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Autore: JordanV    13/10/2007    2 recensioni
Hogwarts è nel caos. Di nuovo. La colpa è di Hagrid. Di nuovo. Harry, Ron ed Hermione devono porre rimedio. Di nuovo...
Genere: Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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TRUBDOLO IN FUGA  1

TRUBDOLO IN FUGA

1
“…in sintesi, dobbiamo sbrigarci,” concluse Hermione, posando le mani sul tavolo.
“Eh?” chiese Ron, disorientato. Hermione lo osservò attentamente.
“Hai qualche domanda, Ronald?”
“Certo che ne ho! Non ho capito niente di quello che hai detto!”
La ragazza fece un sospiro esasperato.
“Ma mi ascolti MAI? Lo chiedo solo per informazione. Si può sapere a cosa stavi pensando mentre io vi illustravo il nostro gravoso compito?”
“Beh, il fatto è che sabato prossimo giocano i Cannoni di Chudley e…” balbettò Ron, imbarazzato. Hermione alzò gli occhi al cielo. ‘Maschi’ diceva il loro sguardo.
“Senti, Harry, ti dispiace ripetere a Ron quello che vi ho appena spiegato? Io vado in infermeria a farmi dare una pozione contro il mal di testa.”
Con uno svolazzo della veste, Hermione si alzò e uscì dalla sala comune di Grifondoro, dopo aver aperto il passaggio nel ritratto.
Ron la seguì con lo sguardo.
“È per qualcosa che ho detto?”
Harry sospirò e cominciò a pulirsi gli occhiali usando la manica del maglione.
“Non ti preoccupare, Ron, non è nulla. E comunque non ci arriveresti.”
Ron si rallegrò considerevolmente.
“Oh…grazie, Harry!”
“Allora, negli ultimi tre quarti d’ora, Hermione ci ha spiegato i poteri del trubdolo della verità, una creatura magica molto rara che è stata dichiarata specie protetta.”
Harry girò verso Ron il libro che aveva di fronte: era aperto ad una pagina su cui era disegnato quello che sembrava uno scoiattolo troppo cresciuto.
“Questo animale, quando si aggrappa ad una persona, la costringe a dire tutta la verità, dalle più innocue bugie ai segreti più intimi. Una volta i trubdoli venivano usati per far confessare i criminali e indurli al pentimento, prima che si diffondesse l’uso del Veritaserum. Ora una di queste bestiole è libera per la scuola e dobbiamo ritrovarla a tutti i costi.”
“Sembra uno scoiattolo troppo cresciuto. Ma se è così raro, cosa ci fa qui ad Hogwarts?”
Harry lo incenerì con un’occhiata.
“Ma allora è vero che non ascolti! È tutta colpa di Hagrid, naturalmente! Ha comprato uno di quei cuccioli al mercato nero e se l’è lasciato sfuggire!”
Ron si strinse nelle spalle.
“Perché Hagrid ha comprato un animale del genere? Di solito si dedica a bestie più interessanti…che so, gli Schiopodi Sparacoda o le Manticore…”
Harry si accasciò sul tavolo, emettendo un gemito sconsolato. Per un attimo si concesse un meraviglioso sogno ad occhi aperti, in cui lui era infermeria con una bella pozione contro il mal di testa. Ma il senso del dovere lo spinse ad andare avanti.
“Gira pagina, Ron…”
Ron fece come gli era stato chiesto e non riuscì a trattenere una smorfia di disgusto. L’illustrazione raffigurava un enorme lucertolone che stava ritto sulle zampe posteriori. Nonostante avesse un aspetto da rettile aveva anche qualcosa di umano… ma le lunghe dita accessoriate di artigli come rasoi non erano affatto umane…come l’enorme bocca munita di una orribile dotazione di zanne. Secondo la didascalia era alto tre metri.
“Che schifo! Ma che roba è?”
“Non ti sei chiesto perché hanno smesso di usare i trubdoli per gli interrogatori? Questi animali assorbono l’energia della verità e quando ne hanno immagazzinata abbastanza diventano così,” disse Harry, tamburellando sull’illustrazione.
“Pensa, Ron,” lo esortò Harry, anche se sapeva che era fatica sprecata. “Questa è una scuola: studenti che mentono perché non hanno fatto i compiti o perché vogliono marinare le lezioni…questo è l’ambiente perfetto perché il trubdolo si sviluppi!”
Ron impallidì, mentre la comprensione si faceva strada lentamente nel suo cervello.
“E noi dovremo dare la caccia…a quel coso lì?”
“No…dobbiamo prenderlo prima che si trasformi. Quando è così piccolo è inoffensivo…o quasi.”
“Ma allora dobbiamo sbrigarci!”
In quel momento un urlo squarciò l’aria e i due amici si guardarono.
