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Autore: AnyaSlytherin    22/03/2013    0 recensioni
Erano ormai tre giorni e quattro notti che non dormivo. La mia mente era affollata esclusivamente da tutte quelle minacce che mi perseguitavano. Ogni notte mi adagiavo nel mio letto pensando a mia sorella, pensando a quanto tutto questo avrebbe potuto metterla in pericolo se solo gliene avessi parlato. Il pensiero di Amber minacciata dallo stesso persecutore che minacciava me mi angosciava. Eravamo gemelle, ma completamente diverse. Ad Amber tutto questo avrebbe spaventato a morte, avrebbe perso la testa e sarebbe corsa immediatamente dalla polizia mettendo a rischio la sua vita e probabilmente quella di Ether, la nostra migliore amica. Lei era scettica, e sono sicura che se gliene avessi parlato l'avrebbe presa alla leggera. Avrebbe pensato che era soltanto uno scherzo da parte di di qualcuno che faceva parte di tutte quelle persone che mi odiavano.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: Tematiche delicate
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The Rosewood Diary - Capitolo 1.
 
Era la mattina del 17 Aprile 2012, e Megan scalciava sulla porta del bagno in attesa che sua sorella uscisse. Amber era solita a metterci delle ore per prepararsi, e a Megan questo irritava molto. Le due erano gemelle, ma completamente opposte, sia esteticamente che caratterialmente. Erano gemelle digote. Megan era arrogante, altezzosa, superba e irascibile. Sapeva di essere la ragazza più desiderata e temuta di Rosewood e ne approfittava ogni qual volta che ne aveva l'occasione. I ragazzi la sognavano e le ragazze la odiavano. Capelli corvino, magra, gambe chilometriche, alta circa 1.72 ed occhi color ghiaccio. Amber invece aveva i capelli del colore del grano, grandi occhi verdi e tremendamente magra a causa della sua ossessione per il peso. Amber era fragile, insicura e molto introversa. La sua personalità era spesso instabile, a causa dei repentini cambi d'umore dovuti alla sua certezza di essere insignificante. 
 
Arrivate a scuola, Hether le attendeva all'entrata. Col suo bel sorriso accolse le ragazze mentre queste ultime le andavano in contro. Hether era di una bellezza unica, coi suoi tratti esotici e i suoi luminosi occhi marroni era considerata una delle più belle di Rosewood. Ma agli occhi delle gemelle appariva ordinaria, di certo non era appariscente quanto le gemelle, sicuramente non quanto Megan. Aveva lunghi capelli neri, quasi simili a quelli di Megan. Era poco più alta delle due ragazze, era di carnagione olivastra, cosa che a lei turbava molto. Fu adottata all'età di 7 anni dall'orfanotrofio di Acapulco, in Messico. Cosa che influì molto sul suo carattere, che le rendeva difficile farsi delle amicizie, soprattutto quelle maschili. Difatti le uniche amiche che aveva erano proprio le gemelle. Non perché fosse timida o in qualche modo spaventata, era soltanto chiusa in se stessa e non riusciva ad aprirsi con nessuno. Ma Megan la faceva sentire protetta, amata, importante. Lei aveva questo potere anche su sua sorella Amber, che amava più di ogni altra cosa, anche se non lo dimostrava. Aveva questa sorta di potere che la rendeva ipnotizzante agli occhi di tutti.
Hether ascoltava con estremo interesse le poche storielle che Megan le raccontava sui ragazzi con cui era stata e che la veneravano, e mai una sola volta riuscì ad immaginarsi al suo posto.
 
Durante l'ora di pranzo, a mensa, Amber sedeva a un tavolo assieme ad Hether chiedendosi dove fosse sua sorella. Hether lo sapeva, ma Megan le aveva chiesto di coprirla anche con la sua gemella. Rassegnata, Amber si recò in bagno per procedere con il suo solito rituale. Una volta entrata, si accertò che non ci fosse nessuno, entrò in uno dei tre bagni chiudendosi la porta alle spalle, si inginocchiò e rimesse tutto ciò che aveva inghiottito pochi minuti prima. Si alzò e tirò lo scaricò, accarezzò il suo ventre piatto e soddisfatta uscì dal bagno.
 
Quando Amber tornò a casa si rese conto di essere completamente sola. Sua madre, Julia Allen, uno dei pochi avvocati di Roswood, avrebbe probabilmente rincasato tardi e, suo padre, anche lui avvocato, sarebbe tornato dal suo viaggio di lavoro solo il giorno dopo.
Ritornò a chiedersi dove potesse essere sua sorella e, conoscendola, pensò che molto probabilmente fosse in compagnia di un ragazzo, uno dei tanti che le correva dietro come un cagnolino innamorato. Ormai era cosa nota: A Megan piaceva apparire misteriosa, cosa che le riusciva facilmente. Era solita a comportarsi spesso in modo ambiguo ed era enigmatica, con tutti, persino con sua sorella a cui non parlava mai di cosa le accadeva o di cosa le passasse per la testa. 
 
