Storie originali > Fantascienza
Segui la storia  |       
Autore: Shade Owl    27/03/2013    3 recensioni
Un mondo devastato dalla guerra, teatro di disagi e difficoltà per la popolazione. Una storia.
Che parla di un gruppo di persone coraggiose.
Tra aeronavi, pirati, storia antica ed ex militari, l'inizio di una grande avventura.
Genere: Avventura, Guerra, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'I Ranger del Cielo'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Quali che fossero le sue intenzioni, Carsen si rifiutò di dirgli alcunché, all’inizio: prima pretese che John si rendesse presentabile al resto del mondo, quindi lo riaccompagnò a casa, dove prese le sue poche cose e i suoi vestiti. Nel mentre lui si cambiò, dandosi una lavata, e tagliò barba e capelli. Quando uscì dal bagno, pulito e rasato, sembrava un’altra persona: ora era di nuovo avvicinabile, sobrio e fresco di doccia, il volto solo vagamente ruvido per i peli. I capelli neri erano di nuovo a una lunghezza accettabile, e decisamente più ordinati di quanto non fossero solo un’ora prima.
Quanto all’affitto, parlò dieci minuti con lo scontroso proprietario, un vecchio acido e burbero che abitava due piani sopra di lui, e dopo aver saldato la quota del mese (dando fondo ai suoi risparmi, piuttosto miseri) liberò definitivamente l’appartamento.
Da quel momento John si trasferì di fatto nell’officina, il cui proprietario scoprì essere un giovane meccanico dalla pelle olivastra e gli abiti macchiati d’olio e di grasso, di nome Ryan. Era un uomo simpatico e capace, che si disse più che disposto ad accoglierlo per tutto il tempo necessario, liquidando le proteste di John con una scrollata di spalle e un semplice “Carsen mi ha detto tutto”.
Lui comunque gli assicurò che sarebbe rimasto il minimo indispensabile, e che era disposto anche a risarcirlo per l'ospitalità, offerta che Ryan declinò spiegandogli che non si sarebbe dovuto preoccupare di nulla, e di sbrigarsela col vecchio, che a quanto pareva si sarebbe accollato quelle e altre spese.
- Diceva davvero?- gli chiese John, quando rimasero da soli - Mi stai pagando l’affitto?-
Lui scosse la testa, serio.
- No, Ryan è il nipote di un mio caro amico.- spiegò - Le spese a cui si riferiva sono altre, e le considero un investimento. Comunque stai tranquillo…- aggiunse, dandogli una pacca e allontanandosi - I soldi non mi mancano, te l’assicuro.-
 
A sera, lui e John parlarono di cosa avesse intenzione di fare il vecchio per aiutarlo, seduti di nuovo al tavolo della cucina assieme a Ryan, intenti a cenare.
- Dunque, John…- esordì l’omone, smettendo per un momento di mangiare e guardandolo negli occhi - Io, come forse hai capito, sono un Avionauta.-
Lui non rispose, anche se dentro di sé si era immaginato una cosa del genere: dopotutto erano nella zona dell’Avioporto, e l’enorme hangar poteva ospitare soltanto il suo Avionatante, il quale adesso era chissà dove, essendo stato portato via ancor prima che potesse dargli una sola occhiata.
- Vuoi per caso offrirmi un posto sul tuo mezzo?- chiese.
- No.- rispose Carsen - Per niente. Gli uomini che ho mi bastano, e comunque non potresti mai venire dove ho intenzione di andare io.-
- E quindi?-
- Quindi, ti sto suggerendo di trovarti una tua ciurma e un tuo velivolo.-
- Un mio… velivolo?- ripeté John, allibito.
- Hai detto di saper pilotare, no?-
- Beh… sì, lo so fare… però non volo da un pezzo… parecchi anni, come minimo…-
- Oh, nessun problema.- disse Ryan - Posso farti fare qualche simulazione di volo con le macchine che usano i piloti governativi. Ne ho rimediata una l’anno scorso.-
- Ne hai rimediata una?- ridacchiò John - E come?-
Ma il meccanico scosse la testa.
- Fai una bella cosa, non chiedermelo.- prese una forchettata di pasta e continuò - Quanto all’Avionatante vero e proprio, mi sembra di capire che non hai una gran liquidità, ma forse posso trovarti qualche vecchio modello o roba del genere…-
- No, grazie.- disse lui.
- Perché no?- chiese spiazzato Ryan.
- Perché preferisco costruirmelo da me.- rispose.
