Ciao
a tutti!!!!!!!!!!
Chiedo
umilmente scusa, ancora una volta sono in ritardo
mostruoso….
Come
sempre grazie mille per le bellissime recensioni a :
disenchanted_vale:
grazie per la recensione, in effetti greg e mj sono due insensibili al
massimo…fammi sapere cosa pensi di questo nuovo
capitolo….baci!
Ika_LiL
ReBel: ciao! Se leggi vedrai cosa succede tra frankie e holly…anche se per ora
non è molto ( e io non dovrei anticiparvi niente) greg e la barbie mi fanno
schifo come personaggi ma erano idispensabili…bè, dimmi come ti è sembrato
questo capp!!!un bacio!
Elyrock:
ciao stella!! Come al solito grazie per la bellissima recensione….direi che
siete tutte un po’ d’accordo a voler uccidere quel povero cameriere…che
poveretto, stava solo facendo il suo lavoro!!!ehmmmmm….aggiornare presto non è
un concetto che fa proprio parte del mio DNA, ma cerca di capirmi, tra la
scuola, l’esame di guida che si avvicina sempre di più (ARGH!) e impegni vari
non trovo mai un secondo libero….spero che l’attesa per questo capitolo non ti
deluda. Fammi sapere, come sempre. Un bacio!
Bell_Lua:
ciao anche a te! Greg è…si, è scemo. Lo odio, anche se l’ho inventato io, ma mi
era proprio indispensabile, senò con Frank non succedeva niente!!ehhehhh….di
gatte morte c’è pieno il mondo, anche dalle mie parti abbondano e le uccidere
tutte a una a una personalmente…grazie infinite per i complimenti e a presto!
Baci ps:l’Inghilterra è un sogno!!
Gufo:
ciao!! Grazie per gli auguri, sono contenta che ti sia piaciuta la mia storia!
Spero che anche questo capitolo non sarà da meno. Fammi sapere! Un
bacio!
Martunza:
ciao anche a te!! Greg è un bastardo, lo so. Io l’avrei ucciso….grazie per gli
auguri e fammi sapere!!un bacione!!!
E
con questo concludo. Spero davvero che il prossimo capitolo arriverà in fretta,
ma purtroppo non dipende da me. A presto!!!! Baci baci a
tutti!!!
5.
FOURTH DAY: A CHOCOLATE KISS
Holly
aprì la porta, entrò, la richiuse.
Solito
miagolio da parte di Johnny, poi posò la borsa sul tavolino dell’ingresso e si
guardò intorno.
Nessuna
traccia di Emily.
La
sua testolina vagliò in fretta tutte le possibilità di luogo i cui potesse
trovarsi al momento la sua inquietante coinquilina.
I
casi erano due: o era in bagno o come al solito rinchiusa in camera sua a
intossicarsi i polmoni e a perforarsi i timpani con gli auricolari che le
sparano nelle orecchie la musica a tutto volume.
Escluse
la cucina, Emily non ci entra mai se non per mangiare, con la paura che Holly le
rifili qualcosa da fare.
E
comunque, la cucina era vuota.
Probabilmente
sarà in camera sua, pensò Holly, non fa altro da mattina a
sera.
Si,
Emily è disoccupata.
E
Holly non la scaccia di casa solo perché in fondo è sua amica e poi, particolare
non trascurabile, l’affitto lo paga pure lei, grazie a mammina e papino che
mensilmente le mandano i soldi.
Holly
si voltò diretta in camera di Emily, con Johnny che le trotterellava di
fianco.
L’occhio,
però, le cadde su un foglietto posato nell’ingresso.
Sopra
c’era scritto “X HOLLY”
Lo
aprì, incuriosita.
Holly,
sono in giro con Gerard. Non
provare a chiamarmi. Ci vediamo stasera (forse). Emy
P
S: Norah ha portato il suo vestito da sposa. È in camera
mia.
Holly
squadrò il messaggio con occhio critico.
Sono
in giro con Gerard.
Ma
quel Gerard non era fidanzato?
Le
sembrava di ricordare qualcosa a proposito di una certa Kat, cos’era questa
storia, adesso?
Non
le andava che la sua migliore amica si andasse a cacciare nei
casini.
Si
lasciò andare a un sospiro contrariato, decidendo di fare una bella
chiacchierata con Emily non appena fosse tornata.
Si
diresse in camera di Emy per vedere l’abito da sposa di Norah, e ne rimase
incantata.
Era
l’abito più bello che avesse mai visto.
