Anime & Manga > Suzumiya Haruhi no yūutsu
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Autore: DistantJohn    20/03/2013    2 recensioni
Per evitare di doversi trasferire, Kyon ottiene la possibilità di abitare a casa di Haruhi. Sapendo che questo significherebbe dover conoscere i suoi genitori, Kyon scopre velocemente che la mela non cade lontano dall'albero. KyonXHaruhi
Scritta in origine dall'autore americano JonBob0008, la fiction è ora tradotta completamente in italiano!
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Okay, vi ringrazio di nuovo per il supporto. Ho creato un forum su questo sito (come al solito, l'autore si riferisce all'opera l'originale, e quindi al sito dov'essa è stata pubblicata, N D T). Sentitevi liberi di commentare se vi va. Sono molto contento che Oruki e Naru sono stati ricevuti e considerati bene.
Questo è il capitolo più lungo finora, quindi iniziamo!

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Capitolo 6

Avete mai fatto uno di questi sogni dove fate qualcosa di terribilmente sbagliato oppure qualcosa di orribile accade? E poi per il resto del sogno vi sentite depressi o pieni di vergogna per colpa di quella cosa solo per poi svegliarvi e capire che non era accaduta affatto. Non è la migliore sensazione del mondo?
Ebbi uno di questi momenti la scorsa notte. Sognai di essere nel parco insieme al mio gatto Shamisen. Stavamo parlando, era una bellissima conversazione (il mio gatto aveva ricominciato a parlare) quando improvvisamente mi comparve un badile in mano. Per un qualche motivo, iniziai a scavare in giro fino a creare una buca profonda. Ci misi dentro il gatto e iniziai a sotterrarlo. Dopo che fu completamente sepolto, spesi il resto del sogno sentendomi triste per aver seppellito il gatto. È stato
strano...
Sfortunatamente, il mio momento di sollievo dal sogno non sarebbe arrivato nella comodità del mio letto, ma dalla dolorosa sensazione di qualcosa di duro colpirmi ripetutamente il sedere. Sentii anche qualcosa tirarmi per il colletto. Quando uscii finalmente dal sonno, scoprii che stavo venendo trascinato giù per le scale, senza ombra di dubbio da una certa famosa ragazza.
Haruhi si voltò con sorpresa quando notò che ero sveglio. «Ti ci è voluto così tanto per svegliarti? Cosa diavolo c'è che non va in te?»
Avrei dovuto chiederti la stessa cosa! Trascinarmi giù per le scale in questo momento... e i pantaloni mi stavano cadendo!
Mi ribellai alla presa di Haruhi mentre cercavo di tirarmi su i pantaloni. Fu molto imbarazzante, e il sedere mi faceva parecchio male. Infine mi lascò andare, ma questo ebbe una conseguenza inaspettata. Persi l'equilibrio e rotolai per le scale, trascinando Haruhi con me. Si aggrappò al corrimano giusto in tempo per evitare di rompersi la testa contro il gradino più in basso, ma perse la presa poco dopo e rotolò giù per l'interezza delle scale insieme a me.
Fortunatamente mancavano pochi gradini per arrivare a terra, ma fu comunque parecchio doloroso. Rimasi a terra per il dolore per qualche secondo prima di recuperare tutti quanti i sensi. Fu a quel punto che realizzai che ero esattamente sopra ad Haruhi. Ci guardammo l'un l'altra con imbarazzo. Guardai nel profondo dei suoi occhi e mi sentii perdermici dentro. Credo di averla vista anche arrossire. Rimanemmo così per circa cinque secondi prima che una profonda realizzazione mi colpì alla testa. Probabilmente avevamo fatto un sacco di rumore cadendo sulle scale. Abbastanza rumore per svegliare i genitori di qualcuno in particolare. Se fossero usciti dalla stanza per trovarci in questa posizione provocatoria... mi fermo qua. Il dolore conseguente sarebbe stato talmente grande che stavo già iniziando a sentirlo.
Non appena mi levai di dosso da Haruhi, la stessa si assicurò di sgridarmi per esserle caduto sopra. «Stupido, maldestro Kyon!»
«È stata colpa tua per aver mollato la presa.»
Haruhi mi guardò con astio mentre si alzava. Avevo pensato di aiutarla ad alzarsi, ma avevo cambiato idea quando mi aveva chiamato stupido e maldestro.
Poi vidi con la coda dell'occhio che entrambi i genitori di Haruhi erano usciti dalla stanza, preoccupati dal rumore che avevano sentito.
«Cosa sta succendendo?» chiese Oruki-san.
«State bene?» chiese Naru-san.
«Stiamo bene. L'idiota qui è caduto dalle scale,» disse Haruhi.
Per quanto mi irritasse il fatto che ero io a venire biasimato per quello che era successo, stetti al gioco, sapendo che era comunque meglio che dire la verità. «Già, maldestro me. Scusate se vi ho svegliato.»
«Stiamo bene. Non ti sei fatto male, vero?» chiese Naru-san. Era una così brava persona da farmi venire voglia di dimenticare che era così stramba, ma i foglietti di carta erano ancora appesi per tutta casa per ricordare costantemente di non lasciarsi ingannare.
«Sto bene, mi è successo di peggio.»
Come quello che è successo ieri sera... non lo dimenticherò, nemmeno tra un milione di anni. Se fossi stato qualche secondo più lento prima di alzarmi da Haruhi poco fa, quell'incubo sarebbe tornato moltiplicato dieci volte tanto quella stessa mattina. Ogni tanto è difficile dire se sono fortunato o sfortunato.
I due Suzumiya più grandi scesero le scale se mi camminarono oltre. Vidi uno sguardo d'antipatia provenire dalla direzione di Oruki-san mentre mi passava affianco per poi aprire la porta di casa e prendere il giornale. Mi odiava... mi odiava davvero, davvero tanto...
Poi Haruhi mi sollevò il braccio e lo annusò. «Kyon, puzzi. Quand'è stata l'ultima volta che ti sei fatto una doccia?»
Ora che ci penso, forse era stato il Sabato prima della festa.
Gli occhi di Haruhi si spalancarono. «Disgustoso! Vai di sopra e datti una lavata! Se ti sbrighi, potresti avere ancora tempo per mangiare e vestirti prima che dobbiamo andare!» Poi iniziò a spingermi indietro su per le scale. Ha avuto il coraggio di spingermi su per le scale quando poco fa mi aveva trascinato nella direzione opposta.
