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Autore: AnyaSlytherin    29/03/2013    0 recensioni
Erano ormai tre giorni e quattro notti che non dormivo. La mia mente era affollata esclusivamente da tutte quelle minacce che mi perseguitavano. Ogni notte mi adagiavo nel mio letto pensando a mia sorella, pensando a quanto tutto questo avrebbe potuto metterla in pericolo se solo gliene avessi parlato. Il pensiero di Amber minacciata dallo stesso persecutore che minacciava me mi angosciava. Eravamo gemelle, ma completamente diverse. Ad Amber tutto questo avrebbe spaventato a morte, avrebbe perso la testa e sarebbe corsa immediatamente dalla polizia mettendo a rischio la sua vita e probabilmente quella di Ether, la nostra migliore amica. Lei era scettica, e sono sicura che se gliene avessi parlato l'avrebbe presa alla leggera. Avrebbe pensato che era soltanto uno scherzo da parte di di qualcuno che faceva parte di tutte quelle persone che mi odiavano.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Era ormai passata una settimana e di Megan neanche l'ombra. Tutta Rosewood cadde in uno stato di angoscia e terrore, erano spaventati all'idea che fra loro potesse aggirarsi un probabile assassino. 
Amber era totalmente avvilita da tutta quella situazione a dir poco inquietante. Ogni notte sognava il volto di Megan che le sorrideva serena e quieta, e non riusciva a capire cosa potesse significare. Non riusciva a credere che Noah avesse organizzato una festa nel suo cottagge come se Megan fosse stata già dimenticata o data per morta. Era inaccettabile! Come poteva la gente essere così insensibile dinanzi a una tragedia come quella? Non si poteva dimenticare in una sola settimana una disgrazia come quella, soprattutto se si trattava di Megan. 
I suoi genitori non trovavano più pace. In ogni strada di Rosewood vi erano manifesti col volto di Megan tappezzati su ogni albero. 
Amber cercava di evitarli il più possibile. Non riusciva a guardare il volto sereno di sua sorella stampato su un patetico pezzo di carta. Le sembrava che i polizziotti non facessero del loro meglio, che tutti se la prendessero con calma. Andare a scuola era estenuante, tutti non facevano che guardarla con compassione e pietà, ormai era diventata il caso pietoso della scuola.
 
Era la mattina di un Giovedì mite, il vento soffiava caldo e tiepido su Rosewwod. Era il 21 Aprile, mancava solo un giorno alla grande festa in maschera organizzata da Noah Young.
Amber e Hether percorrevano il corridoio per recarsi nel laboratorio di Chimica, quando all'improvviso, Amber si sentì chiamare da una voce maschile. Quando si voltò per vedere chi fosse a chiamarla fu sorpresa di trovarsi davanti agli occhi il noto Noah Young. 
Noah era un ragazzo piuttosto popolare, non una sola volta si era rivolto con tono di cortesia a Amber, che si era sempre chiesta perché Megan venisse da lui trattata diversamente. Non che li avesse mai visti parlare o altro, ma era risaputo che Noah faceva lo spaccone con tutti, con tutti tranne che con Megan. Forse incuteva terrore anche a lui, o semplicemente ignorarla gli era più semplice che importunarla. 
«Dici a me?» Gli chiese perplessa.
«Vedi qualcun'altra che si chiama Amber?» Chiese lui retorico.
«Che vuoi?»
«C'è una festa domani sera..»
«Si, l'ho sentito dire.» Lo interruppe. «Al tuo cottagge, giusto?»
«Si.»
«Chi altri poteva dare una festa soltanto una settimana dopo la scomparsa di una ragazza?»
«Senti, volevo solo essere gentile e invitare te e la tua amica, ma a quanto pare non ti entusiasma affatto.»
«Come puoi anche solo pensare che io sia dell'umore per una festa? Mia sorella è scomparsa, Noah.»
«Lo so.» Rispose lui. «Pensavo solo che qui a Rosewood avessimo bisogno di distrarci un po'.»
«Ah, quindi la scomparsa di mia sorella è una distrazione per te?»
«No, non volevo dire questo...»
«Ah no? E cos'è che volevi dire?» Gli chiese in tono arrogante.
«Tenevo a Megan più di quanto crediate tutti.» Disse. «Ripeto: Volevo solo essere gentile, tutto qua. Ma se non vuoi venire non importa.» Poi si allontanò.
 