Bianco,
candido, con una lunga gonna di seta ricamata con tulle e perline, un corpetto
tutto ricamato e le maniche di pizzo, il tutto contornato da un lungo velo
bianco sostenuto da una coroncina di gigli.
E
Norah l’avrebbe indossato di lì a due giorni.
Le
vennero le lacrime agli occhi, al pensiero che la sua migliore amica stesse per
sposarsi.
Con
Matt, un ragazzo dolcissimo che conosceva da una vita.
Erano
stati vicini di casa da piccoli. Poi compagni di classe, colleghi
all’università…e ora marito e moglie.
Si
lasciò andare a un sospiro, pensando se mai lei avrebbe indossato un abito
bianco.
Non
che fosse pessimista o cosa, semplicemente vedeva assolutamente irrealizzabile
la prospettiva di un matrimonio, per come andavano le cosa in quel
periodo.
I
suoi pensieri andarono veloci a Frank, prima che lei potesse
fermarli.
Ridicolo,
si disse.
Lascia
stare Frank,Holly. Lui non fa parte della tua vita e mai lo
farà.
Anche
se non potè fare a meno di pensare al giorno prima, a quando l’aveva portata a
sfogarsi nel cioccolato.
Era
stato così dolce,con lei.
Nessuno
era mai stato tanto premuroso nei suoi confronti.
Tranne
forse sua madre, ma era un discorso a parte.
E
anzi, a parte l’incidente iniziale, doveva ammettere che Frank era sempre stato
molto gentile con lei, in quei giorni.
Davvero
strano.
Un
vero peccato che di lì a pochi giorni probabilmente non l’avrebbe mai più
rivisto.
Ripensò
a quello che aveva detto a Emily e Norah, convincendosi che non era possibile
che succedesse qualcosa tra di loro.
In
nessun modo.
E
se mai dovesse trovare l’uomo della sua vita…bè,avrebbe colto al volo
l’occasione, naturalmente.
L’occasione
di una vita migliore. Felice. Come la desiderava da tempo.
Lasciò
il vestito appeso all’armadio di Emily e andò a farsi un bagno
rilassante.
Riempì
la vasca d’acqua e ci versò dentro una dose generosa di bagnoschiuma rigenerante
agli estratti di riso o cosa cavolo erano, immergendosi e chiudendo gli
occhi.
Dio,
che pace.
Che
sensazione meravigliosa.
Da
tempo non trovava un secondo libero per rilassarsi.
Tra
il matrimonio di Norah, il lavoro e “l’incidente mamma”, come lo chiamava, di
tempo ne aveva avuto davvero pochino.
Passò
lo shampoo sui capelli, massaggiandoli con cura, e godendo di ogni singolo
attimo.
Si
sciacquò i capelli e si appoggiò la testa sul bordo della
vasca.
Dio,ti
prego, fa questo momento duri per sempre.
Ti
prego, fa che quest-
Driiiiiiiiiiiiiiiiiiinnnnnnnnnn!!!!!!
Porca
puttana!!!
È
il caso di dirlo.
Perché
proprio adesso,perchèèèèèèè???????????????
Con
molta riluttanza, Holly uscì dalla vasca, si avvolse alla bell’e meglio in un
asciugamano e si affrettò ad andare ad aprire, con i capelli gocciolanti e la
faccia incazzosa, pronta a dirne quattro allo scocciatore di
turno.
“Heilà,ciao!”
fu il saluto che le giunse non appena aprì.
Oddio.
Oh.
Mio. Dio.
No.
Ti
prego, fai che sia un sogno.
Anzi,
un incubo.
“Tutto
a posto? Hai una faccia…”le chiese radiografandola per bene dalla testa ai piedi
(non avrà la vista a raggi x???????), osservando interessato il minuscolo
asciugamano bianco che in teoria doveva servire a coprirla e i capelli bagnati
che gocciolavano sul pavimento.
Mi
chiede se è tutto a posto???
Oddio,
ma perché?????
Che
ci fa qui lui?
Che
ci fa qui quel…ehm, Frank.
“C-
ciao!” tentò di salutare, ma la voce le uscì un po’ più stridula del
previsto.
“Che…ehm…ci
fai qui?”
“Come,
te ne sei dimenticata? Sei stata proprio tu a dirmi di venire qui, oggi. La
torta…”
Merda.
La
torta.
Holly
si diede mentalmente della cretina.
La
torta.
Quella
stupida torta.