Haruhi mi mostrò dove si trovava il bagno e dove tenevano gli asciugamani prima di correre di nuovo al piano di sotto. Entrare in quel bagno era come una finestra su di loro. Notai che c'erano tre set di rasoi, uno visibilmente fatto per uomini, e gli altri due fatti per donne. Quello di Oruki-san era uno di quelli a tre lame che ho sentito dire lavorare davvero bene. Gli altri due erano da donna per le gambe. Uno era rosa, l'altro giallo. Pensai che quello giallo era di Haruhi. Ero sorpreso che Haruhi si importasse di radersi le gambe. Però il pensiero di lei che radeva le gambe... lasciamo perdere quel pensiero.
Quando iniziai farmi la doccia, notai che c'erano anche tre shampoo differenti. Uno era profumato alla lavanda, che credo appartenesse a Naru-san. Ne vidi uno senza profumazione che apparteneva sicuramente ad Oruki-san. Presi quello che sembrava appartenere ad Haruhi, che era profumato alla mela. Decisi di usarlo per lavarmi i capelli. Mi piaceva quel profumo.
Quando ebbi finito, aprii la cassetta dei medicinali per vedere se avevano un deodorante. So che è maleducato usare il deodorante di qualcun'altro senza permesso, ma pensai che non l'avrebbero mai notato. Presi quello che sembrava essere da uomini e l'applicai. Presi un asciugamano e mi ci avvolsi per coprirmi per poi dirigermi verso la mia stanza per cambiarmi.
Quando ebbi finito, tornai in cucina per scoprire che la colazione era pronta. Era una tipica colazione stile western consistente di uova, toast, bacon e perfino pancake, e aveva un profumo grandioso. Mi inchinai a Naru-san per ringraziarla.
«Grazie mille per aver preparato la colazione, Naru-san.»
«Oh, ma non devi ringraziarmi. È stata Haru-chan a preparare la colazione questa mattina.»
Sorpreso, guardai Haruhi, che sembrava essere un po' in imbarazzo.
«È solo che ieri la colazione era davvero orrenda, e... mi andava di fare così, okay?»
Le sorrisi e mi sedetti. «Grazie, Haruhi.»
Arrossì debolmente e guardò altrove. «Sbrigati e basta. Devo ancora prepararmi prima di andare.»
Non riuscii a non notare che Oruki-san aveva abbassato lievemente il giornale per lanciare un'occhiata sia a me che ad Haruhi. Incurvò lo sguardo quando notò l'espressione sul viso di Haruhi.
Disperato di trovare un modo per sembrargli simpatico, gli chiesi un favore. «Uhm... siccome starò qui per solo un mese... pensavo che sarebbe una buona idea se cercassi sugli annunci un posto dove potrei andare. Speravo che mi potesse prestare quel giornale quando ha finito di leggerlo...»
Oruki sbatté le palpebre per qualche secondo prima che un ghigno gli apparve sul viso. Dopodiché estrasse dal giornale le pagine in questione e me le diede. Lo ringraziai, le piegai e le riposi nella cartella. Mentre noi quattro ci godevamo la colazione, che probabilmente era la migliore colazione che avessi fatto da un po' di tempo a questa parte, Oruki-san decise di fare un annuncio.
«Ascoltate voi due. Vi voglio a casa da scuola il più presto possibile quest'oggi. Non voglio che spendiate tutto il giorno nel vostro club. Ho alcuni lavoretti qui in casa apposta per voi.»
Quando disse "voi", sapevo che in realtà si stava riferendo a me. Dopotutto, questo era il patto che avevo fatto per rimanere qui. Non volevo essere un peso morto, ma starei mentendo se dicessi che aspettavo il momento in cui sarei tornato da scuola.
Dopo che Haruhi finì di ingoiare l'ultimo pezzo della sua colazione, si alzò e si precipitò nella sua stanza. Per quando fu finalmente vestita, stavo finendo anche io l'ultimo pezzo della colazione.
«Sbrigati, Kyon! Saremo in ritardo!»
Presi gli ultimi morsi e mi alzai per andare. Mi inchinai a Oruki-san e Naru-san prima di andarmene.
«Ciao, Haru-chan! Ciao Kyon-kun!» disse Naru-san mentre me ne stavo andando... aspetta, mi ha chiamato anche lei "Kyon"? Dannazione! Grazie, Haruhi...
Haruhi ed io ci muovemmo il più velocemente possibile verso la scuola per evitare di essere in ritardo. Non stavamo proprio correndo, però il nostro andamento era tutto tranne che rilassato. Arrivammo in aula con tre minuti di anticipo. Dopo esserci seduti, iniziai a preparare le mie cose per la lezione. Dopo un minuto, Haruhi afferrò i miei capelli e mi tirò vicino a sé.
«Ow! Cosa stai facendo?»
«Controllando che ti sia lavato come si deve.»
«Nel mezzo della scuola? Non avresti potuto farlo prima?»
Haruhi non rispose fino a che non la sentii annusarmi i capelli. «Mela?»
«Oh, sì, prima ho usato quello shampoo. Mi piaceva l'odore.»
Dopo avermi lasciato andare i capelli, mi voltai verso di lei per vedere che aveva un gran sorriso su tutta la faccia. Credo che le piacesse lo shampoo.
Quando fu ora di pranzo, mi unii al dinamico duo per il nostro solito rituale del pranzo. Recuperai dallo zaino i fogli di giornale che mi erano stati dati questa mattina e iniziai a studiarli. In ogni caso, avevo dimenticato di nuovo il pranzo. Dannazione, sono un idiota...
«Dove hai la testa in questi giorni, amico?» chiese Taniguchi. «Scommetto che hai dimenticato anche la rivista.»
«Già...»
«Be', non condividerò 'stavolta. Non imparerai se non soffrirai.»
«Grazie, lo apprezzo...»
«Perché il giornale?» chiese Kunikida.
«Sto cercando un appartamento dove andare a vivere.»
«Ah... le cose non funzionano tra te e Suzumiya-san?» chiese Taniguchi.
«Sono tutti e tre il problema. Ho scoperto che anche i suoi genitori vengono dal pianeta Stramberia.»
