Ero stanco, stanco di queste mura, stanco delle urla causate dai Dissenatori, malefici Dissenatori. Ero stanco anche di essere rinchiuso tra queste quattro mura, sporche, quasi più di me.

Un rumore e poi la luce.
Libertà.
Gli occhi bruciano, ma finalmente sono libero, lontano da quei mostri, lontano dal mio vecchio presente.
Ho pensato a molte cose in questi anni, forse troppe cose.
Devo trovare Remus, devo scusarmi con lui, DEVO incontrarlo.

La Stamberga Strillante è proprio come me la ricordavo, proprio come 30 anni fa, o giù di lì, ho perso il conteggio degli anni da quando sono stato rinchioso in quella prigione, ad Azkaban.
I mobili sono impolverati proprio come tutte le pareti e le stanze. E dire che lì, proprio in quell'angolo, nelle notti di Luna piena, ci mettevamo tutti, anche quel pidocchio, intorno a Remus per "placare" la sua trasformazione, era proprio lì che cercavamo di calmarlo, di fargli sentire che c'eravamo, che eravamo accanto a lui.
Sì, c'eravamo, ora siamo rimasti solo io e lui e... e... e quell'altro. Non voglio pensare a lui, ora, in questo momento ho solo bisogno dell'unico "amico" che mi sia rimasto.
"Sirius" la sua voce risuona nelle mie orecchie, dolce e calda, mi è mancata la sua voce, finalmente riesco a sentire una voce amica.
"Remus, perdonami" l'unica cosa che riesco a dire, volevo scusarmi della mia assenza, volevo scusarmi dei miei errori, del fatto che non gli avevo spiegato niente, che non lo avevo reso partecipe della mia folle idea.
"Shhhh" si mette un dito sulla bocca per farmi cenno di stare in silenzio, mi abbraccia e sento la passione che mi divora. Non vedevo un viso da mesi ormai, l'isolamento mi aveva fatto male e ora questo contatto... Mi sale un brivido lungo la schiena. Ricambio l'abbraccio e lo stringo più forte.
"Mi sei mancato amico mio" mi dice, mi allontano da lui e, dopo aver preso fiato, decido di raccontargli tutto quello che non sa, Peter, il segreto, la vita ad Azkaban, i miei pensieri riguardo la nostra amicizia. Sì, ho deciso, glielo dirò, glielo devo dire, è il momento giusto.

"Remus" mi guarda, mi fa cenno di sedermi sull'unico tavolo della stanza che resta ancora in piedi. Mi appoggio solamente e lo guardo negli occhi. Lo guardo e mi volto, non ci riuscirei, sono instabile, potrei dirgli cose che non vorrei che sapesse, che neanche immagino di pensare. Non posso.
"Sì, Sirius?" mi guarda e non so che fare, mi sento una di quelle babbane che vedevo in televiosione quando ero adolescente.
"Lo cattureremo, vedrai, gliela faremo pagare" mi disse, cercando di rassicurarmi.
"Lo ammazzerò con le mie stesse mani, lo giuro" la passione e l'odio si era unite dentro di me, ero un misto di emozioni diverse e contrastanti. Emozioni diverse per due persone diverse che, unite, fanno di me quello che sono ora, ovvero nulla. Nulla perché ancora non le ho fatte uscire, ancora non gli ho dato vita.
"Sirius, i tuoi occhi bruciano... di cosa?"
Alle parole di Remus la passione scavalcò l'odio e si fece avanti.
"Di questo" dissi per poi avvicinarmi a lui e lasciargli un bacio pieno di odio per Peter, ma avvolto di passione per lui. L'uomo che ho desiderato vedere ogni giorno della mia vita da quando mi hanno rinchiuso ad Azkaban.

NdA: ho voluto descrivere il primo incontro tra i due dopo che Sirius riuscì ad evadere da Azkaban.
E' la prima Remus/Sirius che scrivo, ma soprattutto è la prima volta che scrivo qualcosa su Sirius, quindi l'OOC è scontato, anche se ho cercato di rimanere IC facendo risaltare anche l'odio che ha maturato, nel corso degli anni ad Azkaban, per Peter.