“Hai sentito anche tu?”
“Sì…”
“Allora andiamo!”
Uscirono dalla stanza e trovarono Ginny seduta sul pavimento, in lacrime, davanti al quadro che rappresentava la Signora Grassa.
“Ginny!”
Ron si inginocchiò accanto alla sorella minore, che stava ancora piangendo sconsolata.
“Cos’è successo?”
“Oh, Ron…io…io…” Ginny crollò sulla spalla del fratello, singhiozzando. “Quando facevi il primo anno sono stata io a metterti lo gnomo nell’armadio, prima che tu tornassi da scuola!”
Ron e Harry si guardarono.
“E poi…e poi… quando il tuo compito di pozioni si è sporcato di burrobirra ho detto che era colpa di Grattastinchi, ma in realtà la bottiglia l’ho rovesciata io!”
Ron si grattò la testa.
“Questo è…”
“L’effetto del trubdolo, sì.”
“È terribile! Dobbiamo acchiapparlo!”
In quel momento udirono una risatina: alzando lo sguardo videro un animaletto che sembrava uno scoiattolo troppo cresciuto, che si spanciava dalle risate appeso a un lampadario.
“Eccolo!”
Harry tirò fuori la sua bacchetta per lanciare uno Schiantesimo, ma la creatura fece una capriola e svanì.
Ron si rivolse a Harry, disperato.
“Come diavolo facciamo a prenderlo? È troppo veloce!”
“Hermione aveva un piano: probabilmente aveva intenzione di attirarlo fuori dalla scuola. Dobbiamo trovarla…”
Nel frattempo Ginny sembrava essersi calmata, così i due aspiranti cacciatrubdoli decisero di muoversi. Ron aiutò sua sorella ad alzarsi in piedi e fece per congedarsi.
“Scusa, Ginny, dobbiamo andare…”
La ragazza lo prese per la veste.
“Aspetta, devo dirti ancora una cosa…a me… a me… piace Malfoy!”
E in quel momento il mondo di Ronald Weasley si fermò d’incanto. A nulla valsero le preghiere e le minacce di Harry: il povero Ron era letteralmente rimasto inchiodato al pavimento. Così Harry fu costretto a caricarsi l’amico sulle spalle. Sbuffando sotto il peso di Ron, Harry cominciò a percorrere i lunghi corridoi di Hogwarts, chiedendosi ad alta voce perché non fosse rimasto a letto quella mattina. La giornata era cominciata male e sarebbe senz’altro continuata peggio.
Girando l’angolo andò quasi a sbattere contro Hermione.
“Harry, è un disastro! La biblioteca è nel caos! Madama Pince si stava fustigando per aver scarabocchiato un libro quando aveva quattro anni… ma che ha Ron?”
“Ginny ha detto che le piace Malfoy…”
“Si riprenderà. Ma dobbiamo trovare un sistema per portare il trubdolo fuori dalla scuola o saranno guai seri!”
Harry cercò, senza successo, di sistemarsi meglio Ron sulle spalle. Alla fine cedette e fece scivolare con cautela l’amico sul pavimento.
“Hermione, non possiamo lasciarlo in questo stato,” disse, sistemando Ron con la schiena appoggiata al muro. Hermione ci pensò su per un attimo.
“Hai ragione, Harry. Sarebbe d’intralcio.”
Si piantò di fronte a Ron e lo schiaffeggiò con rapidità ed efficienza. Gli occhi di Ron si spalancarono di colpo, come se dentro la sua testa fosse stato premuto il pulsante del via.
“Ehi! Perché l’hai fatto?” chiese Ron, indignato.
“Mi ringrazierai più tardi. Adesso è ora di muoversi.”
In un secondo, Ron ricordò il loro dovere e tutta la gravità della situazione…e anche qualcos’altro.
“Mio Dio!” si disperò, “A mia sorella piace Malfoy! Ma vi rendete conto? Cos’altro potrà andare storto oggi?”
In quel momento furono superati da Percy, che stava gridando ai quattro venti:
“Sì, lo confesso: al primo anno ho copiato il compito di Trasfigurazione! Come prefetto ho tolto punti ingiustamente a Tassorosso!”
“Senti, senti…” disse Ron.
“E poi…HO SEMPRE DESIDERATO ESSERE UN SERPEVERDE!”
Harry, Ron ed Hermione si guardarono, sconvolti, mentre Percy svaniva in lontananza.
“Questa fingerò di non averla sentita,” borbottò Ron, ancora scosso.
Poi, come un sol uomo, tutti e tre corsero nella direzione da cui era venuto Percy.


Harry Potter, Ronald Weasley, Hermione Granger e tutti i loro simpatici amici appartengono a J.K.Rowling e alle innumerevoli aziende che ne detengono i diritti di merchandising… sono troppe per inserirle tutte, quindi mi limiterò a ricordare la casa editrice Salani per l’edizione italiana.
In definitiva è mio solo il trubdolo…ma se lo volete ve lo regalo volentieri.


 

  
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