«Lo sapevo! Non c'è modo che delle persone normali potessero cresciere qualcuno come Suzumiya-san. Dimmi, che tipi sono?»
«Preferirei non pensarci...»
Non riuscii ad ignorare per molto tempo l'insistenza di Taniguchi. Dopo poco, mi alzai e tornai alla mia sedia per continuare a cercare sul giornale. Dopo una ventina di minuti notai un vassoio di Styrofoam appoggiarsi improvvisamente sul mio banco con del cibo sopra. Guardai in alto e vidi che Haruhi mi aveva procurato qualcosa da mangiare mentre era via.
«Mi sono ricordata che ti sei dimenticato di portarti il pranzo, quindi ti ho preso questo.»
Le accennai un sorriso. «Com'è che mi stai facendo tutti questi favori? Di questo passo, non potrò ripagarti se non con la servitù.» Ora che ci penso, non sarebbe stato molto differente da ciò che già succedeva.
«Oh, non preoccuparti. Ho tutta l'intenzione di farmi ripagare dieci volte tanto. Troverò qualche modo per farti ripagare tutto.»
«Non vedo l'ora...»
Poi notai Haruhi tenersi il mento con la mano in modo pensieroso, un sorriso malizioso che emergeva lentamente. Oh gioia, posso già sentire l'imcombente destino pesarmi addosso...
Riuscii a finire il pranzo prima che la pausa fosse finita. La scuola continuò con poco altro se non le solite lezioni, anche se devo proprio ammettere che l'auito di Haruhi del giorno prima aveva fatto la differenza nel permettermi di capire ciò di cui stavamo parlando.
Finite le lezioni, io ed Haruhi procedemmo verso l'aula del club. Mi preoccupai di prendere il giornale durante la strada, sperando di poter spendere del tempo continuando la mia ricerca per un appartamento.
«Hai già trovato qualcosa?» chiese Haruhi.»
«Non ancora.»
Arrivando alla porta, Haruhi la aprii prima che potessi io dato che avevo le mani occupate con il giornale, e vidi per un attimo la figura seminuda di Asahina-san. Mi voltai velocemente e mi scusai nel preciso momento in cui la vidi. Normalmente, io bussavo prima di entrare, ma Haruhi non era tenuta dagli stessi standard e la aprì senza alcuna considerazione.
Dopo aver ricevuto il permesso per entrare, presi la mia solita sedia e iniziai a cercare di nuovo sul giornale. Tirai fuori una penna così da poter cerchiare i posti che sembravano promettenti. Un paio di minuti dopo, Koizumi entrò nella stanza e prese la sedia di fronte a me. Stava per chiedermi di giocare ad un altro gioco da tavolo, ma vedendo che ero occupato, lo chiese invece ad Asahina-san, che accettò felicemente una volta che aveva finito con il tè.
Notai che Haruhi si stava impegnando a cercare qualcosa sul computer. Sperai in segreto che non avesse a che fare con la guerra che secondo lei avevamo con la JREF.
Dopo circa un ora Haruhi si alzò dal computer e venne verso di me.
«Trovato nulla?»
«Sono riuscito a trovare tre posti che sembrano promettenri. Probabilmente non avrò tempo di andarli a visitare fino al fine settimana però.»
«Verrò con te quando andrai a visitarli.»
Sollevai un sopracciglio nella direzione di Haruhi. «Perché vorresti farlo?»
Haruhi mi puntò un dito sul naso. «Perché mi aspetto certi standard per tutti i membri della Brigata riguardo dove vivere. Non posso avere la coscienza a posto se permetto a qualcuno che si considera un membro vivere in una casa in condizioni disumane.»
Come vuoi... anche se ho la sensazione che servirai soltanto a complicare le cose.
Haruhi tornò al computer per fare altre "ricerche" che diede a Koizumi del tempo per sussurrarmi qualcosa mentre cercava di insegnare ad Asahina-san a giocare a scacchi.
«Quindi come vanno le cose a casa di Suzumiya-san?»
Ero riluttante a rispondergli. I ricordi di ieri sera era meglio dimenticarli. «Be', ora sono piuttosto sicuro che la stramberia sia ereditaria.»
Koizumi ridacchiò. «Davvero?»
«Perché credi che stia cercando tanto di trovarmi un posto mio?»
«È vero che i genitori di Suzumiya-san hanno modi propri di esprimersi e che questi comportamenti possono essere fastidiosi per gli altri, ma tutti e tre condividono almeno una qualità.»
«Quale? Intendi la stranezza?»
«Sono realisti di prima categoria, nel profondo.»
Guardai verso Koizumi come se avesse tre occhi. Realisti? Giusto... realisti che riducono a stracci teenagers senza difesa per aumentare il proprio ego, o che attaccano talismani sulle mura nel tentativo di rendere infestata la propria casa... o creare strani club fatti per cercare alieni, viaggiatori del tempo ed esper.
«Si può dire che le persone hanno sempre una divisione tra ciò in cui credono e in ciò che fanno. Hai mai sentito il termine "dissonanza cognitiva"?»
«Sì...» Credo che me lo spiegherà lo stesso.
«Quando una persona ha un comportamento che è in conflitto con ciò in cui crede, questo porta a sensazioni davvero spiacevoli. Per mantenere a distanza queste sensazioni, la persona ha due opzioni. Possono sia cambiare il loro comportamento cosicché questo non contraddica il loro pensiero, o cambiare il pensiero così da razionalizzare il loro comportamento.»
«E come questo si applica ad Haruhi e la sua famiglia?»
«Be' si applica di più a Suzumiya-san e sua madre, in realtà. Vogliono trovare lo straordinario. Ognuno prova il proprio approccio per trovare queste cose. Ma non credono veramente che queste esistano. Lo razionalizzano dicendo a sé stessi che vogliono dimostrare di avere torto. Per loro, il mondo sarebbe noioso se avessero avuto ragione fin dal principio. Capisci?»
«Credo...»
Tornai a cercare sul giornale, cercando di inviare il messaggio che avevo finito di ascoltare il suo discorso. Sembrava aver funzionato, dato che iniziò a spiegare ad Asahina la storia dietro al gioco degli scacchi...
Ero ora nuovamente in casa Suzumiya. Mi trovavo su una scala guardando la disturbante visione della sporcizia accumulata nelle grondaie della casa.
