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Autore: chiaretta78    19/03/2013    1 recensioni
Emma è andata a trovare Manuela in Irlanda e si trova a Dublino proprio nei giorni in cui i Loaded sono in tour da quelle parti. Non ha il biglietto per il concerto, ma riuscirà non solo ad entrare, ma addirittura a finire nel backstage e realizzare il sogno di una vita: conoscere Duff McKagan.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Duff McKagan, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Emma e Duff fecero solo un paio di passi però, perché la ragazza iniziò a far resistenza e a tirare il ragazzo per fermarlo.
"Aspetta Duff!! Fermati!" Il musicista non dava segno di fermarsi, forse pensando che Emma stesse avendo un altro ripensamento. "Michael fermati, per favore!"
Duff si bloccò di colpo. L'aveva chiamato Michael... poche persone lo facevano e gli dava sempre un senso di familiarità e confidenza con loro.
"Che c'è?"
"C'è che innanzi tutto sto congelando e ho bisogno del mio cappotto e poi se devo andare all'ospedale avrò sicuramente bisogno della mia borsa e dei miei documenti, non credi?"
Duff rimase un attimo in silenzio, perplesso. Cavoli, aveva ragione! Aveva seguito il suo istinto come al solito, senza ragionare...
"Ok, non ti muovere, torno subito."
Il ragazzo corse dentro al Temple Bar, senza nemmeno sentire le lamentele di Emma.
"Ma io qui congelo!!"
In pochi minuti Duff arrivò dagli altri e non gli diede nemmeno il tempo di parlare.
"Dammi il cappotto e la borsa di Emma per favore." Si guardò in giro, cercando Manuela. "Dov'è la sua amica?"
Jeff gli passò la roba di Emma.
"E' da qualche parte con Isaac, hanno detto che andavano a ballare, ma non mi stupirei se li trovassimo a pomiciare da qualche parte nel locale."
Lui e Mike sghignazzarono all'idea, ma smisero immediatamente quando videro l'espressione seria di Duff.
"Ok, devo portare Emma all'ospedale, il braccio le fa molto male. Vi chiamo più tardi per aggiornarvi, ok? Dite alla sua amica che sta bene e la riporterò io all'hotel. Devo scappare ora."
E senza dargli nemmeno il tempo di rispondere, Duff sparì nel giro di pochi secondi.
Jeff si girò verso Mike, allibito.
"A volte mi piacerebbe potergli dare un bel pugno in faccia per farlo stare fermo dieci secondi e ascoltare anche gli altri."
"Già... ma non sarebbe una grande idea, perché lui ti prenderebbe a calci nel culo due secondi dopo con qualche mossa alla Kung Fu Panda! UA-TA!"
E Mike si mise improvvisamente a fare delle mosse di kung fu, facendo scoppiare a ridere Jeff e qualche gruppetto di amici lì intorno.
Duff raggiunse Emma e le diede il cappotto, aiutandola a indossarlo.
"Grazie a Dio, pensavo che mi sarei presa una polmonite!"
"Mi spiace, a volte non penso e agisco, una delle mie debolezze. Andiamo ora."
I due ripresero a camminare finché non arrivarono alla macchina. Duff l'aiutò a sedersi e poi salì in macchina.
Emma cercò di mettersi la cintura, ma usando solo la mano sinistra era quasi impossibile.
"Aspetta, te la metto io."
Duff si avvicinò a lei e afferrò la cintura, trovandosi così a pochi millimetri dal suo viso. Emma si girò contemporaneamente verso di lui e i due rimasero qualche secondo immobili a fissarsi negli occhi.
Duff poteva sentire chiaramente l'odore della sua pelle e dei suoi capelli e percepiva il respiro di Emma, leggermente accelerato, sul suo viso. Si avvicinò ancora di qualche millimetro, lo sguardo ora catturato dalla bocca leggermente socchiusa della ragazza.
Ma a che diavolo stava pensando, porca miseria?!
Si scostò velocemente da lei e le allacciò rapidamente la cintura, distogliendo lo sguardo dal suo.
Merda, Jeff e Mike avevano ragione, non stava con una donna decisamente da troppo tempo se sentiva certi istinti in un momento come quello, con Emma sofferente e bisognosa di cure ospedaliere!!
Mise subito in moto la macchina e afferrò il cellulare, cercando le indicazioni per arrivare all'ospedale più vicino.
Il cuore di Emma era a mille. Aveva pensato per un micro secondo che l'avrebbe baciata!! Doveva essere pazza però, doveva essere il dolore che le oscurava la mente o le stupidate di Jeff che l'avevano confusa, perché era assolutamente impensabile che Duff McKagan, quel Duff McKagan, potesse seriamente essere interessato a lei e baciarla!