Ecco
cosa succede quando spari cazzate sotto l’effetto stupefacente di un doppio
gelato al cioccolato.
“Certo,
la torta…è solo che mi stavo facendo la doccia…entra,
comunque.”
Lo
fece entrare e chiuse la porta, maledicendo mentalmente tutto il
mondo.
“Siediti
pure, e fai come se fossi a casa tua. Io vado a mettermi qualcosa addosso e
torno! Dieci minuti!” gli disse prima di schizzare via diretta in camera
sua.
Dieci
minuti ( e passa) più tardi, Holly tornò in salotto, vestita e con i capelli
asciutti, e trovò Frank sul divano insieme a Johnny.
“Oh,
sei tornata!”fece lui, sorridendole. “Carino, il tuo gatto. Com’è che si
chiama?”
“Johnny”
“Johnny?”
Holly
annuì.
“Ma
non è un nome da gatto!”
“No,
ma è un nome da figo. Johnny come Johnny Depp”
“Non
ci posso credere! Hai dato al tuo gatto il nome di quell’attoruncolo borioso e
snob?”
“Johnny
Depp non è un attoruncolo borioso e snob!” si offese Holly guardandolo
storto.
“Si,
che lo è. L’ho incontrato, una volta, e ti assicuro che non è come
sembra”
“L-l’hai
incontrato?”gli chiese lei fermandosi di colpo “Hai incontrato Johnny
Depp?”
“Si,
a una premiazione per non mi ricordo cosa…”
“Oh,
lo sapevo io che avrei dovuto fare la star di Hollywood e non l’avvocato, così
potevo conoscere tutte le star del mondo…”
“Come
Depp? Non capisco perché tutte le ragazze gli sbavano dietro…insomma, che ha di
speciale?”
“Bè,
è il più bell’esemplare di fauna maschile in circolazione, innanzi tutto. Ma
perché, scusa, che t’importa? Non sarai un po’ geloso?”
Inarcò
le sopracciglia con fare molto allusivo.
“Neanche
per idea!”
Holly
ghignò, per niente convinta, ma lasciò correre.
“Allora,
questa torta?”chiese Frank impaziente?
“Un
momento…prima va preparata, poi cucinata, e poi te la puoi
mangiare”
“Non
credevo ci volesse così tanto!”esclamò lui mentre Holly passava in rassegna il
frigo.
“Hai
mai cucinato in vita tua?”
“Ho
la faccia di uno che cucina?”
“Bè,
oggi lo farai”
Gli
mise sotto il naso un quadernetto rosso aperto alla pagina “Torta di Nonna
Sally”
“Ma
non l’ho mai fatto!”protestò lui, invano, perché subito lei gli mise in mano una
grossa ciotola gialla e un cucchiaio di legno.
“Cè
sempre una prima volta. Dovrai imparare a farlo, prima o poi, non si vive di
sola musica” sentenziò lei.
Frank
sbuffò indignato, preparandosi a quel supplizio.
In
quel momento sentirono la porta aprirsi nell’ingresso e alcune risate
soffocate.
“Questa
è Emily” disse Holly tirando fuori dalla credenza una bilancia.“Solo lei ha le
chiavi.”
“Andiamo
a salutarla, allora!” propose Frank, felice di poter distogliere Holly
dall’intenzione di fargli cucinare.
Uscirono
dalla cucina e si diressero nell’ingresso, pochi istanti prima di vedersi
passare davanti Gerard ed Emily.
Correvano
ridendo, completamente persi nel loro mondo, una mano della ragazza trascinava
Gerard tirandolo per la cravatta rossa. Passarono davanti ai due senza nemmeno
degnarli di uno sguardo, e sempre ridendo, corsero in camera di Emily e ci si
chiusero dentro.
Holly
e Frank rimasero immobili in mezzo al corridoio a fissare il vuoto con
espressione attonita.
“Hai…visto
anche tu…quello che ho visto io?”chiese Holly a Frank senza muoversi di un
millimetro.
“Ho
paura di si” rispose lui, prima di voltarsi verso la
ragazza.
“Meeeeowww”
Johnny andò verso di loro, uscendo dalla camera di Emily, proprio mentre dalla
stanza cominciavano a sentirsi rumori sospetti.
Holly
lo prese in braccio.
“Johnny
che stanno facendo quei due di là?”
“Meeeeeeeeeeeoooooooowwww!!”
“Okay,
non lo voglio sapere!”