«Cosa stai aspettando!? Inizia a pulire!»
Quello era Oruki. Apperentemente il mio primo compito era pulire le grondaie di casa. Un compito che sapevo avrei odiato. Non potevo usare dei guanti almeno?
«Dove sono le tue palle!? Metti le mani li dentro e pulisci! Non ti ucciderà mica!»
Guardai in modo minaccioso quella poltiglia prima di affondarci la mano dentro. La sensazione era piuttosto disgustosa sulle mie dita. Poi me ne riempì la mano e lo feci cadere oltre. Un forte rumore di "plop" ne seguì. Mi spostai alla prossima porzione di schifezza e ripetei.
«Più veloce! Vai troppo lento!»
Provai il forte desiderio di prendere un po' di quella roba e gettargliela in faccia, ma sapevo che questo porterebbe al mio brutale omicidio, quindi mi tratenni dal farlo.
«Se non ti muovi, toglierò la scala da sotto i tuoi piedi!»
Uno sprovveduto avrebbe sicuramente pensato che stesse solo scherzando. Io non ero uno sprovveduto. Nel mio corto periodo di permanenza, sapevo che c'era almeno una cosa sicura su di lui. Oruki era sempre di una serietà glaciale. Un altro meraviglioso tratto che ha lasciato alla sua adorabile figlia...
Pulii le grondaie più veloce che potei, compito che fu reso più frustrante sia dal continuo urlare di Oruki e dal sole che mi batteva addosso facendomi sudare. Poi mi disse di dover tagliare il prato. Oruki andò nel garage per prendere il tagliaerba.
«In effetti abbiamo un tagliaerba a gas, ma ho pensato che l'esercizio ti avrebbe fatto bene, quindi invece userai questo.»
Quindi tirò fuori un vecchio taglierba a spinta... uno che non era stato usato da un bel po' di tempo. Riuscivo a vedere un sorrisetto malvagio mentre mi indicava il punto in cui iniziare.
«Taglia corto e inizia!»
È ufficiale. Oruki è un sadico. Tagliare il prato è un compito odiato da chiunque possieda effettivamente un prato, ma il compito era reso dieci volte più difficile dal fatto che questo dannato arnese probabilmente non era stato oliato né era stata fatta manutenzione da un bel pezzo ormai. Il prato non era proprio enorme, ma ci volle davvero un eternità per completare il compito. Spingere il tagliaerba era molto difficile, e quasi dannatamente impossibile ogni volta che arrivavo su una zolla d'erba più spessa del solito. Dovevo scarrozzare il tagliaerba avanti e indietro diverse volte prima di riuscire a proseguire. L'unico aspetto positivo era che finalmente Oruki era rientrato a casa, dicendomi che sarebbe tornato un po' dopo a controllare i miei progressi.
Ero arrivato a circa metà lavoro quando sentii Haruhi urlarmi dalla finestra della sua stanza.
«Kyon, ho bisogno che tu faccia qualcosa per me!»
Grandioso, cosa c'è adesso? Non vede che sono occupato?
«Ho bisogno che porti fuori la spazzatura!»
«Perché?» chiesi strofinandomi via il sudore dalle sopracciglia.
«Niente domande, accidenti! Dopo tutto quello che ho fatto per te negli ultimi giorni, il minimo che mi aspetto è la completa obbedienza quando ti dico di fare qualcosa! O ti sei dimenticato chi ti ha procurato da mangiare oggi?»
«Va bene, lo farò.» Lasciai il taglierba a terra e entrai in casa per prendere la spazzatura.
Marciai direttamente verso la cucina e andai subito al cestino. Recuperai il sacco di spazzatura e inizai a muovermi verso la porta, quando fui fermato da Oruki.
«Che stai facendo?»
Ingoiai la saliva nervosamente, chiedendomi se avessi fatto qualcosa di sbagliato.
«Porto fuori la spazzatura.»
«E chi ti ha detto di farlo?»
«Haruhi...»
Lo vidi ruotare gli occhi e grattarsi il naso.
«Lascialo lì.»
Misi il sacco a terra prima di vedere Oruki andare dritto sulle scale. Pochi secondi dopo sentii urla di discussione dal piano superiore. Sentii chiaramente le imprecazioni che volavano mentre i due si affrontavano verbalmente. Per qualcuno cresciuto in un ambiente familiare relativamente calmo e rilassato, fu piuttosto inquietante per me ascoltare una tale discussione. Dopo circa un minuto, la discussione era finita e sentii un passo molto pesante scendere dalle scale. Vidi Haruhi che venne velocemente in cucina per prendere il sacco dal pavimento. Mi guardò con la morte negli occhi mentre lo sollevava e si dirigeva all'esterno per gettarlo. Cos'avevo fatto? Non dovevi usarmi come servo personale per tirarti fuori dalle faccende.
Oruki scese poco dopo e mi raggiunse.
«Solo per farti sapere, se capita che tu debba fare qualcosa qua, sarò io a dirtelo. Non so come Haruhi ti tratti quando non ci sono, ma in questa casa, io sono quello al comando. Non la lascerò prendersi la libertà di non compiere i suoi doveri solo perché sei qui. Capito?»
Dopo aver annuito, mi disse di tornare a finire di tagliare il prato. Quando ero davanti alla porta, Haruhi entrò e mi camminò oltre. Passando, nemmeno mi guardò. Grandioso...
Avevo finalmente incontrato qualcuno con il quale Haruhi non poteva fare la prepotente, ma per qualche motivo non riuscivo a godermi la cosa. Penso che ci avesse qualcosa a che fare con il fatto che Oruki era tanto prepotente quanto lo fosse lei, e anche se Haruhi non facesse la prepotente con me, lo farebbe lui. E ovviamente avrei ascoltato. Oruki era diventato rapidamente il membro in cima alla mia top five delle persone più spaventose che avessi mai incontrato. Non avrei il coraggio di disobbedirgli.
Oh, e anche Haruhi è su quella lista. Non vedevo l'ora di affrontare la sua ira più tardi...
