Serie TV > Angel
Segui la storia  |       
Autore: PrincesMonica    03/10/2007    2 recensioni
E' la prima FF di una serie di tre. Piccola conversazione di Wesley con una Faith in coma dopo i fatti di “Graduation Day”.
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Wesley Wyndam-Pryce
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CONVERSATION WITH FAITH'S PEOPLE

La chiesa l'accoglieva in silenzio, con la candele che spandevano la loro luce dorata in pochi selezionati angoli. Era l'unico posto dove lei potesse andare, nessuno l'avrebbe altrimenti capito e non giudicato. Nessuno. In fondo Faith sapeva benissimo di essere sola al mondo. Aveva lasciato Boston senza rimpianto, suo padre non sapeva neppure chi fosse e sua madre era una povera alcolizzata dimentica di avere una figlia da crescere, quindi che starci a fare?
Sinceramente aveva sperato che diventare Cacciatrice l'aiutasse ad avere qualcuno che si preoccupasse di lei, ma la sua Osservatrice era morta ancora prima di poter iniziare qualcosa di buono. E poi Sunnydale, l'ennesima delusione. Aveva trovato Buffy ed era stato favoloso, perchè lei poteva capire sul serio quello che ogni giorno passavano.
Solo che qualcosa si era incrinato.
Ed era per questo che era entrata in chiesa, voleva parlarne con qualcuno che avrebbe mantenuto il più stretto riserbo e anche che non le spillasse 100 dollari a seduta. Si sedette su uno dei banchi vicino al confessionale: aveva visto la tendina muoversi, dimostrando che ci fosse qualcuno già a colloquio. Avrebbe aspettato il suo turno. Fece uscire dalla tasca la collana che aveva trovato al polso al suo risveglio. La pietra rossa brillava cupamente mandando riflessi porpora sulle dita, grazie alla luce delle candele. L'argento le dava un'idea di antichità che le piaceva: non aveva mai avuto in mano qualcosa di così prezioso, fragile e delicato. Le si strinse il cuore al pensiero di Wesley, perchè sapeva che glielo aveva regalato lui.
Era anche per lui che ora era seduta lì in attesa di essere ascoltata e perdonata, perchè, in realtà, era questo quello che Faith voleva di più.

Finalmente dalla cabina uscì una vecchina facendosi la croce tre volte in velocità supersonica. Faith si alzò ed entrò, tirando la tendina.

“Mi perdoni, Padre, perchè ho peccato.” Disse con voce incerta. Stava ancora pensando se fosse la cosa giusta da fare, ma quando il prete parlò, si disse che ormai era fatta.

“Che cosa hai fatto, figliola?”

Faith prese un grosso respiro.

“E' una lunga storia. Io...” iniziò tentennando “Io ho fatto cose molto cattive, ma inizialmente non volevo. Sono venuta a Sunnydale pensando di cambiare la mia vita, pensando di poter non essere più sola. Per un po' è stato così, ho trovato una ragazza che mi capiva perchè...uhm... diciamo che ha subito le stesse situazioni. Speravo di poter avere con lei un rapporto unico, di diventare quasi sorelle, ma lei aveva già un mondo tutto suo, degli amici che le volevano bene, qualcuno che si prendeva cura di lei. E allora mi sono detta...Perchè io non posso averli come li ha lei?” Si passò una mano tra i folti capelli, poi riprese a parlare.

“Adesso capisco che non posso pensare di prendere il posto di una persona, ma allora ho sbagliato. Volevo essere come lei...meglio di lei, imponendomi agli altri. Poi un giorno da Londra è arrivato un uomo e io, stupidamente, non mi sono affiancata a lui, quando lui era arrivato per me. Capisce, padre? Solo per me. Oh certo, non è che sia tutta colpa mia, lui si è approcciato a me come se fossi una bambina e in maniera assolutamente inadeguata, però io ce ne ho messo del mio.” Sbottò infine.
Il prete stava cercando di immagazzinare al meglio le notizie che lei gli dava, ma ogni tanto perdeva il filo.

“Figliola, posso sapere il suo nome.”

“Faith.” Il prete sorrise per l'ironia della cosa: la Fede che veniva a chiedere il Perdono.

“E come è finita con questo uomo, Faith?”

“Ho fatto del male anche a lui, padre. L'ho trattato come se fosse della spazzatura, come se non valesse nulla. L'ho tradito, l'ho allontanato e lui? Lui mi ha regalato un oggetto bellissimo, pensando che la colpa fosse sua.” Sospirò. “Io ero in coma fino a tre giorni fa. Sono stata pugnalata e cadendo dal tetto ho sbattuto contro un camion. Sono viva solo perchè ho i poteri della Cacciatrice in me.”

“I poteri di cosa?” domandò il prete trasecolando.

“Per ogni generazioni una ragazza si erge contro le forze del male. Lei è la Cacciatrice. Io sono una delle due Cacciatrici. Buffo no? Pensavo di essere unica e invece me ne ritrovo una più unica di me, Buffy, irraggiungibile, nel bene e nel male. Capace di far innamorare di se il vampiro più sanguinario degli ultimi due secoli e di uccidere tutti gli altri della stessa razza. Mi scusi, credo che siamo usciti dal discorso fondamentale.” Il parroco era sbiancato e decisamente scioccato da quello che la ragazza gli aveva detto. Qui bisognava chiamare l'ambulanza, mi sa che il coma le ha fatto male, pensò silenziosamente tra se.

