Libri > Eragon
Segui la storia  |       
Autore: wdolcemurty    12/10/2007    2 recensioni
"Ero innamorata allo stesso modo sia di Eragon che di Murtagh, entrambi amavano me, entrambi erano stati con me. E l’ultima, ma non peggiore, cosa era che entrambi pensavano di stare con me."
Genere: Generale, Romantico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CAPITOLO 4

Il giorno successivo trovai finalmente un’abitazione. Era piuttosto vicina al castello, si affacciava sulla sua entrata principale, ma era l’unico adatto alla mia situazione, arredato come piaceva a me e disponibile subito. Non che fossi priva di soldi, perché ne avevo a palate, solo che se mio padre dopo quella serata avesse voluto la mia presenza continua sarei stata più vicina.

Spesi soltanto uno splendido smeraldo, uno dei quindici che avevo rubato nella casa a Furnost. Sistemai i miei effetti personali nell’armadio e nei cassetti. Poi scesi giù nel caos della capitale per cercare un vestito da indossare quella sera.

Ne trovai uno molto grazioso, aveva un bellissimo colore rosa perla, l’unico problema era che mi lasciava il girocollo e le spalle completamente esposte al freddo notturno. Un’idea mi balenò in mente.

Avrei potuto indossare sì quell’abito meraviglioso, facendo contento il mio caro papà, e per ricoprirmi dal freddo avrei indossato un misero mantello di pelle, facendogli fare inizialmente una figuraccia. Sogghignai divertita all’idea.

Alle sette di sera scesi da casa ed entrai nel palazzo. Le pareti erano come sempre nere e lugubri, illuminate da torce accese con la magia. Procedetti con il cuore in gola, finché non arrivai all’ingresso della sala dei banchetti. La porta era chiusa davanti a me, così rimasi per un po’ a riflettere. Ero in netto anticipo, come mi aveva detto di fare mio, così non diedi per niente nell’occhio.

Sapevo benissimo che dopo aver varcato quella soglia il mio destino sarebbe cambiato.

“Sono ancora in tempo per andarmene, sono ancora in tempo per andarmene, sono…”iniziai a pensare con il cuore che batteva a mille. In quel momento una voce familiare mi raggiunse.

-Hanuin? Hai cambiato idea alla fine!- Murtagh veniva verso di me con un bellissimo sorriso stampato in faccia. Aveva in dosso un abito che gli stava da dio, rendendolo ancora più affascinante di com’era già. La mia reazione fu diversa rispetto alle emozioni che provavo realmente, perché rimasi impassibile e seria.

-Non è come credi!- cercai di dire io, ma inutilmente, perché dopo avermi sorriso maliziosamente aprì il portone davanti a noi, lo stesso che temevo fino a poco prima.

Avanzai dietro di lui con passo deciso, entrando in una sala elegante e raffinata, al cui centro era situato un lungo tavolo apparecchiato per una ventina di persone. A capotavola era seduto il re di Alagaesia, Galbatorix.

Murtagh si chinò al suo cospetto. -Mio re-

Galbatorix lo guardò e rispose. -Alzati Murtagh- la sua voce non era per niente cambiata, come anche il suo aspetto. Fui invasa da una voglia di prenderlo a pugni. Ma non lo feci. Mi chinai anch’io. –Salve padre- dissi guardandolo negli occhi.

Il re, nonché mio padre, mi guardava con un lieve sorriso crudele sulle labbra. Al suo fianco, Murtagh aveva la bocca spalancata per lo stupore.

-Bene, sei venuta come promesso, Adelaid- iniziò lui –Questo è Murtagh, mio fedele cavaliere e figlio di uno dei miei migliori amici- Mi inchinai verso il ragazzo.

