TRUBDOLO IN FUGA
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“…in sintesi, dobbiamo sbrigarci,” concluse Hermione, posando le mani sul
tavolo.
“Eh?” chiese Ron, disorientato. Hermione lo osservò attentamente.
“Hai qualche domanda, Ronald?”
“Certo che ne ho! Non ho capito niente di quello che hai detto!”
La ragazza fece un sospiro esasperato.
“Ma mi ascolti MAI? Lo chiedo solo per informazione. Si può sapere a cosa stavi
pensando mentre io vi illustravo il nostro gravoso compito?”
“Beh, il fatto è che sabato prossimo giocano i Cannoni di Chudley e…” balbettò
Ron, imbarazzato. Hermione alzò gli occhi al cielo. ‘Maschi’ diceva il loro
sguardo.
“Senti, Harry, ti dispiace ripetere a Ron quello che vi ho appena spiegato? Io
vado in infermeria a farmi dare una pozione contro il mal di testa.”
Con uno svolazzo della veste, Hermione si alzò e uscì dalla sala comune di
Grifondoro, dopo aver aperto il passaggio nel ritratto.
Ron la seguì con lo sguardo.
“È per qualcosa che ho detto?”
Harry sospirò e cominciò a pulirsi gli occhiali usando la manica del maglione.
“Non ti preoccupare, Ron, non è nulla. E comunque non ci arriveresti.”
Ron si rallegrò considerevolmente.
“Oh…grazie, Harry!”
“Allora, negli ultimi tre quarti d’ora, Hermione ci ha spiegato i poteri del
trubdolo della verità, una creatura magica molto rara che è stata dichiarata
specie protetta.”
Harry girò verso Ron il libro che aveva di fronte: era aperto ad una pagina su
cui era disegnato quello che sembrava uno scoiattolo troppo cresciuto.
“Questo animale, quando si aggrappa ad una persona, la costringe a dire tutta la
verità, dalle più innocue bugie ai segreti più intimi. Una volta i trubdoli
venivano usati per far confessare i criminali e indurli al pentimento, prima che
si diffondesse l’uso del Veritaserum. Ora una di queste bestiole è libera per la
scuola e dobbiamo ritrovarla a tutti i costi.”
“Sembra uno scoiattolo troppo cresciuto. Ma se è così raro, cosa ci fa qui ad
Hogwarts?”
Harry lo incenerì con un’occhiata.
“Ma allora è vero che non ascolti! È tutta colpa di Hagrid, naturalmente! Ha
comprato uno di quei cuccioli al mercato nero e se l’è lasciato sfuggire!”
Ron si strinse nelle spalle.
“Perché Hagrid ha comprato un animale del genere? Di solito si dedica a bestie
più interessanti…che so, gli Schiopodi Sparacoda o le Manticore…”
Harry si accasciò sul tavolo, emettendo un gemito sconsolato. Per un attimo si
concesse un meraviglioso sogno ad occhi aperti, in cui lui era infermeria con
una bella pozione contro il mal di testa. Ma il senso del dovere lo spinse ad
andare avanti.
“Gira pagina, Ron…”
Ron fece come gli era stato chiesto e non riuscì a trattenere una smorfia di
disgusto. L’illustrazione raffigurava un enorme lucertolone che stava ritto
sulle zampe posteriori. Nonostante avesse un aspetto da rettile aveva anche
qualcosa di umano… ma le lunghe dita accessoriate di artigli come rasoi non
erano affatto umane…come l’enorme bocca munita di una orribile dotazione di
zanne. Secondo la didascalia era alto tre metri.
“Che schifo! Ma che roba è?”
“Non ti sei chiesto perché hanno smesso di usare i trubdoli per gli
interrogatori? Questi animali assorbono l’energia della verità e quando ne hanno
immagazzinata abbastanza diventano così,” disse Harry, tamburellando
sull’illustrazione.
“Pensa, Ron,” lo esortò Harry, anche se sapeva che era fatica sprecata. “Questa
è una scuola: studenti che mentono perché non hanno fatto i compiti o perché
vogliono marinare le lezioni…questo è l’ambiente perfetto perché il trubdolo si
sviluppi!”
Ron impallidì, mentre la comprensione si faceva strada lentamente nel suo
cervello.
“E noi dovremo dare la caccia…a quel coso lì?”
“No…dobbiamo prenderlo prima che si trasformi. Quando è così piccolo è
inoffensivo…o quasi.”
“Ma allora dobbiamo sbrigarci!”
In quel momento un urlo squarciò l’aria e i due amici si guardarono.
“Hai sentito anche tu?”
“Sì…”
“Allora andiamo!”
Uscirono dalla stanza e trovarono Ginny seduta sul pavimento, in lacrime,
davanti al quadro che rappresentava la Signora Grassa.
“Ginny!”
