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Autore: Sylvia Ruth    22/03/2013    1 recensioni
Il cuore di Dave Gahan si è fermato per tre minuti... Questa è cronaca...
Ma se non fosse tutto qui?
Se la sua morte fosse stato solo un nuovo inizio?
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
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"Martin." Lo invita ad entrare.
"Sapevi chi ero ancora prima di aprire."
"Aspettavo la tua visita. Eri il più preoccupato." Risponde con un sorriso tirato. La doccia ha cancellato la nausea, ma non la rabbia.

"Non sei stato rapinato, vero?"
"Avrei preferito. Mart, credo... Ho l'impressione di aver incontrato il Diavolo." Il suo corpo è scosso da un violento brivido.
"Il... Diavolo??"

Dave cade sul letto, la testa stretta nelle mani. "Il diavolo, il maligno, il male... Chiamalo come vuoi. Un essere malvagio e le sue disgustose proposte. Standogli vicino ho provato un tale senso di... rifiuto... di nausea... come mai in tutta la mia vita." Rabbrividisce di nuovo.
"Chi? E perchè a te?"
"Mi ha... cercato per... per...Oh, basta!!" Si alza in piedi, gli occhi tempestosi. "Basta parlarne, basta pensarci. Veniamo a noi."

"Sei nello stato d'animo adatto?" Chiede dubbioso.
"Dipende da te." I battiti di Martin accellerano. "Pronto a confidarti con me e non con Andy?" Fa un passo in avanti.

"Non... lo so." Si costringe a non retrocedere. La sua idea era parlare seduti in un angolo appartato, intimo, con un paio di birre davanti, non in una camera da letto e con Dave praticamente nudo davanti. "Potresti... potresti... coprirti?" Praticamente lo supplica.

A Dave scappa un sorriso da monello. "Mmmh... Sicuro che è quello che vuoi?" Continua ad avanzare lentamente verso di lui.
"Sì!... No!!... Oh, ma fa' come ti pare!!!" Sbotta.
"Mr. Gore... spaventato?" Soffia, quasi incollato al suo corpo.

"Non sei divertente." Risponde mettendo il broncio.
Dave lo trova assolutamente delizioso. "Qualcuno non è d'accordo con te."

Martin lo sa benissimo. Gli appoggia una mano sul torace ed emette un basso gemito. "E' troppo... veloce..." Riesce a bisbigliare.
"La tua è la voce della ragione." Dave si scosta e scompare nel bagno. Quando riappare è vestito. Solo i piedi sono ancora nudi.
*Peccato.* Pensa Martin per un secondo.

"Accomodati dove ti senti a tuo agio."
"Ti devo sembrare un vero cretino." Mormora sedendosi ai piedi del letto.

"Sii te stesso." Gli porge una birra. "Ho chiesto di lasciarne una sola nel frigo-bar."
"Per me?" Stringe la bottiglia con entrambe le mani.
"E per mettermi alla prova." Dave preferisce l'estremità vicina alla testata.
"Lo fai da sempre?"

Dave si limita ad annuire. "Sono diverso da come appaio, ma anche tu sei stato una novità."
"Deluso?" Gli lancia un occhiata.

"Piacevolmente sorpreso." Dave si chiede perchè non si è mai accorto di quel velo di tristezza nel suo sguardo. *Perchè ero distratto dai suoi e dai miei eccessi.*
"Non so cosa dirti." Martin si fissa la punta dei piedi.
"Puoi iniziare dalla prima volta che ti sei accorto di... che ti piacevo." Si appoggia alla testata, posando le mani sulle ginocchia aperte.

"Giusto. Al secondo Album. Per intero mio. Avevo una gran paura che fosse un solenne fiasco. Tu ti sei sporto per offrirmi del caffè e mi hai detto..."
"L'esordio è duro per tutti. Vedrai. I Depeche dureranno per anni e anni..." Ricorda bene quell'episodio.
"Le nostre mani si sono sfiorate e le tue mi sono sembrate più calde della tazza che mi porgevi. Il loro calore ha allontanato freddo e... paura. Lì ho capito che non potevo fare a meno di te."

"Mi è bastato gettarti uno sguardo per capire ciò che stavi passando... Perchè io mi sentivò così fin da bambino. Inadeguato, non all'altezza. Avendo il timore costante di deludere..." Pronuncia a voce bassa, senza riuscire a restare immobile.
"Deludente... TU??"