-E’ un piacere fare la vostra conoscenza- lui fece il medesimo movimento. -Lo stesso vale per me-

Galbatorix riprese il discorso iniziale. -Figlia, mi dispiace molto per questi ultimi anni, so che sono stati pesanti e faticosi per te. Ma saresti stata in pericolo qui accanto a me. Ma adesso non ci sono più problemi, i miei nemici sono ormai lontani, e potrai diventare la guerriera degna del suo sangue che in parte già sei- io non smisi mai di guardarlo.

-Capisco- Murtagh non disse neanche una parola durante il discorso, e per me fu molto difficile scoprire cosa provava, perché aveva mascherato le sue emozioni con un’espressione impassibile. Era molto probabile che fosse rimasto colpito nell’aver scoperto che gli avevo mentito riguardo alla mia identità.

-Inoltre- continuò il re –Non potrò essere ancora io il tuo maestro. Sarà Murtagh. Sempre per non far nascere indiscrezioni, questa sera, verrai annunciata come sua moglie- Mi venne una voglia matta di scoppiare a ridere, ma arrossii soltanto.

Era probabile che anche il mio finto marito non era a conoscenza di questa parte del piano di Galbatorix, ma non lo diede per niente a vedere.

-Ora sedetevi, fra poco avremo degli ospiti a cena- Feci per togliermi il mantello quando fui preceduta da Murtagh, che non mi toglieva mai lo sguardo di dosso, soprattutto quando rimasi solo con il mio bel vestito. Galbatorix mi guardò pensando sicuramente che ero cresciuta molto durante quegli anni di assenza.

Un rumore sordo entrò nella sala e parecchi nobili si affrettarono ad entrare. Per tutta la cena io e Murtagh ci alternavamo profondi sguardi.

Dopo due lunghissime ore, finalmente il ricevimento finì, e dopo essermi congedata a mio padre mi avviai verso casa. Sentii dei passi dietro di me, ma non mi voltai subito.

-Adelaid!Adelaid!- gridava Murtagh con il fiato corto per la lunga corsa. –Che cosa c’è?- chiesi girandomi verso di lui.

-E’ così che ti chiami realmente, vero?- Annuii, senza riuscire a dire una parola, imbarazzata e allo stesso tempo ferita dal tono di accusa che aveva assunto.

-Perché non me lo hai detto?- io lo guardai sempre rimanendo impassibile, consapevole che quella maschera stava per cedere.

-E’ così importante?- Lui inarcò un sopracciglio. -Direi di si. Tu sei la figlia del mio signore, e tuo padre mi avrebbe gia torturato per come mi sono comportato con te.-

Ormai non ce la facevo più, la rabbia che avevo represso per tutti quegli anni mi stava per invadere completamente.

-Non conta niente! Io lo odio, capisci? Lo odio! Non mi interessa essere riconosciuta come sua erede!- stavo iniziando ad alzare il tono della voce. Il mio viso era contratto in una smorfia di dolore.

-E’ un mostro! Se non fosse stato per lui mia madre sarebbe ancora viva! L’ha uccisa davanti a me! E rideva mentre lo faceva!- incominciai  a piangere, mi dovevo sfogare.

Ma perché proprio lì, davanti al ragazzo più bello che conoscevo?

–Mi dispiace, non volevo. Scusami Adelaid- disse abbracciandomi teneramente, facendosi comprensivo. In effetti eravamo più o meno nella stessa situazione. Lui era figli di Morzan, il peggiore dei rinnegati.

Mi strinsi forte a lui, continuando a piangere interrottamente, mentre mi accarezzava i capelli.

Dopo un po’ che eravamo così, alzò il mio volto verso il suo. Dovevo avere la faccia e gli occhi rossi per il pianto, ma lui non ci badò, perché mi avvicinò piano alle sue labbra. Ci scambiammo un veloce bacio, avrei voluto durasse un eternità, ma io mi staccai violentemente, ancora sotto-shock e presi a correre verso casa, lasciandolo lì da solo, in mezzo all’oscurità della notte.

 

Passai la notte cercando un motivo al mio rifiuto per il bacio di Murtagh.

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Eragon / Vai alla pagina dell'autore: wdolcemurty