Sì, doveva essere il dolore.
Guidarono fino all'ospedale in totale silenzio, entrambi troppo imbarazzati dal momento di prima per parlare.
Duff parcheggiò e finalmente si decise a spezzare quel silenzio assordante.
"Eccoci qua. Andiamo."
Scese dalla macchina e andò ad aprirle la portiera, per aiutarla.
"Signorina..."
Emma gli sorrise e uscì dal veicolo, guardando l'edificio davanti a lei con una certa apprensione.
La voce di Duff la distolse dalle sue preoccupazioni.
"Non preoccuparti, andrà tutto bene."
Emma lo guardò mentre le sorrideva, nel tentativo di rassicurarla, e annuì cercando di convincere anche se stessa.

Nel frattempo Manuela e Isaac tornarono dai ragazzi tenendosi per mano e sorridendosi complici.
Manuela si accorse subito dell'assenza di Emma e iniziò a preoccuparsi.
"Dov'è Emma?"
Jeff le sorrise e cercò di parlare il più lentamente e chiaramente possibile, considerando che l'inglese della ragazza non era decisamente lo stesso di Emma.
"Duff l'ha portata al pronto soccorso perché le faceva di nuovo male il braccio. Non so di più, ma ha detto che avrebbe chiamato al più presto per aggiornarci."
*"Oh cavoli!! Aspetta che la chiamo io!!"*
I tre ragazzi si guardarono confusi, non capendo una parola di quello che aveva appena detto. La videro afferrare il cellulare e Jeff le impedì di fare il numero.
"Aspetta, potrebbe essere coi dottori ora. Chiamo io Duff, ok?"
Manu fece cenno di sì con la testa e Jeff fece il numero di Duff.
"Ehi man che succede?"
"L'amica di Emma è preoccupata e vorrebbe parlare con lei, è ancora con te?"
"Sì, abbiamo appena lasciato i suoi dati e ora stiamo aspettando che qualcuno la chiami. Le passo il mio telefono allora."
Emma e Manuela videro i due ragazzi passare loro i cellulari e capirono immediatamente cosa stesse succedendo.
*"Pronto? Manu?"*
*"Emma!! Che cavolo è successo?! Come stai?? Dove sei??"*
*"Calmati Manu! Va tutto bene, ok? C'è stato un piccolo incidente quando sono andata in bagno e Duff per fortuna era da quelle parti e mi ha aiutata, solo che il braccio mi stava uccidendo e così ha voluto a tutti i costi portarmi qui. E' tutto ok però, va bene? Goditi la serata e non preoccuparti, appena mi hanno visitato ti mando un sms, così ti tranquillizzi. Poi mi faccio portare da lui in albergo, così non devo nemmeno prendere il taxi. Come procede lì? Si è dato una svegliata il piccoletto?"*
*"Diciamo che con una piccola spintarella ce l'ha fatta!!"*
Le due ragazze scoppiarono a ridere.
*"Bene, sono contenta. Goditi la serata per benino allora, e non distruggerlo, ok? E' giovane e fragilino, non vorrei lo uccidessi!!"*
*"Scema!! Si vede che stai meglio se dici ste cretinate. Tu piuttosto vedi di approfittare della situazione e fatti fare un po' di coccole, visto che stai male... "*
*"Ok, adesso riattacco!! Scema che non sei altro... Ci sentiamo dopo."*
*"Va bene, ciao."*
Attaccarono e restituirono i cellulari ai legittimi proprietari.
Duff prese il telefono e lo mise via.
"Si è tranquillizzata?"
"Sì... direi di sì."
Emma sorrise pensando che la sua amica era sicuramente più calma per quel che riguardava lei, ma allo stesso tempo era più agitata all'idea di come avrebbe passato la notte.
Duff notò il suo sorriso, un po' malizioso, e non riuscì a tacere.
"A cosa stai pensando?"
"Perché?"
"Perché stai sorridendo in un modo particolare... Cosa bolle in pentola?"
Emma sorrise nuovamente.
"Sono solo felice per Manu perché passerà sicuramente una bellissima notte con il tuo amico e fidati, se lo merita davvero."
Emma rimase in silenzio per qualche secondo, persa nei suoi pensieri. Poi riprese a parlare.
"Ha passato un'estate terribile... Il suo compagno è morto in un incidente e da allora cerca disperatamente di rimettere insieme i pezzi della sua vita. Ecco perché sono qui. Aveva bisogno di me e così ho preso il primo volo per Dublino che sono riuscita a trovare. E' stata molto dura starle accanto in questi mesi... vederla soffrire in quel modo... Ecco perché sono felicissima di sapere che in questo preciso momento sta sorridendo grazie a Isaac e almeno per qualche ora non penserà ai suoi demoni e ai suoi problemi."