Infine, riuscii l'esaustivo compito di potare il prato, dopo aver dovuto spendere parecchi minuti in più sui punti che avevo mancato che l'occhio d'acquila di Oruki notarono subito. Dopo questo, Oruki mi disse che per la giornata poteva bastare e che ero congedato. Camminai lentamente verso casa, avendo fatto ben più della mia quantità settimanale di lavoretti di casa in un solo giorno.
Naru-san mi si avvicinò quando entrai e mi diede un bicchiere con dentro qualcosa.
«Ho pensato che saresti stato assetato dopo aver lavorato così tanto quest'oggi.»
Presi il bicchiere ringraziando e lo portai alle mie labbra. Inizialmente pensavo che fosse tè freddo o succo di frutta, ma quando sentii la polpa e il sapore orrendo, capii che invece era qualcos'altro. Impiegai la mia forza di volontà per bere il sorso che avevo preso, cercando di essere più garbato possibile.
«Cos'è?»
«È una bevanda di proteine che ho messo insieme. Dovrebbe riempirti con il vigore necessario dopo un'intera giornata di lavoro!»
Non riuscivo a non notare il fatto che solito caloroso, dolce sorriso di Naru-san raggiunse un ulteriore livello di eccitazione nel pronunciare l'ultima frase. Nel tentativo di non essere un cattivo ospite, mandai giù il resto dell'intruglio con tutta la mia forza di volontà.
«Grazie...»
«Di nulla,» disse Naru-san con tutta la dolcezza del mondo. Magari non è così male dopotutto. Rimane ancora strana, però...
«I tuoi talismani di carta hanno dato frutti?»
Il suo sorriso si eta trasformato in una piccola smorfia quando feci questa domanda. Devo ammettere che fu piuttosto carino e adorabile, eppure era molto strano vedere una donna cresciuta comportarsi in questo modo.
«No, non ho visto nulla di strano succedere per la casa. Pensavo che avrebbe funzionato di sicuro questa volta.»
Poi si spostò fastidiosamente vicina al mio viso.
«Ma non mi arrenderò! Troverò qualcosa che funziona! Lo giuro!»
Non potei non sorridere alla sua determinazione. «Sono sicuro che prima o poi riuscirai a trovare qualcosa di degno, Naru-san.»
Fu a quel punto che Naru-san mostrò un sorriso che mi ricordo il "sorriso a un milione di watt" di Haruhi. «Davvero!? Grazie, Kyon-kun!»
Poi mi diede un grande abbraccio, facendomi sentire davvero a disagio. Inizai a guardarmi intorno freneticamente per vedere se Oruki o Haruhi ci stessero guardando. Fortunatamente no. Quest'abbraccio non sarebbe stato male se avessi saputo che eravamo soli in casa, ma se uno degli altri due avesse visto me e Naru-san in questo momento... be', fatevi un'idea.
Il mio cellulare iniziò a suonare, dandomi una scusa per fuggire dalla sua morsa.
«Devo rispondere.»
Naru-san capì e mi lasciò andare. «Okay! Grazie per le tue parole gentili, Kyon-kun!» e se andò spensieratamente.
Guardando il cellulare, notai che era Koizumi che stava chiamando. Risposi mentre salivo le scale diretto verso la mia stanza. Mi assicurai di parlare basso una volta dentro, ricordandomi che il muro tra la mia stanza e quella di Haruhi non era molto spesso e che se potevo sentirla, anche lei poteva sentirmi.
«Che succede, Koizumi?»
«Ho sentito uno spazio chiuso crearsi di recente. Volevo sapere se sapevi il perché.»
Un altro spazio chiuso, eh? Non ero sorpreso, considerando quello che era successo prima.
«Haruhi e suo padre hanno litigato per le faccende di casa. Ed è arrabbiata con me per questo.»
«Oh, davvero,» rispose Koizumi. «Ho pensato che quella potesse essere la situazione. Ad essere onesti, la maggior parte degli spazi chiusi apparsi mentre Suzumiya-san era ancora alle medie erano causate dai litigi tra lei e suo padre.»
«Non vanno d'accordo, eh?»
Be', forse esattemente quanto una qualunque ragazza che cerca di divertirsi che ha genitori molto severi.»
Per qualche motivo, non ero affatto sorpreso nemmeno da una sola di queste cose. Aveva proprio senso che quei due avessero un rapporto del genere. Il problema era che entrambi erano completamente ignoranti del fatto che ogni volta che decidevano di far scontrare i loro capoccioni, il mondo correva un rischio.
«Quindi cosa dovrei farci?»
«Fa' solo quello che pensi possa mitigare le situazioni come queste quando capitano. Queste cose succeono, ma questo non significa che dobbiamo lasciare che abbiano il loro corso naturale. Sono sicuro che troverai un modo.»
«Immagino che dire la verità ai genitori di Haruhi sia off limits.»
«L'organizzazione pensa che sia meglio che li si lasci all'oscuro. Quelli ai piani alti credono che se i suoi genitori sapessero, questo incerementerebbe solo le possibilità che Suzumiya-san scopra le proprie potenzialità.»
Figuriamoci...
«Comunque, devo andare a spegnere quello spazio chiuso adesso. Parleremo più tardi.»
«A più tardi.»
Mentre spegnevo il cellulare, non potevo non sentire un innecessario ammontare di responsabilità posarsi sulle mie spalle. Tenere Haruhi felice fuori da casa sua era già abbastanza difficile. E dover affrontare Oruki ogni volta che aveva voglia di confrontarsi con sua figlia era di sicuro un biglietto per un mondo di dolore. Non potei non massaggiarmi le tempie mentre sentivo arrivare il mal di testa. Non vedo l'ora di uscire da qui...
Dopo un po' fu orario di cena. Se mi ricordavo bene, era la serata americana, che pensai significasse serata hamburger e patatine fritte. Fui sorpreso di scoprire che invece c'era pollo fritto con puré di patate, pasta e formaggio, e crema di mais. Finì per essere un altro pasto davvero ottimo. Non potei non notare che Haruhi nemmeno mi guardò in faccia mentre mangiavamo. Perché diamine era arrabbiata con me? Non è colpa mia se si era cacciata nei guai.
Dopo aver sparecchiato, andai nella mia stanza per fare i compiti, dato che si stava facendo tardi, e sapevo che dovevo farli prima che fosse troppo tardi.