“Io avrei dovuto combattere per il bene. “Continuò imperterrita Faith, che ormai aveva rotto gli argini e si sentiva come un fiume in piena. “Invece ho usato il mio potere per far del male. Ma era così inebriante sentire che scorreva in me. Ho ucciso un uomo innocente, anzi, due, e l'ho fatto con il canto nel cuore. E ora le loro facce mi appaiono di notte puntandomi il dito contro ed urlandomi che l'unica cosa che vale per me, è l'inferno.” una piccola lacrima solcò la guancia pallida di Faith. “Ma io ho bisogno di credere che se non sono morta, se mi sono risvegliata è perchè posso avere una seconda possibilità di fare qualcosa di buono.”

“Ah sì?” domandò il prete con voce piccola. Si era spaventato quando la ragazza le aveva confessato i suoi omicidi.

“Sì. Nessuno può collegarmi ai due assassini, quindi sono libera, di fatto, dalla legge, ma non dalla mia coscienza. L'unico modo che ho per ripagarli è migliorare. E diventare la Cacciatrice che dovevo essere.”

“E come pensi di fare?”

“Troverò Wesley e farò in modo che lui possa essere fiero di me.” il prete trasecolò.

“Wesley? E lui chi è?”

“Il mio osservatore...gliene ho parlato primo, l'uomo di Londra. Oddio, uomo, ragazzo...è abbastanza giovane e appetibile.” e ridacchiò pensando alla reazione che il prete davanti a sé aveva avuto, poi tornò seria. “E' per lui che sono venuta qui. Anche Wes era in ospedale con me. Prima di andarsene è venuto a salutarmi, ma io ero in coma. Mi ha lasciato una collana splendida. Mi ha detto un'infermiera che era stato lui, dicendomi, oltretutto, che me l'aveva data come portafortuna. Capisce padre, io non sono meritevole di lui, ma voglio diventarlo, perchè lui è l'unico che dopo tutto il casino che ho fatto, ha creduto in me e io non voglio che si penta della sua scelta.” Il parroco si passò un fazzoletto sulla fronte. Quella conversazione lo stava stremando.

“E dove si trova questo Wesley?” Faith sorrise.

“Non lo so, ma cercarlo sarà un passo importante per la mia riabilitazione. Voglio essere la sua Cacciatrice!” E questo lo giurò a se stessa e a Dio che la stava di sicuro guardando, visto il luogo dove si trovava.

“Credo che se le tue parole sono sincere e la tua coscienza anche, lo troverai senza problemi. Il Signore perdona, piccola, è misericordioso. Ti assolvo dai peccati, Faith, cerca di non tornare a tracciare la stessa perigliosa strada.” E così dicendo fece il gesto della croce. “Recita dieci Padre Nostro e dieci Ave Maria, poi vai in pace.”

“Grazie padre.” Faith uscì dal confessionale decisamente rinfrancata dalla chiacchierata appena avuta. Parlare con quel tipo l'aveva aiutata a focalizzare alcuni punti fondamentali, primo fra tutti, la voglia di trovare Wesley. Appena aveva visto la collana e parlato con l'infermiera pettegola, aveva capito che tra loro due c'era qualcosa di più forte che li legava, una specie di filo che li univa. Lei doveva solo, pian piano, raggomitolare quel filo fino ad arrivare a lui. Si sedette sul primo banco e iniziò a declamare a bassa voce quello che il parroco le aveva imposto, poi si alzò ed andò davanti al piccolo altare dedicato alla Madonna. Lei la stava guardando con il suo sguardo benevole di madre e questo parve rasserenare Faith, che prese una candela e la accese, promettendo che avrebbe fatto qualsiasi cosa per non sbagliare strada durante la sua redenzione.
Silenziosamente si mise al collo la collana che Wes le aveva regalato: ora che aveva fatto penitenza e che aveva tracciato il suo destino, si sentiva meritevole di indossarla e giurò che non se la sarebbe tolta fino a quando non lo avesse trovato.
Ora Faith sentiva di non essere più un'anima sola, ma di avere qualcuno, anche se solo in spirito, accanto.
Uscì dal
la chiesa e venne accolta dagli ultimi raggi di sole che tingevano il cielo e la città di arancione. Respirò a pieni polmoni l'aria insolitamente pulita dovuta ai recenti acquazzoni e si sentì stranamente felice, forse come non lo era da anni.

“Faith!” Si voltò quando sentì il parroco che la chiamava: aveva una tonaca marrone con il cappuccio, la classica chierica e lo sguardo preoccupato.

“Sì, padre?” domandò incuriosita. Non gli era bastata tutta la conversazione fatta fino a poco prima?

“Come farai a cercare questo Wesley?” Lei sorrise.

“Non lo so, ma il mio senso di Cacciatrice mi dice che mi ci vorrà una moto.”

FINE
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Angel / Vai alla pagina dell'autore: PrincesMonica