Duff aveva ascoltato in religioso silenzio le parole di Emma.
"Mi spiace davvero per lei... ma è fortunata ad avere un'amica come te. Non so quante persone avrebbero preso un aereo per passare qualche giorno con un'amica in difficoltà. Gli amici così sono preziosi, io ne so qualcosa."
Duff le sorrise con uno sguardo pieno di rispetto nei suoi confronti e lei arrossì leggermente.
"Grazie, ma non credo di aver fatto niente di pazzesco. L'amicizia per me è una cosa seria. E credimi, non è facile essere mio amico, perché se è vero che do il cento per cento, è vero anche che pretendo moltissimo. E in più non ho esitazioni nel cancellare le persone dalla mia vita se mi feriscono. Insomma, non sono di certo una santa."
Duff stava per commentare, ma un'infermiera improvvisamente chiamò il nome di Emma.
La vide impallidire immediatamente e non poté fare a meno di sorridere, trovandola davvero tenera in quel momento.
Le mise una mano sulla sua e la strinse leggermente.
"Tranquilla, andrà tutto bene. Vuoi che venga con te?"
Emma lo guardò con uno sguardo spaventato.
"Lo faresti davvero?? Perché magari non capisco cosa mi dicono o faccio qualche casino e mi sentirei davvero più tranquilla se ci fossi tu."
"Certo che vengo, scherzi? Dai, andiamo prima che quel colosso di infermiera si innervosisca perché la stiamo facendo aspettare!"
E fattole l'occhiolino, la prese per mano e la accompagnò dentro.

Non appena Manuela restituì il cellulare a Jeff, Isaac le si avvicinò.
"Come sta?"
"Devono ancora controllarle il braccio, ma mi sembrava che stesse bene."
Gli sorrise e lui le prese subito la mano, rispondendo al sorriso.
"Bene, mi fa piacere sentirlo. Comunque è in buone mani con Duff, non preoccuparti."
Manu annuì e seguì con lo sguardo la sua mano raggiungere la bocca di Isaac per un dolce bacio.
Il ragazzo la guardò con uno sguardo diverso dal solito e si avvicinò al suo orecchio, per farsi sentire solo da lei.
"Cosa ne pensi di andarcene da qualche parte solo noi due?"
"Direi che è un'idea magnifica."
Isaac si alzò con un mega sorriso sul volto e le diede il cappotto prima di spostarsi vicino ai due amici.
"Scusate ragazzi, ma vi lasciamo soli. Sono certo capirete..."
Jeff gli diede una pacca sul braccio.
"Certo che capiamo, amico. Ricordati però quello che ti ho detto sul fatto che le nostre stanze siano comunicanti, ok?"
I due chitarristi si misero a ridacchiare e Isaac scosse il capo, cercando di sembrare seccato.
"Siete senza speranza ragazzi! Ci vediamo domani."
Jeff e Mike salutarono anche Manuela con un cenno della mano e la coppietta sparì alla svelta dal locale.
Mike afferrò il suo boccale di birra.
"Beh amico mio, siamo rimasti noi due. Salute a noi!!"
"Salute!"
E fatti scontrare i bicchieri, i due ragazzi buttarono giù una bella sorsata di birra.

Dopo mezz'oretta Emma e Duff uscirono finalmente dall'ospedale e si diressero verso la macchina.
Emma ad un certo punto si sfiorò la fasciatura che le avevano appena fatto. Era andata molto meglio del previsto, visto che aveva solo una micro frattura all'ulna, niente di cui preoccuparsi e soprattutto un qualcosa che sarebbe guarito da solo in un tempo relativamente breve.
Duff si accorse del gesto della ragazza, mentre le apriva la portiera.
"Ti fa ancora tanto male?"
Emma alzò lo sguardo su di lui, che la guardava un po' preoccupato.
Era stato un angelo prima, con lei. Le era stato vicino quando i dottori le avevano ovviamente fatto male visitandola ed era stato estremamente discreto quando alcune lacrime erano uscite, prepotenti, dai suoi occhi.
Inoltre era stato effettivamente molto utile, perché aveva ascoltato i dottori e l'aveva aiutata con qualche domanda che non aveva capito alla perfezione.
Insomma, un vero sostegno e un vero gentleman.
Gli sorrise, per rassicurarlo.
"Un pochino, ma gli antidolorifici stanno decisamente funzionando. O forse è la fasciatura, chi lo sa."
