E'
una notte stellata, calda e secca. Lydia sta discutendo con sua mamma,
per l'ennesima volta cerca di convincerla a lasciare quel vile di suo
marito, uomo rude che la picchia quasi ogni giorno, ma la donna non ne
vuole sapere.
Stufa di quella situazione e dell'arrendevolezza della madre, Lydia
sale in camera sua e prima di rendersene conto sta lanciando i vestiti
nel trolley.
Il treno per New York era alle sette.
Il sogno di Lydia
Sono in una
città medievale non più in Canada. È
da mille anni che non vengono più usati gli animali per
lavorare o come trasporto, da me ci sono le macchine che fanno tutto...
Che posto è questo?
”Dove sono finita?!” dico a voce alta, sconvolta .
”Sei a Mercuria.”dice il cavallo, annoiato.
”Tu parli? Mi capisci?”
Il cavallo la fissa “Certo che parlo. Perché, da
dove vieni tu gli animali non parlano?”
“No. Decisamente no. Ok... questo non va bene...”
l' animale se ne va sbuffando irritato e io mi avvicino titubante al
portone del castello.
”Ferma! Solo i Custodi Grigi possono entrare!”dice
la guardia, scandalizzata.
”Scusi, io... Io Non lo sapevo.” mi sono
già girata quando sento l' altro dire: “Stranieri
idioti!”
Mi fermo di botto, dopodichè mi giro e gli mollo un pugno in
faccia; un secondo dopo il suo amico mi punta la spada al petto,
perdendo la presa sulla catena del lupo che, ormai libero, sbrana i
soldati.
Sangue e carne imbrattano la strada, e io arretro terrorizzata.
Nonostante il turbamento i miei occhi vengono attirati da una macchia
nera che si staglia nel cielo azzurro e che sembra avvicinarsi sempre
di più, facendosi sempre più grande...
Il drago mi afferra con gli artigli, poi ricomincia a salire mentre io
urlo e mi dimeno, senza fiato.
Andiamo su una montagna, quassù sto male... soffro di
vertigini.
”Figlia, l'equilibrio è in
pericolo.”dice il drago
“Io non sono tua figlia, e poi come faccio ad
aiutarti?”
“Il Caos vuole uccidere i quattro draghi che mantengono
l'equilibrio. Io sono una di essi.”
“Continuo a non seguirti...”
“Devi diventare un Custode Grigio.”
Si
sveglia tutta sudata.
Sono le quattro di mattina, ma essendo luglio è
già sorto il sole, che ora filtra attraverso le tende.
Prende
l'aereo per New York. Dentro l'aeroporto hanno l'aria condizionata
accesa, quindi non fa troppo caldo, fuori ci sono quasi trentacinque
gradi però con tutti quei grattacieli, strade e condomini la
temperatura sembra molto più alta.
È a Times Square. Entra in un
ristorante.”Buongiorno, può dirmi dove posso
dormire?”
La ragazza la guarda, poi sorride“Se vuoi, posso portarti a casa mia.”
“A casa sua?E' lontano?”
“Non molto.”
“Allora, va bene.”
“Oggi ho finito.” Olive è una ragazza di 19 anni con lunghi capelli biondi e Lydia guarda il suo abbigliamento: canottiera, cravatta, jeans, scarpe e occhi castani.“Olive, vattene da qua!”dice Stanley scontroso.
”Hai la carta di credito?”
“Sì?”dice Lydia incerta.
”Andiamo.”escono in strada.
”Non possiamo prendere la metro? Fa troppo caldo.”
“No,
vieni!” risponde l'altra, tirandola per il braccio.
Non ci mettono molto ad arrivare a destinazione, un quartiere
che galleggia, collegato da ponti, i muri delle case sono sempre
immersi nell'acqua verdastra sono a Venezia.
”Abiti da sola?”
“No, ci sono anche i miei coinquilini: Cortez, Fiona e Zack.”entrano. La sala ha: il divano, pavimento in legno scuro, tavolo e sedie bianche.“Avete la TV al plasma!”
“Certo! Cosa credi?”
“Da
fuori sembrava un po' una catapecchia” ammette Lydia,
facendola scoppiare a ridere " invece è una reggia!"
salgono di sopra.
”Ehi, sei proprio bella!”
“Vuoi provarci con me?!”
Zack studia arte al liceo del quartiere.“Me ne vado.”va nella sua stanza. Sbatte la porta così forte da rompere il vetro della finestrella.”Ma chi è?”
“Zack, ci prova con tutte....”
“L'ho sistemato a puntino.”
“Questa è la mia stanza.”
“Piccola ma accogliente.”
“Vado a prenderti la carta di credito. Per farlo, ho bisogno dei tuoi documenti.”apre lo zaino e prende i fogli.
Olive esce dalla camera. Prende il telefono compone il numero di casa. Squilla ma non risponde. Scende a vedere la TV, fino all'ora di cena, tutti vanno a sedersi.”Cara, come ti chiami?”chiede Fiona.
“Lydia, vengo dal Canada. Sono
qui per studiare arte.”
“Se vuoi posso accompagnarti a scuola, in questa casa ospito
gli studenti.” Zack si strozza con il cibo.”Hai
detto arte?!”
“Si. Certo, perché?”chiede lei tagliente.
“Non ci credo, dovrò sopportarti pure in classe!”
“Cari, smettetela.”Fiona è la proprietaria della Casa Confine, non ha famiglia quindi l'affitta agli studenti, i coinquilini li tratta come figli suoi. È sempre gentile e cortese con tutti, e ha un sorriso caloroso.
“Smettila
Signor Zack, non va bene infastidire la Signorina.”
Cortez viene dalla Spagna, tutti lo evitano... pensano che abbia
qualcosa di strano, forse dietro quei pensieri c'è qualche
verità nascosta?
“Puoi stare qui. Notte! Domani alle 8.00 ti voglio pronta per
uscire.”
Lydia si stende sul letto, dorme, non riesce a fare sogni
né belli né brutti.
Vuoto.