- Costruirtelo da te?- ripeté Carsen - Con cosa?-
- Rottami.- rispose John - Parti scartate. Pezzi di ricambio buttati. Quelli non costano niente, li posso trovare più o meno ovunque e rimetterli insieme in un baleno.-
- Quindi vuoi usare rottami per risparmiare…- disse lentamente il vecchio, accarezzandosi la barba con una mano - Idea niente male, ma bisognerà mettercisi d’impegno, se vogliamo tirarne fuori qualcosa di buono.-
- Non c’è problema.- disse John - Ho una laurea in Scienze Politiche, ma da ragazzo ho frequentato l'istituto tecnico, e per cose del genere preferisco fare da me.-
- Davvero?- chiese impressionato Ryan - Come mai?-
John scosse la testa.
- Una… mia fissazione.- rispose vago.
- Ovvero?-
- Ehm…- si passò una mano tra i capelli, a disagio - Ecco… ora non prendetemi in giro… ma io penso che una cosa possa dirsi veramente mia unicamente se me la faccio da solo.- spiegò - Ero così anche da piccolo… comprarla non mi da la stessa soddisfazione. Mi sentirei fuori posto, su un mezzo che non considero mio.-
Carsen e Ryan si guardarono leggermente stupiti.
- Beh?- chiese John - Niente da dire?-
- No, nulla di che.- disse Carsen - Ma se la pensi così, avrai bisogno di aiuto. Un Avionatante non lo si costruisce da soli.-
- E cosa suggerisci?-
- Intanto, Ryan è un bravo meccanico, e può già aiutarci.- rispose il vecchio, mentre Ryan faceva un cenno col capo - Per la manodopera in generale chiederò al mio equipaggio. Non faranno problemi, sta tranquillo.-
- Quindi ora rimangono solo i materiali.- disse Ryan - Dobbiamo andare a cercarne un po’… un bel po’.-
 
Per giorni John, Ryan e Carsen fecero avanti e indietro tra l’officina e i depositi di rottami, tornando ogni volta con una montagna di pezzi utilizzabili. Il lavoro non era poco: dovevano setacciare i vari rifiuti, riconoscere le parti ancora buone, annotarle sulla lista che si erano fatti e poi caricarle sul furgone di Ryan. Una volta nell’officina, poi, cominciarono ad assemblare il tutto, talvolta addirittura risaldando i pezzi con la fiamma ossidrica o sostituendo alcune loro parti, che erano troppo danneggiate per essere tenute.
I compagni di Carsen li aiutarono ad ogni fase del lavoro. Erano quasi tutti nella sua stessa fascia d’età, e a prima vista John li giudicò una cricca di vecchietti con la smania degli Avionatanti. Ben presto, però, fu costretto a ricredersi: uno di essi, Hank, il barbuto e scarmigliato Hank, come si faceva chiamare, riuscì a sorprenderlo quando lo vide arrampicarsi su per un’impalcatura metallica con una chiave inglese tra i denti usando solo le sue nude mani.
Un altro, dai lunghi capelli crespi impastati di olio per macchinari e polvere, a cui tutti si rivolgevano con il nomignolo di Luk, all’inizio gli parve solo un vecchio strampalato, ma conosceva più cose sui motori di quante non ne conoscesse lo stesso Ryan, il quale confidò a John che quello strano tipo era suo zio; e un altro di loro, un uomo cupo e silenzioso, totalmente pelato e parecchio abbronzato chiamato “Piè d’acciaio”, un veterano come lui che aveva perso la gamba su una mina combattendo nella fanteria di prima linea, sotto la scorza ruvida mostrava aveva una mente aperta e geniale, più che disposta a dispensare consigli a John, il quale si ritrovò non di rado ad ascoltare il vecchio Piè d’acciaio che gli insegnava il modo corretto per tenere il suo Avionatante, una volta ultimato.
Ma a piacergli più di tutti (e non era poca cosa, siccome ognuno degli uomini lì presenti era interessante in un modo del tutto suo) era Carsen Breeze. Pur non essendo di certo il più vecchio della sua ciurma era lui il capitano, e tutti gli davano retta come se i suoi ordini fossero legge scritta su pietra. Aveva un’aura di autorità che John aveva visto di rado nei suoi comandanti, durante la guerra, e sembrava aver affrontato ogni genere d’esperienza durante la sua vita: tra le altre, secondo quanto gli raccontò, era stato anche lui nell'esercito, servendo a bordo di diversi Avionatanti da combattimento e persino sullo stesso che aveva adesso, ottenendo il grado di colonnello e diverse medaglie al merito.
