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Autore: daemonlord89    21/03/2013    1 recensioni
Quando Jeremy riceve in eredità da suo zio una magnifica villa a Dover non riesce a crederci. Ma il dono è accompagnato da un misterioso messaggio, che lo zio ha voluto far pervenire solamente a lui, in privato. Qual è il significato della scritta sul biglietto di carta?
Un'avventura che porterà nel meraviglioso mondo del mare, per scoprire uno dei più grandi segreti che esso protegge.
Genere: Avventura, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Le Cronache degli Abissi'
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Capitolo quarto
Ricordi nascosti tra le pagine

 

I fogli che Jeremy aveva estratto dalla cassaforte segreta erano una raccolta di annotazioni e ricerche dello zio Amos, tutte riguardanti le balene. A quanto sembrava, negli ultimi mesi di vita dell'uomo, quella faccenda era diventata un'ossessione. Jim non sapeva da dove iniziare, così prese un blocco a caso ed iniziò a leggere.
Sulle sue pagine erano disegnati i profili di quei cetacei, con indicate tutte una serie di caratteristiche biologiche piuttosto interessanti. Più volte era sottolineata un'annotazione: sensibili al rumore.
Nella pagina successiva la questione era ripresa e Amos parlava del fenomeno delle spiaggiate. Indicava, come possibile causa, le alte frequenze dei sonar subacquei, che pareva avessero il potere di far sanguinare le orecchie ai cetacei, danneggiando il loro cervello e portandoli verso le spiagge dove avrebbero trovato la morte.
Era inquietante, ma ancor più strana era l'ultima frase.

Considerando la loro sensibilità al rumore, è del tutto possibile che ciò che vidi quella notte sia stato realtà e non sogno.

Cosa intendeva Amos? Deciso a scoprire di più, Jeremy continuò a vagliare le ricerche. Amos aveva anche condotto uno studio, tramite alcuni amici e conoscenti, i cui nomi erano tutti indicati, per comprendere e valutare l'entità del fenomeno. Aveva riscontrato alcune stranezze. Stando alla mappa, inizialmente le balene erano scomparse da alcune aree ristrette, relativamente alla vastità del mare. Con il passare del tempo, poi, altri cetacei avevano seguito il loro destino, da aree diverse. Sembrava che i mammiferi fossero scomparsi a scatti, a scaglioni temporali. Un biologo marino francese riferiva che il fenomeno si era spinto fino a loro.
Le conclusioni erano all'ultima pagina:

La natura del fenomeno lascia intendere che le balene siano effettivamente state chiamate lontano dalle coste, verso una destinazione ignota. Chiunque le stia chiamando lo sta facendo secondo uno schema ben preciso, che non riesco a comprendere. In ogni caso, l'ipotesi che qualcuno stia suonando il flauto si fa strada sempre di più nella mia mente.
Come vorrei poter indagare maggiormente. Ma sono troppo vecchio, non mi rimane granché da fare, né da vivere. Confido nel mio erede, cui di seguito lascio i recapiti di tutte le persone che mi hanno aiutato in questa missione.
Ti prego, Jeremy, riporta le balene a casa loro. E ricorda, nessun governo ha dato notizia di questa faccenda terribile. Ritengo ci sia qualcosa di marcio sotto.
Buona fortuna.


Una lacrima bagnò il foglio. Jim si asciugò gli occhi e annuì, a sé stesso e a suo zio. Non l'avrebbe deluso. Strappò il foglio con i numeri di telefono, deciso a chiamare qualcuno l'indomani. Ma c'era ancora qualcosa che non capiva. A quale flauto si riferiva suo zio? A quale notte? Probabilmente il posto migliore dove cercare informazioni aggiuntive era un diario.

E lo trovò. Rilegato in cuoio, dall'aspetto importante e vissuto, un diario era effettivamente tra i fogli nascosti dietro al quadro. Era vecchio, sicuramente più vecchio di Jeremy.
Con timore reverenziale, l'uomo lo aprì ad una delle prime pagine. La data riportata era 1942, la scrittura era quella di un bambino. Affascinato, Jim cominciò a leggere e capì subito che cosa aveva davanti: il primo diario personale dello zio, un volumetto che aveva accompagnato Amos durante tutta la sua vita e i suoi viaggi. In un momento diverso avrebbe perso la notte ed il giorno successivo a leggere ogni singola riga e, forse, lo avrebbe fatto in seguito, ma in quel momento doveva cercare qualcosa di più importante. Controllò velocemente fino a che l'occhio non gli cadde su un'annotazione che parlava di un flauto. Tornò all'inizio del racconto e cominciò a leggere.

25 aprile, 1963
Il mio cuore trema ancora, al ricordo di ciò che ho visto questa notte.
Ero fuori a pescare, come ormai quasi sempre, nonostante gli avvertimenti di mio padre, che riusciva a percepire l'avvicinarsi di una tempesta. Mi sono spinto al largo per cercare di catturare qualche esemplare di taglia, quando ho pagato il prezzo della mia disattenzione. Concentrato sulla lenza e sulle nuvole scure che riuscivo ad intravedere, non mi sono accorto che la barca si stava dirigendo verso alcuni scogli, sulla costa di un'isola disabitata. Le rocce hanno danneggiato scafo e motore. Ho cominciato ad imbarcare acqua e non riuscivo a far partire l'imbarcazione.
La tempesta si è abbattuta su di me poco dopo. Sono stato sbattuto a destra e a sinistra ed ero convinto che non sarei sopravvissuto. Ho cominciato a pregare e, forse, un dio è venuto in mio aiuto. Nel delirio della danza del mare, i miei occhi hanno individuato una figura umana, sull'isola. Ho gridato aiuto, ma la mia voce non era più forte del rombo del tuono.
E' stato allora che ho sentito il suono. Sembrava la nota di un flauto, ha squarciato la notte e il vento. L'acqua intorno a me si è fatta più scura e due piccole balene sono emerse dalle profondità. Credevo di essere definitivamente spacciato quando, guidate dal suono del flauto, le due nuove arrivate mi hanno letteralmente spinto verso riva, un tragitto che non avrei mai potuto compiere a nuoto in quelle condizioni. Grazie ai cetacei sono approdato su quell'isola.
Mi sono alzato per ringraziare l'uomo che aveva chiamato le balene, ma lui era scomparso.
Non so se racconterò a qualcuno di quest'avventura. Nessuno mi crederebbe. Forse è meglio che rimanga solo una storia scritta tra le pagine del mio diario.


Un flauto con il potere di comandare le balene?
Jeremy cominciò a riflettere su tutti i possibili scenari che quell'annotazione apriva. Amos credeva che qualcuno avesse nuovamente suonato quel misterioso flauto, per attirare lontano le balene. Ma perché? Chi poteva avere interesse a fare una cosa del genere?

Jim si stiracchiò. Era davvero troppo stanco, non sarebbe riuscito a fare altro, per quella notte. Ma il giorno dopo si sarebbe attivato per capire qualcosa di più, contattando qualcuno dei ricercatori indicati da suo zio. Era più che mai deciso a vederci chiaro ed era certo di una cosa: se quel flauto fosse realmente esistito, avrebbe potuto rappresentare anche l'unico modo per far tornare le balene.

   
 
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