“E
se andassimo a magiare quella famosa torta da un’altra parte?” propose Frank,
guardando inorridito la porta chiusa della camera di
Emily.
“Mi
sembra un’ottima idea. Johnny viene con noi, non mi fido a lasciarlo con quei
due”
“Okay”
“Aspetta
un attimo! Ma Gerard non era fidanzato?”
Frank
si strinse nelle spalle, come a dire “problemi loro”.
Holly
annuì pensierosa. S’infilò la giacca e prese in braccio
Johnny.
Frank
aveva appena preso in mano le chiavi, quando sentirono distintamente Gerard
cantare il ritornello di “Emily” dei From First To Last.
“’Cause there’s no one in the world like
Emily”
Si
guardarono per un secondo negli occhi, entrambi inorriditi, prima di mettersi a
ridere e correre verso la macchina.
Quando
Holly mise piede in casa di Frank, non riusciva a credere ai propri
occhi.
Le
sembrava tutto irreale.
Dalla
sua prospettiva di ragazza normale, o”comune mortale”, come amava definirsi lei,
aveva sempre reputato le case delle star di fama mondiale come irraggiungibili.
Questo, però , non le aveva impedito di immaginarle come luoghi al di fuori
della conoscenza umana, super tecnologiche, super lusso, e con una miriade di
servitori pronti a toglierti il cappotto di mano o a porgerti un bicchiere di
champagne anche solo dopo averlo pensato.
Dovette
ricredersi.
La
casa di Frank era…bè, era una casa.
Una
semplice casa: quattro mura dipinte, porte, finestre, e accessori
interni.
Okay,
i divani erano molto eleganti e immacolati, i mobili erano freschi di pulizie e
regnava quella sensazione di calma che le mancava così tanto a casa sua, ma era
comunque una casa.
Una
casa normale, e chi non sapeva chi ci abitasse avrebbe detto che dentro ci stava
una persona come tante.
Era
tutto in ordine, c’erano fiori freschi in un vaso nell’ingresso. Un grande
orologio alla parete segnava le 18:34 di un altro freddo pomeriggio di
ottobre.
Holly
si guardava attorno, spaesata e sorpresa al tempo stesso.
Non
aveva la più pallida idea di cosa dire. Nel suo personale bagaglio di esperienze
e frasi da adottare in situazioni comuni mancava decisamente “visita a casa di
Frank Iero un normale pomeriggio che io credevo avrei passato a casa a mangiare
pop corn davanti alla Tv e a farmi la manicure”.
Guardò
Frank: stava sistemando una foto sul mobile.
Frank
guardò lei: si guardava intorno come in cerca di qualcosa da dire, Johnny tra le
braccia che si dimenava per scendere, l’espressione di chi è lontano anni luce
da lì.
Con
un ultimo balzo felino, Johnny riuscì a liberarsi dalle braccia di Holly e saltò
sul divano, giustamente appropriandosi del cuscino per farsi una bella dormita,
non curante di quello che poteva succedere alla sua
proprietaria.
Frank
si schiarì la voce.
“Ehm…la
cucina è di la…se vuoi ancora….”
“Oh,
certo certo! Eri venuto per questo, tu!”
Holly
fu contenta di trovare qualcosa da fare. Lo seguì tranquillamente in cucina,
dove si fermò.
“Okay,
premetto che non entro molto in questa parte della casa…ma comunque dovrebbe
esserci tutto, non sono così sfornito!”
Si
grattò la testa con una risatina, mentre Holly si diede da fare per passare in
rassegna tutti i mobili per trovare
l’occorrente.
Quindici
minuti dopo, l’elegante tavolo di legno era occupato da pentole, ciotole,
bilance e oggetti di ogni genere, sacchetti di farina, zucchero, latte, una
barretta di cioccolato fondente, un barattolo di cioccolato in polvere, tre
cucchiai di legno, e per completare il tutto, quattro uova erano appoggiate sul
ripiano di marmo in equilibrio precario, con il rischio di cadere per terra e
fare una bella frittata ancora prima di iniziare a preparare il
tutto.
Frank,
da un lato del tavolo, guardava allucinato tutti quegli strani oggetti che
occupavano il suo tavolo.
Holly,
dall’altro, aveva un’espressione serena e decisa.
“Molto
bene!” esordì “C’è tutto. Quindi possiamo cominciare!”
“Possiamo?” chiese timidamente Frank.
Niente da fare, era ancora intenzionata a fargli provare l’esperienza della
cucina.