- Colonnello?- ridacchiò John quando glielo disse, durante la cena, che consumarono nella stanza sopra la cucina, solo loro due.
- Sì.- rispose Carsen - Perché?-
- No, niente…- disse lui - Solo… vedi, anch’io ero colonnello, quando mi hanno congedato.-
- Ma davvero?- chiese il vecchio - Che buffa coincidenza.- si sporse sul tavolo, spostando il piatto, e lo guardò con sincera curiosità - E allora dimmi, colonnello Disen: come finisce un ufficiale in carriera ad ubriacarsi in una bettola come quella in cui ti ho visto?-
Lui si strinse nelle spalle, come se la cosa non fosse importante, anche se evitò lo sguardo dell’altro.
- Non c’è molto da dire.- rispose - Ho soltanto seguito il copione: finita la guerra non mi sono saputo adattare alla vita di tutti i giorni, e alla mia gentile signora la cosa non è andata affatto giù, specie quando mi hanno licenziato per la quarta volta, e così ha preso quello che poteva e se n’è andata. Poi ho perso la casa e mi sono ritrovato così.- prese un sorso della sua birra analcolica e guardò Carsen - Ecco tutto. Se ti aspettavi un’epica avventura triste, mi dispiace. Sono solo il solito perdente di cui tutti amano dimenticarsi.-
Il vecchio annuì serio e si appoggiò alla sedia, pensieroso.
- Capisco.- disse - Quindi hai ancora dei problemi con ciò che hai visto, dico bene?-
- Non ho proprio problemi…- rispose - Semplicemente, preferisco non pensarci. L’alcool mi ha facilitato la cosa.-
- E pensi che possa aiutarti ancora?-
John non rispose subito, fissando lo sguardo nel vuoto. Nelle sue orecchie risuonarono per un momento i suoni delle bombe che cadevano e dei proiettili sparati in aria, le grida dei soldati e i rombi dei motori che si avviavano. Sentì di volere qualcosa da bere ma, al tempo stesso, la sola idea gli diede la nausea.
- Non lo so.- ammise.
Carsen si accigliò, ritraendosi appena.
- Beh, vedi di saperlo in fretta!- sbottò, assumendo un atteggiamento ostile - Un buon capitano deve sempre sapere tutto. Non può ignorare le cose che gli capitano intorno.-
- Io non ignoro ciò che mi capita intorno!- replicò John, deciso a tenergli testa - Vuoi un esempio?- indicò Hank attraverso la finestra, che in quel momento sembrava intento a far divertire alcuni compagni facendo il giocoliere con alcuni attrezzi di Ryan - Hank è agile come una scimmia nonostante l’età, quindi o fa solo finta di essere vecchio o da giovane gli hanno immesso nel corpo un impianto cinetico. Poi Luk… non credo che straparli di broccoli ballerini e ciabatte parlanti tanto per divertirsi, vista la cicatrice che ha in fronte, seminascosta dai capelli. E Piè d’acciaio ha avuto una moglie, sul suo dito è ancora visibile il segno dell’anello. Però è morta, e anche male, visto che non accenna mai alla cosa.- incrociò le braccia e si appoggiò alla sedia - Come vedi, lo spirito d’osservazione ce l’ho, vecchio. Le uniche cose che non capisco ancora riguardano solo me.-
I due si guardarono per qualche istante, con sguardi feroci e carichi di sfida. L’atmosfera divenne di colpo tesa, e per un istante a John sembrò che stessero per mettersi a litigare.
Tuttavia, Carsen si sciolse improvvisamente in un sorrisetto scaltro e gli strizzò l’occhio, riprendendo a mangiare come se nulla fosse successo.
- Bene.- disse - In tal caso, staremo a vedere. Forse non sei una causa persa, John.-

Ok, bene... domani, promesso, presenterò il primo membro dell'equipaggio. E, ve lo dico, qualcuno potrebbe trovarlo, procedendo con la storia, abbastanza simile a un altro mio personaggio, appartenente a un'altra storia. Ma questa, appunto, è un'altra storia... semmai, ne parlerò più in là.
Ringrazio ancora Ely79 e LullabyMilla, che stanno recensendomi come sempre. Spero che non rimarranno le uniche, comunque. A domani!

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantascienza / Vai alla pagina dell'autore: Shade Owl