Dopo un'oretta di compiti iniziai a sentire uno strano rumore provenire dall'esterno. Guardai fuori, ma non trovai la causa. Aprii la finestra e mi guardai intorno. Vidi qualcosa con la coda dell'occhio. C'era qualcuno che si stava arrampicando sul tetto. Quando notai che la finestra di Haruhi era aperta, capii che doveva essere lei. La chiamai per essere sicuro.
«Haruhi, sei tu?»
Non ricevetti risposta. Non voleva ancora parlarmi. Questo doveva finire.
«Ehi, non capisco perché sei arrabbiata con me. Stavo facendo quello che mi avevi chiesto fino a che tuo padre non mi ha fermato. Non sapevo che dovevo portare fuori la spazzatura in segreto. Non mi hai detto che stavo facendo qualcosa che invece tu avresti dovuto fare.»
Aspettai circa mezzo minuto per una risposta, ma non arrivò. Proprio mentre stavo per arrendermi e richiudere la finestra, Haruhi finalmente parlò.
«Lo... lo so... non sono arrabbiata con te... lo sono con mio padre...»
Sentii del movimento sopra di me e un secondo dopo vidi la testa di Haruhi spuntare dal limite del tetto. Era divertente vedere i suoi capelli ondeggiare in quel modo, siccome era a testa in giù.
«La verità è che io e mio padre non siamo stati proprio al meglio dell'affinità da quando sono entrata alle medie. È così antipatico a volte che mi fa andare fuori di testa.»
Annuì. Dopotutto, avevo avuto un assaggio di com'è fatto in questi due giorni. Non voglio nemmeno immaginare come debba essere passare la propria intera vita con lui.
Gli occhi di Haruhi si mossero per un attimo prima che parlasse. «Ascolta, ti va di venire quassù?»
Guardai intorno alla mia finestra. «Non credo di poterci riuscire da qua.»
Haruhi puntò la sua finestra. «Passa per la mia stanza e arrampicati dalla mia finestra. Il tubo di drenaggio è agganciato con un pezzo di legno su cui puoi appoggiarti.» Poi puntò il dito sul mio naso. «Giusto per fartelo sapere, hai il permesso solo di passare attraverso la mia stanza. Ti è assolutamente vietato toccare qualunque cosa. Chiaro!?»
Annuì prima di uscire dalla stanza. Mi fermai un momento prima di entrare nella stanza di Haruhi. Non avevo ancora visto com'era fatta ed ero un po' timoroso di
vederla. Infine mi decisi a ruotare il pomello e aprire la porta.
Come mi aspettavo, la stanza di Haruhi rifletteva la sua personalità. Il soffitto e le mura avevano ogni tipo di strani simboli e forme cosparsi ovunque in diversi colori. Dovetti notare che alcuni dei simboli assomigliavano a quelli che aveva disegnato (o che io ho disegnato) durante il festival di Tanabata quasi quattro anni fa. Notai che il colore usato mostrava segni di logoramento, segno che indicava che aveva disegnato soffitto e mura un bel po' di tempo fa, qualcosa come prima che entrasse nelle medie. La stanza era un po' in disordine e vedevo vestiti, riviste e manga sparsi sul pavimento, sull'armadio, il comodino e il letto. Cercai di non prestare troppa attenzione al reggiseno sull'angolo del letto. Infine, la stanza era completata con una televisione ed un computer.
Dopo aver dato una rapida occhiata, mi sentii davvero sollevato nel vedere che questa stanza era solo così tanto strana. Era proprio in stile Haruhi. Poi raggiunsi la finestra aperta e mi arrampicai all'esterno. Il punto d'appoggio che Haruhi aveva menzionato era un po' piccolo, e starei mentendo se dicessi che salire là sopra era abbastanza sicuro. Riuscii a salire, comunque, quindi credo che abbia funzionato abbastanza bene.
Haruhi era stesa sulla schiena con la mano dietro la testa, guardando le stelle. L'inquinamento visivo delle luci riduceva decisamente la loro visibilità, ma alcune si vedevano bene. Credo che questo sia qualcosa che Haruhi faceva ogni volta che voleva un po' di solitudine per pensare su sé stessa. Presi un posto vicino a lei e mi distesi anch'io.
Rimanemmo in silenzio per qualche minuto guardando le stelle, in profonda contemplazione. L'aria si era considerabilmente raffreddata rispetto ad oggi pomeriggio, quindi si stava piuttosto bene. Dopo un po' di tempo, Haruhi trovò la voglia per poter parlare di nuovo.
«Ogni tanto mi viene questa sensazione, che mio padre abbia sempre desiderato che io nascessi maschio.»
«Oh, davvero?»
«Prima che entrassi alle medie, mi fece davvero provare a fare ogni tipo di sport e cose del genere. Ha continuato così fino a che non entrai alle superiori. Non importava cosa cercasse di farmi fare, io lo trovavo sempre noioso. Mi sembra che fosse frustrato per non avere qualcuno con cui giocare a palla e cose del genere.»
«Perché i tuoi genitori non hanno cercato di avere un altro figlio se per loro era così importante?»
«Mia madre non poté più avere bambini dopo di me. Le è successo qualcosa alla cervice, o qualcosa del genere. Credo fosse un tumore. Comunque, le operazioni di chirurgia necessarie a rimuoverlo hanno, in sostanza, reso le cose in modo che non potesse più avere figli.»
«Che cosa orribile.»
«Amo mio padre, ma è sempre stato difficile per noi vedere le cose dallo stesso punto di vista. Ciò che mi infastidisce è che è davvero un ipocrita. Anche lui si ficcava in un sacco di guai alla mia età. Ora si comporta come se dovessimo essere dei perfetti angioletti.»
«Spesso i genitori non vogliono che i loro figli compiano gli stesso errori.»
«Immagino sia così...»
Tra noi ci fu di nuovo il silenzio. Non riuscivo a non contemplare l'idea di un Haruhi maschio. Il pensiero mi spaventò un po', quindi cercai di dire qualcosa per cambiare il discorso.
«Ti dispiace se faccio una domanda ipotetica?»
Haruhi si girò verso di me sentendo la domanda. «Ad esempio?»
«Diciamo, sempre in senso ipotetico, che hai il potere di alterare la realtà con un battito di ciglia. Sei praticamente onnipotente. Qual è la prima cosa che faresti, se questo accadesse?»