"Non ti sei mai accorto di quanto ci ho messo ad essere spontaneo? Ero quello che si aggregava agli altri... Cercavo il brivido, ma quando ero in compagnia." Dave è inginocchiato di fronte a lui.

"No... Non... Non ci ho fatto caso. Ti invidiavo. Mi sembravi a tuo agio in ogni occasione, il contrario di me." Martin corruga la fronte, confuso.
"Fingevo già allora." Bisbiglia,, posandogli le mani sulle spalle. "Quel giorno ti sono piaciuto come persona, come amico... Quando hai scoperto che eri... attratto da me?"

Martin gli accarezza il dorso e le lunghe dita, come per attengervi forza. "Una sera, a Berlino, mi hai messo a letto... Mi hai spogliato e... e io...Ho provato una scossa. Mi ero... Mi ero... eccitato..."

Dave gli fa scorrere un dito lungo la mascella. I suoi occhi si addolciscono, vedendo il suo imbarazzo. "Poteva trattarsi di un riflesso involontario. Capita, a volte."
"L'ho pensato pure io. Il mattino dopo ho chiesto ad Andrew di... toccarmi... di palparmi..."

Dave scoppia in una risata. "Ha accettato?"
"Ha brontolato, sbuffato e gridato per una buona mezz'ora e poi mi ha accontentato. Niente di niente." Prende un profondo respiro e continua. "La seconda volta stavamo giocando a calcio. Una partitina amichevole. Sai come ci si comporta quando uno segna. Gli altri lo abbracciano, lo baciano... Quanto lo hai fatto tu...OP! Su!!" Si sfrega il viso. "Ti ho evitato per settimane, mesi... bevendo, saltando da un letto ad un altro. Cambiando donna ogni sera. Volevo convincermi che erano stati... incidenti... Tu ti comportavi come sempre... Vivevi con Jo eppure..."
Dave gli avvicina la birra alle labbra. "Le groupie..."

"Una mattina mi avete svegliato. Jo era incinta e tu... Tu brillavi di felicità, d'orgoglio... E' stato come ricevere una mazzata. ERO GELOSO!!" Si passa le dita con furia le dita nei capelli, paonazzo in viso.
"Non poteva trattarsi di invidia?" Dave avverte il desiderio di passare le dita in quella nuvola bionda.

"Avevo superato quella fase da un pezzo. Ho rivissuto il nostro passato. Mi piacevi come persona e ho dovuto ammettere che mi attraevi e... c'era altro... Ti sognavo. Sognavo noi due insieme e mi svegliavo... eccitato e... bagnato..."
"Neppure questo è insolito."

"Era insolito PER ME!!"Replica con veemenza. "Di solito avevo compagnia. Avevo accanto una donna pronta a... che mi...E SOGNAVO TE??"
"Ok, ok..." Cerca di calmarlo. "Voglio solo provare a capire e... vedermi con i tuoi occhi."
"OH!" Martin sorride rinfrancato.

"Mart... Che facciamo adesso?" L'interrogativo di Dave lo rende serio e nervoso.
"Lo chiedi a me? Non sono mai riuscito ad immaginarmi a questo punto. Nemmeno nei miei sogni più sfrenati."

Dave sorride. "Cioè trovarti seduto sul mio letto? E' capitato decine di volte." Si avvicina gattonando lentamente. "Ed io ero più vicino, molto più vicino. Vicinissimo." Bisbiglia a pochi centimetri dalle sue labbra. "Proviamo?"

"Pro... Proviamo." Cede sporgendosi verso di lui. Le labbra si incontrano e Martin le trova mobide e la bocca calda, umida e con un leggero retrogusto di fumo.
"Allora..." Chiede Dave staccandosi appena. "Come ti è sembrato?"

"Baci molto meglio di Andrew." Martin sorride vedendo la sue espressione esterefatta. "Ti ho detto che... abbiamo... sperimentato."
"Avevi parlato di... toccatine. Non di baci." Protesta.

"Voleva convincermi che avevo le pigne in testa e così... L'ho baciato quando aveva la guardia abbassata." Sfarfalleggia le ciglia, con espressione innocente.

Dave ride a denti stretti. "Avrei voluto esserci."
"Ha fatto un balzo all'indietro degno di un campione olimpionico e mi ha tenuto il muso per  il resto della giornata." Risponde Martin, unendosi alla sua risata.
   
 
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