animali, parlava di un omicidio…»
«Ally Jane Smith, figlia di Robert Gale Smith, della “R.G. Industries”… un magnate dell’alta finanza nonché membro del Consiglio di Mystic Falls… credi avrebbe permesso ai giornali di rovinare la sua immagine facendo pubblicare la storia della figlia, pecora nera e drogata, morta suicida? Ha pilotato la notizia in modo tale che, né la sua azienda, né il suo posto nel Consiglio fossero a rischio… non so cosa ricordi tu… ma non hai sicuramente rovinato l’esistenza a quella ragazza… l’hai salvata da morte certa… ecco, leggi…»
L’ex sceriffo allungò a Damon una lettera stesa dentro una busta di plastica trasparente.
 
Cari papà, Sean e Diana,
io ci ho provato… lo giuro. Ma non posso, io non ce la faccio. Questo mondo è un posto orribile, porta solo dolore e sofferenza… io non resisto! Non ne posso più… e la piccola Rose sorride ingenua, lei non sa! Non sa che mostri ci sono là fuori! Io la devo salvare! Le devo impedire di venire divorata! Perdonatemi… devo salvarla… devo salvarmi!
Addio,
A.J.”
 
Il vampiro rilesse quelle poche righe più volte, la mano iniziò a tremargli e la sua mente iniziò a ripercorrere quella notte. Gli era già capitato di vedere quel film, un vecchio horror in bianco e nero, ma in quel momento, le immagini erano nitide e a colori…
 
Damon si fermò di colpo, cercando di capire cosa fare. Scese dalla macchina e ripensò ad una notte di molto tempo prima, in cui uccise un’innocente, solo perché si era fermata a soccorrerlo. Si sdraiò sul battistrada ed attese di non sentire più dolore.
Arrivò una macchina grossa, scura. Si fermò poco distante, attirando la sua attenzione. Due gambe femminili scesero dal pick-up, lui le osservò muovere passi incerti. La donna piangeva e farfugliava qualcosa, ma non capì cosa. Mise a fuoco l’immagine e la figura sembrava portare qualcosa in braccio, la osservò camminare fino al parapetto, tese l’orecchio e cercò di capire cosa stesse dicendo:
«M-m-mi di-i-ispia-ace… R-Ro-se, piccola mia… v-vedrai… la tua mamma ti salverà… sa-a-rà me-e-glio c-così…»
Con chi parlava? Chi era Rose?
Il vampiro capì le sue intenzioni e desiderò poterla seguire nel suo gesto… ma lui si sarebbe salvato. Il pensiero che quella donna sarebbe morta lo fece sollevare e correre veloce da lei.
«Hey! »
la chiamò. La donna si voltò di scatto facendo volare nel vento i suoi capelli ricci. Due grandi occhi verdi, disperati, vuoti, lo fissarono.
«Io… devo salvarla, capisci? Io… non posso permetterle di conoscere i mostri!»
disse la donna. Damon non capì di chi stesse parlando finché il fagotto che lei stringeva tra le braccia, non fece rumore. Guardò meglio e scorse una manina che spuntava dalle coperte.
«Hey! Andiamo! Non puoi farle questo!»
«E dovrei permettere al mondo di farle di peggio? Credimi… starà meglio… le risparmierò il dolore…»
«Oh … ne so qualcosa di dolore… la vita fa schifo… ma non puoi negarle l’opportunità di averne una migliore… non puoi privarla di questa opportunità! Andiamo… torna indietro…»
La donna chiuse gli occhi e si preparò a spiccare il volo, il vampiro scattò e riuscì ad afferrare la bambina un attimo prima che la donna si lanciasse nel nulla. Rimase immobile mentre la notte inghiottiva la sconosciuta. Una mano piccola gli si posò sul viso, lui fissò i suoi occhi di cielo in quel mare di giada e tutto il resto sparì: due orfani del destino.
 