Haruhi si alzò a sedere e ci pensò. «La prima cosa che farei...» poi sorrise prima di concludere la risposta. «Sarebbe incontrare alieni, viaggiatori del tempo ed esper e divertirmi insieme a loro ovviamente!»
Sentendo questa risposta, mi misi mentalmente la mano sulla fronte. Era completamente ignorante al fatto che lo stava già facendo ogni giorno da ormai un anno. Haruhi mi chiese poi la stessa cosa.
«Cosa faresti tu invece se fossi onnipotente?»
«Darei il mio potere a qualcun altro, o non lo userei. Un potere del genere sarebbe un fastidio. Avrei paura di rovinare tutto.»
Il suo viso mostrò quantità di visibili di fastidio sentendo la mia risposta. «Che razza di risposta noisa è questa!? Getteresti via l'unica possibilità di svelare ogni mistero che potresti pensare!? Potresti esplorare gli oceani più profondi, o i meandri più lontani dello spazio! Non avresti nemmeno la possibilità di rovinare le cose in questo modo! Mi stai dicendo che non faresti nulla di questo!?»
«Be', se la metti in questo modo...»
Forse aveva ragione. Probabilmente mi sarebbe piaciuto viaggiare per lo spazio per un po' per vedere cosa riuscirei a trovare. Anche se probabilmente dopo un po' me ne annoierei, e se c'era qualcosa che avevo imparato nell'ultimo anno, è che cose orribili accadono quando gli esseri onnipotenti si annoiano.
Per cambiare argomento, feci un'altra ipotesi. «Okay, allora che ne dici di questa? Diciamo che sei bloccata su un isola deserta con nulla per sopravvivere o fuggire, tranne tutto quello che già c'è sull'isola. Chi vorresti avere insieme a te?»
Haruhi si distese nuovamente e iniziò a pensarci. «Questa è una difficile... Per quanto potrebbe essere divertente avere con me Mikuru-chan, non mi sarebbe molto d'aiuto. Koizumi potrebbe andare bene, immagino. Yuki sarebbe di sicuro la più utile. Tu, dall'altra parte, saresti utile solo ai lavori pesanti, e in ogni caso...»
Grazie. Lo apprezzo...
«Credo che sceglierei Yuki. Tu invece?»
«Be', tu saresti di sicuro l'ultima persona con cui vorrei essere bloccato,» dissi con del sarcasmo nella voce. Haruhi reciprocò con un pugno sul mio braccio. «Ow! Vedi? Ecco perché!»
«Molto divertente!» disse Haruhi prima di saltarmi addosso per bloccarmi la testa con una presa. «Dimmi con chi vorresti essere! È Mikuru? O forse Yuki? Oppure è Koizumi? Hai anche di queste tendenze?»
No, non ne ho, e in ogni caso chi ha detto che l'attrazione fisica è l'unica cosa di cui tengo conto nel scegliere qualcuno?
«Allora dimmelo! Chi?»
Iniziavo a pentirmi della domanda. Non ero sicuro di come rispondere. Essere da solo con Asahina-san sarebbe bellissimo inizialmente, ma diventerebbe un incubo col passare del tempo. Koizumi mi farebbe impazzire con le sue lunghe spiegazioni. Nagato sarebbe utilisima ma noiosa. E chi ha detto che dev'essere un membro della Brigata? Magari potrei prendere Tsuruya-san.
«Sbrigati e scegli!»
«Va bene! Prenderei Tsuruya-san!»
Haruhi si fermò per un momento dopo che lo dissi.
«Perché sceglieresti lei? Ti piace o qualcosa del genere?»
«No. Ho solo pensato che lei ha i minori lati negativi.»
Haruhi mi lasciò andare e mi guardò strano.
«Che razza di stupida ragione sarebbe? Lo giuro, certe volte non capisco il modo in cui pensi, Kyon.»
Questo è divertente. Ora sai come mi sento nei tuoi confronti da quando ci siamo incontrati.
Haruhi si distese nuovamente e guardò il cielo. Ebbi la sensazione che era il momento giusto per tornarmene nella mia stanza.
«Io torno nella mia stanza. Inizio a sentirmi stanco...»
«Okay...»
Mentre mi muovevo con cautela verso la finestra di Haruhi, guardai verso di lei un ultima volta. Dovevo ammetterlo, vedere il suo viso sotto la luce della luna la rendeva assolutamente mozzafiato. Era difficile da dire, ma credo avesse un'espressione delusa. Era infastidita dal fatto che non l'avevo scelta? Va be'...
Riuscii a tornare nella stanza senza cadere e finii i compiti prima di tornare a dormire. Era stato un altro giorno esaustiente, e non sapevo per quanto tempo avrei ancora resistito.
Stavo avendo un moto di irrequietezza inizialmente, ma poi iniziai ad addormentarmi quando sentii la porta aprirsi. Mi voltai per vedere chi era. Ero sorpreso di scoprire che era Naru-san. Venne verso di me come uno zombie. Arrivò al limite del letto e rimase lì in piedi immobile per un minuto.
Ad essere onesti, stavo dando di matto a questo punto. Non avevo idea di cosa stesse facendo. Era posseduta? Magari quei talismani iniziavano a fare effetto... no, non era così. Forse era solo sonnambula. Quindi perché ero ancora spaventato a morte?
Poi si distese sul letto, vicino a me. Rimasi immobile pensando a cosa dovrei fare. Il mio letto non era molto grande, e iniziavo a sentirmi stretto e compresso. Sfortunatamente, prima che potessi fare qualcosa, Naru-san si girò e avvolse le sue braccia intorno a me. Okay, ora ero davvero, davvero a disagio. Non è che la sensazione del corpo di Naru-san contro il mio fosse spiacevole. Tutto l'opposto. Il problema era che ero intelligente abbastanza per sapere che questo potrebbe solo finire male per me se non avessi fatto qualcosa.
«Mmm... Oruki-kun...»
Grandioso, pensava fossi suo marito. Meraviglioso... okay, dovevo pensare. Cosa avrei dovuto fare? Avrei potuto semplicemente svegliarla. No! Pensaci meglio! Se l'avessi svegliata in questa posizione, potrebbe fraintendere e urlare. Questo porterebbe al risveglio di Haruhi e di suo padre, che sarebbero venuti qui e avrebbero frainteso anche loro. Pochi secondi dopo i due mi avrebbero strappato in pezzettini. No, l'unica cosa che potevo fare era cercare di sfuggire al suo abbraccio e uscire dal letto.