Ron si inginocchiò accanto alla sorella minore, che stava ancora piangendo
sconsolata.
“Cos’è successo?”
“Oh, Ron…io…io…” Ginny crollò sulla spalla del fratello, singhiozzando. “Quando
facevi il primo anno sono stata io a metterti lo gnomo nell’armadio, prima che
tu tornassi da scuola!”
Ron e Harry si guardarono.
“E poi…e poi… quando il tuo compito di pozioni si è sporcato di burrobirra ho
detto che era colpa di Grattastinchi, ma in realtà la bottiglia l’ho rovesciata
io!”
Ron si grattò la testa.
“Questo è…”
“L’effetto del trubdolo, sì.”
“È terribile! Dobbiamo acchiapparlo!”
In quel momento udirono una risatina: alzando lo sguardo videro un animaletto
che sembrava uno scoiattolo troppo cresciuto, che si spanciava dalle risate
appeso a un lampadario.
“Eccolo!”
Harry tirò fuori la sua bacchetta per lanciare uno Schiantesimo, ma la creatura
fece una capriola e svanì.
Ron si rivolse a Harry, disperato.
“Come diavolo facciamo a prenderlo? È troppo veloce!”
“Hermione aveva un piano: probabilmente aveva intenzione di attirarlo fuori
dalla scuola. Dobbiamo trovarla…”
Nel frattempo Ginny sembrava essersi calmata, così i due aspiranti
cacciatrubdoli decisero di muoversi. Ron aiutò sua sorella ad alzarsi in piedi e
fece per congedarsi.
“Scusa, Ginny, dobbiamo andare…”
La ragazza lo prese per la veste.
“Aspetta, devo dirti ancora una cosa…a me… a me… piace Malfoy!”
E in quel momento il mondo di Ronald Weasley si fermò d’incanto. A nulla valsero
le preghiere e le minacce di Harry: il povero Ron era letteralmente rimasto
inchiodato al pavimento. Così Harry fu costretto a caricarsi l’amico sulle
spalle. Sbuffando sotto il peso di Ron, Harry cominciò a percorrere i lunghi
corridoi di Hogwarts, chiedendosi ad alta voce perché non fosse rimasto a letto
quella mattina. La giornata era cominciata male e sarebbe senz’altro continuata
peggio.
Girando l’angolo andò quasi a sbattere contro Hermione.
“Harry, è un disastro! La biblioteca è nel caos! Madama Pince si stava
fustigando per aver scarabocchiato un libro quando aveva quattro anni… ma che ha
Ron?”
“Ginny ha detto che le piace Malfoy…”
“Si riprenderà. Ma dobbiamo trovare un sistema per portare il trubdolo fuori
dalla scuola o saranno guai seri!”
Harry cercò, senza successo, di sistemarsi meglio Ron sulle spalle. Alla fine
cedette e fece scivolare con cautela l’amico sul pavimento.
“Hermione, non possiamo lasciarlo in questo stato,” disse, sistemando Ron con la
schiena appoggiata al muro. Hermione ci pensò su per un attimo.
“Hai ragione, Harry. Sarebbe d’intralcio.”
Si piantò di fronte a Ron e lo schiaffeggiò con rapidità ed efficienza. Gli
occhi di Ron si spalancarono di colpo, come se dentro la sua testa fosse stato
premuto il pulsante del via.
“Ehi! Perché l’hai fatto?” chiese Ron, indignato.
“Mi ringrazierai più tardi. Adesso è ora di muoversi.”
In un secondo, Ron ricordò il loro dovere e tutta la gravità della situazione…e
anche qualcos’altro.
“Mio Dio!” si disperò, “A mia sorella piace Malfoy! Ma vi rendete conto?
Cos’altro potrà andare storto oggi?”
In quel momento furono superati da Percy, che stava gridando ai quattro venti:
“Sì, lo confesso: al primo anno ho copiato il compito di Trasfigurazione! Come
prefetto ho tolto punti ingiustamente a Tassorosso!”
“Senti, senti…” disse Ron.
“E poi…HO SEMPRE DESIDERATO ESSERE UN SERPEVERDE!”
Harry, Ron ed Hermione si guardarono, sconvolti, mentre Percy svaniva in
lontananza.
“Questa fingerò di non averla sentita,” borbottò Ron, ancora scosso.
Poi, come un sol uomo, tutti e tre corsero nella direzione da cui era venuto
Percy.
Harry Potter, Ronald Weasley, Hermione Granger e tutti i loro simpatici amici
appartengono a J.K.Rowling e alle innumerevoli aziende che ne detengono i
diritti di merchandising… sono troppe per inserirle tutte, quindi mi limiterò a
ricordare la casa editrice Salani per l’edizione italiana.
In definitiva è mio solo il trubdolo…ma se lo volete ve lo regalo volentieri.