Amber non riusciva a togliersi dalla testa quanto Noah gli aveva detto. "Tenevo a Megan più di quanto crediate tutti", ma che voleva dire? Quando mai Noah e Megan avevano avuto a che fare l'uno con l'altra? Da quando quei due erano amici? Restò letteralmente bloccata con gli occhi fissi sul vuoto cercando di dare un senso a tutto ciò. 
«Amber, Amber!» La chiamava Hether.
La sua voce riportò Amber alla realtà. «Oh, scusa, stavo.. Niente.»
«Ti senti bene? Hai un'aria strana...»
«E' che sono arrabbiata.» Rispose. «Non posso credere che Noah abbia realmente organizzato una festa. Si comporta come se Megan non fosse mai scomparsa.»
«Hai sentito cos'ha detto?» Le chiese Hether. «Che voleva dire? Da quando a Megan stava simpatico Noah?»
«Non ne ho idea.» Rispose. «E' tutto così strano...»
«Credi che sappia qualcosa? Secondo te quei due avevano una storia? Sappiamo che Megan era solita nascondere le sue storie... E se avessero avuto una relazione? Se lui c'entrasse qualcosa con tutto questo?»
«Questa storia sta diventando inquietante..» Convenne Amber.
«Sta diventando? Lo è da un pezzo.»
«Credi che dovremmo andarci? Alla sua festa, dico.»
«Penso che Noah abbia molto più da dire di quanto non dica.»
 
Poche ore più tardi si aggiravano tra i negozi nel centro di Rosewood. Amber notò in una vetrina un elegante vestito da sera rosso. Se ne innamorò non appena lo vide. Hether, invece, fu incantata da un eccentrico vestito blu, lungo fin sopra le ginocchia con una vertiginosa scollatura sulla schiena. 
Poi si recarono al negozio di costumi per acquistare le maschere. Entrando lì dentro, Amber si ricordò che in passato Megan acquistò diversi costumi che non le vide mai indosso. Costumi inquietanti, insoliti, sicuramente macabri. Forse li usò per andare a qualche festa fuori Rosewood, pensò. 
Le ragazze scelsero le loro maschere, la proprietaria del negozio, una bizzarra anziana dai capelli bianchi, disse loro di attendere intanto che sarebbe scesa giù al magazzino per prendere le maschere scelte.
 
Tornata a casa, Amber tirò fuori il suo vestito dalla busta e lo adagiò piano sul letto. Lo osservò compiaciuta e immaginò di indossarlo alla festa. Si odiò per aver pensato anche solo per un momento che forse, senza sua sorella, sarebbe stata vista come la più bella, o almeno non sarebbe stata invisibile.
Tirò via dalla busta anche lo scatolo con dentro la maschera: Nera, con sopra disegnato alcuni fiori, anche questi neri. E, quando la raccolse, fu spiazzata dalla presenza di un'altra maschera. Una maschera totalmente diversa: Di cera, bianca, con un volto dallo sguardo impassibile e completamente spento. La raccolse e, girandola, notò una scritta fatta in rosso al suo interno: "Ci vediamo alla festa, stronzette. -A".
Gettò subito la maschera sul letto e si affrettò a chiamare Hether.
«Pensavo che avessi ricevuto soltanto io un messaggio del genere.» 
«La persona che ci sta inviando questi messaggi sarà lì.» Disse Amber.
«E probabilmente indosserà questa maschera.» Continuò Hether.
 