Decise di chiamare Hether per chiederle se sapesse qualcosa, ma Hether parve risponderle in tono agitato.
«Non so dove sia, che vuoi che ne sappia io? E' tua sorella, non la mia.»
«Hether, calmati, stavo solo chiedendo.» Le rispose Amber. «E' che mi sembra strano che non sia ancora tornata.»
«Conosciamo Megan, le piace scomparire per poi riapparire magicamente lasciando che gli altri si chiedano cosa abbia fatto e con chi era.» Disse Hether.
«Si ma non è mai stata via così a lungo.» Le ricordò la gemella.
«Senti, io ho da fare, non posso parlare con te, ci vediamo domani a scuola.» Poi riagganciò immediatamente. 
 
C'era un'aria tiepida in quel bosco, e Megan ne approfittò per fingersi infreddolita facendo in modo che lui l'abbracciasse.
«Non pensavo saresti venuto.» Gli disse Megan.
«Oh, mi conosci, non mi piace dare buca, soprattutto a certe persone.» Rispose lui.
«Sai perché sono qui.» Sbottò. «Questa storia deve finire.» Aggiunse.
«Ricevi ancora quelle minacce?»
«Si.»
«Ha tutto a che fare con ciò che è successo l'estate scorsa.»
«Pensavo fossimo gli unici ad esserne a conoscenza.»
«A quanto pare no.»
 
Il giorno seguente Amber fu svegliata bruscamente da sua madre, che parve essere in uno stato di agitazione e confusione.
«Svegliati, Amber, dov'è tua sorella? Svegliati!» Urlava.
Amber sentiva la voce di sua madre risuonarle nelle orecchie ma non riusciva ad ascoltare una sola parola, finché... «Megan, dov'è? Dov'è Megan?»
Il nome di sua sorella fu per lei come una sorta di campanello che la face scattare immediatamente.
«Non è tornata?»
«Tornata? Vuoi dire che è da ieri che è fuori? Dov'è andata?» Le chiese sua madre ignorando la sua domanda.
«Non lo so.»
«Amber!» Esclamò sua madre in tono più alto.
«Mamma, davvero, non lo so.»
«Come sarebbe a dire? Tua sorella esce e non ti dice niente?»
«Quando mai mi ha detto qualcosa?» Chiese retorica. «Tu quando sei tornata?»
«Ieri, ma ero talmente stanca che sono andata direttamente a dormire, pensavo che voi due steste facendo lo stesso.»
 
La signora Allen, in preda al panico, chiamò immediatamente la polizia di Roswood, ma questa si rifiutò di iniziare le ricerche. La legge prevedeva che solo dopo 48 ore una persona poteva dichiararsi scomparsa. La signora Allen agganciò con rabbia e chiamò suo marito. 
«Come sarebbe a dire che Megan non si trova?» Chiese dall'altro capo del telefono il signor Patrick.
«Te l'ho detto, Amber dice che è da ieri che non la vede, ha marinato la scuola e da allora non si hanno notizie.»
«Hai chiamato la polizia, che ha detto?»
«Non possono iniziare le ricerche, devono passare 48 ore.» Gli spiegò sua moglie.
«Cosa? Ma è assurdo!»
«Tu dove sei?»
«In aeroporto, non tornerò prima di stasera.»
«Ok, non preoccuparti, la troveremo.»
«Si, chiamami appena ne sai qualcosa.»
 
Amber camminava inquieta avanti e indietro per tutta la casa, cercando di capire dove potesse essere finita sua sorella. Poi le venne in mente del giorno prima, quando durante l'ora di pranzo, a mensa, chiese a Hether dove fosse Megan e lei le rispose che non poteva dirglielo perché Megan le aveva espressamente chiesto di tenerlo segreto.
 
Salì svelta in camera sua, prese il suo cellulare e digitò il nome dell'amica, non appena rispose, cercando di non farsi sentire da sua madre, chiese subito a Hether di raggiungerla alla casa sul lago di proprietà degli Allen.
 
Amber uscì di casa raccontando una bugia a sua madre, dicendole che sarebbe uscita per cercare Megan. 
Così, una volta arrivata alla casa sul lago, Amber richiamò Hether che risultò irraggiungibile.
Passarono 10 minuti, poi 15, poi 20, quando finalmente Hether arrivò ansimante all'appuntamento.
«Cosa è successo? Perché tutta questa urgenza?» Le chiese l'amica agitata.
«Megan è scomparsa.»
 
Lo stupore si dipinse sul volto di Hether che incredula restò letteralmente a bocca aperta. Un silenzio tombale invase la casa, e nessuna delle due riusciva a dire una sola parola.
Improvvisamente i cellulari delle due suonarono contemporaneamente.
Lo stesso messaggio fu inviato ad entrambe nello stesso momento.
 
«Sentite già la mia mancanza? Non temete, sono ancora qui, ci vedremo presto. 
-A.»
  
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