"Bene... perché stavo pensando... se non sei troppo stanca o non hai troppo male... che potremmo andare a mettere qualcosa sotto i denti, visto che nessuno di noi ha ancora mangiato, se non sbaglio."
Emma rimase a fissarlo senza sapere cosa dire. L'aveva appena invitata a cena o se l'era immaginato??
Duff interpretò quel silenzio come un disperato tentativo di trovare una scusa per dire di no.
"Se non vedi l'ora di tornare in albergo lo capisco, non preoccuparti, davvero! A volte non penso prima di parlare, scusami. E' ovvio che tu sia provata da quello che è successo oggi e in più ti staranno anche scendendo i nervi, quindi ti sentirai esausta e io cosa faccio?? Ti propongo di stare fuori ancora e fare chissà che ora... "
"Duff, non preoccuparti, sto bene, mi fa piacere."
"A volte so proprio essere uno stupido, non so cosa dirti! Lascia perdere, fa come se non avessi detto niente, ok?"
"Duff?!"
"Ora ti porto subito in albergo, roba di pochi minuti e ci siamo, va bene?"
"Duff!!"
Il ragazzo rimase un attimo perplesso per la veemenza con cui lei lo aveva chiamato.
"Ma hai sentito quello che ti ho detto?? Va bene, mi fa piacere, anzi, sto letteralmente morendo di fame! Quindi andiamo."
"Oh... ok... scusa... mi sono lasciato prendere... ok, andiamo."
E con un mega sorriso, l'aiutò a salire in macchina e poi si mise al suo posto, accendendo il veicolo.
"Fantastico... ma dove andiamo?"
Emma lo guardò sorridendo.
"Non ne ho la minima idea! Non conosco affatto Dublino, quindi non posso aiutarti."
"Ok, vediamo... "
Duff prese il cellulare e si mise a cercare su internet qualche posticino carino, ma semplice, dove andare. Non sapeva nemmeno lui perché, ma voleva che la serata fosse perfetta e Emma si trovasse a suo agio e si rilassasse come si deve.
Dopo qualche minuto di vane ricerche, il ragazzo ebbe come un'illuminazione. Potevano andare in quel ristorantino carino abbastanza vicino all'albergo che avevano visto la sera prima coi ragazzi... Sembrava d'atmosfera e allo stesso tempo non eccessivamente lussuoso. Sì, perché no? Era proprio l'ideale!
"Ok, ho trovato. Aspetta che ti aiuto con la cintura."
Duff si trovò per la seconda volta a pochi millimetri dal viso di Emma, la quale arrossì immediatamente per quella vicinanza.
Forse per il tempo che avevano passato insieme, forse per l'esperienza che avevano appena condiviso, fatto sta che questa volta non riuscì a resistere e le sfiorò lievemente il viso, mentre con lo sguardo passava dai suoi occhi alla sua bocca.
Emma sentì il cuore accelerare improvvisamente. Non poteva essere vero, non poteva star succedendo proprio a lei!
"Lo so che non dovrei, che è fuori luogo data la situazione e che sto per combinare un casino di dimensioni allucinanti, ma cazzo io non ce la faccio più a trattenermi! Perciò se devi fermarmi, fallo adesso piccola, perché sappi che sto per baciarti."
Il cervello di Emma a quel punto si azzerò completamente, perdendo ogni facoltà di pensiero e ragionamento.
Fermarlo?! E perché diavolo avrebbe mai dovuto fermarlo?? Era una vita che sognava quel momento!!
Duff non attese un attimo di più e in pochi secondi appoggiò le sue labbra a quelle della ragazza, con delicatezza, come se temesse una sua reazione.
O forse paralizzato dalla paura, visto che era un numero impressionante di anni che non baciava una ragazza che non fosse Susan!
Fu Emma a quel punto a prendere in mano la situazione. Portò la mano sinistra dietro la nuca di Duff e lo spinse a sé, assaporando le labbra del ragazzo con morbidi baci lenti e sensuali.
Duff perse ogni remora e con la lingua le chiese il permesso di entrare, permesso che Emma ovviamente gli concesse al volo.
Le loro lingue iniziarono a incontrarsi e inseguirsi in un bacio sempre più appassionato, finché Duff non si staccò da lei in cerca di fiato.
"Oh cazzo... non ho più l'età per queste cose... mi manca il fiato!!"
Emma si mise a ridacchiare, vedendo la sua faccia quasi imbarazzata.
"Io dico che te la cavi benissimo... lascia giudicare a me..."
E senza lasciarlo ribattere, catturò nuovamente le sue labbra con le sue, facendolo perdere di nuovo in un bacio passionale che avrebbe tolto il fiato a chiunque, a prescindere dall'età.


 



  
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