Fortunatamente, Naru-san non era lontanamente vicina ad essere forte come sua figlia o suo marito, quindi riuscii a divincolarmi lentamente dalla sua presa e a scivolare fuori dal letto senza svegliarla. Dopo essermi preso un grosso respiro di sollievo, sgattaiolai fuori dalla mia stanza e scesi le scale. Decisi di stendermi sul divano per la notte. Non era comodo come il letto, ma l'aternativa era anche peggiore.
Chiusi gli occhi e iniziai ad addormentarmi prima di sentire un rumore. Aprendo gli occhi, fui terrorizzato nel vedere Naru-san davanti a me di nuovo. No! Non di nuovo! Prima che potessi reagire, Naru-san mi cadde addosso e mi avvolse le braccia intorno una seconda volta.
«Perché te ne sei andato, Oruki-kun...»
Era davvero terribile! Era sopra di me questa volta, e non potevo scivolare via senza spingerla, cosa che l'avrebbe sicuramente svegliata. Cercai di togliere le sue mani, ma queste si tennero ancora più stretto per riflesso, rendendo impossibile la mia fuga. Cercando in tutti i modi di togliermela di dosso, entrambi cademmo dal divano. Caddi di sedere sul duro pavimento facendo rumore, cosa che fece abbastanza male. Ancora non mi aveva lasciato andare. Ero in trappola, e non potevo fuggire... Oh, no! No! Hanno sentito il rumore! Sentivo entrambi correre giù per le scale! C'era una sola cosa che potevo fare! Dichiarare la mia innocenza e sperare che avessero pietà!
«GIURO SU DIO NON È COME SEMBRA!!!»
Vidi il viso sia di Haruhi che di suo padre guardare senza espressione me e Naru-san in quella strana posizione. Pensai per un momendo di aver visto passarmi l'intera vita davanti agli occhi. Fu dopo qualche secondo che Haruhi sospirò profondamente prima di venire verso di noi. Ebbi un tremito di paura quando fu davanti a noi, aspettandomi un incredibile dolore entrare nella mia strada, e invece iniziò a spingere Naru-san sul lato del fianco con il piede.
«Mamma! Alzati! Stai facendo ancora la sonnambula!»
Pochi secondi dopo Naru-san si svegliò. Dopo qualche secondo di disorientamento, riuscì ad alzarsi, realizzando dove si trovava.
«Oh, cielo. Cos'è successo?»
Mi spostai da lei non appena si fu levata da me. Poi spiegai cos'era successo e perché eravamo in soggiorno. Naru-san mi fece un sorriso imbarazzato prima di scusarsi.
«Mi dispiace... temo di aver sempre avuto un problema di sonnambulismo. Spero di non averti spaventato.»
Oh, mi hai spaventato a morte invece. Spero che non accada mai più. Infine, ognuno decise di tornare a letto. Notai in ogni caso che Oruki mi lanciò un altro sguardo sospettoso mentre salivamo le scale. Mi odia. Mi odia davvero, davvero, davvero, davvero, davvero tanto.
Non vedo l'ora di andarmene da qui...

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N D T
Ecco un altro capitolo, esattamente venti giorni dopo lo scorso! Non è fantastico? Ma è stato davvero un miracolo che l'abbia completato così presto, quindi ho intenzione di sfruttare il tempo guadagnato e portarmi avanti coi lavori. Dovrei essermi finalmente risintonizzato con i giusti tempi. Bene, ed ora spieghiamo i riferimenti di questo capitolo.
Lo Styrofoam è un materiale particolare, una sorta di polistirolo compresso. Siccome è un nome proprio però, della ditta, se non sbaglio, non l'ho tradotto.
Quando Oruki dice "Taglia corto e inizia!", è un brutto gioco di parole, riferito al "tagliare... l'erba". Vi spiego: in inglese, tagliare (l'erba/il prato) si dice "mowing (the lawn)", mentre "muoviti!" si dice "get moving!" Quel barbone di Oruki ha avuto il coraggio di dire "get mowing!" Un gioco di parole molto stupido, che purtroppo non ho ben potuto rendere in italiano... ma spero vada bene quello che mi sono inventato, che è anche più brutto. Purtroppo è talmente brutto che nessuno lo capirà, ecco perché lo sto spiegando...
Quando Kyon dice di "spegnere" il proprio cellulare dopo la chiamata, intende dire che lo sta solo mettendo in stand-by. Però nessuno nella vita reale dice "dopo aver finito la chiamata, misi in stand-by il cellulare". Scusate, era davvero poco credibile.
Kyon fa un riferimento al disegno di Tanabata, vedendolo ridisegnato nella stanza di Haruhi. Credo che sappiate già la storia che c'è dietro, ma se volete ripassarvela, c'è la prima puntata della seconda serie dell'anime, oppure il terzo volume del manga. Purtroppo non so come stiamo messi a romanzi, ma sicuramente (mentre scrivo) non è ancora uscito in Italia.
Quando Kyon "contempla l'idea di un Haruhi maschio", l'autore sta citando il famoso progetto del Genderbending di Haruhi Suzumiya, dove il genere di ogni personaggio è reso al sesso opposto. L'autore conosce tutta la storia dietro al famigerato progetto, e nella fic troverete alcuni accenni ad esso... Oruki stesso mostra alcune similitudini con "Haruki".
Ah, per quanto riguarda il discorso di Haruhi sul fatto che la madre non può avere altri figli... Se non sapete cos'è una cervice uterina... fate delle ricerche. Anche la pagina Wikipedia va bene. Diciamo che non mi va di spiegarlo qui.
Un ultima cosa: quella frase in maiuscolo, con tre punti esclamativi, mi ha bruciato gli occhi. Ma di nuovo, era così e non potevo cambiarla.
Che ne dite, un bel capitolo? Secondo me è uno dei più noiosi, perché accadono davvero poche cose, tranne la scena sul tetto, che è molto carina. Inoltre, ho una strana voglia di visitare il pianeta Stramberia.
Va be', dai, ci rifaremo con il prossimo capitolo, che arriverà esattamente venti giorni dopo questo! Alla prossima!
  
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