Arrivarono alla festa ignare di quanto stava per accadere. 
«Siete qui!» Esclamò Noah sbucando dal nulla. «Speravo che veniste.»
«Siamo qui soltanto per una ragione: Devo parlarti.» Tagliò corto Amber.
«Di che si tratta?»
«Si tratta di Megan.»
«Oh, ho capito.» Rispose. «Fra mezz'ora in camera mia, e vieni da sola.»
 
Amber si aggirava per la casa in cerca del volto che avrebbe portato quella maschera, mentre Hether si isolò dalla festa uscendo sul portico.
«Qualcuno non si sta divertendo?» Le chiese una voce.
Hether si voltò trovandosi davanti agli occhi una ragazza mascherata, che lasciava intravedere tutto tranne i suoi occhi.  
«Non mi diverto mai a queste feste»
«Brutta compagnia?» Le chiese avvicinandosi.
«Diciamo che non sopporto la maggior parte della gente che è qui stasera.»
«Sei da sola?»
«Si.» Rispose subito.
«Non lo trovi un po' deprimente?» Le chiese sorridente
«Punti di vista.»
«Ti va se ci facciamo compagnia a vicenda?» 
Hether la guardò sentendosi in imbarazzo, avvertendo una sensazione che non aveva mai provato prima.
«Mi piacerebbe.»
Restarono per qualche minuto in silenzio affacciate al portico osservando quel cielo costellato.
Heterh sentì improvvisamente la mano di quella sconosciuta sulla sua, si voltò a guardarla sentendosi in terribile disagio. La sconosciuta le sorrise e continuò a carezzarle la mano. Poi, silenziosamente, la baciò.
 
Nello stesso momento, Amber si imbatteva in colui che indossava la maschera. Cercò di avvicinarsi a lui, ma quest'ultimo si allontanò a passo svelto cercando di seminarla fra la gente. Lei cercava di non perderlo di vista, ma le persone erano troppe. E, quando riuscì a farsi largo fra gli invitati, lui era scomparso.
 
Si ricordò improvvisamente dell'appuntamento che aveva con Noah nella sua stanza, così lasciò perdere la caccia all'uomo mascherato e salì al piano di sopra per raggiungere Noah. 
Sentiva una voce, sicuramente la sua, che proveniva dalla sua stanza. Una voce dal tono inquieto, agitato. Si accostò alla porta della sua stanza per ascoltare quanto stesse dicendo e, soprattutto, cercando di capire con chi stesse parlando.
«No, non ho intenzione di portare ancora a lungo questa cosa, sta diventando tutto così assurdo. Non mi avevi detto che avrei corso dei rischi.» Diceva. «Questa storia finisce con me e finisce adesso!» Poi riagganciò.
Amber irruppe nella stanza fingendo di non aver ascoltato quanto detto da Noah e si comportò in maniera indifferente.
«Credevo te ne fossi andata.» disse voltandosi.
«Voglio delle risposte e non me ne andrò finché non le otterrò.» Dichiarò Amber.
«A proposito di cosa?»
«Lo sai.» Rispose. «Ieri, a scuola, mi hai detto che tu tenessi a Megan più di quanto la gente potesse credere.» Gli ricordò. «A cosa ti riferivi?»
«Non parlarne qui, c'è troppa gente adesso.»
«E allora per quale ragione mi hai dato appuntamento qui?»
«Tua sorella aveva più segreti di quanto lasciasse credere.»
«Segreti di che genere?» Le chiese Amber, determinata ad avere risposte.
«Segreti pericolosi, segreti più grandi di lei.»
«Come fai a saperlo? Cosa c'entri tu con Megan?»
«Eravamo amici, in un certo senso.»
«Amici di che tipo?»
«Non ti riguarda.» Rispose Noah. «Devi stare attenta, Amber.» La avvisò. «Questo gioco è pericoloso.»
«Di che gioco parli? Che cosa sai?»
«Niente che tu già non sappia.»
 
- To be continued
  
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