“Eddai,
Frank! Non è poi la fine del mondo!”
“Se
lo dici tu…”rispose lui scettico togliendosi la felpa, rimanendo solo con una
maglietta dei My Chemical Romance.
“Okay
possiamo fare così: io comincio con la farina e le uova mentre tu metti a
tritare il cioccolato. Okay?”
“Sicuro”rispose
lui, con l’espressione di chi non aveva capito un accidenti delle ultime
parole.
Holly
lo guardò da sopra il sacchetto della farina.
“Hai
capito quello che ti ho detto?”
“Bheeee…..”
Holly
sospirò pesantemente.
“Dio,
voi rockstar non sapete proprio come si cucina!”
“Senti,
non l’ho mai fatto in vita mia, è naturale che incontro
difficoltà”
“Frank
ti ho solo chiesto di mettere il cioccolato nel tritatutto e di accenderlo. Non
di pilotare un aereo!”
“Oh,
insomma, d’accordo!”
Frank
si girò, con la barretta in mano, verso il tritatutto.
“Taglialo
a pezzi! Non metterlo intero!” lo avvertì Holly.
“Certo…stavo
giusto per…farlo”
Holly
roteò gli occhi, sorridendo. Roba da matti! Sarà anche una rock star ma proprio
non vede che è impossibile mettere
una barretta intera in quel minuscolo tritatutto? Tornò a mescolare farina e
uova nella sua ciotola, mentre Frank armeggiava davanti a
lei.
“Frank,
forse è meglio se ci aggiungi un po’ di nutella….è più
facile”
“Ah
ok”
Agguantò
il barattolo della nutella e ne versò dentro parecchie cucchiaiate, dimenticando
di chiedere a Holly la quantità esatta.
Sbuffò,
già stanco di quella fatica inutile, e premette il tasto di avvio, proprio
mentre Holly passava di lì con l’intenzione di prendere
dell’acqua.
Uno
schizzo potentissimo di nutella e pezzetti di cioccolato partì a velocità
spaziale dal tritatutto andando a macchiare qualsiasi oggetto che trovava nei
paraggi, inclusi, ovviamente, loro due.
“Spegni!Spegni!”urlò
Holly , cercando di mettersi ai ripari dai qui proiettili di
cioccolato.
“E
come?” urlò lui di rimando. Nel tentativo di bloccarlo, cadde per terra. Holly
si avvicinò e lo spense, con Frank che la seguì poco dopo.
Holly
scoppiò in una risata.
Frank
la guardò allibito: la cucina era tutta sporca, avevano sprecato l’unico
cioccolato disponibile, avevano nutella fin sopra i capelli e
lei….rideva?
“è
tutto a posto?”
Holly
annuì, tra le risate. E lui si ritrovò a sorridere, nel guardarla. Si unì ala
sua risata, sentendosi davvero felice, dopo tanto tempo.
Avrebbe
detto che solo il tempo lo avrebbe fatto sorridere di nuovo, e ora eccolo lì, a
ridere con una perfetta sconosciuta del casino che aveva
combinato.
Holly
si calmò. Lo guardò negli, occhi, asciugandosi gli occhi dalle
lacrime.
“Sei
proprio…un impiastro!”gli disse, la voce che ancora tradiva le
risate.
“Io
ti avevo avvertito!” le rispose stringendosi nelle spalle.
“Si,
ma non credevo che fossi incapace fino a questo punto! Se per accenderlo hai
tolto il coperchio perché poi non lo hai rimesso?”
“Oh,
che diavolo ne so io! Tu continuavi a stressarmi!”
Holly
scosse la testa.
“Vabbè,
và! Oggi non è proprio giornata per quella torta. Cambiati, che vediamo di
rimediare! Guarda, hai cioccolato anche nei capelli!”
Si
avvicinò per togliergli la scheggia di cioccolato che si era andata a infilare
nella cresta di capelli neri del ragazzo, ridendo. Grosso errore. Solo allora si
rese conto della vicinanza tra di loro.
“E
tu hai…nutella…in faccia” le sussurrò lui, a pochi centimetri dal suo
viso.
Holly
arrossì lievemente, cercando di autoimporsi un respiro e un battito regolare,
con il cuore che le batteva all’impazzata nel petto.
“Da-davvero?”
Frank,
annuì, fissandola negli occhi, prima di posare le labbra sulla guancia della
ragazza e leccarle via il cioccolato.
Holly
si irrigidì da capo a piedi, mentre le labbra del ragazzo arrivavano piano a
contatto con le sue, unendole in un dolcissimo bacio…al
cioccolato.