Era così distrutto che si era vietato di considerarsi un eroe. Un eroe non avrebbe avuto motivo di scappare, un eroe sarebbe tornato indietro a dimostrare alla sua dama di valere qualcosa. Lui non poteva, e la sua mente lo trasformò in quello che riconosceva essere il suo vestito più adatto: un mostro.
«I-io… i-io… c-come…»
balbettò.
«Hai visto? Non mi hai rovinato la vita… mai…»
La voce di Jessica, giunse alle sue spalle. Si girò e la vide poggiata contro lo stipite della porta. Il viso di lei era bagnato dalle lacrime, ma continuava a sembrare felice, più felice.
«T-tu… tu lo sapevi?»
La ragazza scosse la testa.
«No… sapevo che c’era qualcosa… qualcosa di nascosto… ma… io non sono riuscita a scoprire niente… sapevo che qualcosa non tornava nella storia e nelle versioni… e sapevo che dovevo tornare qui per scoprilo… poi… l’altra mattina, quando sono andata con Caroline a far stampare la foto per te ed Elena… è uscito fuori che lei era la figlia dello sceriffo che si era occupato di questo caso. Mi ha detto che ai tempi si lamentava delle insabbiature da parte di… di mio nonno, credo… e mi ha aiutata a portarti qui…»
«E… se… se avessi scoperto che l’avevo uccisa davvero io?»
«Non ti ho portato qui per poterti perdonare… l’ho fatto perché ti perdonassi tu... perché capissi che il destino non si evita… pensa se non avessi incontrato mia madre quella notte… pensa a dove staresti… a dove starei  io!»
scoppiò a piangere.
Lui si alzò e la strinse forte, ancora incapace di metabolizzare quella storia. L’inferno dentro di lui si era spento: terzo ed ultimo mostro sconfitto.
«Quindi… ti devo portare dai tuoi?»
«Li ho contattati tempo fa… ricordi il viaggio che ho fatto in primavera? Sono venuta qui e li ho conosciuti… ho spiegato loro che avrebbero dovuto avere pazienza ma che sarei tornata… ci siamo sentiti ogni giorno da allora e mi stanno aspettando per passare l’estate insieme… starò un po’ con loro… tu hai una fidanzata ed un fratello con cui passare del tempo… »
«Jess…»
«D. l’ho fatto solo per te… per dirti grazie… Ci rivedremo prima di quanto pensi… e ricomincerò a farti venire le rughe!»
«Sono un vampiro… è impossibile!»
«Lo stai dicendo alla ragazza che ti ha restituito una famiglia in meno di una settimana?»
Si sorrisero e si abbracciarono.
Damon ringraziò Liz e Caroline, accompagnò Jessica dai suoi parenti e tornò da Elena. Nel tragitto, la sua attenzione fu catturata da un oggetto.
Ricongiunto alla ragazza, raccontò tutta la storia scoperta a casa di Liz; quando lui terminò lei disse:
«Questo è quello che fai, Damon… tu salvi le persone…»
Lui la baciò teneramente.
«Ti ho preso una cosa…»
disse, consegnandole una scatolina . Elena l’aprì emozionata: all’interno c’era una spilla d’argento, a forma di rosa.
«Questa non diventerà mai cenere…»
Lei lo guardò con occhi  pieni di lacrime e lo baciò.
«Mai… come noi…»
sussurrò lei, abbracciandolo.
«Finché terremo i nostri anelli, almeno…»
scherzò lui.
«ssshhhh…»
lo zittì, poggiando le labbra sulle sue.


 
 ________________________________________________________________________________________________________
 
Family Buisness (Dal 4 aprile)
 
Il telefono di Damon squillò, si liberò dal bacio di Elena e, vedendo il nome di Jessica brillare sul led, rispose:
«Oh! Andiamo! È passata solo un’ora! Non possono essere così noiosi! »
«Ma chi l’avrebbe mai detto… Damon papà…»
disse una voce che riaccese l’inferno del vampiro, bruciandogli l’anima.
«Rebekah…»
sospirò.
   
 
Leggi le 28 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Vampire Diaries / Vai alla pagina dell'autore: VeraNora