Holly
dapprima incredula, si ritrovò a rispondere al bacio di Frank, ormai il cervello
era stato completamente scollegato dal resto del corpo.
Mmmh.
Bhè…
Come
si può descrivere il fatto di stare baciando una star di fama internazionale
conosciuta solo da pochi giorni?
Una
vocina lontana, da qualche parte nella testa di Holly, cominciò a dirle:
“Smettila…non va bene quello che stai facendo. Lui tra un po’ non lo rivedrai
più e si dimenticherà di te come ti ha conosciuto”
Holly
se infischiò alla grande, assaporando quel bacio come il più bello della sua
vita. Sentiva il sapore di Frank unito a quello del cioccolato e sperò che quel
momento durasse per sempre.
“Sei…”le
sussurrò a fior di labbra. “…bella”
Holly
sorrise, prima di annullare nuovamente la distanza tra di loro e baciarlo di
nuovo.
Non
riusciva a crederci. Lo aveva detto, lei, che era
surreale.
Driiiiiiiiiiiiiiiinnn!!!
Ecco.
Appunto.
“Il
cellulare…”mormorò lei.
“Fregatene”rispose
lui.
“Aspetta…è
Emily”
Si
staccò a malavoglia da Frank, che continuava a sorriderle, e rispose, cercando
di avere un tono di voce normale.
“Ehm…pronto?”
“Hollyyy!
È successa una cosa tremenda!” la voce squillante e spaccatimpani di Emily le
arrivò alle orecchie interrompendo quello stato di trance di poco
prima.
“Cosa…cosa
è successo?” chiese, allarmandosi, cercando di non pensare a
Frank.
“Il…vestito
di Norah….”
Holly
aprì la porta violentemente, finendoci contro.
Un
attimo dopo, Frank e Johnny entravano trafelati seguendola fino in
cucina.
“Emilyyyyy!
Dove cazzo sei?” cominciò a urlare Holly.
“Forse
è meglio se ti dai una calmata…”le suggerì Frank, che ancora non aveva capito
perché Holly l’avesse fatto tornare immediatamente a casa.
Le
uniche parole che gli aveva detto, con l’espressione terrorizzata, erano state:
“Emily…vestito….Norah…matrimonio”
Holly
corse al piano di sopra, con Frank alle calcagna che le intimava di mantenere un
po’ di autocontrollo ed entrò in camera della ragazza, trovandola in piedi
accanto a Gerard.
Emily
era sconvolta e guardava un qualcosa di bianco e immacolato sul
letto.
Holly
si avvicinò, cauta, prima di rischiare di svenire alla
vista.
Una
grossa, marrone e appiccicosa macchia di caffè faceva bella mostra di sé sul
bianco candido dello strascico dell’abito.
Emily
si voltò verso la coinquilina, già aspettandosi minacce di morte o
cos’altro.
Sorprendentemente,
Holly rimase placida a fissare lo scempio davanti a sé, prima di girarsi verso
la mora, l’espressione sempre calma, ma lo sguardo che tradiva una certa voglia
di vendetta.
“M-
mi dispiace…”sussurrò Emily.
Holly
esplose.
“TI
DISPIACE????? EMILYYYYYYYY!!!!! TI RENDI CONTO, SI O NO, CHE QUELLO E’ IL
VESTITO DA SPOSA DI NORAH! ANZI ERA!”
“Mi
dispiace” ripetè lei. “Ma non l’ho fatto apposta!”
“E
CI MANCAVA PURE CHE LO FACESSI APPOSTA!!”
“VUOI ABBASSARE LA VOCE? TI HO GIA’
DETTO CHE MI DISPIACE!!!”
“Okay”sospirò
Holly, ancora incazzatissima. “Manteniamo la calma. Ci sono ancora tre cose che
possiamo provare per rimediare”
“E
sarebbero?” chiese la mora,con la speranza che le si riaccese negli
occhi.
“Uno:
provare a smacchiarlo in meno di un giorno, considerato che noi domani non ci
siamo”
Emily
deglutì a fatica “Dio, è vero! L’annuale gita in bicicletta di
Norah”
“Due:
trovi un vestito esattamente identico e sperare che Norah non si accorga dello
scambio”
Emily
deglutì di nuovo.
“Okay”disse
“E la terza cosa?”
Holly
la guardò a lungo, l’espressione più tranquilla che mai.
“Fai
testamento”